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Covid-19 e contenimento: cosa ne pensano i Liberali?

30 Apr

Non solo Trump, ma anche i Liberali europei puntano il dito verso la Cina per la coercizione dei propri cittadini e la manipolazione delle informazioni all’estero.

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Hans van Baalen – presidente dell’Alleanza Liberaldemocratica, a cui aderiscono anche i Radicali e +Europa –  ha condannato il ‘misuse’ cinese del contenimento Covid-19 allo scopo di rafforzare il potere comunista.

E’ un fatto noto, ormai, che “l’European Union External Action Service (EEAS) ha prima ritardato e poi riscritto un rapporto sulla disinformazione e sui metodi che hanno alleggerito l’attenzione sulla Cina.

Altre organizzazioni mediatiche affidabili e apprezzate come Politico Europe e BBC News hanno riportato fatti simili“: la pressione diplomatica e la coercizione interna da parte della Cina avrebbero portato a sottovalutazioni che hanno ammorbidito la posizione dell’UE nei confronti delle campagne di disinformazione cinese nei paesi europei durante l’epidemia di COVID-19.

Il parlamentare europeo Bart Groothuis (Renew Europe) – anche lui olandese – ha lanciato un chiaro monito.

L’Unione Europea deve essere vigile e rispondere a queste ostilità.
La relazione del Servizio europeo per l’azione esterna si resoconti e la disinformazione di COVID-19 è un passo avanti. Tuttavia, le recenti accuse relative all’ammorbidimento dei contenuti su richiesta del governo cinese destano profonda preoccupazione. L’UE non può consentire a un paese esterno di influenzare le informazioni condivise.

L’UE deve trovare la sua posizione in questa nuova fase globale e ha tutto ciò che serve per combattere e dare l’esempio, ma sono necessarie unità e cooperazione di tutti gli Stati membri e poteri istituzionali liberali più forti.
L’UE può essere un leader sulla scena globale, ma deve ritrarsi come una vera Unione di stati democratici liberali che affrontano la crisi in modo collettivo, efficiente e trasparente.

Qualsiasi manipolazione o coercizione da parte di paesi terzi causerebbe un danno al processo democratico nell’UE. La nostra sovranità politica è in gioco se lo permettiamo.”

In altre parole dallo scoppio della pandemia di COVID-19, Cina e Russia stanno implementando una campagna di disinformazione globale volta a posizionarsi come leader globali e minare la fiducia nelle democrazie liberali e nelle loro istituzioni.

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La lotta contro COVID-19 è una lotta comune.
I regimi che nascondono e mascherano le informazioni non possono essere l’esempio principale, a differenza delle democrazie liberali che salvaguardano le libertà civili e condividono informazioni trasparenti ed efficienti.

Adesso, la parola passa ai vari partiti liberali d’Europa, tra cui i nostri Radicali, +Europa e PLI, anche se non è parte dell’alleanza europea dei liberali. 

La forza degli Europei sono le libertà civili e la condivisione di informazioni trasparenti ed efficienti.

Perderemo la guerra con il Covid-19 e non solo quella se anche in uno stato o una regione europei fossero ritardate e poi riscritte delle informazioni essenziali contro la pandemia.
Peggio ancora se in un qualche stato o regione europei si adottassero forme di coercizione della popolazione eccessive per nascondere le falle del sistema e cooptare il consenso.

Demata

Sistemi Sanitari Regionali: diritti civili e sociali negati, spesa e bilanci in rosso. Come ripartire?

15 Apr

Ogni mese di lock out che passa sono milioni le visite specialistiche e gli accertamenti bio-diagnostici che non hanno luogo. 
Considerato che i ricoveri sono limitati alle urgenze e che le aziende ospedaliere continuano a pagare stipendi e fornitori, c’è una fetta di sistema sanitario che al momento è ‘improduttivo’ e che comunque non potrà recuperare milioni di visite e controlli andati ‘sospesi’.

Tra questi i servizi destinati – di routine e sul territorio, in teoria – ad oltre dieci milioni di assistiti cronici, rari, pediatrici, geriatrici.

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Infatti, le norme già da anni disgiungono questi servizi essenziali da quelli collocati presso i centri ospedalieri, specie quelli maggiori ai quali di norma andrebbero i casi gravi o irrisolti.

E, del resto, far ripartire la Sanità non è possibile puntando sui grandi policlinici che – oltre tutto – sono in prima linea per il Covid-19, in attesa che si creino strutture dedicate.

Ma è certamente possibile quanto opportuno che la ‘normalità’ ricominci nei territori (cioè dalle ASL), specie dove il Sistema Sanitario e la Società civile hanno ben tenuto di fronte a questa prima ondata di pandemia.

Una normalità che è fatta di alcune informazioni banali che ancora non conosciamo.

Innanzitutto, quali sono i criteri sintomatici per cui si ha diritto ad un tampone ed eventualmente al ricovero? Se esistono, dovrebbero essere pubblici.

Inoltre, quanti mesi saranno necessari per organizzare:

  1. Ambulatori territoriali per i Livelli Essenziali di Assistenza dei malati cronici
  2. Presidi territoriali per i Percorsi Terapeutici Assistenziali dei malati rari
  3. Ambulatori territoriali di Assistenza Pediatrica per i minori di anni 12
  4. Poliambulatoriali territoriali Geriatrici per gli anziani
  5. Centri diurni per pazienti psichiatrici
  6. Sistemi di prenotazione e pagamento a distanza, senza code e sale d’attesa?

Secondo buon senso e secondo norma, da molto tempo bisognava decentrare tanti servizi che sovraccaricano policlinici e facoltà mediche.

Allo stesso modo, piacerebbe a tutti che la Sanità italiana sia dotata con la massima urgenza di un software nazionale che renda obbligatoria e omogenea … la prenotazione delle prestazioni, la registrazione clinica elettronica, il consulto certificato ma a distanza, la prescrizione farmacologica telematica e pure il tracciamento di oltre 100 miliardi di euro dei contribuenti che servono per la nostra salute.

E bene ricordare che, ai sensi della lett. m) dell’art. 117, comma 2, della Cost., lo Stato ha legislazione esclusiva per la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali su tutto il territorio nazionale.

Cartella clinica elettronica, LEA e PDTA sono già legge e sono già stati ampiamente concertati tra Stato e Regioni; almeno con il Covid-19 ed il lock out infinito che ci aspetta, cosa fanno il Governo nazionale e le Giunte regionali per far ripartire l’economia ed il Paese se al primo starnuto siamo senza livelli essenziali, niente diritti civili e sociali, tra cui in primis quello alla salute?

Demata