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Il testa a testa Macron – Lepen nei numeri dell’European Council on Foreign Relations

11 Apr

Macron vincerà se riuscirà ad attrarre il consenso degli elettori ‘antifascisti’, ma a quanto pare scettici o ‘divergenti’?

Infatti, il dibattito mediatico francese sulla guerra in Ucraina è stato ampio e aperto, vista la coincidenza con le elezioni presidenziali, e vede il Centrosinistra (LFI) su posizioni simili a quelle di Lepen e Zemmour.

L’invasione russa dell’Ucraina il 24 febbraio ha inciso profondamente sulla corsa presidenziale francese, che, a differenza delle campagne precedenti, ha dato priorità alla politica estera, creando un chiaro divario tra i candidati. Con l’escalation del conflitto tutti i candidati condannano all’unanimità l’invasione, anche se sono in disaccordo su chi ne è responsabile e su quali siano le soluzioni.

In questo post, due dati a confronto: i risultati al primo turno elettorale dei vari candidati e le loro posizioni verso la guerra in Ucraina, rilevate dall’autorevole European Council on Foreign Relations (ecfr.eu). (LINK)

ECFR annovera tra i suoi presidenti ‘emeriti’ Emma Bonino, (ex Ministro degli Affari Esteri d’Italia), e Joschka Fischer (ex ministro degli affari esteri della Germania), quelli attuali sono Carl Bildt (ex primo ministro svedese) e Norbert Röttgen (Membro del Bundestag). Tra gli attuali Garanti, ci sono anche Franziska Brantner, Segretario di Stato parlamentare, Ministero federale tedesco dell’economia e dell’azione per il clima, Teresa Gouveia, ex ministro degli Esteri del Portogallo, Alexander Stubb, ex primo ministro finlandese.

Il dato che ne viene dalla integrazione tra le due tabelle mostra quale sia l’orientamento dei francesi a riguardo i candidati e le loro proposte verso la guerra russo-ucraina.

E il risultato è sorprendente.

Gli elettori di Melenchon (LFI) e della galassia antagonista potrebbero astenersi, vista la scelta tra liberali “pro-Nato” e nazionalisti “no-Nato”. E dove possa virare l’elettorato populista è puntualmente un mistero.

Probabilmente, Macron ce la farà a riconfermarsi presidente, ma il dato di questa prima tornata elettorale europea a guerra in corso indica un gap significativo per tutti i partiti europei: l’opinione pubblica.
Sopportare scandali, ruberie e incapaci in cambio di stabilità è accettabile, ma anche qualcosa che si infrange se il sistema perviene a una crisi o ad una guerra. Specialmente, se nell’immaginario collettivo l’Ucraina è il luogo dove furono annientati tutti gli eserciti europei, dai Greci fino ad oggi.

Infatti, in un articolo di un mese fa gli analisti dell’ECFR (LINK) sottolineavano come gli europei :

  • sono disillusi dal sistema globale di cooperazione internazionale
  • credono (71%) che il sistema non stia lavorando sui cambiamenti climatici
  • ritengono necessaria la cooperazione europea per garantire la sicurezza alle frontiere e della salute
  • sono a proprio agio con l’idea di una leadership francese
  • vogliono un’Unione Europea impegnata con russi e cinesi per rimodellare l’ordine internazionale.

Demata

L’Europa tra identitarismo e mondialismo

11 Mar

la Ricordando qualche mappa storica non è affatto difficile comprendere cosa stia accadendo in Europa in termini di cancellazione del frontismo destra-sinistra-centro che da un secolo e mezzo ci affligge.

Ad esempio, in termini di omogeneità linguistica e tecnologica, questa è l’Europa di 2000 anni fa

Europa di Tacito

… e questa quella di oggi.

Europa 2014

Se poi volessimo parlare di identitarismo odierno, visto che ci siamo improvvisamente accorti che senza produttività locale non si tira avanti, … questa è l’Europa nel 1500 quando le lobbies macchinofatturiere presero il sopravvento …

1500_europa

e questa è quella odierna in base al PIL.

002-RCI-2013-PIL

Praticamente identica, salvo il fatto che – come prevedibile – la Francia repubblicana sia ormai in miseria e che il Meridione d’Italia come i paesi ex comunisti o la Catalogna non riescano ad risollevarsi dal declassamento subito per mano straniera.

originale postato su demata