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Mattarella, i partiti e quel serve ad un Presidente

1 Gen

Nel suo discorso di fine anno, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha dato agli italiani un buon riassunto delle qualità ‘civiche’ che sono essenziali per chi volesse assumere il suo ruolo.

Un ruolo difficile e delicato, quello di Presidente della Repubblica Italiana, visto che comporta il potere-dovere di sciogliere le Camere e indire le elezioni, autorizzare la presentazione in Parlamento dei disegni di legge governativi e rinviare alle Camere con messaggio motivato le leggi non promulgate, nominare il Presidente del Consiglio dei ministri ed emanare i decreti e i regolamenti adottati dal governo, decretare lo scioglimento di consigli regionali e la rimozione di presidenti di regione, presiedere il Consiglio superiore della magistratura  e nominare un terzo dei componenti della Corte costituzionale, presiedere il Consiglio supremo di difesa e detenere il comando delle forze armate italiane, ratificare i trattati internazionali e dichiarare lo stato di guerra.

Dunque, un ruolo che va affidato a qualcuno/a che ha già una conoscenza approfondita di tutto questo: vietato esitare oppure osare più del necessario.
Ma conta soprattutto fare la cosa giusta.

Sotto il mandato di Sergio Mattarella, il compito del capo dello Stato è stato quello di esserne il garante del popolo sovrano, preservando “l’unità istituzionale” con sobrietà e con un “patriottismo concretamente espresso nella vita della repubblica”, proprio nel momento più difficile della sua storia, cioè quando il regionalismo introdotto dal Titolo V della Costituzione mostrava tutti i suoi limiti sotto l’impatto della pandemia, della crisi economica e della discordia degli eletti.

Dunque, che i leader di partito che condurranno i giochi elettorali ricordino che serve innanzitutto “senso di responsabilità” e non solo ‘di fazione’, dato che dovranno dar conto di due “esigenze di fondo” che Sergio Mattarella con la sua esperienza ha voluto sottolineare: possedere la neutralità e la sobrietà che servono per “spogliarsi di ogni appartenenza e farsi carico dell’interesse generale” come la competenza e l’esperienza che servono per “salvaguardare ruolo, poteri e prerogative dell’istituzione che riceve dal suo predecessore”.

Demata

Chi sarà la Presidente donna?

28 Dic

Si avvicina la data delle elezioni del prossimo Presidente della Repubblica italiana ed appare evidente che l’esigenza primaria di tutti gli italiani sia quella che Mario Draghi resti a presidiare i conti e la legislatura, evitando che il PNRR finisca sprecato in mille rivoli di chissà che cosa.

E, se il Parlamento finora non è riuscito ad esprimere un presidente del consiglio condivisibile, figuriamoci se si troverà la quadra per il Quirinale, dove – tra l’altro – i candidati scarseggiano.

Non Berlusconi, perchè non sarebbe certamente di ‘tutti gli italiani’ e, comunque, non darebbe ai partiti la certezza di un passo indietro per manifesti limiti di età tra due anni, facendo subentrare al Quirinale Draghi o chi per lui.
Difficilmente i Veltroni o i Rutelli del passato e comunque non uno dei mille leader pro tempore del PD o dei Cinque Stelle, tutti cannibalizzati dalle polemiche interne e particolarmente invisi al resto degli italiani che al momento sembrano essere pure in maggioranza.
Difficilmente un uomo del centrodestra, a meno che la Destra di Salvini e Meloni voglia cedere consenso e/o visibilità a Casini o Tajani, esponenti di un centro moderato ed europeista.

Ma non scarseggiano le donne candidabili alla Presidenza della Repubblica ed eccone alcune tra le più famose.

