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Medical malpractice and healtcare waste in Italy

8 Gen

One of the basic requirements of a democracy is that to propose rules and make the decisions are the politicians elected by the people, the technicians are allowed to be minister, stop.
One of the requirements of good administration is to not put in the role of decision-makers who are in clear conflict of interest.

medico_della_mutua_alberto_sordi_luigi_zampa_007_jpg_vgcdThe Italian healthcare is plagued by hundreds of thousands per year medical malpractices reported by the insurance companies and, at least from Rome to South, services are often inefficient, ineffective if not random.

Soo, it will not seem incredible, if the Health Commission of the Italian Senate is composed almost entirely by ‘technical’ and ‘political’: on 28 members 13 are doctors, other 5 are biologists, pharmacologists or nurses and another 6 are employees of local healthcare /welfare authorities . Just two representatives of the parties and two economists.

Zero representatives of associations (patients and / or consumers). Zero representation for the research (science) and the civilized world (ethics). Citizens zero, just zero. Zero, even, the omnipotent pharmaceutical companies.

Meanwhile, the Italian Healthcare spends nearly 10% of our GDP,  rare patients are at least four millions, invalids not minus than 6 millions, one third of over 55 y.o. workers are in ‘not good state of health’ (according officil datas), the monopoly of State on insurance system (INPS) conditions the existence of those who are elderly, those who are sick and those without work. Pratically, every ‘real’ person.
Today, in the middle of the Italian regions residents will pay taxes and increased tickets for services well below those of the other half of the regions, where residents pay less for more.

But the Parliament leaves our Healt(care) in the same hands that have built this crazy and expensive game: Health and Hygiene are off limits for mere mortals, so to limit the cost (and the rights of the sick and disabled) … there is on purpose ‘Pantalon ‘Monti.

It’s Italy and this is just one example about the will of Italian Establishment to repair anything and to re-start the nation.

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Sanità italiana: lo scandalo finale

8 Gen

Uno dei requisiti base della democrazia è che a proporre norme e prendere le decisioni siano i politici eletti dal popolo, ai tecnici al massimo è consentito far da ministro.
Uno dei requisiti della buona amministrazione è quello di non mettere nel ruolo di decisori chi si trovi in palese conflitto di interesse.

La Sanità pubblica italiana è afflitta da centinaia di migliaia di casi di malasanità riscontrati dalle compagnie assicuratrici e, almeno da Roma inclusa a scendere lungo lo Stivale, i servizi sono spesso inefficienti, inefficaci se non aleatori.

medico_della_mutua_alberto_sordi_luigi_zampa_007_jpg_vgcdE, sembrerà incredibile, la Commissione Salute del Senato è composta quasi completamente da ‘tecnici’ e non ‘politici’: su 28 componenti ben 13 sono medici, altri 5 sono biologi, farmacologi o infermieri e sono 6 i dipendenti di Inps o enti locali. Solo due gli esponenti di partito e due gli economisti.

Zero esponenti dell’associazionismo (malati e/o consumatori). Zero rappresentanza per ricerca (scienza) e mondo civile (etica). Di cittadini ‘qualunque’ zero, proprio zero. Zero, persino, le onnipotenti case farmaceutiche.

Intanto, la Sanità spende quasi il 10% del nostro PIL, solo i malati rari sono almeno 4 milioni, un terzo degli over55 al lavoro è secondo l’Istat in ‘condizioni di salute non buone’,  l’Inps condiziona l’esistenza di chi è anziano, di chi è malato e di chi non ha lavoro.
Oggi, in metà delle regioni italiane si pagano imposte e ticket maggiorati a fronte di servizi ben inferiori a quelli dell’altra metà delle regioni, dove si paga meno per avere di più.

Ma il Parlamento lascia che se la cantino e se la suonino da soli, gli addetti del settore: Igiene e Sanità sono off limits per i comuni mortali, tanto a limitare i costi (e i diritti di malati e di invalidi) … ci pensa ‘Pantalon’ Monti che sta lì apposta.

