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11 settembre a Parigi: dove va l’Occidente?

8 Gen

Dopo New York, Londra e Madrid è toccata a Parigi ed anche stavolta la Jihad contro i ‘crociati’ ha attaccato i simboli della laicità. Ieri dei vignettisti satirici, in USA furono la Borsa e le aereolinee, a Londra e Madrid le metropolitane.

Intanto, tutti hanno a ricordare – ma allora perchè non l’hanno fatto prima – che l’Occidente è troppo permeabile, infiltrabile, esposto … anche se non si è ancora ben capito chi è in guerra con chi.
Da un lato ‘noi’ siamo ancora fedelmente amici delle dinastie saudite, madri di tutti gli integralismi islamici, mentre che l’istigazione all’odio sia un reato ce lo ricordiamo solo contro gli ultrà e qualche neonazista. Dall’altro gli Jihadisti si guardano bene dall’attaccare luoghi cristiani fuori dai ‘loro’ territori, mentre quello che puntualmente viene attaccato è il Villaggio Globale, persino in quel Nord Europa che fu pagano fino tot secoli fa e che – poco dopo la cristianizzazione forzata – si staccò da Roma per ‘protestando’ … e trasferendosi in parte nel Nuovo Mondo alla ricera della Friede.

Non è il presepe di Gesù ad essere sotto attacco, ad essere nel mirino è l’Albero di Natale dedicato a Yule ed al Consumismo. E, ci attaccano ‘per il nostro bene’, finchè non avremo abbandonato la via del peccato e saremo ritornati al dio unico: che il profeta da seguire sia Gesù o Maometto è una questione di second’ordine.

Cosa dovrebbe fare l’Occidente?

Innanzitutto, sarebbero da vietare tutti i culti che non accettino la coesistenza e la pari dignità degli altri come  andrebbe vietato agli enti religiosi sia di ricevere donazioni occulte sia di poter utilizzare i propri fondi in investimenti o speculazioni, cosa che è di per se un ginepraio, dato che sono i cattolici e non gli islamici a dare puntualmente questo problema ab origine, ne sanno qualcosa gli imperatori succedutisi a Roma per tre secoli.
In secondo luogo, sempre riguardo l’affermazione di ‘valori’, dovremmo rivedere i nostri sistemi fiscali e di giustizia: siamo un poco difendibile esempio morale, se le nostre democrazie sono così afflitte dalla corruzione e dal degrado.

Infine potremmo davvero passare per grulli a voler continuare i nostri rapporti con i sauditi così come sono oggi, come anche potremmo dar ‘ragione’ a coloro che dicono che ‘Charlie non doveva provocare gli islamici’ ed … interrompere le nostre benevolenti politiche verso Israele …

Dunque, è possibile che l’Occidente non farà un bel resto di nulla di tutto questo, ma è altrettanto possibile che tra cinque o dieci anni tali questioni saranno ineludibilmente sul tavolo della Storia.

Quello che, viceversa, sarebbe fattibile nel corso di quest’anno è l’opzione militare /umanitaria: ricollocare gli inglesi in Palestina e Yemen, i francesi in Libano, i russi in Siria, gli statunitensi in Iraq, gli italiani in Libia ed Eritrea, eccetera.
Un conto è l’autodeterminazione dei popoli, un altro è proteggerli da ‘predatori internazionali’.

originale postato su demata

G8: il libero scambio e l’Italietta di Pinocchio

19 Giu

Mentre a Firenze scoppia un sordido scandalo di prostituzione, politica e strapaese, l’Italia scopre che il mondo non è rimasto ai tempi di Bertoldo, visto che anche da noi uno studente di 24 anni – Giuliano  Delnevo – si era convertito all’Islam con il nome di Ibrahim per, poi, andare a morire in Siria come combattente islamico.

Intanto, solo una settimana fa, Bloomberg annunciava un enorme piano per proteggere New York dagli effetti del cambiamento climatico, con una iniziativa da 20 miliardi di dollari, finalizzata a innalzare gli argini, ricollocare le reti profonde e creare una barriera di alti edifici sull’East River.

E, mentre la Turchia è allo scontro frontale tra un paternalismo infarcito d’islamismo ed un nazionalismo necessariamente laico, accade anche che, in Iran, Hassan Rouhani diventi il nuovo presidente della Repubblica islamica, mentre i due candidati dell’opposizione alle elezioni passate – Mehdi Karroubi e Mir Hossein Mousavi – si trovano agli arresti domiciliari da anni.

Dal G8 nell’Ulster, Obama e Londra annunciano la New Age, ovvero una zona di libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti d’America, che a loro volta hanno accordi commerciali simili con Messico e Canada.  La Francia borbotta, la Germania si adegua, da circa un mese il settore manifatturiero cinese va a rotoli e le borse orientali sobbalzano.

