Tag Archives: ordine dei giornalisti

Caso Feltri: dalla parte di Carlo Verna

27 Giu

Si è dimesso Vittorio Feltri, il direttore editoriale di ‘Libero’ che nel corso del programma ‘Fuori dal coro’ aveva definito i ‘meridionali inferiori’.

Alcuni senatori e scrittori avevano annunciato di voler agire legalmente per dichiarazioni lesive degli abitanti del Mezzogiorno ed, “oltre alle numerose azioni disciplinari in corso nei suoi confronti, il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti aveva dato mandato legale per valutare un eventuale danno di immagine all’intera categoria causato da alcune sue ripetute e circostanziate esternazioni”.

144321532-980d70af-358b-48d8-83f1-39172cbb748dIl presidente del consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti Carlo Verna precisava – addirittura – di essere ”stufo di affermazioni che trasudano odio, che ”è deontologicamente sbagliato” e che ”sarà dunque il Consiglio di disciplina, che è assolutamente autonomo, a valutare”.

 

Ed ha ben ragione ad essere stufo Carlo Verna, che  nel 1971 era uno studente del IV Ginnasio sez. B, Liceo Classico ‘Antonio Genovesi’ di Napoli e – per chi non lo sappia – questo luogo dice molto in termini di cultura e identità sia greco-classica sia di retaggio angioino-normanno sia di governance ed economia.

Iniziamo col dire che l’edificio del Liceo Classico ‘Antonio Genovesi’ di Napoli sorge dalla ristrutturazione ad opera dei Gesuiti del Palazzo Sanseverino, famiglia normanna.
Un prodigio di architettura (vedi il bugnato e il portale) sostituito con un altro prodigio tecnico-urbanistico e non solo architettonico nel Gesù Nuovo e a San Domenico. Vediamo come.

L’edificio era stato confiscato sotto il viceregno di don Pedro di Toledo, quando nel 1552 fu tentato di introdurre a Napoli l’inquisizione spagnola e Ferrante Sanseverino sostenne l’opposizione popolare.

Quando nel 1584 il palazzo con i suoi giardini fu venduto ai gesuiti, questi riadattarono l’edificio civile a chiesa, istituendo in quell’area, la cosiddetta “insula gesuitica”, un complesso di edifici ospitanti la compagnia di Gesù, composto dalla chiesa, dal palazzo delle Congregazioni (1592) e dalla casa Professa dei Padri Gesuiti (1608).

L’opera fu finanziata da Isabella Feltria Della Rovere Sanseverino, principessa di Urbino e di Bisignano.


Nel frattempo, Milano espelleva 889 ebrei creditori dello Stato per 153.288 ducati e non aveva ancora terminato la costruzione del corpo basilicale del Duomo, iniziata 200 anni prima, ma avviava il progetto per la facciata e relative guglie … conclusosi anch’esso 200 anni dopo.

La Fabbrica del Duomo nasceva come un ente civico che univa alto clero e maggiorenti per realizzare un’opera di pubblica utilità. Essendo soggetta a continui nepotismi, rifacimenti, rinvii (sprechi e ruberie insomma), nacque l’espressione milanese Longh cumè la fabbrica del Domm, per intendere qualcosa di interminabile.

151030872-2f2b93bd-bed8-45a0-bb8b-9a88c9407403La sede del ginnasio del Liceo “Antonio Genovesi” di Napoli era nella succursale, a pochi passi dalla basilica di San Domenico Maggiore di architettura gotico-angioina.
La Basilica a pochi passi fu fondata dai domenicani – con a capo Fra Tommaso Agni da Lentini, vescovo di Betlemme – e costruita da Carlo II d’Angiò il 1283 e il 1324 e … la succursale
era proprio nel palazzo dove nacque e visse Benedetto Croce.

Tutti si passava davanti alla lapide e sul suo ballatoio ogni giorno di scuola, un privilegio. E tra l’andare e il venire c’era ancora si respirava la tradizione angioina e normanna, cioè illuminista.