E con una situazione del genere – inaccettabile ma inammissibile – Matteo Renzi vorrebbe arrivare fino al 2016 senza metter mano a ministeri e commissioni, ovvero senza rimpasto di governo?

originale postato su demata

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Composizione della Commissione Igiene e Salute del Senato

  • BIANCONI Laura, AP (NCD-UDC)    Capodipartimento alla Sanità per la Regione Emilia-Romagna
  • VALDINOSI Mara, PD    Funzionario Provincia Forlì-Cesena
  • TAVERNA Paola, M5S    Impiegata settore sanitario privato
  • MATURANI Giuseppina, PD    Impiegato ente locale
  • GRANAIOLA Manuela, PD    Dirigente INPS
  • DE BIASI Emilia Grazia, PD    Dirigente di partito
    VOLPI Raffaele, LN-Aut    Funzionario di partito
  • DIRINDIN Nerina, PD    Economista
  • MONTI Mario, SCpI    Economista
  • ROMANI Maurizio, Misto, Movimento X    Medico
  • SCAVONE Antonio Fabio Maria, GAL     Medico
  • SCILIPOTI ISGRO’ Domenico, FI-PdL XVII    Medico
  • VICECONTE Guido, AP (NCD-UDC)    Medico
  • PADUA Venera, PD    Medico ASL
  • FUCKSIA Serenella, M5S    Medico del lavoro
  • RIZZOTTI Maria, FI-PdL XVII    Medico specialista in chirurgia plastica
  • ZUFFADA Sante, FI-PdL XVII    Medico veterinario
  • FLORIS Emilio, FI-PdL XVII    Medico, dirigente
  • AIELLO Piero, AP (NCD-UDC)    Medico, dirigente sanitario
  • ROMANO Lucio, Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE     Medico ginecologo ostetrico, docente universitario di medicina e chirurgia, docente in bioetica
  • BIANCO Amedeo, PD    Medico Presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Torino e della Federazione nazionale ordini medici chirurghi e odontoiatri
  • D’ANNA Vincenzo, GAL     Medico Presidente nazionale FEDERLAB
  • D’AMBROSIO LETTIERI Luigi, FI-PdL XVII    Presidente Ordine dei Farmacisti di Bari/Bat
  • CATTANEO Elena, Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE    Professore ordinario di farmacologia
  • MATTESINI Donella, PD    Assistente sociale
  • SILVESTRO Annalisa, PD    Infermiere
  • SIMEONI Ivana, M5S    Infermiere
  • ANITORI Fabiola, AP (NCD-UDC)    Insegnante, biologo

Parlamentari: troppe indennità e rimborsi. Mario Monti incluso.

20 Nov

I gruppi parlamentari hanno l’esigenza di essere supportati da una struttura amministrativa e tecnica, onde permettere ai propri parlamentari di assolvere alle funzioni cui sono chiamati. Andiamo dalle segreterie ai portaborse ed ai consulenti tecnici, che ci costano ben 75 milioni annui, praticamente 75.000 euro a parlamentare.

Dunque, giusto per dare una misura ad ogni eletto, oltre al vitalizio eccetera, l’Italia ritiene che sia giusto concedere l’equivalente di due impiegati, oltre ai 300 milioni che già ordinariamente vanno via sotto forma di rimborsi elettorali.

Dei soldi che l’Italia non dovrebbe spendere, in toto o in parte, per dei ben precisi motivi.

Infatti, i fondi che i singoli gruppi ricevono servono, secondo loro, a far funzionare un sistema complesso, che in realtà è, soprattutto, opaco, visto che il personale che grava sul bilancio del gruppo percepisce un rimborso, e non un compenso, mentre  l’indennità dei capigruppo, che non viene resa pubblica,  è  discrezionale.

Ma anche perchè, se il personale o le spese servono, come sembra, per mantenere il contatto con gli elettori, è evidente che questi sono costi di partito, che vanno coperti  con i soldi, non  pochi, che versiamo ai partiti, mentre i lavoratori vanno regolarmente contrattualizzati ed assicurati.

E, soprattutto, perchè, ci sono gruppi con tanti parlamentari e gruppi con pochi, fatto che implica, come conseguenza, che i piccoli gruppi ed il gruppo misto si ritrovino con ingenti somme a gestire qualcosa che somiglia più ad una segreteria personale di uno o poco più di un eletto, che ad un organismo che serva a consentire la piena partecipazione dei parlamentari alla ‘vita d’aula’.

Attualmente sono 56 alla Camera e al Senato i parlamentari che, eletti in una colazione od un partito, se ne sono dissociati e fanno oggi parte del cosiddetto Gruppo misto.

