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Isis, la cospirazione

6 Apr

2011 – Obama anticipa il ritiro delle forze USA in Iraq e l’ultimo battaglione attraversa (18 dicembre) la frontiera con il Kuwait. Più o meno contemporaneamente, promette di ‘isolare il brutale regime di Assad in Siria’.
Intanto, mentre la guerra civile scoppia in Siria dopo l’eccidio di 37 soldati governativi ad Homs, diverse organizzazioni ‘caritatevoli’ (fondazioni) del Golfo Persico finanziano i gruppi di opposizione ad Assad islamisti, in particolare alla nascente Isis.

Tra le banche più attive nei finanziamenti figura in primis l’Al Rajhi Bank, istituto finanziario saudita che da sempre finanzia i gruppi jihadisti, ma anche la Al Shamal Islamic Bank, co-fondata da Osama Bin Laden e principale finanziatrice del gruppo terroristico di Al-Qaeda. La National Commercial Bank invece avrebbe donato una parte dei profitti bancari sotto forma di zakat, ovvero come un atto di «carità» a numerose organizzazioni terroristiche. Il ministro dello Sviluppo tedesco, Gerd Muller, ha persino accusato Al-Thani, l’Emiro del Qatar, di essere il principale finanziatore dell’Isis.

In Turchia, due pubblici ministeri hanno indagato su quattro camion pieni di parti di missili, munizioni e mortai semi-assemblati consegnati in Siria ai ribelli  di Al-Nusra, la milizia siriana di Al-Qaeda.

L’Iraq – mentre gli eserciti occidentali si ritirano – cade in una grave situazione di instabilità interna, caratterizzata da un notevole incremento della violenza ed un susseguirsi di attentati da parte di milizie jihadiste ben organizzate da ex militari del regime di Saddam, con circa 10.000 morti l’anno e le forze di sicurezza estromesse da molte aree a maggioranza sunnita, come dal Kurdistan (autonomo) e dal Sud del paese (milizie scite).

 

2014 – ISIS conquista Mosul, la seconda città dell’Iraq. Nell’operazione, oltre ad ingenti armamenti dell’esercito irakeno,  i terroristi si impossessano dell’intera riserva aurea del ricco Kurdistan, per un valore di circa 500 milioni di dollari. Inoltre, a parte il controllo totale su merci, acqua e viabilità da Aleppo a Falluja, il gruppo terrorista ha ormai conquistato diversi giacimenti minerari e, soprattutto, di petrolio (circa sessanta pozzi) con una produzione si aggira intorno ai 25mila e i 50mila barili al giorno, mentre i giacimenti petroliferi non ancora conquistati pagherebbero una sorta di «pizzo» all’Isis.

Da allora, dal contrabbando di greggio entrano nelle casse del Califfato due milioni di dollari al giorno, quasi ottocento milioni l’anno. Ed in Iraq, più di  ogni altro stato produttore di petrolio, esiste da sempre – fin dalle prime sanzioni contro Saddam Hussein d quasi 30 anni fa – un florido mercato nero del petrolio tramite gli stati confinanti (Siria /Libano, Iran, Turchia) grazie a contrabbandieri (tribù) locali che ne fanno perdere le tracce. Ankara ammette che i sequestri di petrolio illegale in Turchia sono aumentati del 300% dal 2011, e si tratta solo della punta dell’iceberg.

Poi, a parte i proventi derivanti da sequestri di persona o dai reperti archeologici, ci sono le derrate alimentari, gli elettrodomestici e gli utensili da lavoro  a fronte di capillare tassazione (estorsione) a carico di una popolazione di otto milioni di persone.

2016 – Trovando difficile accettare che il ritiro dall’Irak voluto da Obama in nome della ‘pace tra i popoli’ si sia rivelato un disastro globale e che l’ennesima imposizione di un regime democratico (in Siria) abbia provocato una irrisolvibile guerra civile (come precedentemente in Francia con la rivoluzione o in Usa tra Unionisti e Confederati), anche per Isis è di moda ipotizzare ‘cospirazioni’ amerikane o sioniste, anche se quel che si prospetta è, caso mai, il redivivo intervento dei ‘crociati’ anglofrancesi sulle coste (e nelle retrovie) del Medio Oriente e, si spera, l’avvio di un dibattito generale sull’Islam e sulla sua coabitazione con altre culture, specie se diverse dal cattolicesimo.