Infatti, Antonio Genovesi, al quale è intitolato il Liceo dove si formò Carlo Verna, fu un sacerdote titolare della cattedra di Metafisica e poi di Etica – succedendo a Giovan Battista Vico – sviluppando il concetto della pubblica felicità, consistente nel far uscire l’uomo dallo stato di “oscurità”.
Riteneva che per favorire il benessere sociale sia necessario promuovere la cultura e la civiltà, fu il primo cattedratico ad impartire le sue lezioni in italiano anziché in latino.
Dal 1754 fu istituita una cattedra appositamente per lui di “commercio e meccanica” presso l’Ateneo napoletano docente di economia politica, ritenendo che essa doveva servire ai governi per alimentare la ricchezza e la potenza delle nazioni.

Il pensiero economico di Antonio Genovesi è raccolto in Lezioni di commercio o sia di economia civile pubblicato nel 1765, una delle prime opere scientifiche in materia economica. Il Genovesi cercò, così, di indicare la via per alcune riforme fondamentali: dell’istruzione, dell’agricoltura, della proprietà fondiaria, del protezionismo governativo su commerci e industrie, delle rendite e del debito pubblico, dell’inflazione e della circolazione monetaria.

unnamed

Liceo “Antonio Genovesi” di Napoli

Negli stessi anni Milano annette  il Mantovano, il Piacentino e il Parmense.
La Fabbrica del Duomo incarica per la facciata l’architetto Vanvitelli, ma dura cinque anni. Niente paura, le guglie e le decorazioni architettoniche verranno completate solo nel 1892 , impiegando ben 505 anni.

La famiglia Clerici ottiene da Maria Teresa d’Austria la concessione di costituire un reggimento di fanteria privato per garantire l’ordine pubblico a Milano e, poco dopo, acquista l’ospedale di S. Ambrogio, per aprirvi la prima fabbrica milanese di maioliche. 

L’evento culturale milanese ‘di quel secolo’ fu la rifondazione dell’Accademia dei Trasformati, ad opera del conte Giuseppe Maria Imbonati per combattere (sic!) l’Accademia dell’Arcadia … antesignana degli ideali di classicità e di razionalismo, affermatisi nell’800 e nella prima metà del Novecento. 

Ecco quali sono di due mondi ancestrali che si stanno confrontando: vogliamo la verosimiglianza degli opinionisti se non degli affabulatori oppure la verità del fatto storico e l’evidenza della cronaca?

Non è una questione tra il dott. Verna e il dott. Feltri, ma trasversale a tutto il mondo dell’informazione e dei social.

Demata

Fino all’ultimo blog

24 Dic

Tra una settimana questo blog termina la sua corsa, dopo quattro anni di presenza nello spazio, finora, offerto da La Stampa ai suoi lettori.

Anzi, tra pochi giorni, questo blog scomparirà del tutto, come tutti gli altri dei “lettori di La Stampa”, dato che verrà cancellato il dominio.
Tutti i post verranno erasi dal WEB e, riportandoli su un altro dominio, verranno annullati sia i link esterni sia l’indicizzazione sui motori di ricerca.

Erano cinque anni che durava questo esperimento e ringraziamo La Stampa per aver dato a noi bloggers questa opportunità.

Però …

Accade che, lo scorso anno, La Stampa ha annunciato 4 milioni di passaggi e questo blog ha raccolto 130mila passaggi in un anno, oltre 300 pagine visitate come media giornaliera, post che hanno ampiamente superato i 5000 passaggi in poche ore.

Al di là degli aspetti commerciali, accade anche che La Stampa perda una parte della propria “memoria storica”, proprio mentre pubblica l’intera “emeroteca”, dato una parte (piccola) dei nostri post è stata indicizzata da Google come “Notizie”.

Notizie riportate da La Stampa on line di cui non resterà alcuna traccia, pur avendo fatto opinione, perchè scritte da “lettori” e non da “giornalisti”.
Una sottile distinzione tutta italiana.

In quattro anni, questo blog si era conquistato un posizione molto elevata su Google, varrà la pena di rifare tutto il lavoro daccapo?
Non lo so.

L’avventura, forse, continuerà su demata.wordpress.com, dove troverete conservati tutti i post di questi quattro anni trascorsi insieme.

Un abbraccio a Pim, Homing Pingeon, Fino, Amanda, Irene Spagnuolo, Marianna, Bourbakis e gli altri blogger con cui ho avuto l’onore di condividere questa esperienza.