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A chi non conviene il Fair Play finanziario?

18 Giu

Ormai, l’Europa del calcio è entrata nell’Era del Fair Play finanziario, fosse solo per difendere quel che resta dello sport, che rischia di cedere sotto l’assalto delle centinaia di milioni di dollari che nababbi del petrolio e speculatori finanziari stanno già versando nelle casse di noti club.

Sono sotto gli occhi di tutti le ‘campagne acquisti’ del Paris Saint Germain e del Manchester City, del Chelsea e del Manchester United, come del Real Madrid o del Bayern Monaco. Squadre che somigliano, ormai, più agli Harlem Globetrotter che ad altro, come quel ‘vecchio guarriero’ di Drogba ha dimostrato alle attonite od esaltate platee dei football fans in Coppa dei Campioni.

Fenomeni eclatanti per le vistose spese, che falsano campionati nazionali e coppe internazionali, visto che ‘dette spese’ non rispondono spessissimo ad una effettiva differenza di valori in campo.

Campionati falsati anche da spese ugualmente ingenti – ma meno vistose in quanto ‘passivi’ – come quello italiano, ad esempio, se si vuole considerare il rapporto sui bilanci societari delle Società Calcistiche che La Gazzetta dello Sport redige annualmente e ripubblicata da tuttonapoli.net.

A far due conti della serva, c’è da restare stupefatti, se tifosi delle tre ‘grandi’ (Juventus, Milan, Inter), da sollevarsi indignati, se tifosi delle altre squadre di calcio, e da restarci secchi per la depressione, se si è dei cittadini normali.

Basti dire che Juventus, Milan ed Inter vanterebbero ‘perdite’ sul rendimento netto di circa 250 milioni di euro, ovvero l’80% del ‘buco’ complessivo della Serie A.

E, dunque, se volessimo pensare ad una ‘classifica avulsa’, che tenga conto della effettiva disponibilità finanziaria delle società di calcio – e non dei giocatori comprati e pagati con ‘le cambiali’ – questo sarebbe il quadro.

Se i tifosi di Udinese, Napoli, Lazio, Roma, Parma, Lecce, Novara potrebbero gridare allo scandalo, ben altro che di uno scandalo dovrebbe parlarsi, se volessimo discutere di bilanci societari, di sostenibilità del ‘calcio moderno’, di  diritti televisivi e di distribuzione dei proventi, di stadi nuovi e sicuri.

Infatti, il budget velleitario e catastrofico delle nostrè ‘grandi’ (Juventus, Milan, Inter) ingessa definitivamente il ‘sistema calcio’, già soffocato dall’elevata leva fiscale sui compensi dei calciatori, che rende impossibile dotarsi di giocatori affermati se non sperperando enormi somme: ogni cambiamento sarebbe disastroso per dei brand che tanto sono quotati quanto sono in rosso.

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Una situazione che non può continuare così, bloccando le nuove norme sugli stadi di calcio e congelando i diritti televisivi a favore dei soliti noti, mentre il sistema fa acqua da tutte le parti.

Parlare di gestioni disastrose è un eufemismo, dunque.

Ma quel che è peggio, per chi ama lo sport, è che potrebbe davvero diventare grottesco – di fronte al persistere di questi numeri – parlare, per il futuro, di ‘campionati regolari’.

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Costa Concordia: il mistero della rotta

22 Gen

Sembra chiarirsi il “mistero” della rotta seguita dalla Costa Concordia.

Infatti, dalle primissime notizie arrivate dopo il naufragio, questo blog aveva ricostruito su una mappa quello che si conosceva in quel momento.

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La curiosità aguzza l’ingegno e da due giorni un forum russo ha pubblicato un’altra ricostruzione, molto interessante.

La Costa Concordia attraversava abitualmente nelle acque del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, compiendo, come comprovato, manovre che comportano il rischio di naufragio e di contaminazione ambientale, come abbiamo dovuto constatare.

Da questa mappa, confrontandola col tracciato verde “satellitare” dell’altra, si evince che la Costa Concordia avrebbe avviato la manovra di accostamento all’Isola del Giglio alcune miglia più avanti (o diversi minuti dopo) il punto ottimale. Di conseguenza, la rotta verso il Giglio era più perpendicolare  e la virata andava anticipata per non toccare gli scogli.

