Da La Stampa di oggi : “Sequestrarono una ragazza poco più che diciottenne all’uscita da un locale, la infilarono su un furgoncino e poi la violentarono a turno in un tour dell’orrore che durò alcune ore. La punizione, pure: quattordici anni di carcere a testa, senza riconoscimento delle generiche.
Ma la condanna, per ora, resterà nella sfera delle possibilità.
Saranno quattordici anni assolutamente virtuali perché i due stupratori, approfittando degli arresti domiciliari loro concessi
dalla magnanimità dello Stato italiano, hanno pensato bene di tagliare la corda e da allora si sono resi latitanti, scomparsi dai radar delle forze dell’ordine che danno loro la caccia da oltre due anni”.
Incredibilmente, Panorama di Giovedì 21 Febbraio 2008 così commenta: “Fa male costatare come l’esecutivo (ndr Prodi sostenuto dal neonato Partito Democratico) abbia rinunciato alla sicurezza, scegliendo di non convertire in legge il decreto in materia di espulsioni e di allontanamenti per terrorismo e per motivi imperativi di pubblica sicurezza.
I tempi infatti non ci sono, il Parlamento non può attuare la conversione in legge. Le conseguenze ora potrebbero essere gravissime.
Ancora più incedibilmente, troviamo il leghista Roberto Cota a sostenere le ragioni del governo Prodi, perché tecnicamente non è possibile reiterare un decreto con gli stessi contenuti: La nostra Costituzione lo vieta. Oltretutto quando il decreto decadrà tutte le espulsioni eseguite fino ad ora potranno essere contestate”.
Come se espellere degli stupratori o concedere gli arresti domiciliari da cui scapperanno certamente, non siano due “atti di giustizia” con un unico risultato: il danno e la beffa delle vittime.
Irene segnal
a un fenomeno al quale stiamo assistendo da circa un anno, in tutti i settori. E’ un fenomeno diverso da quello precedente, quando le filiere aziendali ed amministrative prediligevano under-40 per la possibilità di contratti al ribasso, per le nuove competenze richieste, per la maggiore disponibilità a compiti gravosi.
In quel contesto persone over40 qualificate ed esperte erano “la ciliegina sulla torta”, il pezzo difficile che andava “rubato (to stealth) agli avversari o prelevato tra i professionisti emergenti (free lance).
Oggi gli under35 sono proprio il “primo prodotto” della scuola e delle università degli Anni ’90: settorializzati, indottrinati, poca dimestichezza con filosofia e testo scritto.
A chi mai dovrebbero passare lo scettro, la poltrona i nostri cari over60, dopo aver tromboneggiato per 40 anni? Ai loro “contestatori” cioè noi 40-50, che oggi ricordiamo ancora come era il nostro Paese prima del disastro?
No.
Il controllo di questo declinante paese passerà direttamente ai loro discepoli più giovani e plasmabili, naturally.