Si parla tanto di fair play (o di calcio business) e prendiamo atto che De Laurentis è riuscito a vendere alla diretta concorrente per 94 milioni un calciatore che in effetti ne vale al massimo settanta … che ha ormai trent’anni e che ha già dato il massimo … oltre ad aver dimostrato di avere un bel caratterino e di pretendere un ingaggio da record, almeno per la Serie A italiana.
Considerato che s’era partiti con l’acquisto di Edninson Cavani per 15,5 milioni, poi ceduto per 63 al Paris Saint Germain, di cui quaranta reinvestiti nell’acquisto di Gonzalo Higuain, oggi prendiamo atto che Aurelio De Laurentis è riuscito – negli ultimi cinque anni – a garantire sia due dei migliori attaccanti mondiali in rosa sia un ricavo secco per la società di oltre 65 milioni di euro con due sole operazioni d mercato.
Dieci anni fa, Aurelio De Laurentiis rilevava la proprietà della SSC Napoli con un esborso di 14,8 milioni nei primi tre esercizi, mentre al termine della stagione 2013-2014 l’utile societario ha superato i 20 milioni di euro, il valore della ocietà sfiorava i 200 milioni con guadagno contabile complessivo di 57,5 milioni ed i compensi per il CdA erano pari a 16,6 milioni.
In questi dieci anni, la SSC Napoli – ripartita dalla serie C1 come Napoli Soccer – ha conquistato due secondi posti e due terzi posti nel Campionato di Serie A, vincendo due Coppe Italia e una Supercoppa Italiana.
Avanti così, cosa c’è da lamentarsi?
Era dagli Anni ’80 di Ferlaino e Maradona che non si vedeva un Napoli puntualmente nelle prime posizioni del campionato di calcio.
L’architetto Gino Zavanella, noto per la realizzazione di prestigiosi impianti sportivi nel mondo e responsabile del restyling del San Paolo, ha illustrato il progetto del Napoli.
Lo Stadio San Paolo di Napoli potrebbe ritornare ad essere uno dei più belli del mondo, dopo gli scellerati ed orribili interventi voluti dal Coni per Italia90.
“Ci danno la cifra di 45 mila posti come una capienza ideale per il cliente ‘Napoli’. Il ragionamento che si sta portando avanti in molte società è che il pubblico diminuisce, è in calo in tutto il mondo non solo in Italia. Due novità rispetto all’impianto attuale, la prima: l’eliminazione della pista di atletica è una conseguenza, si vuole avvicinare il pubblico al campo e il secondo anello verrà avvicinato al campo. La seconda: i maxischermi sono previsti nel progetto sia nel primo anello e sia nell’ultimo.”
In arrivo una querela per Gene Gnocchi che aveva detto durante ‘Il Processo del Lunedì’, la trasmissione di RaiSport1 diretta da Enrico Varriale: “De Laurentis ha chiesto a Maradona di fare l’ambasciatore del Napoli nel mondo. Ecco, però Maradona ha detto che vorrebbe fare l’ambasciatore soltanto per la Colombia e in particolare per il cartello di Medellin”.
“La droga – spiega Angelo Pisani, avvocato di Maradona – ha rappresentato un grande problema per Diego. Adesso che per fortuna ne è venuto fuori non ammette che ci si scherzi su”.
“Dico a tutti voi che la droga è morte, è dolore, è un modo per arricchire la criminalità. Non cadete in questa trappola, perchè è bello vivere, è bello lo sport quando è sano, all’insegna della natura e della pace”, tiene a precisare Diego.
RepubblicaTV riporta di “una battuta infelice, della quale l’attore si era scusato. Maradona però non intende ritirare la querela perché, ha detto, “con la droga non si scherza”. La risposta di Gene Gnocchi: “Basterebbe parlarsi per rimediare a tutto. Basterebbe un po’ di buon senso”.
Scherzare sulla droga è indecente, visto che Diego Armando Maradona è stato vittima dell’abuso di stupefacenti per anni e ci ha rimesso una carriera. Battuta infelice è dir poco, se poi si tiene conto di cosa rappresenti Maradona per molti sudamericani, che con la droga nulla hanno a che fare.
E di sicuro, viste le ‘battute infelici’ che ogni tanto ‘scappano’ al comico emiliano, bastava un po’ di buon senso da parte di Gene Gnocchi, come da parte di Rai e di altre testate mediatiche.
Come ai primi di dicembre 2011, quando – mentre aleggiava il sospetto di pressioni camorristiche – Gene Gnocchi sulla Gazzetta dello Sport raccontava “Sono andato a Napoli, mi sono messo un cartello di cartone al collo dove ho scritto “NON HO ROLEX” e me l’hanno scippato“ e, durante la Domenica Sportiva, spiegava che “il Napoli farà il turnover. Ad essere rapinate, questa settimana, saranno soltanto le mogli dei panchinari“ e, successivamente, “Si vedono ancora individui pericolosi intorno al campo di allenamento del Napoli, oltre De Laurentiis? Visti i tanti scippi di cui si è letto in questi giorni, mi viene il dubbio: ma è De Laurentiis a fare certe cose?“
Accusato di razzismo ed intervistato da CalcioNapoli24.it, ammetteva “so benissimo che le rapine accadono ovunque.” Appunto, perchè allora ricordarsi di ladri e droga solo quando si tratta di Napoli, mentre è notorio che è proprio sui luoghi comuni come “ladri, sporchi, infidi, ignoranti, brutti, corrotti” che si fonda il razzismo.
