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Who was Marcello Dell’Utri?

9 Mar

First, we point out that, according to two judgments, canceled or being canceled by the Supreme Court, as it seems, Marcello Dell’Utri was charged to support mafia organizations and activities.

As one of the closest  “political” advisers of Silvio Berlusconi, these news would have to make a stir since its entry into politics, but this did not happen.

In addition, admitted the veracity of witnesses and evidences, it is ‘impressive’ that Senator Dell’Utri has had dealings with mobsters only until 1992, interrupting when Berlusconi entered politics.
Not a “detail”, if anyone considers that, in the world and not only in Italy, many business and relationships have changed since 1990, after the fall of the Berlin Wall, with regard to policy, and the arrest of John Gotti in New York superboss, as on the Mafia.

Elsewhere, there were already Oppositions and Media on the sidelines and the Government Berlusconi was forced to resign.
Elsewhere …, not in Italy, a garantist country, where there are draconian laws for illegal immigrants,  against ‘smoking a joint’ kids and about workers dismissions, as those to reduce future retired rights or to exclude a part of unemployed by social salary.

Yet, at least one question could be put: if Dell’Utri had contacts with the Mafia – without being a ‘consigliori’ or simply a friend – or if had not: who was represented by him when he was in tose places with that people?

Mr. Rapisarda, with whom he worked from 1978 to 1981, years in which he had – as Marco Travaglio wrote – relations with Ciancimino, powerful mayor of Palermo, with Cuntrera-Caruana’s Clan, which controlled cocaine trade, and with Jimmy Fauci, who ran the drug trade between Italy, Britain and Canada?
Or acted on behalf of Silvio Berlusconi since 1963, when he went to Milan to become his secretary? Or, again, was he infiltrated by Mafia since 1974, a time when it was assumed as ‘groom’ Vittorio Mangano, who was arrested in 1980 by Giovanni Falcone for international drug traffic?
Or nothing of that and, then, what else?

Hypotheses, not certainties, in the face of so many temporal and relational proximities those have to be fully clarified and justified, before in politics and after, if necessary, in a court.

Who or what “masters” had Marcello Dell’Utri – if he had – from 1982 to 1992, when, despite having strategic locations Publitalia’80, was caught by the police in the company of known mobsters, as Marco Travaglio reports in his books?

If it was not a gangster – and it seems it was not – for whom Marcello Dell’Utri worked and what was its real function? Incredibly, the issue is not only relevant about the respect of laws, but, principally, it is an historical and sociological question.
And these questions are absent in the media and in social groups.

A mediator, an “ambassador”, a broker? A sure and confident friend of a VIP as Silvio Berlusconi? A competent and clever manager? A ‘free lance’?
Had he a personal (and big) power or he was always an instrument of powerful ‘others’? What was the appeal that led to a prominent man like Silvio Berlusconi to find in Marcello Dell’Utri the confidant of a lifetime and the trustee of an empire?

originale postato su demata

Dell’Utri, una storia italiana

9 Mar

Un paio di anni fa, quando questo blog era ancora pubblicato tramite “TypePad – La Stampa”, il post dedicato alla misteriosa carriera di Marcello Dell’Utri raccolse circa 15.000 passaggi in due giorni.

La domanda era: “se non era un mafioso – e non sembra che lo fosse – per chi lavorava Marcello Dell’Utri e quale è stata la sua effettiva funzione?”

Le questioni poste all’epoca ritornano, dunque, con maggiore evidenza oggi, dopo la richiesta del Procuratore Generale di annullare la condanna poichè “nel caso del senatore del Pdl  non è stato rispettato nemmeno il principio del ragionevole dubbio. Nuovo processo o la vicenda alle sezioni unite penali“.

Ecco il post di due anni fa, con qualche integrazione o modifica, visto l’evolversi dei fatti.

Innanzitutto, precisiamo che secondo ben due sentenze, annullate od in corso di annullamento, come sembra, in Cassazione, Marcello Dell’Utri era stato accusato di concorso esterno ad organizzazioni ed attività mafiose.

Trattandosi di uno dei più stretti consiglieri “politici” di Silvio Berlusconi, la notizia avrebbe dovuto fare scalpore fin dalla sua entrata in politica, ma questo non accadde.

Inoltre, ammessa la veridicità di testimoni e prove, è a dir poco strano che il senatore Dell’Utri abbia avuto rapporti con mafiosi solo fino al 1992, interrompendoli con l’entrata in politica di Berlusconi. Un “dettaglio” che balza all’occhio, se si considera che, nel mondo e non solo in Italia, molte relazioni d’affari siano cambiate a partire dal 1990, dopo la caduta del Muro di Berlino, per quanto riguarda la Politica, e l’arresto del superboss John Gotti a New York, per quanto relativo alla Mafia.

Altrove, c’erano già le opposizioni ed i media sugli spalti, mentre il Governo Berlusconi sarebbe stato costretto alle dimissioni.  Altrove …, da noi siamo “garantisti”, ma abbiamo leggi draconiane per immigrati irregolari, ragazzini con spinello e licenziamento die lavoratori.

Eppure, almeno una domanda ci sarebbe e potrebbero porla tutti: se Dell’Utri aveva contatti con mafiosi senza esserne tale e senza esserne amico, a nome di chi lo faceva?

Di Rapisarda, con cui ha collaborato dal 1978 al 1981, anni in cui avrebbe avuto, come racconta Marco Travaglio, relazioni con mafiosi del calibro di Ciancimino, potentissimo ex sindaco di Palermo, Cuntrera-Caruana, che controllavano il traffico di cocaina, e Jimmy Fauci, che gestiva il traffico di droga fra Italia, Gran Bretagna e Canada?
Oppure agì per conto di Silvio Berlusconi fin dal 1963, quando lo chiamò Milano e ne fece il proprio segretario, oppure, ancora, fu infiltrato dalla mafia a partire dal 1974,  epoca in cui fu assunto lo “stalliere” Vittorio Mangano, arrestato nel 1980 da Giovanni Falcone per traffico internazionale di droga?

O nulla di tutto questo ed, allora, cos’altro?

Ipotesi, non certezze, a fronte di tante contiguità temporali e relazionali che  – in politica e non in tribunale – andrebbero ampiamente chiarite e giustificate.

Chi o quali “padroni” ebbe Marcello Dell’Utri dal 1982 al 1992, quando, nonostante avesse posizioni strategiche in Publitalia’80, veniva colto dai carabinieri in compagnia di noti mafiosi?

Se non era un mafioso – e non sembra che lo fosse – per chi lavorava Marcello Dell’Utri e quale è stata la sua effettiva funzione? Incredibilmente, pur essendo la questione non solo giudiziaria, ma
soprattutto storica e sociologica, queste domande sono assenti nei media come nei salotti.

E’ stato un mediatore, un “ambasciatore”, un intermediario? Un manager competente e scaltro? L’amico fedele ed affidabile di Berlusconi e basta?

Ha avuto un proprio potere od è sempre stato uno strumento di altri? Quale è stato l’appeal che ha indotto un uomo di primo piano come Silvio Berlusconi a farlo il confidente di una vita ed il fiduciario di un impero?

originale postato su demata