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Chi ha paura degli omosessuali?

14 Giu

Come se agli Europei di Calcio 2012  non bastasse la vergogna del massacro dei cani randagi e dell’afflusso di prostitute in Ucraina, ci si mette anche l’Italia, prima con le frasi di uno dei suoi calciatori più ‘rappresentativi’ e, poi, con la decisione di mantenerlo in squadra.

«Ci sono froci in squadra? Se penso a quello che dico, chissà che cosa vien fuori. Sono froci? Problemi loro, me la sbrigo così, sennò mi attaccano da tutte le parti. Son froci, se la vedessero loro. Mi auguro che non ci siano veramente in Nazionale» (Antonio Cassano, calciatore)

«Onestamente credo che tra i calciatori di gay non ce ne siano. In quarant’anni non ne ho mai conosciuti, né nessuno che ha lavorato con me in tutto questo tempo e in tante squadre me ne ha mai raccontato. Non escluderei un gay, come un nero, dalla Nazionale. Penso che sarebbe difficile, per come siamo fatti noi calciatori, che un giocatore omosessuale possa vivere la sua professione in maniera naturale» (Marcello Lippi, ex allenatore della Nazionale di calcio)

«I gay nel calcio non ci sono. Se ne avessi scoperto uno quando ero direttore generale l’avrei venduto». (Luciano Moggi, ex dirigente Juventus)

«Il calcio e’ un gioco troppo maschio per i gay» (Gianni Rivera ex calciatore, deputato)

«Un bacio tra omosessuali è come fare pipì in strada» (Carlo Giovanardi, ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio)

«Matrimoni gay? Allora perché non anche con gli animali, oppure con più di una persona?» (Francesco Perra, Movimento 5 Stelle)

Un problema di omofobia, certamente, di ‘paura dell’omosessualità’ e cos’altro che l’umana compassione può addirsi a chi vive nella paura.

Si potrebbe pensare che la causa (o concausa) di un atteggiamento  – l’omofobia che nulla ha ache vedere cone tica o morale – possa essere la fede cattolica di gran parte degli italiani e/o la presenza della Santa Sede nella penisola italica.

Questo è probabilmente vero, ma non tanto per il catticesimo in se, quanto a causa delle lobby interne al clero italiano ed alla ‘pessima’ politica (Trasformismo, Giolitti, Mussolini, Democrazia Cristiana, duopolio Berlusconi-Prodi) alla quale storicamente si sono affidati.

Una arretratezza culturale – un fattore (atavico) di de-civilizzazione ben alimentato dall’informazione nazionale – che fa della lotta contro i gay o contro le conquiste delle donne un cavallo di troia, indispensabile per aggregare un corpus elettorale intorno a ‘probi homines’ in tanti (altri) affari affacendati.

Quanto andrebbero meglio le cose in Italia è inutile dirlo, se l’Opera di Dio desse priorità ed attenzione a politici ed amministratori meno ‘votati’ alla cleptocrazia e meno sensibili alle grazie delle ‘cortigiane’, piuttosto che strenuamente omofobi o misogini.

E chissà cosa ne sarebbe della ‘pubblica opinione’ italiana, se i nostri media, oltre a pubblicare gli outing di personaggi famosi, pubblicassero anche le dichiarazioni di augusti prelati cattolici?

«La sessualità è un argomento molto complesso, sul quale esiste anche un “conflitto di interpretazioni”. Non è male che due omosessuali abbiano una certa stabilità di rapporto e quindi in questo senso lo Stato potrebbe anche favorirli. Non condivido le posizioni di chi, nella Chiesa, se la prende con le unioni civili» (Carlo Maria Martini, ex arcivescovo di Milano)

«Credo che noi dovremmo essere d’accordo e di fatto siamo d’accordo che nel giudizio su una tale relazione o un tale rapporto c’è una grande differenza di giudizio quando le persone si assumono la responsabilità l’uno per l’altro, quando vivono e si relazionano in un rapporto omosessuale durevole, come similmente avviene in un rapporto eterosessuale» (Cardinale Rainer Maria Woelki, arcivescovo di Berlino)