Poco male … spulciando i libri di storia, gli appassionati di iperboli politiche finiranno prima o poi e comunque per scoprire che … i ‘cattivi’ non siamo noi: le Crociate del Medioevo furono in prima causa determinate dal blocco commerciale e dal ‘pizzo’ che gli Arabi (riformando il sistema tributario secondo la Sharia) avevano attuato impadronendosi del Medio Oriente, da cui andavano e venivano le merci tra Europa e Indie. E, 300 anni dopo, la spinta verso le Americhe fu dovuta alla medesima esigenza di aggirare questo blocco, dopo che Marco Polo ed altri avevano tentato la via di terra verso Oriente.
Ed, oggi come ieri, sono gli invasori arabi – mica europei – il problema quotidiano di curdi, yazidi, palestinesi, ebrei, siriani, libanesi, turchi, iraniani, giordani, libici, kenioti, nigeriani … eccetera eccetera.

Prima di percorrere ipotesi improbabili, andrebbe verificata quella che abbiamo davanti: i flussi di armi, denaro e petrolio parlano chiaro su chi abbia finanziato Isis e quali errori politici ne abbiano determinato l’affermazione.

Demata

La strage di Bologna fu fascista?

2 Ago

Il 2 agosto 1980 alle 10:25, nella sala d’aspetto di 2ª classe della stazione di Bologna, esplose un ordigno, contenuto in una valigia abbandonata,  causando il crollo dell’ala ovest dell’edificio, soprattutto a causa della presenza del treno Ancona-Chiasso sul primo binario, che aumentò notevolmente l’onda d’urto ed i danni conseguenti.  L’esplosione causò la morte di 85 persone ed il ferimento di oltre 200.

L’Unità – già nella edizione del 03 agosto – attribuì la responsabilità dell’attentato all’area fascista e le indagini si mossero fin dall’inizio in un’unica direzione. Già il 26 agosto 1980 la Procura della Repubblica di Bologna emise ventotto ordini di cattura nei confronti di militanti di estrema destra dei Nuclei Armati Rivoluzionari, che saranno tutti scarcerati nel 1981.

I depistaggi, sia per avvalorare la matrice fascista sia per delegittimarla, furono talmente numerosi che Francesco Cossiga, undici anni dopo, nel 1991, affermò di essersi sbagliato a definire “fascista” la strage alla stazione di Bologna e di essere stato male informato dai servizi segreti.

Ed anche riguardo l’esplosivo contenuto nella valigia non fu mai fatta chiarezza. Infatti, secondo le perizie «la carica, [era] composta da 20-25 kg di esplosivo gelatinato di tipo commerciale:  (costituenti principali: nitroglicerina, nitroglicol, nitrato ammonico, solfato di bario, tritolo e T4 e, verosimilmente, nitrato sodico)», «l’ordigno impiegato per la strage di Bologna non era costituito da esplosivo di tipo Pentrite».

La questione dell’esplosivo è importante per diversi motivi:

  1. la presenza di gelatinato può giustificare l’ipotesi di esplosione spontanea, essendo questo esplosivo sensibile al calore, ad esempio quello di ‘un mozzicone di sigaretta’, come hanno ipotizzato Licio Gelli e Francesco Cossiga e come dovrebbe far dubitare il mancato rinvenimento di inneschi, timer o detonatori;
  2. la presenza di T4  in tracce, “in accordo con le formulazioni degli esplosivi da cava gelatinati”  e non di provenienza NATO, ovvero militare e fascista, come sostenevano le teorie cospirazioniste dell’epoca;
  3. l’assenza di Pentrite che esclude di per se la presenza di esplosivi prodotti nei paesi del blocco sovietico, come il Semtex.

Come ipotesi, dunque, andiamo dall’esplosione accidentale di un carico di esplosivo, alla pista fascista interna con finalità destabilizzanti fino all’attentato intimidatorio di qualche potentato mondiale.

La magistratura ha optato per la pista fascista interna, condannando Francesca Mambro, Giuseppe Valerio Fioravanti e Luigi Ciavardini in base alle dichiarazioni rese da Massimo Sparti, nonostante tempi e luoghi fossero stati sconfessati dall’ex moglie, dalla colf e dal figlio, che ancora oggi ne dichiara la falsità.
Utile sapere che, come riportato addirittura in sentenza, che il testimone chiave del processo, “Massimo Sparti, pochi mesi dopo aver reso le dichiarazioni sulla strage, fu ricoverato al Centro Clinico Penitenziario di Pisa, perché lamentava i sintomi di una patologia letale. Il Direttore del centro, dr. Ceraudo, non diagnosticò il morbo: pochi giorni dopo il medico fu licenziato con ignominiosi pretesti. Il sanitario che lo sostituì accertò immediatamente la malattia e così il detenuto fu subito scarcerato. In realtà Sparti sembrava moribondo, invece è ancora vivo e vegeto”.

