
Giuseppe Conte: “Il governo finisce qui, mi dimetto. Salvini ha compromesso interessi nazionali per i suoi. Su piazze e poteri una concezione che preoccupa’
“Amici della Lega, per preparare e giustificare la scelta di far ritorno alle urne elettorali, avete tentato, maldestramente, di accreditare l’idea di un “governo dei no” e del “non fare”.
Pur di battere questa fatua grancassa mediatica avete macchiato quattordici mesi di intensa attività di governo.
In questo modo avete offeso non solo il mio impegno personale, ma anche la costante dedizione dei vostri stessi Ministri e Sottosegretari, che mi hanno affiancato sino all’ultimo giorno nelle attività di governo. In questo modo avete offeso la verità dei fatti.
Avete oscurato le misure per rafforzare la sicurezza che i cittadini attendevano da tempo; le norme anticorruzione, il protocollo di azione per la “terra dei fuochi”, il codice rosso contro la violenza alle donne.
Avete oscurato tutte le varie misure adottate per accelerare e rilanciare gli investimenti: il decreto crescita, lo “sblocca cantieri”, il decreto semplificazioni, il decreto Genova, il piano “ProteggiItalia” contro il dissesto idrogeologico, le norme per sboccare i fondi per l’edilizia scolastica, per sbloccare gli avanzi di amministrazione dei comuni.
Avete calpestato le misure di protezione sociale che insieme abbiamo adottato: quota 100, decreto dignità, reddito di cittadinanza, rimborsi ai risparmiatori truffati dalle banche.
Avete offuscato la miriade di iniziative che sono valse a sbloccare opere ferme da anni: il Tap, il Terzo valico, le autostrade Asti-Cuneo e Ragusa-Catania, il quadrilatero Marche-Umbria, gli aeroporti di Crotone, Foggia e Reggio Calabria, il porto di Gioia Tauro; le varie misure di risoluzione delle crisi aziendali, per rilanciare il Sud, per tenere fuori la politica dalla sanità, per rafforzare la ricerca, per rendere più efficiente la pubblica amministrazione e per sbloccare le assunzioni nel pubblico impiego; ricordo che adesso disponiamo, finalmente, di un unico piano tariffario per le concessioni autostradali che ci consentirà di controllare più efficacemente gli effettivi investimenti ed eventuali aumenti dei pedaggi.
Avete cancellato i vari provvedimenti con cui abbiamo avviato la riforma fiscale e abbiamo investito nell’innovazione tecnologica.
Avete oscurato gli interventi di riforma della governance dello sport e i successi ottenuti con l’assegnazione a Milano-Cortina delle Olimpiadi invernali 2026 e delle Atp finals di tennis a Torino.
All’indomani della competizione europea, il Ministro dell’Interno e leader della Lega, forte del successo elettorale conseguito, ha posto in essere un’operazione di progressivo distacco dall’azione di governo, un’operazione che ha finito per distrarlo dai suoi stessi compiti istituzionali e che lo ha indotto alla costante ricerca di un pretesto che potesse giustificare la crisi di governo e il ritorno alle urne.
Questa decisione, tuttavia, ha compromesso il lavoro già avviato per la definizione della legge di bilancio, che avrebbe introdotto una più incisiva riforma fiscale, contenente quella che con formula semplificata viene definita flat tax, ma anche una riforma della giustizia tributaria e la necessaria riduzione del cuneo fiscale, misure di sostegno agli investimenti e all’export, un piano di rilancio per il Sud, vari interventi nel segno della spending review, un progetto articolato e compiuto di privatizzazioni.
Parimenti compromesso risulta l’ampio disegno riformatore affidato al Parlamento, dove sono in corso di esame vari disegni di legge di delega, che, una volta approvati, avrebbero consentito al Governo di adottare vari decreti legislativi contenenti codici di settore mirati a riordinare la legislazione e a semplificare la burocrazia in tutti i principali settori di attività.
Lo scioglimento anticipato delle Camere arresterebbe anche le riforme del codice di procedure civile e del codice di procedura penale, oltreché del CSM, pensate soprattutto per accelerare i tempi della giustizia e rendere così più competitivo il nostro Paese anche agli occhi degli investitori stranieri.
