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Il segreto confessionale diventa illegale?

4 Lug

Da ottobre l’Australia iniziarà ad abolire l’esenzione dall’obbligo di denuncia finora accordata al segreto del confessionale, se i sacerdoti se non riferiranno informazioni su casi di abusi apprese in confessione.

Secondo il Diritto Canonico, come conferma ( Ary Waldir Ramos Díaz/Aleteia – Nov 14, 2014) ed il cardinale Mauro Piacenza, penitenziere maggiore del Vaticano, la legge di un Paese non può costringere un sacerdote a violare il segreto della confessione. Se la legge dice che il confessore deve denunciare una persona che è andata a confessare un delitto, è evidente che il sacerdote non lo può fare.”

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Il punto è che l’Australia pone la questione anche in termini di “intenzione a commettere un delitto” e non solo di delitto irrimediabilmente già avvenuto e segretamente confessato.

Così, con 600 sacerdoti in sommossa per la libertà di culto, padre Scott Armstrong, presidente dell’Australian Confraternity of Catholic Clergy, tiene a precisare che: “Ogni sacerdote degno del suo nome farebbe tutto il necessario per proteggere i bambini, un simile obbligo non sarebbe comunque di alcun aiuto per loro”

In effetti,  … se parliamo di quelli già violentati, denunciare equivale a riconoscere le loro sofferenze, tacere significa condannarli a vita. Se, poi, i bambini fossero quelli ‘adocchiati’ dal pedofilo, è evidente che l’unica salvezza per loro è nel segnalare il ‘peccatore’ alla polizia.

La legge degli Stati condanna anche la sola ‘intenzione peccaminosa’ quando si parla di pedofilia, ma la questione potrebbe essere estesa anche a peccati/crimini come l’omicidio, l’appropriazione di cose, lo stupro, la schiavitù.

Tutte le religioni mettono gli uomini nelle mani di un dio, ma sappiamo, però, che – a differenza di tutte le altre religioni –  la ‘intenzione peccaminosa’ e/o la sua abitualità sono un un concetto lontano alla Chiesa Cattolica, in termini di sacerdote che ha il dovere di prevenire/contrastare il ‘male’. 
Al Clero – secondo la Chiesa Cattolica – è sostanzialmente assegnato il compito di farsi intermediario tra gli Uomini e la divinità ed erogatore del perdono e della benevolenza.

Sappiamo che è esattamente quello che – all’incontrario – fu rivendicato da eresie, scismi e riforme varie, come sappiamo anche che la fine di Roma derivò dal Diritto Romano troppo permissivo per oziosi, avidi, perversi e corrotti.

Oggi il Mondo è severo con chi viene colto e non è “in bona fidae”,  ben più di quanto lo consenta la morale cattolica o il diritto di Roma.
Era molto tempo che se ne parlava.

Demata

Gedun Choeky Nyima, prigioniero di coscienza

24 Mar

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Gedun Choeky Nyima, il più giovane prigioniero di coscienza del mondo

Il Panchen Lama o Panchen Erdeni è una delle due maggiori cariche del Tibet e massimo esponente del Buddhismo locale.

Il Panchen Lama è considerato la reincarnazione di Amitabha Buddha e il nome vuol dire “Grande Studioso” e deriva dal sanscrito paṇḍita (studioso) e chenpo

Attualmente c’è una controversia su chi sia il vero 11° Panchen Lama.

Infatti, nel pieno rispetto delle antiche usanze e tradizioni tibetane, nel 1995 il quattordicesimo e attuale Dalai Lama, Tenzin Gyatso, riconobbe in Gedhun Choekyi (nella foto)  la reincarnazione del Panchen Lama, ma le autorità di Pechino lo rapirono immediatamente, e al suo posto imposero, nel novembre dello stesso anno, un loro Panchen Lama, un certo Qoigyijabu figlio di un influente funzionario del Partito Comunista Cinese.

Gedun Choeky Nyima nacque nel Tibet centrale, a Lhari, a poca distanza da Lhasa, da una famiglia di contadini ed oggi, inconsapevole del suo destino, si trova confinato in un luogo segreto con tutta la sua famiglia.

In tutti questi anni ha vissuto sempre e solamente nella condizione di prigioniero politico, con generale indignazione da parte delle organizzazioni internazionali.

Attualmente il legittimo Panchen Lama (quello nominato dai tibetani) è considerato il più giovane prigioniero di coscienza del mondo”.

IL 14 MAGGIO 2008 RICORRE IL TREDICESIMO ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA DEL PANCHEN LAMA.

ATTIVIAMOCI CON RINNOVATO IMPEGNO CHIEDENDO SUE NOTIZIE E LA SUA LIBERAZIONE.

1) Scrivete una lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri Cliccate qui per
scaricare la lettera campione e l’indirizzo

2) Scrivete una lettera al Segretario Generale delle Nazioni Unite
Cliccate qui per scaricare la lettera campione e l’indirizzo