(ASCA) – Chianciano Terme (Si), 8 settembre
”Fuga di cervelli, cioe’ belle teste italiane che vanno a fare ricerche in altri Paesi? Ma la fuga dei cervelli e’ innanzitutto una buona notizia: vuol dire che abbiamo cervelli e che, se ce li portano via, abbiamo buone scuole”. Lo ha detto Corrado Passera, ministro per lo Sviluppo economico, rispondendo a una domanda dei giovani dell’Udc.
Buone scuole?
Il ministro sa che siamo il fanalino di coda dell’OCSE quanto a livello di istruzione dei nostri ragazzini e che il dato è persistente da anni ed anni, dunque stiamo parlando anche degli attuali 25enni in cerca di impiego con danni epocali per il paese.
Oppure che la quota di laureati in materie scientifiche ed ingegneria, da decenni, è una piccolissima parte del totale, forse nemmeno il 5%, mentre nei paesi avanzati si supera, di norma, il 10% della popolazione. Ovviamente, in un paese così, va progressivamente a finire che non funziona nulla come dovrebbe e diventa difficile anche il manutentare correttamente.
Ci sarebbe anche da spiegare al nostro ministro – con tutto lo staff che si sono portati dietro – che, secondo i dati più svariati, sembrerebbe proprio che all’incirca il 40% degli italiani adulti ha conseguito un diploma, che potrebbe esserci un bel 15% di popolazione che ha conseguito solo la licenza elementare.
Bisognerebbe accennare anche alle periferie e alle zone depresse/a rischio, dove i maschi diplomati a volte non superano il 20% del totale e che le donne, che arriverebbero al 40%, sono sostanzialmente disoccupate o precarie anche a causa della poca formazione ricevuta in istituti malmessi con docenti che cambiavano di anno in anno. Oppure a quel 3-4% del PIL che comunie province dovrebebro spendere per ‘il diritto allo studio’ e che, invece, diventano sagra patronale, intercultura, multimedialità, evento locale.
Dulcis in fundo, potremmo ricordare che non stiamo parlando dell’istruzione o delle scuole, ma di una infrastruttura nazionale chiamata Sistema di Istruzione Nazionale. Proprio quell’infrastruttura che lo Stato italiano, fin dal 1871, finanziò poco e male, ritardando fino al Ventennio fascista la formulazione di un quadro unitario di studi e gestendo ancora oggi il comparto come una sorta di riserva lavorativa per donne (casa, chiesa scuola) e giovani laureati precari e come un settore minore dell’edilizia pubblica nonostante si tratti di oltre 40.000 edifici, dove ospitiamo quotidianamente il futuro del nostro paese.
E se – già oggi e probabilmente domani – dovessimo prendere atto che i cervelli in fuga dall’Italia fossero gli ultimi rimasti e che non ne abbiamo abbastanza per far funzionare il paese?
Farci dirigere da francesi e tedeschi o cinesi, è questa la soluzione infrastrutturale per l’Italia?
originale postato su demata
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