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La fine della guerra: una scadenza a Mid Term?

12 Ott

Ormai un po’ tutti abbiamo imparato che le sanzioni possono essere un atto ostile e non solo commercio e diplomazia: non proprio come dichiarare guerra, ma qualcosa che la avvicina. E ricordiamo tutti le minacce – poi avveratesi – che volavano tra Putin, Zelenski e Biden per via del Donbass, come era stato per Danzica e Sarajevo.

Otto mesi dopo la conta dei danni è enorme.
Il commercio internazionale è devastato, a partire dal prezzo del gas alle stelle e di petrolio se ne produce meno. La ripresa economica conseguente alla ripartenza del complesso industrial-militare è tutta da venire, anzi sembra manchino le munizioni. L’Unione Europea è stravolta dalle sue stesse sanzioni e dal conseguente deficit di energia. L’Ucraina e Kiev richiederanno una generazione per essere ricostruite. Il popolo russo dovrà affrontare per lungo tempo l’impoverimento causato dalle scelte di Putin.
E Joe Biden?

Innanzitutto, c’è che alle sanzioni Nato hanno aderito pienamente solo gli europei, i giapponesi e nazioni non di primo piano.
A parte la Cina, si sono chiamate fuori India, Brasile, Messico, i vari potentati arabi eccetera. E’ un fattore che conterà non per la guerra – lontana ai confini dell’Europa – ma per l’economia, cioè sulle Elezioni di Mid Term del mese prossimo.

Infatti, oltre all’inflazione, i prezzi del carburante sono tornati a salire, dopo la decisione dell’Arabia Saudita e dei Paesi Opec di ridurre la produzione di petrolio di due milioni di barili al giorno, che proprio Jeo Biden aveva tentato di scongiurare, incontrando  il principe saudita Bin Salman, quello accusato dall’ONU di essere responsabile dell’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi.

Poi, c’è che la già scarsa popolarità di Biden si è accresciuta, mentre quella di Trump tiene alla distanza e c’è il senatore repubblicano Marco Rubio, la stella delle generazioni più giovani.
Intanto, la popolarità di Joe Biden potrebbe crollare in un istante, travolgendo le elezioni di Mid Term e con loro i Democratici.

Infatti, secondo quanto riporta il Washington Post, sarebbe già stati inviati al giudice i fascicoli di Hunter Biden (link)  con le prove per incriminarlo riguardo i suoi affari non solo  nella società ucraina Burisma (link), come si credeva all’inizio, ma anche con la CEFC China Energy (link), “specialmente alla luce di un messaggio di testo che invia al suo socio in affari Tony Bobulinski il 1 maggio 2017” (link).

La fine della guerra tra Russia e Ucraina?
Bisognerà attendere le elezioni di Mid Term statunitensi e … manca ancora un mese.

Demata

Guerra Fredda e inflazione oggi: le alleanze in pillole

29 Giu

La II Guerra Mondiale non si concluse con una ‘resa’, ma finì solo dopo la distruzione della Germania e del Giappone, consegnando a noi posteri un’Europa e un Giappone privi di difese e di infrastrutture, occupati dalle armate anglosassoni e sovietiche.

Armate che ‘rimasero in zona’, dando il via a quella Guerra Fredda che finita non era, da quanto scopriamo drammaticamente oggi.
E oggi, scoperto che i ‘consumismi’ e la ‘movida’ erano una faccenda temporanea, vale la pena di ricominciare ad imparare ‘dove’ sono gli eserciti e ‘di chi’ sono le risorse. Almeno l’ABC della realtà in cui viviamo, giusto per farsi un’idea sull’energia e l’inflazione che paghiamo.

L’eredità della Guerra Fredda e del mondo diviso in blocchi industrial-militari consiste oggi in diverse alleanze militari:

UKUSA
è una alleanza di Paesi anglofoni, con lo scopo di raccogliere informazioni attraverso attività di SIGINT (SIGnal INTelligence). Spesso associata con il progetto ECHELON.
Stati Membri: Stati Uniti d’America e Regno Unito, Australia, Canada, Nuova Zelanda

USFJ / MDT
sono due trattati che prevedono il mantenimento di quasi 30mila militari statunitensi in Corea del Sud e oltre 50mila in Giappone, a sua volta obbligato ad un tributo di oltre 8 miliardi di dollari
Stati Membri: Stati Uniti d’America, Corea del Sud / Giappone

NATO
è una alleanza nata nel 1949 per mantenere una forza militare anglosassone in Germania a contrasto dell’egemonia sovietica.
Attualmente, sono quasi 30mila i soldati statunitensi in Germania, assegnati a 21 basi
Stati membri fondatori: Stati Uniti d’America e Regno Unito, Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Islanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo,
Altri stati membri: Germania (dal 1955), Turchia, Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca, Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Romania, Slovakia, Slovenia, Albania, Croatia, Montenegro e Macedonia del Nord

SDP
è il Piano (in fase di sviluppo dal 2016) per la sicurezza e la difesa sovranazionale dell’UE
Stati membri: 27 Stati europei (vedi di seguito)

Accordi militari della Russia
Dal 2015 21 paesi africani ha sottoscritto accordi di cooperazione militare, con la realizzazione di basi militari permanenti in Repubblica Centrafricana, Egitto, Eritrea, Madagascar, Mozambico e Sudan
Altri accordi militari: Vietnam, Mongolia, Iran, Corea del Nord, Siria (basi a Tartus e Laodicea), Yemen del Sud (basi a Socotra e al-Hudayda)

Sanzioni alla Russia
Su quasi 200 nazioni nel mondo hanno aderito circa 40 Stati membri della UE o delle alleanze UKUSA e USFJ / MDT, con una applicazione molto variabile

Poi ci sono le alleanze commerciali:

USMCA (+ ISPI)
è un accordo di libero scambio centrato sul dollaro (+ sterlina)
Stati Membri: Stati Uniti d’America (+ Regno Unito), Canada, Messico

UE
è un’unione economica e politica a carattere sovranazionale che comprende 27 Stati europei
Stati Membri: Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria
Candidati Ufficiali: Albania, Macedonia del Nord, Moldavia, Montenegro, Serbia, Turchia, Ucraina
Candidati Potenziali: Bosnia ed Erzegovina, Kosovo

OPEC
è l’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio fondata nel 1960, formando un cartello economico per negoziare con le compagnie petrolifere
Stati Membri: Algeria, Angola, Arabia Saudita, Ecuador. Emirati Arabi Uniti, Iran, Iraq, Kuwait, Libia, Nigeria, Venezuela, Guinea Equatoriale, Rep. del Congo, Gabon

BRICS
è un accordo tra paesi in via di sviluppo e abbondanti risorse naturali strategiche. Uno degli obiettivi dei BRICS è la de-dollarizzazione del mercato finanziario globale.
Stati Membri: Brasile, Cina, India, Russia, Sudafrica

BRI / OBOR
la Belt and Road Initiative è una strategia di sviluppo infrastrutturale globale adottata dal governo cinese nel 2013 per investire in quasi 70 paesi tra cui Pakistan, Singapore, Nigeria, Malaysia, Bangladesh, Russia, Indonesia, Malaysia, Corea del Sud, Egitto, Israele, UAE, Zambia, Etiopia, Kenya, Ghana, Cile, Argentina, Perù, eccetera. I porti del Pireo e di Trieste rientrano in questo progetto globale

Dunque, se i rapporti sono tanti e tali, potete farvi un’idea da soli di come andrebbe a finire continuando a fare ‘muro contro muro’.

Demata