Nel suo discorso di fine anno, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha dato agli italiani un buon riassunto delle qualità ‘civiche’ che sono essenziali per chi volesse assumere il suo ruolo.
Un ruolo difficile e delicato, quello di Presidente della Repubblica Italiana, visto che comporta il potere-dovere di sciogliere le Camere e indire le elezioni, autorizzare la presentazione in Parlamento dei disegni di legge governativi e rinviare alle Camere con messaggio motivato le leggi non promulgate, nominare il Presidente del Consiglio dei ministri ed emanare i decreti e i regolamenti adottati dal governo, decretare lo scioglimento di consigli regionali e la rimozione di presidenti di regione, presiedere il Consiglio superiore della magistratura e nominare un terzo dei componenti della Corte costituzionale, presiedere il Consiglio supremo di difesa e detenere il comando delle forze armate italiane, ratificare i trattati internazionali e dichiarare lo stato di guerra.

Dunque, un ruolo che va affidato a qualcuno/a che ha già una conoscenza approfondita di tutto questo: vietato esitare oppure osare più del necessario.
Ma conta soprattutto fare la cosa giusta.
Sotto il mandato di Sergio Mattarella, il compito del capo dello Stato è stato quello di esserne il garante del popolo sovrano, preservando “l’unità istituzionale” con sobrietà e con un “patriottismo concretamente espresso nella vita della repubblica”, proprio nel momento più difficile della sua storia, cioè quando il regionalismo introdotto dal Titolo V della Costituzione mostrava tutti i suoi limiti sotto l’impatto della pandemia, della crisi economica e della discordia degli eletti.
Dunque, che i leader di partito che condurranno i giochi elettorali ricordino che serve innanzitutto “senso di responsabilità” e non solo ‘di fazione’, dato che dovranno dar conto di due “esigenze di fondo” che Sergio Mattarella con la sua esperienza ha voluto sottolineare: possedere la neutralità e la sobrietà che servono per “spogliarsi di ogni appartenenza e farsi carico dell’interesse generale” come la competenza e l’esperienza che servono per “salvaguardare ruolo, poteri e prerogative dell’istituzione che riceve dal suo predecessore”.
Demata
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