«Sono come gli altri e meritano la dignità. Secondo la nostra fede, sono le azioni che rendono buone o meno le persone. La Chiesa Cattolica deve essere aperta a tutte le persone con sentimento religioso» (Cardinale Lluís Martínez Sistach, arcivescovo di Barcellona)

Anche le squadre di calcio e le tifoserie dovrebbero ‘essere aperte’ a tutte le persone con sentimento sportivo. Ma questo, a quanto pare, la Federcalcio non lo sa.

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Sport disonorato, un calcio da cambiare

20 Dic

Dopo la tentata fuga, in mutande, di Cristiano Doni, ex nazionale e bandiera del calcio bergamasco, arrivano gli interrogatori di Alessandro Zamperini e Filippo Carobbio, due dei 17 arrestati nell’inchiesta della procura di Cremona, riguardanti le partite  di Coppa Italia Gubbio-Cesena e Siena-Piacenza del 2011 ed Ancona-Grosseto, Grosseto-Mantova, Grosseto-Reggina e Grosseto-Empoli.

Accuse che arrivano fino alla composizione della Serie A attuale, visto che l’ordinanza dei magistrati recita: «In particolare Doni Cristiano, agendo anche per conto di imprecisati dirigenti dell’Atalanta, che aspirava alla promozione in A, interferiva o cercava di interferire, con interventi anche corruttivi, anche al fine di procurarsi illegittimamente i proventi delle scommesse, sui risultati di molteplici partite della sua squadra».

Per non parlare di “due partite del Bologna e due del Genoa”, come scrive Repubblica.

Non solo calciatori ed addetti ai lavori disposti a vendersi per pochi spiccioli, se si pensa a quanto guadagnano, ma anche criminali internazionali, come il cinese Eng Tan Seet ed i suoi due collaboratori che portavano in Italia il denaro destinato all’affare, consegnandolo al gruppo degli “zingari”, che provvedevano, poi, a contattare i calciatori. Per una partita truccata, le vincite potevano arrivare anche al milione e mezzo.

Ed anche storie incredibili, paradossali, da bar dello sport.

Come quella di Marco Pirani, dentista, che forniva le ricette per il tranquillante che l’ex portiere della Cremonese doveva somministrare, a loro insaputa, ad altri calciatori e che, riguardo Padova-Atalanta, garantisce la combine: «…è un discorso tra società».

Oppure Massimo Erodiani, tabaccaio, che, parlando di Siena-Sassuolo, afferma: : «E’ al mille per mille e poi ti dico di più… questo forse ne sarà una di quelle ma il Siena ha pagato già… io so che il Siena pure ha dato già i soldi… a…a… ad altri del Sassuolo… quindi giocheranno tutti a perderla …».

Ed anche qualche vero sportivo, che non c’è stato, come Simone Farina, 29 anni detto “la Bestia”, terzino del Gubbio da cinque stagioni, che, il 29 settembre scorso, dopo l’ennesima avance di Alessandro Zamperini, denuncia tutto, prima, alla giustizia sportiva e, poi, al procuratore capo di Cremona, Roberto Di Martino.

Un caso isolato, per ora, e non a caso il magistrato inquirente lancia un appello: «Spero che altri giocatori seguano il suo esempio e ci aiutino a capire come funziona il sistema delle scommesse e della corruzione nel mondo del calcio».

Un mondo, quello del calcio, che va scandagliato e cambiato, visto che «questa è un’altra pagina che non onora di certo lo sport italiano», come lamenta il presidente del Coni Petrucci, denunciando che : «Siamo tutti turbati, ma anche le leghe devono esserlo. La Lega di A ha fatto un incontro, ieri sera, e nessuna parola è stata detta su quello che accaduto, parlano solo di divisioni di soldi».

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