Raccontava lo scrittore e giornalista Angelo Forgione, sul suo log, che “Paola Ferrari, durante la trasmissione, sottolineava la rapina a Muntari della sera precedente e dopo la diretta scriveva in privato al sottoscritto dicendosi stufa e arrabbiata con Gnocchi. … Di furti continuano a susseguirsi dappertutto nel silenzio generale. Ultimi casi, Panucci ai Colli Romani con pistola e Muntari a Milano con cassaforte svaligiata.”
Battute infelici di poco buon senso -specialmente se consideriamo cosa leggiamo sugli spalti degli stadi da anni contro Napoli – che Gene Gnocchi non esita a propinare a lettori ed ascoltatori, come, ad esempio, “Maradona appena e’ rientrato in Italia e’ stato invitato subito come ospite alla trasmissione “IL FATTO” o “alla periferia di Napoli hanno riportato alla luce una statua greca raffigurante un mostro meta’ uomo e meta’ Peppino di Capri”.
Male o malissimo andando all’estero … “gli albanesi sono cosi’ poveri che lavano i vetri delle auto ai marocchini. Solo che, siccome in Albania non ci sono i semafori, gli corrono dietro fino in Jugoslavia”, “i cani hanno talmente alzato il loro tenore di vita con tutti questi prodotti e servizi per loro, che quando sbarcano gli Albanesi chiedono subito una vita da cani piuttosto di sentir parlare di Welfare State.”
Per non parlare di “svelato il segreto dello chignon di Ibra. Il suo nuovo stilista è Moira Orfei”, alludendo alle origini ‘gitane’ di ambedue.
Peggio ancora, “in Senegal, siccome le case sono tutte basse e unifamiliari, il citofono e’ orizzontale”, “nel campionato di calcio della Colombia, durante un controllo a sorpresa, hanno beccato un giocatore che non si drogava e l’hanno squalificato.”
“Il termine ‘razzismo’, entrato nell’uso comune negli ultimi sessant’anni, definisce anzitutto una posizione ideologica che, fondata su una grande varietà di motivazioni, diverse da epoca a epoca, afferma la superiorità di un gruppo.” (Enciclopedia Italiana App. II, II, p. 669)
Il Contratto di Servizio tra RAI spa (concessionaria) e Ministero delle Infrastrutture prevede:
Articolo 3.1 La Rai riconosce come fine strategico e tratto distintivo della missione del servizio pubblico la qualità dell’offerta ed é tenuta a … improntare, nel rispetto della dignità della persona, i contenuti della propria programmazione a criteri di decoro, buon gusto, assenza di volgarità, anche di natura espressiva”
Articolo 12.4 “La Rai si impegna affinché la programmazione dedicata ai minori … proponga valori positivi umani e civili, ed assicuri il rispetto della dignità della persona e promuova modelli di riferimento, femminili e maschili, egualitari e non stereotipati”
La domanda, dunque, è semplice: perchè il dott. Eugenio Ghiozzi da Fidenza, detto Gene Gnocchi, continua a percepire compensi da parte del servizio pubblico Rai, ovvero derivanti dai soldi delle tasse di tutti i residenti in Italia. Napoletani, albanesi, senegalesi e altri inclusi.
Che a Napoli, durante i Mondiali, sventolino abitualmente bandiere argentine era cosa nota da anni, come è noto che tra Italia ed Argentina i partenopei preferiscano tifare la seconda.
È, però, una novità la nuova bandiera borbonico-argentina che il Movimento Neoborbonico e il Movimento VANTO (Valorizzazione Autentica Napoletanità a Tutela dell’Orgoglio) stanno distribuendo in città ai tifosi napoletani.
Infatti, la squadra allenata da Maradona incarnerabbe il «simbolo ancora forte, a sua volta, di una Napoli e di un Sud vincenti in Italia e all’estero, contro tutto e tutti».
Proprio nell’anno delle celebrazioni per i 150 anni dell’Italia unita, «più volte, e in maniera infausta, richiamate dagli stessi calciatori di Lippi – riporta Il Mattino – Napoli e il Sud devono ritrovare simboli che possono contribuire a superare complessi di inferiorità che durano ormai da un secolo e mezzo».
Tra l’altro, l’Argentina è uno dei Paesi in cui sono andati a vivere molti di quei milioni di emigranti veneti e meridionali, costretti a partire dopo il 1860 per le conseguenze di un’unificazione-conquista-colonizzazione che, «le celebrazioni di questi giorni dovrebbero ricordare con meno retorica e più verità storica».
Per ora, è un’innocua bandiera, domani vedremo … e c’è anche quella con l’emblema di Murat.
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