Lasciando da parte la pista fascista, fattasi sentenza e così cara all’Associazione dei parenti delle vittime, prendiamo atto, come sta iniziando a fare la magistratura, che i dossier internazionali registrano la presenza a Bologna, il 2 agosto 1980, di Thomas Kram e Christa Margot Frohlich, terroristi tedeschi di estrema sinistra che avevano aderito al gruppo ‘Separat’, creato dal libero imprenditore del terrore, Ilich Ramirez Sanchez.
Il compagno Carlos, questo il suo ‘nome di battaglia’, fa sapere, però, dal carcere francese dove è recluso, che la strage di Bologna sarebbe stata un avvertimento allo Stato Italiano da parte degli Stati Uniti e di Israele, a causa della ‘disponibilità’ che i governi italiani (a partire da Aldo Moro, con il lodo che prende il suo nome) avevano fino ad allora garantito ai palestinesi. Una ipotesi che anche il consulente dei servizi segreti Francesco Pazienza – uno dei depistatori, secondo i magistrati – aveva avanzato anni prima.

Ad esser precisi, secondo Carlos, “yankee, sionisti e strutture della Gladio” fecero brillare un ordigno al fine di distruggere un carico trasportato da palestinesi per causare un massacro e far ricadere su questi ultimi la responsabilità dell’attentato. Il superterrorista ha anche precisato che era a conoscenza che “un compagno tedesco, Thomas Kram, era uscito dalla stazione pochi istanti prima dell’esplosione” e che il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (Fplp) effettuava ‘trasporto logistico attraverso l’Italia’.

Purtroppo, l’ipotesi dell’esplosione – accidentale o provocata – di un carico di esplosivo, chissà dove destinato e (momentanemente) abbandonato dal corriere o non prelevato dal destinatario, non è mai stata vagliata a sufficienza: la strage era fascista … 

D’altra parte, tra gli accordi NATO ed il Lodo Moro, mentre il vecchio PCI bolognese cavalcava la pista fascista, non era proprio possibile indagare, all’epoca, in questa direzione.
Chissà se tra 10 o 50 anni almeno i libri di storia potranno recitare una verità verosimile.

originale postato su demata

 

Iran-Israele, un altro scienziato ucciso

11 Gen

Oggi, un’autombomba è esplosa a Teheran, nei pressi dell’università ‘Allameh Tabatai’, uccidendo lo scienziato nucleare iraniano Mostafa Ahmadi-Roshan, supervisore nell’impianto nucleare per l’arricchimento dell’uranio a Natanz, provincia di Isfahan, nell’Iran centrale.
Ahmadi-Roshan è il quarto scienziato nucleare iraniano assassinato negli ultimi anni, oltre a quelli scampati ad attentati o rimasti solo feriti, come Daryoush Rezaei e la moglie (ferita), Majid Shahriari, Fereydun Abbasi Davani (ferito) ed il fisico nucleare di fama internazionale, Massoud Ali Mohammadi, ai quali si vanno aggiungere i passanti, come i due rimasti feriti di oggi.
Teheran finora ha sempre accusato Israele per questi omicidi.

Nel mese di ottobre scorso il quotidiano di Ankara “Sabah” raccontava che i servizi segreti turchi erano riusciti ad individuare quasi tutti i militari israeliani coinvolti nell’arrembaggio della nave “Mavi Marmara”, che portava viveri a Gaza assediata, ed autori della strage (9 morti) di attivisti turchi a bordo.
Secondo la relazione del Consiglio per i Diritti Umani dell’Onu (UNHRC), rilasciata il 27 settembre 2010, sei di loro sono state vittime di “esecuzioni sommarie”, di cui due, dopo che erano stati feriti gravemente. Per Israele i rapporto ONU sarebbe “di parte”.

