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Sinodo sulla Famiglia: un forte richiamo alla Politica

19 Ott

“La“Relatio Synodi” della III Assemblea generale straordinaria del Sinodo dei Vescovi: “Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione”, conclusasi il 19 ottobre 2014, non si è limitata ai mezzi termini, nel richiamare la Politica – specialemente quella cristiana e cattolica – ai propri doveri.

“Si è parimenti sottolineata la necessità di una evangelizzazione che denunzi con franchezza i condizionamenti culturali, sociali, politici ed economici, come l’eccessivo spazio dato alla logica del mercato, che impediscono un’autentica vita familiare, determinando discriminazioni, povertà, esclusioni, violenza.”

“C’è anche una sensazione generale di impotenza nei confronti della realtà socio-economica che spesso finisce per schiacciare le famiglie. Così è per la crescente povertà e precarietà lavorativa che è vissuta talvolta come un vero incubo, o a motivo di una fiscalità troppo pesante che certo non incoraggia i giovani al matrimonio.
Spesso le famiglie si sentono abbandonate per il disinteresse e la poca attenzione da parte delle istituzioni.”

“Anche il calo demografico, dovuto ad una mentalità antinatalista e promosso dalle politiche mondiali di salute riproduttiva, non solo determina una situazione in cui l’avvicendarsi delle generazioni non è più assicurato, ma rischia di condurre nel tempo a un impoverimento economico e a una perdita di speranza nell’avvenire.”

“Le conseguenze negative dal punto di vista dell’organizzazione sociale sono evidenti: dalla crisi demografica alle difficoltà educative, dalla fatica nell’accogliere la vita nascente all’avvertire la presenza degli anziani come un peso, fino al diffondersi di un disagio affettivo che arriva talvolta alla violenza.”

“Vanno tenute in debito conto le esigenze e le attese di famiglie capaci di essere nella vita quotidiana, luoghi di crescita, di concreta ed essenziale trasmissione delle virtù che danno forma all’esistenza. Ciò indica che i genitori possano scegliere liberalmente il tipo dell’educazione da dare ai figli secondo le loro convinzioni.”
“I bambini spesso sono oggetto di contesa tra i genitori e i figli sono le vere vittime delle lacerazioni familiari. L’essere donna è oggetto di discriminazione e anche il dono della maternità viene spesso penalizzato piuttosto che essere presentato come valore.”

“È responsabilità dello Stato creare le condizioni legislative e di lavoro per garantire l’avvenire dei giovani e aiutarli a realizzare il loro progetto di fondare una famiglia.”

Più chiaro di così ….

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Matrimoni gay dopo il Sinodo e l’exploit di Marino: cosa dicono le leggi