Caro Ministro dell’Interno, caro Matteo, promuovendo questa crisi di governo ti sei assunto una grande responsabilità di fronte al Paese.
Hai annunciato questa crisi chiedendo “pieni poteri” per governare il Paese e ancora di recente ti ho sentito invocare le piazze a tuo sostegno. Questa tua concezione mi preoccupa. Innanzitutto, le crisi di governo, nel nostro ordinamento repubblicano, non si affrontano e regolano nelle piazze, ma nel Parlamento.
In secondo luogo, il principio dei pesi e contrappesi è assolutamente fondamentale perché sia garantito il necessario equilibrio al nostro sistema democratico e siano precluse derive autoritarie.
Caro Matteo ispiri la tua azione alle concezioni sovraniste.
Permettimi di richiamare il pensiero di un sovrano illuminato, Federico II di Svevia: “Quantunque la nostra maestà sia svincolata da ogni legge, non si leva tuttavia essa al di sopra del giudizio della ragione, che è la madre del diritto”: non abbiamo bisogno di uomini “con pieni poteri”, ma di persone che abbiano cultura istituzionale e senso di responsabilità.
Se tu avessi mostrato cultura delle regole e sensibilità istituzionale, l’intera azione di governo ne avrebbe tratto giovamento.
Ci sono stati vari episodi e atteggiamenti che ti ho sempre fatto notare, riservatamente, ma a volte anche pubblicamente.
Ad esempio, quest’anno ho provato a partire anzitempo per elaborare una adeguata manovra economica: l’azione di governo se ne sarebbe avvantaggiata enormemente. Ti ho chiesto di indicarmi i delegati della Lega a sedere ai vari tavoli governativi: mi hai fatto attendere due mesi, invano, prima di indicarmi i nomi.
Se avessi accettato di incontrare le parti sociali a Palazzo Chigi, insieme agli altri componenti del Governo, avremmo senz’altro accreditato, agli occhi del Paese, maggiore coesione della squadra di governo ed evitato che fosse compromessa l’efficacia dell’azione comune.
Se tu avessi accettato di andare al Senato per riferire sulla vicenda russa, una vicenda che oggettivamente merita di essere chiarita anche per i riflessi sul piano internazionale, avresti evitato al tuo Presidente del Consiglio di presentarsi al tuo posto, rifiutandoti, per giunta, di condividere con lui le informazioni di cui sei in possesso.
In coincidenza dei più importanti Consigli europei a cui ho preso parte, non sei riuscito a contenere la tua foga comunicativa e hai reso pubbliche dichiarazioni sui temi all’ordine del giorno, creando un controcanto politico che ha rischiato di generare confusione e certo non ha contribuito a rafforzare l’autorevolezza del nostro Paese.
In molteplici occasioni hai invaso le competenze degli altri Ministri, creando sovrapposizioni e interferenze che hanno finito per minare l’efficacia dell’azione. Hai criticato pubblicamente l’operato di singoli Ministri, incrinando la compattezza della squadra di governo, quando io stesso ti avevo pregato, all’indomani della competizione elettorale europea, di riferirmi direttamente e riservatamente nel caso avessi avuto osservazioni sulla composizione della squadra.
La cultura delle regole e il rispetto delle istituzioni certamente non si improvvisano. Ma sono qualità fondamentali per aspirare al ruolo di Ministro dell’Interno o di Presidente del Consiglio dei Ministri.
Chi ha compiti di responsabilità deve lavorare a soluzioni concrete e sostenibili, senza rincorrere o, addirittura, sollecitare le reazioni emotive dei cittadini.
Permettimi un’ultima osservazione, che, in verità, non ti ho mai riferito perché non riguarda specificamente i nostri compiti di governo.
Chi ha compiti di responsabilità dovrebbe evitare, durante i comizi, di accostare agli slogan politici i simboli religiosi.
Questi comportamenti non hanno nulla a che vedere con il principio della “libertà di coscienza religiosa”.
Piuttosto, sono appaiono episodi di “incoscienza” religiosa, che rischiano di offendere il sentimento dei credenti e, nello stesso tempo, di oscurare il principio di laicità, tratto fondamentale dello Stato moderno.”
Demata
Tag:crisi di governo, Giuseppe Conte, Lega, Mattarella, Salvini
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