Maria Elisabetta Alberti Casellati (74)

laurea in legge spec. Diritto Canonico – professione: avvocato ;

attuale Presidente del Senato della Repubblica ;

coniugata con due figli ;segno zodiacale: leone

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Letizia Maria Brichetto Arnaboldi Moratti (71)

laurea in scienze politiche spec. in Diritto comunitario – professione: imprenditrice ;

attuale Vicepresidente della Regione Lombardia ;

coniugata con due figli ; segno zodiacale: sagittario

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Marta Maria Carla Cartabia (58)

laurea in legge spec. in Dritto Costituzionale – professione: giurista ;

attuale Ministra della giustizia ;

coniugata con tre figli ; segno zodiacale: toro

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Dietlinde “Lilli” Gruber (64)

laurea in lingue e letterature straniere – professione: giornalista

ex Eurodeputata ;

coniugata senza figli ; segno zodiacale: ariete

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Demata

Merkel vince, ma l’Eurozona perde

25 Set

Arriva l’annunciato successo di Angela Merkel in Germania e del contestuale sprofondamento sotto il 4% del Partito Liberale tedesco, nonché dell’eterno flirt con i socialdemocratici, chiamato Grosse Koalition.

Mario Monti, da Lilli Gruber, afferma sorpendentemente che in Germania non c’è un partito ‘populista di destra’, ma resta – allora – da capire cosa sia la CSU bavarese e chi sia Angela Merkel che arrivò ai Cristiano – Democratici dritta dritta dall’ufficio propaganda del partito comunista della DDR.

Ancor più soprendentemente, Mario Monti parla di una ‘larga coalizione’ italiana contro gli interessi lobbistici. Un idea difficilmente applicabile un parlamento eletto con il Porcellum e le liste predeterminate dai partiti.

Ma Mario Monti, come sappiamo, è bravissimo a far l’indiano, precisando – sempre su La7 – che il grande merito del suo governo è stato quello di evitare il ricorso ad un prestito del FMI – a differenza di Spagna e Grecia – ed aver così evitato una sorta di ‘commissariamento’.

Come se equivalesse ad un commissariamento l’aver nominato un banchiere a senatore a vita per dargli il governo del paese sull’onda delle speculazioni di mercato e permettere un drammatico fund dragging per sostenere banche private ed enti finanziari pubblici.

Ritornando alla Germania – ed alle possibili previsioni sui destini italici –  la maggioranza che sosterrà il governo Merkel potrebbe rivelarsi molto ‘egoista’, visto che nei Lander il populismo cristiano demosociale certamente non vede di buon occhio ‘le cicale  del meridione d’Europa’ e che l’alleato SPD crolla anche nelle roccaforti storiche come Berlino e, secondo i magazine tedeschi, ha perso l’appoggio dei manager e dei tecnici.

Cattive notizie, dunque, per Quirinale e Palazzo Chigi, che speravano in una ripresa della SPD, in modo da portare la Germania su posizioni più morbide, alla stregua di Hollande.

Le pessime notizie per l’Italia arrivano, però, da un altro dato tedesco.
In Germania, l’attuale governo (CSU+CDU+SPD) rappresenterà solo 3/5 dell’elettorato tra astenuti, voti dispersi ed i postcomunisti di Linke o l’estrema destra di AFD.
E così andando le cose accadrà che per altri 4 anni, dopo altri precedenti otto, la Germania sarà governata dalla Partitocrazia contro ‘tutti’: cos’altro pensare se la maggioranza dei partiti diventa stabilmente la maggioranza di governo, ricordandosi della necessità di una qualche contrapposizione solo il giorno prima delle elezioni?

Angela Merkel – Giovane Comunista in DDR

Qualcuno pensa che una roba del genere possa assicurare all’Europa (e all’Italia) la marcia in più che servirebbe da tempo? O che possa tenere insieme il giocattolo dell’Eurozona se non tollerando corruzione e speculazioni, che da noi italici si chiamano mafie e caste?

E come la metteremo tra quattro anni – o forse prima – quando anche in Germania, come in Italia, il governo potrà contare su un’ampia maggioranza parlamentare, ma anche su una diffusa opposizione nei diversi ceti della popolazione?

La Germania ha scelto l’uovo oggi, difficile che ci saranno galline domani …

originale postato su demata