19 Ott
“La“Relatio Synodi” della III Assemblea generale straordinaria del Sinodo dei Vescovi: “Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione”, conclusasi il 19 ottobre 2014, ha sancito che:
  • 55. (ndr approvato con 118 voti a favore e 62 contrari) Alcune famiglie vivono l’esperienza di avere al loro interno persone con orientamento omosessuale. Al riguardo ci si è interrogatisu quale attenzione pastorale sia opportuna di fronte a questa situazione riferendosi a quanto insegna la Chiesa: «Non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia». Nondimeno, gli uomini e le donne con tendenze omosessuali devono essere accolti con rispetto e delicatezza. «A loro riguardosi eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione» (Congregazione per la Dottrina della Fede, Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali, 4).
  • 56. (ndr approvato con 159 voti a favore e 21 contrari) È del tutto inaccettabile che i Pastori della Chiesa subiscano delle pressioni in questa materia e che gli organismi internazionali condizionino gli aiuti finanziari ai Paesi poveri all’introduzione di leggi che istituiscano il “matrimonio” fra persone dello stesso sesso”.
Intanto, a meno di un chilometro di distanza, nella stessa Roma dove si svolgeva un Sinodo mondiale dei vescovi – ovvero l’unica struttura democratica del Vaticano – il sindaco Ignazio Marino trascriveva ben sedici matrimoni omosessuali contratti all’estero.
Le leggi  devono consentire a tutti di avere gli stessi diritti. Ora ci limitiamo a trascrivere, ma andremo avanti. E io lo so, andremo avanti insieme … Se il prefetto annullerà la trascrizione chiederò i pareri legali per comprendere la legittimità di un eventuale annullamento. Certamente io difenderò la mia posizione“ ha dichiarato Marino, ammettendo implicitamente di operare in potenziale contrasto con la sovranità dello Stato italiano e della Santa Sede, come anche che la legittimità dei propri provvedimenti è contestabile.
Immediate le reazioni del prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro il quale, in osservanza delle norme emanate dal Ministero degli Interni, ha annunciato l’annullamento dell’atto.
«Una scelta ideologica», «un affronto istituzionale senza precedenti», «una mistificazione sostenuta a livello mediatico e politico», attacca oggi la diocesi di Roma, il cui vescovo – ricordiamolo – è proprio Papa Francesco. «Una arbitraria presunzione», «inaccettabile», «proprio a Roma in questi giorni» di Sinodo della famiglia, secondo la Conferenza episcopale italiana (Cei).
Nello stessso senso i toni del ministro dell’Interno Alfano: “ Il sindaco Marino ha firmato trascrizioni per nozze gay. Ribadisco: per l’attuale legge italiana, ciò non è possibile. La firma di Marino non puo’ sostituire la legge e non ha dunque alcun valore giuridico. In pratica, il sindaco Marino ha fatto il proprio autografo a queste, peraltro rispettabilissime, coppie.”
A riguardo anche la norma ‘laica’ è chiara:
  1. non esiste alcuna normativa che istituisce e regola il matrimonio tra persone dello stesso sesso (o unioni civili variamente definite): “il diritto fondamentale di contrarre matrimonio non è riconosciuto dalla nostra Costituzione a due persone dello stesso sesso” (C. Cass. 4184/2012)
  2. non è di nessun aiuto la giurisprudenza internazionale: “Si lascia decidere alla legislazione nazionale dello Stato contraente se permettere o meno il matrimonio omosessuale” (Corte Europea dei diritti dell’uomo, sentenza 24 giugno 2010, Prima Sezione, caso Schalk e Kopf contro Austria)
  3. non è possibile sopperire al vuoto normativo per sentenza emessa da giudici, la cui attività interpretativa non può spingersi fino a “incidere sul nucleo della norma, modificandola in modo tale da includere in essa fenomeni e problematiche non considerati quando fu emanata” (C. Cost., 138/10; C. Cass. 4184/2012)
  4. l’unica Corte che finora non si è astenuta è il Tribunale di Grosseto ed in un unico caso (Ordinanza del 3 aprile 2014).
  5. La Circolare dd. 7.10.2014, relativa alla “Trascrizione nei registi dello stato civile dei matrimoni tra persone dello stesso sesso celebrati all’estero”, riafferma l’art. 9 del Decreto del presidente della Repubblica 396/2000 che assegna al Prefetto la funzione di vigilanza sugli uffici dello stato civile, al fine di “garantire che la fondamentale funzione di stato civile, esercitata, in ambito territoriale, dal Sindaco nella veste di ufficiale di Governo, sia svolta in piena coerenza con le norme attualmente vigenti che regolano la materia”.

E forse non tutti sanno che le norme vigenti, cioè il Codice Civile, prevedono quanto dettato da:

  • l’art. 107 che si riferisce espressamente al “marito” e alla “moglie”;
  • l’art. 115 cc secondo cui il cittadino è soggetto alle disposizioni del Codice civile anche quando contrae matrimonio all’estero;
  • gli artt. 12 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) e 9 della Carta di Nizza che fanno salva la discrezionalità degli Stati membri ad adottare norme in materia;
  • le sentenze della Corte costituzionale di cui sopra (C. Cost., 15 aprile 2010 n. 138) e della Corte di cassazione (C. Cass., sez. I, 15.3.2012, n. 4184).

Dunque, il sindaco della Città Eterna, di Roma Capitale, ha quasi sicuramente commesso un gran peccato mortale (vedi Relatio Synodi punto 56) e di certo nel giorno davvero sbagliato, fosse solo per il rispetto istituzionale verso la Santa Sede riunita democraticamente in consesso e per ingerenza internazionale visto che il Sinodo era prossimo a deliberare.

Ignazio Marino, però, ha acceso una contesa tra istituzioni, provocando pubblico scandalo (secondo chi protesta o borbotta) e, soprattutto, (per chi crede ancora nelle leggi) accettando delle richieste di trascrizione di matrimonio all’estero, irricevibili dato che quei cittadini che ben erano edotti che quella unione omosessuale era fuori dalle disposizioni del Codice civile italiano all’atto stesso della ‘stipula’.
Il tutto proprio nel giorno in cui il Vaticano, pur ritenendo l’omosessualità come peccato, dichiara urbis et orbis che “ Nondimeno, gli uomini e le donne con tendenze omosessuali devono essere accolti con rispetto e delicatezza. «A loro riguardosi eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione».
Non è così che si vincerà la battaglia per il riconoscimento civile delle coppie gay e nessuno dovrebbe dimenticare – specialmente se occupa solo temporaneamente il ruolo di pubblico ufficiale – che mai si potrà imporre per cavillo che i diritti civili dei gay contemplino anche il ‘matrimonio’ (inteso come identica denominazione delle unioni eterosessuali) nella nazione in cui – per Costituzione vigente – Stato e Chiesa sono ambedue sovrani, senza modificare il Trattato che regola quell’articolo.

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