A Milano è in corso un blitz con almeno sette gli ordini di cattura ‘eccellenti’ con l’accusa di associazione per delinquere e turbativa d’asta in appalti pilotati, tra cui anche alcuni dell’Expo.
In prima fila il top manager Expo, Angelo Paris di 48 anni, il top manager di Expo, per gli appalti riguarda le case per le delegazioni straniere ed i discussi progetti sulle ‘Vie d’acqua’ e sulla ‘Città della salute’.
Ma accanto a lui – associati a delinquere, secondo gli ordini di cattura – troviamo due nomi eccellenti di quell’altra associazione a delinquere che fu portata in luce dallo scandalo Tangentopoli, seguito dall’l’inchiesta Mani Pulite, mai del tutto esauritasi.
“Primo Greganti è il ‘Compagno G’, l’ex cassiere di Pci e Pds che rifiutò ogni collaborazione con i magistrati ai tempi di Mani Pulite. E Gianstefano Frigerio, ex segretario regionale della Democrazia cristiana, finito in carcere, poi fatto eleggere in Forza Italia e poi cacciato dal parlamento quando le condanne sono passate in giudicato.“ (fonte La Repubblica)
Ricordiamo che l’inchiesta Mani Pulite riguardava una prassi consolidata di tangenti per finaziare i partiti e di ‘creazione di posti di lavoro’ per assicurare il consenso. Le indagini travolsero letteralmente i partiti minori, il PSI di Bettino Craxi e la leadership nazionale della DC, mentre quelle inerenti il Partito Comunista si arrestarono dinanzi al silenzio di Primo Greganti, un ex operaio Fiat divenuto collaboratore dell’amministrazione della Direzione Nazionale del PCI.
Come riporta Wikipedia, Primo Greganti fu arrestato per tangenti che “durante gli interrogatori dei magistrati continuò a dichiarare la sua innocenza e non confessò nulla; questo atteggiamento venne apprezzato dai compagni di partito che durante il congresso gli riservarono una lunga ovazione. I giornali dell’epoca lo soprannominarono il compagno G e lo dipinsero come il perfetto comunista che non molla mai. Rinviato a giudizio, venne condannato a 3 anni e 7 mesi per finanziamento illecito al suo partito, pena successivamente patteggiata e ridotta a 3 anni e confermata dalla Corte di Cassazione nel marzo 2002.”
Scriveva Filippo Facci per il Post del 18 febbraio 2012 che “il filone rosso parve decollare quando il manager Lorenzo Panzavolta raccontò che a Tangentopoli già scoppiata aveva versato altri 621 milioni al Pds sempre a mezzo Greganti: di lì in poi le chiamate in correità cominciarono a piovere da tutte le parti, e parlarono gli imprenditori Bruno Binasco, Giuseppe Squillaci, Paolo Pizzarotti oltre al solito Maurizio Prada e all’ex tesoriere milanese Luigi Mijno Carnevale. Quest’ultimo, a pagina tre del suo verbale d’interrogatorio, chiamò in causa molto chiaramente «Occhetto e D’Alema, naturalmente d’accordo con la segretaria amministrativa diretta dall’onorevole Stefanini». Arrestarono anche Marco Fredda, il responsabile immobiliare del Pds. Ma le voci su avvisi di garanzia per Occhetto e D’Alema rimasero tali.”
“Il 1° marzo 1993, in teoria, anche il Pds nazionale era entrato seriamente in Tangentopoli: si era fatto vivo tal Primo Greganti, un ex funzionario comunista di Torino sospettato d’aver raccolto una tangente di 621 milioni per il Pds e di averla nascosta in un conto svizzero chiamato Gabbietta.”
“E mentre i vertici della Quercia denunciavano una «strategia della tensione», ecco che il procuratore aggiunto Gerardo D’Ambrosio condusse una sua personale indagine non per incolpare bensì per scagionare Primo Greganti: si era collegato con l’anagrafe tributaria e aveva concluso che neanche una lira era giunta al Pds. Il 29 ottobre 1991, nel giorno in cui Greganti prelevava una consistente somma a Lugano – spiegò – lo stesso firmava anche il rogito per comprare una casa, ecco dunque a prova che quei soldi non erano finiti a Botteghe Oscure.
D’Ambrosio è lo stesso personaggio che nel maggio precedente aveva dichiarato all’«Unità»: «Mani pulite è finita … nel senso che ciò che doveva emergere nel filone politico-affaristico è venuto fuori». Sul settimanale «L’Europeo» era stato ancora più chiaro: «Lo scenario è nitido, Dc e Psi si finanziavano attraverso meccanismi illeciti … c’è stata la fase dello stragismo … poi è venuta l’epoca della corruzione». D’Ambrosio, anni dopo, una volta lasciata la magistratura, si candiderà come senatore nel Pds, frattanto divenuto Ds.”
Come riportato da Leggo, per la sua morte avvenuta alcune settimane fa, D’Ambrosio si era ricreduto sulla completa emersione del filone d’inchiesta: «Tra il ’92 e il ’94 siamo stati ingenui. Pensavamo che ottenere 1408 condanne definitive per tangenti bastasse a dare un colpo decisivo alla corruzione. Invece quando abbiamo toccato interessi più forti, ci hanno cambiato le leggi».

