L’art. 23 del Decreto ‘SalvaItalia’ prevede che “lo Stato e le Regioni, con propria legge, secondo le rispettive competenze, provvedono a trasferire ai Comuni, entro il 30 aprile 2012, le funzioni conferite dalla normativa vigente alle Province, salvo che, per assicurarne l’esercizio unitario, le stesse siano acquisite dalle Regioni, sulla base dei principi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza. In caso di mancato trasferimento delle funzioni da parte delle Regioni entro il 30 aprile 2012, si provvede in via sostitutiva, ai sensi dell’articolo 8 della legge 5 giugno 2003, n. 131, con legge dello Stato.”
Il 30 aprile è passato ed un paio di cose sono certe: le Regioni non hanno legiferato granchè, nè s’è sentito un qualche dibattito politico a riguardo, e l’ultimo conto economico pubblicato dall’Istat dimostra come, dal 1990 al 2010, la spesa pubblica per le Province è passata da 4,6 a 12,5 miliardi.
Intanto, Montecitorio esita e, già nel febbraio scorso, il presidente della Repubblica Napolitano aveva intimato: “occorre fare un punto e scegliere una strada e risolvere il problema con razionalità”.
Le Province, dal canto loro, resistono per ridurrne il numero da 108 a 60 e le spese per 5 miliardi, solo dimezzando gli attuali consigli, facendoli nominare dai Comuni e giustificandoli con “funzioni di indirizzo politico e di coordinamento delle attività dei Comuni” e demandando ad ‘una futura legge dello Stato’ il trasferimento dei circa 60 mila dipendenti.
Nonostante sulla norma e sulla scadenza sia apposta la sua firma, Monti tace, nicchia, è da tutt’altro preso, come se sprechi e corruzione non vadano combattuti, se si tratta di toccare una qualunque casta.
Vale così la pena di ricordare, tutti insieme, qualche “nefandezza eccellente” delle nostre Provincie, per renderci conto di cosa stiano omettendo l’attuale governo ed il nostro sistema dei partiti, certamente più motivato a garantirsi i rimborsi elettorali.
Eppure, di motivi per cassare le Provincie ce ne erano e ce ne sono. Ad esempio, quelli che seguono.
Provincia di Bari: “La Procura di Bari, su ordine del gip del Tribunale, ha arrestato e posto ai domiciliari gli imprenditori e fratelli Alviero ed Erasmo Antro (quest’ultimo è presidente regionale della Confapi Puglia, vice presidente della Camera di commercio di Bari e componente del consiglio d’amministrazione della Fondazione Petruzzelli) in qualità di amministratori del consorzio Sigi che si occupava (oggi in liquidazione) di manutenzione stradale per conto della Provincia.” (fonte Il Corriere del Mezzogiorno 27 marzo 2012)
Provincia di Imperia: Scandalo Porto, “Questa mattina gli agenti della postale e i militari della Guardia di Finaza hanno concentrato la loro attenzione all’interno del palazzo della Provincia, guidata da Luigi Sappa, sindaco di Imperia all’epoca dell’insediamento ufficiale di Francesco Bellavista Caltagirone, puntando la lente, si presume, nell’ufficio di Paolo Calzia, ex direttore della Porto di Imperia Spa”. (fonte Primo canale 6 marzo 2012)
Provincia di Savona: Congiu (Uilcem Ferrania), “Uno scandalo, troppi ritardi che pesano sui lavoratori. La Provincia non ha coordinato i cantieri scuola-lavoro. Se a ciò aggiungiamo il fatto che l’Inps dovrà erogare il pagamento in 15 giorni ci ritroveremo a marzo inoltrato e i lavoratori dovranno percepire ancora le retribuzioni di quattro mesi arretrati”. (fonte IVG.it 12 febrbaio 2012)
Provincia di Napoli: “Attraverso una delibera di Giunta che, per più aspetti può essere considerata illegittima, i dirigenti della Provincia di Napoli percepiranno un’indennità superiore a quella di molti funzionari ministeriali italiani, nonché di tutte le altre province della penisola”. (fonte Italia dei Valori 8 marzo 2012)
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