Più o meno mentre la relazione dell’UNHCR veniva conclusa, il 20 settembre 2010, sempre nella capitale turca, l’Ankara, un attentatore suicida si faceva esplodere ferendo 10 poliziotti e  12 civili tra cui studenti, che a poca distanza dall’esplosione manifestavano.
Più o meno mentre il dossier dei servizi segreti turchi veniva completato, il 20 ottobre del 2011, un’autobomba esplodeva in un quartiere centrale di Ankara, causando tre morti e 43 feriti, e le prime ipotesi che attribuivano l’attentato ai curdi non trovavano riscontri.

Ovviamente, l’individuazione dei diretti responsabili dell’assalto alla Mavi Marmara comporta la possibilità che gli stessi vengano inclusi individualmente nella lista delle persone che si sono macchiate di crimini di guerra, processabili da un tribunale internazionale.
Inutile aggiungere che due attacchi alla capitale turca sono considerati particolarmente anomali.

Nel 1973, l’Argo16, un aereo Douglas C-47 Dakota dell’Aeronautica Militare italiana, precipitava, a causa di una esplosione a bordo, su a Marghera, causando la morte dei quattro membri dell’equipaggio e sfiorando un disastro ambientale, mentre rientrava da una missione filoaraba.
Il generale Maletti, ex capo del reparto D (controspionaggio) del SID, riporta che l’aereo stava facendo ritorno dopo aver trasportato in Libano e Libia cinque terroristi palestinesi catturati a Fiumicino, mentre preparavano un attentato alle linee aeree israeliane.
Ha inoltre dichiarato di essere stato contattato dall’allora capo del Mossad a Roma, Asa Leven, che intendeva sequestrare i cinque per estradarli a Tel Aviv,  ma “non se ne fece nulla” e “Argo 16 precipitò”. L’intervista fu raccolta per Repubblica da Daniele Mastrogiacomo, il giornalista, anni dopo, sequestrato dai Talebani in Afganistan.

Sempre negli Anni ’70, Israele avviò l’operazione Collera di Dio, voluta da Golda Meir ed organizzata dal Mossad per assassinare larga parte del personale politico di Settembre Nero e dell’OLP nell’arco di un ventennio.
Nel 1946 la Banda Stern, un’organizzazione sionista, effettuò un devastante attentato contro il King David Hotel di Gerusalemme con 91 morti di varie nazionalità e, il 31 ottobre 1946, un nuovo attentato con esplosivi colpì gravemente l’Ambasciata britannica a Roma.

Utile aggiungere, vista l’idea che potremmo farci su queste storie, che ebreo, semita, israeliano e sionista non sono nè dei sinonimi nè delle parole  necessariamente coincidenti: non stiamo parlando né degli ebrei né dei semiti, come del resto anche gli arabi sono, ma dei sionisti, degli integralisti religiosi e delle politiche della Destra al governo in Israele.

P.S.
La questione “destra-sinistra” in Israele è alquanto diversa dalle altre democrazie di stampo liberale, a causa della presenza, nel parlamento e nel paese, di una certa componente integralista e di una potente lobby militare.
Il riferimento è necessario perchè l’unico vero governo “non di destra” che Israele abbia mai avuto è stato, non a caso, quello di Yitzhak Rabin, l’uomo che firmò gli Accordi di Oslo con Arafat, ponendo fine ad una carneficina (tra cui gli attentati con esplosivi) ed arginando il perenne rischio di una escalation bellica nel Medio Oriente.

Yitzhak Rabin fu ucciso il 4 novembre 1995 da un “terrorista sionista”, Yigal Amir, un radicale di destra, nato in Israele da una famiglia di ebrei ortodossi, espulsi dallo Yemen dopo il Kippur. La morte di una figura così carismatica mise il paese nelle mani del generale Sharon, già distintosi per le sue sanguinose campagne in Libano e, così andando le cose, la “pace” riprese il volo.

Nessuno mette in discussione l’esistenza dello stato di Israele, come anche la preoccupazione per la folle teocrazia iraniana è alta ed il rispetto per la cultura ebraica, come per quella araba od iranica, è sentito.
Ma uno stato, specie se piccolo e relativamente debole, non può ricorrere “per sistema” ad operazioni sporche, specialmente mentre, ai tempi della crisi di Suez come oggi, è in campo un potenziale nucleare.
O mentre esiste il concreto rischio che Gaza si sia trasformata in qualcosa di molto simile a Varsavia di alcuni decenni fa …

Non dovrebbe esisterne neanche il dubbio.

originale postato su demata