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Pensioni, precari e movida, Jovanotti: il nesso c’è

21 Mar

Jovanotti HLorenzo Jovanotti è nato nel 1966, ha iniziato a lavorare a 17 anni e, secondo le leggi italiane, non andrà in pensione prima dell’aprile del 2026 dopo 44 anni ed 1 mese di contribuzione con un assegno pari all’80% dell’ultimo stipendio, se fosse un lavoratore dipendente. Un suo coetaneo che avesse iniziato a lavorare a 30 anni, potrà andare a riposo cinque anni dopo, nel 2032, ma con una pensione inferiore al 60% dell’ultimo stipendio, cioè di poco superiore ai mille euro al mese.

Strano, vero? Infatti, Lorenzo sembra stia cambiando.

Forse, invecchiando, ha scoperto che, spulciando i dati di La Repubblica, c’è davvero qualcosa che non va, se:

  1. i nati del 1983 che hanno iniziato a lavorare a 19 anni andranno in pensione non prima di 46 anni e due mesi di lavoro, i loro coetanei che avessero iniziato a 24 anni potranno farlo con soli 42 e 11 mesi ed una pensione leggermente superiore. Inoltre, tra chi avesse iniziato a lavorare a 24 anni o chi a 32, l’uscita dal lavoro è sempre la stessa (2050) e la rendita (meno di 200 euro mensili di differenza)
  2. i nati nel 1972, a pensione più o meno pari (meno di 200 euro mensili di differenza), si trovano che, se l’avvio al lavoro fu a 19 anni, si va in pensione con 45 anni e due mesi di contributi, mentre, se si iniziò a 24 anni, si può lasciare con soli 40 anni ed 11 mesi. Inoltre, tra chi avesse iniziato a lavorare a 19 anni o chi a 30, l’uscita dal lavoro è praticamente la stessa (2036-2038).

Dunque, se questo è il ‘giusto’ effetto del sistema previdenziale contributivo, certamente non può dirsi equo, se finisce che chi ha iniziato a lavorare prima si ritrova a pensionarsi dopo e se chi – disoccupato o precarizzato da giovane – vivrà al limite anche da anziano.

Addirittura, per i nati nel 1988 che avessero in Italia la malaugurata idea di “lavorare subito” la pensione è prevista nel 2053 dopo 46 anni ed 8 mesi di lavoro quotidiano, mentre per i loro coetanei disoccupati, precarizzati, studenti o ‘semplicemente’ mamme casalinghe che dovessero iniziare a lavorare domani – cioè quasi 10 anni dopo di loro – andranno a riposo solo 18 mesi dopo con praticamente la stessa pensione.

La riforma Monti-Fornero fu un intervento d’emergenza con effetti micidiali e ben lo sanno i lavoratori over50 penalizzati, se precoci, ad attendere all’infinito, e, se tardivi, a vivere in miseria quando saranno ‘dismessi’ … ma dovrebbe preoccuparci ancora di più quello che le norme pensionistiche hanno già causato e che poi provocheranno tra i giovani attuali.

Infatti, il Governo Renzi sta mettendo da parte, pur promettendo ogni sei mesi che si sarebbe legiferato, diverse questioni aperte da prima che Monti-Fornero intervenissero con il placet dell’intero PD in Parlamento:

  1. cosa aspetta lo Stato a saldare l’enorme debito (almeno 14 miliardi di euro) accumulato dalle P.A. verso l’ex Inpdap a causa dei contributi non versati e mai recuperati dall’Inps pur essendo state le somme accertate dalla Corte dei Conti e il direttore dell’Inps indagato
  2. quale è il diritto acquisito che ha impedito l’adeguamento delle pensioni all’Euro evitando che le minime divenissero infime e che quelle d’annata, viceversa, restassero nei limiti formulati da Amato e Dini perchè – già con la Lira – non erano coperte da una contribuzione adeguata
  3. quale vantaggio hanno i giovani ad iniziare a lavorare prime dei 25-30 anni se alla fine si va in pensione con gli stessi anni e gli stessi soldi.

In una situazione del genere, la politica italiana si è spesso dimostrata attenta solo al contingente e mai ai danni collaterali, puntando ad arrivare alla alla prossima legislatura / segreteria di partito o sindacato e demandando ai posteri (ndr. gli occupati e sottoccupati di oggi) l’onere di risolvere il garbuglio … si tira avanti così dal Dopoguerra, quando l’Inps invece di rientrare nelle proprie funzioni ‘sociali’ progressivamente fagocitò Casse ed Istituti a gestione privatistica.

Dunque, buona Pasqua con l’augurio che i quarantenni di oggi inizino davvero ad occuparsi del loro futuro …

Demata