Tra l’altro, i Democratici di Sinistra confluiranno nel 2008 nel Partito Democratico della Sinistra di cui faceva parte anche quel senatore Luigi Lusi, che – conclusa l’esperienza con La Margherita di Rutelli e passato ad altro partito – veniva accusato e condannato (patteggiamento) per aver sottratto, in virtù del suo incarico di tesoriere del partito in scioglimento, i soldi dei sostanziosi rimborsi elettorali che continuavano a pervenire e creando una contabilità parallela.
Sarà un caso, ma Luigi Luzi, nella XV legislatura per L’Ulivo, è stato anche Segretario della Giunta per le elezioni e le immunità parlamentari, membro della Commissione Bilancio, del Comitato parlamentare per i procedimenti di accusa, della Commissione per la vigilanza sulla cassa depositi e prestiti e del Consiglio di garanzia. Come anche, nella sua seconda legisltura dal 2008 al 2012, è stato Vicepresidente della Commimissione Bilancio del Senato, membro della Giunta per le elezioni e le immunità parlamentari, del Comitato parlamentare per i procedimenti di accusa.
Eravamo in buone mani, non c’è che dire. Mani Pulite si era conclusa – evidentemente con troppo ottimismo – ma Tangentopoli continuava. Ecco anche spiegate le ‘intemperanze’ degli altri ex magistrati del Pool passati alla politica: Antonio Di Pietro e Tiziana Parenti.

Di Primo Greganti scrive il gip Fabio Antezza nell’ordinanza – di oggi non di 20 anni fa – come un «soggetto ritenuto dalla polizia giudiziaria e dai titolari delle indagini legato al mondo delle società cooperative di area Pd, già condannato con plurime sentenze pe dieci reati in materia tributaria e due finanziamenti illeciti a partiti». (fonte Corsera)
Per Gianstefano Frigerio, la sua carriera politica – dal 1974 al 1976 è stato segretario provinciale della federazione della Democrazia Cristiana, nel 1987 diviene segretario regionale per la Lombardia – si arresta (ndr. nel senso letterale) nel 1992 con la prima misura di custodia cautelare per tre mesi per tangenti, tra cui quella ricevuta da Paolo Berlusconi 150 milioni di lire per favorire la Fininvest nella gestione della discarica di Cerro Maggiore, cosa da lui ammessa ma solo come intermediario.
Wikipedia riporta che “nella stessa causa viene anche ritenuto dal Giudice responsabile di una concussione per un miliardo di lire verso un rivale di partito“, come anche che, mentre era da stabilirsi il cumulo della pena, partecipa alle elezioni politiche del 2001, risultando eletto in una lista proporzionale di Forza Italia in Puglia alla Camera dei deputati, con il nome di Carlo Frigerio.
Tra un cavillo e l’altro, ottiene l’affidamento in prova ai servizi sociali, che gli permetteva di recarsi in Parlamento quattro volte al mese e nel 2004 la Giunta delle elezioni della Camera ratificò l’estinzione della pena ed ogni altro effetto penale, tra cui l’interdizione legale per cinque anni. Durante questo periodo mantenne il seggio di deputato ricevette regolarmente la sua indennità parlamentare.
Il Corriere della sera riporta – oggi, non 20 anni fa – che “in questo centro culturale, di cui è presidente uno degli arrestati, Gianstefano Frigerio, come ha spiegato il pm Claudio Gittardi, «si tenevano riunioni giornaliere a cui partecipavano direttori generali di aziende ospedaliere, imprenditori, personaggi di rilievo politico».
Secondo i pm titolari dell’inchiesta, in Lombardia sarebbe esistita una vera e propria «cupola per condizionare gli appalti», che prometteva «avanzamenti di carriera» grazie a «protezioni politiche» a manager e pubblici ufficiali. Tuttavia, chiarisce sempre lo stesso Gittardi «gran parte della vita dell’associazione si svolgeva a Roma». E a Roma sono avvenuti due degli arresti.”

Naturalmente, alla luce delle notizie di oggi, c’è da chiedersi come sia possibile che Primo Greganti e Gianstefano Frigerio fossero ancora in politica, ma sono anche altre le domande che sorgono spontanee.
Se Primo Greganti e Gianstefano Frigerio compaiono ancora in prima fila per inchieste del calibro dell’Expo, è lecito dubitare dell’esaustività dell’inchiesta Mani Pulite?
Possiamo ragionevolmente supporre che, finite le inchieste, Tangentopoli sia ripresa come e più di prima?
Quale credibilità può essere ancora data al notoriamente ‘distratto’ sistema dei media italiani (a partire dalla televisione di Stato), se – salvo Facci e pochi altri – nessuno in vent’anni ha denunciato all’opinione pubblica che Greganti, Frigerio e tanti come loro hanno potuto liberamente e lautamente operare sotto la bandiera di qualche interessato partito, mentre le loro ‘candidature’ avrebbero dovuto essere fuori discussione dopo le condanne ricevute?
originale postato su demata
Tag:Angelo Paris, Bruno Binasco, Carlo Frigerio, Cerro Maggiore, Compagno G, D'Alema, Democrazia Cristiana, di pietro, Ds, Filippo Facci, Forza italia, Gerardo D'Amrosio, Giuseppe Squillaci, Luigi Lusi, Luigi Mijno Carnevale, Mani Pulite, Maurizio Prada, Occhetto, Paolo Berlusconi, Paolo Pizzarotti, PCI, PdL, PDS, Primo Greganti, Stefanini, Tiziana Parenti
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