Una decisione – la Concordia era in rotta manuale – presa, inquivocabilmente, dal Comandante Schettino e non dalla Costa Crociere …

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Escape du Commandant, que dit la loi italienne?

18 Gen

Le “Code de la navigation» italienne (loi 24 Novembre 1981, n ° 689) prévoit à l’article. 1097, le crime de “Escape/abandon d’un navire en danger par le commandant.”

L’article pertinent est ainsi libellé: «Un commandant qui, en cas d’abandon d’un navire en danger n’a pas la terre comme la dernière, il sera puni d’un emprisonnement maximal de deux ans. Si du fait d’un incendie vient – comme le naufrage ou la submersion du navire – la peine est de deux à huit ans. Si le navire n’est pour les passagers, la peine est de trois à douze ans».

Ainsi, la loi italienne prévoit, dans le cas d’un navire de croisière a coulé, d’une peine de trois à douze ans, réductible à huit, avec probation pour un tiers de la peine.
Un maximum de huit ans d’incarcération, tout au moins ceux-là? No.

Quand et comment sera faite phrase finale – 3 ans, 5 ans, 10 ans – pénalité sera déduite des années en «résidence surveillée», comme en fait, dans sa luxueuse villa à Sorrente …

En bref, il pourrait facilement arriver que le commandant ne sera pas Schettino passer une journée en prison pour «que» l’abandon du navire que nous avons tous écouté sur les enregistrements téléphoniques publiées sur tous les médias. Juste ça.

Pourtant, Schettino a été arrêté jours conformément à l’art. 382 alinéa 1 du Code de procédure pénale, comme les journaux proposés sur fait qu’il a été attrapé «parce qu’il tentait de s’échapper».

Pourquoi, au moins pour l’abandon du navire, ce n’était pas pour un procès sommaire, après l’arrestation que, habituellement, est prévu pour l’état de flagrant délit et / ou de vol, si les preuves sont toutes dans ces dialogues de commandant Schettino avec le capitaine Di Falco?

Pourquoi, en Italie, il ya des lois qui permettent cela?

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A bad route for Costa Concordia

15 Gen

Costa Concordia, 114,500 tons and a draft of 8.5 meters, 1,500 cabins for 3,780 passengers, was heading from Civitavecchia to Savona at the cruising speed of 15.7 knots, when at first it ripped the keel against a rock, then toppled, while the crew tried to get closer to the coast of the “Island of Giglio.

Crew did his part, allowing the rescue of nearly all the passengers, avoiding that tehy will be trapped, as happened to some, into a sort of toppled tower.
Given the speed with which the incident has become critical, given that the ship toppled before they began the evacuation itself, it could have been much worse if the staff was unprepared and if they thought only themselves.
As the “hero of the day”, Chief Purser Marrico Giampetroni, trapped for 30 hours at the third level of the ship, after he helped many people get to safety before him.

Why has this disaster happened, how is possible for a giant of the sea as it was the Costa Concordia, though, of course, managed within the limits of safety and common sense?

Simple. The ship was not on the route that would have to passing off the Island of Giglio. Costa Concordia was in the narrow strait which separates the mainland coast.

The official Pilot’s Book indicates two routes to go from Civitavecchia to Savona or vice versa. The first, which goes off to the north of Sardinia, and a second, which leaves the island of Giglio on its own right, while sailing towards Liguria.

Yet, for some time, big cruise ships exceeded the Island of Giglio by the route which usually make the ferry, which is not prohibited and that is certainly most striking and perhaps slightly cheaper.

Unfortunately, it involves having to pass over a shallow with a “light” of a mile between reefs.
A wide margin for the enormous Costa Cruise, if something does not go wrong …

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As seen on the nautical map, Costa Concordia was about 3 km north of usual route, that of “ferries”, as it is clear from official thanks that Mayor of Isola del Giglio sent to another ship commander some time ago.
And as we see, Costa Concordia passed on Secca di Mezzo Canale (Middle Channel Shallow).

Why Costa Concordia was there is not given to know, but it is a fact that large cruise ships are transiting nearby the coast – in the Mediterranean waters as in the Scandinavian fjords – to offer to tourist the “show” of little islands and seaside towns.

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