Cosa fa l’Italia?
Attende che il prossimo congresso del Partito Democratico dirima questioni inconfessabili e pruriginose  e che Silvio Berlusconi prenda atto dei troppi scandali che, ormai, lo contraddistiguono.
Come ci sarà anche da attendere, poi, che l’Italia bertoldina di questo trascorso Ventennio ritorni al proprio ruolo di ‘caporale’ dopo essere assurta, molto immeritatamente, a gradi di gran lunga superiori.

Un’attesa che sarà puntualmente dis-attesa, se il mondo andrà avanti e noi non troveremo il coraggio di lavare – con moderazione, ma presto – i troppi panni sporchi che abbiamo accumulato.

Già non è stato il massimo essersi presentati al G8 irlandese con il cappello in mano del cattivo pagatore, con una rinomata corruzione, qualche mafia da esportazione ed uno stuolo di evasori traffichini o sfaccendati.
Mancherebbe solo di arrivare all’appuntamento del libero scambio USA-UE con un’Italia puntualmente ingovernabile, troppo somigliante al Messico dei narcos ed all’Est Europa dei mille traffici, mentre, as usual, c’è qualche interesse di campanile o di parrocchia da tutelare.

originale postato su demata

New York: un serial killer a Long Island

12 Apr

Tutto ha inizio nel maggio 2010 con la scomparsa di Shannan Gilbert, una donna di 24 anni, che utilizzava Craigslist, un sito di annunci usato dalle prostitute indipendenti.

La donna, che viveva in New Jersey, aveva chiesto aiuto “perchè era in immediato pericolo di vita” ad un residente di Oak Beach, per poi scappare, mentre arrivava uno sconosciuto con un SUV che la cercava.
Esisterebbe anche una drammatica registrazione di una chiamata al 911 da parte della ragazza, che urlava “Sta cercando di uccidermi! Aiutatemi, aiutatemi!”

Le indagini, in autunno avanzato, si erano portate sulle spiagge di Oak Beach e Gilgo Beach, alla ricerca del cadavere visto quanto era accaduto.
In quel mentre, la sorella adolescente di Melissa Barthelemy, una ragazza scomparsa in estate, iniziava a ricevere brevi telefonate da parte di un uomo che raccontava dettagli particolarmente crudeli riguardo la sorella rapita.

Le due storie venivano collegate in dicembre, quando, lungo la Ocean Parkway di Long Beach, erano stati rinvenuti i ben 4 cadaveri, accuratamente sotterrati, tra loro Melissa Barthelemy, ma nessuno era quello di Shannan.
Un serial killer era all’opera.

Ad oggi, sono con certezza attribuiti al Long Island Serial Killer l’omicidio di Amber Lynn Costello, 27 anni,  Maureen Brainard-Barnes, 28 anni,  Megan Waterman, 22 anni, Melissa Barthelemy, 24 anni.

I cadaveri rinvenuti sono 12, tutte donne ed un bambino.
Inoltre, nel 2006 ad Atlantic City, non troppo lontano da Long Island, vennero rinvenuti 6 corpi di giovani donne uccise nell’arco di un paio di mesi.
Probabilmente, lo stesso serial killer.
Le vittime riconosciute di Atlantic City si chiamavano Kim Raffo, Barbara Breidor, Molly Jean Dilts, Tracy Ann Roberts.

La polizia di Suffolk County e l’FBI brancolano nel buio.
L’unica testimonianza utile è quella del testimone della prima ora, quello che chiamò la polizia il 1 maggio scorso.
Si sa solo che l’assassino ha scelto alcune delle sue vittime tramite i siti per annunci usati dalle prostitute e che è sufficientemente informato sulle tecniche di indagine
Infatti, il serial killer sa come evitare telecamere ed intercettazioni, come ha dimostrato scegliendo le spiagge per abbandonare i cadaveri e la Central Station di New York  per telefonare alla famiglia Barthelemy.
Intanto, la polizia ha rinvenuto, per ora, tre “ossari” nella zona di Long Island e un altro, nel 2006, ad Atlantic City; tra i due luoghi ci sono circa 300 km di spiagge e boscaglia, con New York e Filadelfia a breve distanza.

Agli investigatori non resta altro che seguire i movimenti delle carte di credito e dei cellulari delle donne scomparse, per individuare dei fattori in comune.

A meno di un colpo di scena (e di fortuna) la “carriera”  del Long Beach Serial Killer potrebbe essere lunga e, ahimè, non è dato sapere quanti altri cadaveri emergeranno dalle spiagge della East Coast.