Alla Camera stiamo parlando di un sesto dell’emiciclo, ben 56 deputati: Fabbri Luigi, Mosella Donato, Pisicchio Pino, Tabacci Bruno (Alleanza per l’Italia), Buonfiglio Antonio, Ronchi Andrea, Scalia Giuseppe, Urso Adolfo (Fare Italia), Gaglione Antonio, Grassano Maurizio, Guzzanti Paolo (Iniziativa Liberale), La Malfa Giorgio, Melchiorre Daniela, Tanoni Italo (Liberal Democratici MAIE), Antonione Roberto, Gava Fabio, Mistrello Destro Giustina Santori Angelo, Sardelli Luciano Mario (Liberali per l’Italia – PLI),  Brugger Siegfried, Nicco Roberto, Zeller Karl (Minoranze Linguistiche), Belcastro Elio, Iannaccone Arturo, Porfidia Americo (Autonomia – Lega Sud),  Fallica Giuseppe, Grimaldi Ugo, Iapicca Maurizio, Miccichè GIanfranco, Misiti Aurelio, Pittelli Giancarlo, Pugliese Marco, Soglia Gerardo, Stagno D’alcontres Francesco (Grande Sud – PPA), Commercio Roberto, Lombardo Angelo, Oliveri Sandro, MPA – Alleati per il Sud), Mannino Calogero, Nucara Francesco, Ossorio Giuseppe, Pepe Mario (Repubblicani Azionisti) e, non iscritti ad alcuna componente, Alessandri Angelo, Barbareschi Luca, Cambursano Renato, Craxi Stefania, Donadi Massimo, Formisano Aniello,  Giulietti Giuseppe, Laganà Fortugno Maria Grazia, Lanzillotta Linda, Lo Monte Carmelo, Ria Lorenzo, Straquadanio Giorgio, Vernetti Gianni, Versace Santo.

Prendiamo atto che i parlamentari meridionalisti sono 16, praticamente un partito, e che non da meno sono i liberali, almeno 11 ma ben oltre i venti totali, a sentire dichiarazioni e programmi.
Sarà un caso che Report ci spiega come esista anche la “zona grigia” dei gruppi misti, ai cui membri si continua a garantire un’indennità tra i 75mila e i 150mila euro annui ciascuno?

Passando al Senato, il fenomeno è certamente minore, visto che del Gruppo misto fanno parte Pistorio Giovanni ed Oliva Vincenzo (MPA), Astore Giuseppe (Partecipazione Democratica),  Bodega Lorenzo e Mauro Rosy  (SGC), Del Pennino Antonio (PRI), Tedesco Alberto (MSA), Ciampi Carlo Azeglio, Levi-Montalcini Rita, Lusi Luigi,   Rossi Nicola,   Stiffoni Piergiorgio, Monti Mario.

Mario Monti, che esibisce al mondo la propria sobrietà, ma che pochi giorni prima aveva ottenuto la carica ed vitalizio (in pratica di questo si tratta essendo finchè morte non soprravvenga) di senatore a vita, oltre, secondo quanto spiegato da Report, a fruire dei rimborsi come appartenente al Gruppo misto.

Circa un anno fa, Il Giornale esponeva nel dettaglio questi costi, dati dall’entrata in politica di Mario Monti, che “aggiunge 12.005,95 euro lordi di indennità, più 12.680 euro netti di rimborsi, al costo mensile dei senatori italiani. In un anno (12 mensilità) fanno 144mila euro lordi di stipendio, e 152mila di rimborsi: circa 300mila euro l’anno di costo per Monti senatore a vita. Lo stipendio è il 70% di quello di un magistrato con funzione di presidente di sezione della Cassazione.”

Focalizzato che un Presidente di Cassazione guadagna oltre 200.000 euro annui, mentre un senatore ‘solo’ 144.000, prendiamo atto che Il Giornale parla di indennità e rimborsi – per Mario Monti – nell’ordine di circa 25.000 euro al mese, che si ‘aggiunge’. A cosa?

Ad esempio, ai 35.000 euro circa di pensione, che sembra percepisca, come riportano diversi siti.

Ma anche, non dimentichiamo che «i senatori usufruiscono di tessere strettamente personali per i trasferimenti sul territorio nazionale, mediante viaggi aerei, ferroviari e marittimi e la circolazione sulla rete autostradale»: non pagano aerei, treni, traghetti e caselli autostradali.

Qualche malizioso potrebbe dubitare che la scarsa incisività di Mario Monti sui costi della politica possa avere come elemento significativo la sua appartenenza alla Casta, avvenuta con la sua nomina a senatore a vita. Una ‘significanza’ che chiarirebbe anche come e perchè da un anno arrivano solo norme che toccano i meno abbienti e le imprese medio-piccole e piccolissime.

Un’ipotesi possibile che resta un’ipotesi.

Non come i fatti, che vedono il sobrio Mario Monti quasi raddoppiare il proprio reddito, le somme a sua disposizione ed i suoi privilegi, mentre fustiga sprechi e restringe diritti.

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