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Roma, addio raccomandazioni

19 Ott

In una monarchia assoluta, come quella che regna a Roma, non esistono sindacati, non esiste meritocrazia, ma solo cooptazione e fidelizzazione. E’ l’enorme limite dei sistemi assoluti e totalitari, non solo della Città Eterna. Un limite che nei secoli ha alimentato corruzione, privilegi e prebende, al quale, da oggi, il Vaticano inizia a porre rimedio.

Una rivoluzione copernicana, che si spera farà sentire i sui effetti anche nella Roma repubblicana, la Capitale italiana, da 150 anni afflitta dal doppio corso degli onori e degli incarichi che esiste in città.

Roma, una città dove esistono onorevoli che durano cinque anni e ‘gentiluomini di corte, che lo sono a vita. Una metropoli dove per far carriera non basta il merito e/o le ‘solite’ viuzze italiche, ma serve (in un modo o nell’altro) il gradimento o l’acquiescenza di qualche ‘santo in paradiso’.

Ratzinger – papa non beato ma santo – ha posto fine a questa scandalosa prassi che da 2000 anni affligge Roma e l’Umanità intera: “dal mese prossimo una commissione istituita nella Segreteria di Stato – che farà quindi capo direttamente al cardinale Tarcisio Bertone – valuterà tutti i nomi proposti sia per le assunzioni sia per gli incarichi da assegnare, «laici» o prelati che siano. Presieduta dall’Assessore agli Affari generali Peter Brian Wells – il «numero tre» della Segreteria di Stato — sarà composta da almeno cinque membri indicati dai principali dicasteri vaticani.” (Corsera)

“Un classico è il nipote del monsignore, l’amico di famiglia, il bravo ragazzo consigliato dal parroco. L’esperienza insegna che i mediocri — quando va bene — possono combinare disastri, oltre a fiaccare i bilanci.”

Tutto finito? Si spera di si, soprattutto perchè il nipote dle monsignore, l’amico di famiglia, il raccomandato del parroco, spesso e volentieri, finivano per far carriera nelle nomenclature repubblicane e comunali, non in Oltretevere.

Un cambiamento epocale della Chiesa Cattolica, che, non a caso, viene avviato da un papa, Benedetto XVI, che arriva più o meno dalla stessa città da cui partì Martin Lutero nella sua crociata contro i raccomandati e le indulgenze.
Un cambiamento che impiegherà almeno una o due  generazioni per realizzarsi, visti i tempi ‘biblici’ del Vaticano. Un’evoluzione che, se riuscirà ad essere realizzata, cambierà profondamente i paesi latini, da sempre afflitti dalla madre di tutte le mafie, di tutte le inerzie, di tutte le mediocrità: la cooptazione.

Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto?
Mezzo vuoto … non sembra che Gesù Cristo avesse progettato la nascita di una monarchia assoluta millenaria, alla perenne ricerca di risorse finanziarie per sostentare la propria corte sprecona.

originale postato su demata