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Ucraina, Siria, Libia: come dire Europa meno Usa uguale Nato

9 Feb

In Ucraina, la storia è molto semplice, come lo era in Siria e come lo sarà – ahimé – in Libia.

L’identità territoriale ucraina, per come è oggi, esiste solo dal 1921. In realtà, il paese è per due quinti russofono e sede del complesso industrial-militare postsovietico, altri due quinti sono ‘ucraini’ e parliamo dell’enorme distesa rurale che si estede da Chernobyl ad Odessa, un alro quinto sarebbe ‘polacco’. Quanto a Moldavia e Crimea, sono già ‘altrove’, Romania o Russia che sia.

Ukraine Territorial Evolution
L’azione di Obama, incalzato dai Reps al Congresso, nel fornire armi agli ‘patrioti ucraini’ antirussi si è risolta in una azione uguale e contraria da parte di Putin a favore dei secessionisti filorussi, con il risultato che questi ultimi sono, oggi, pesantemente arrmati, mentre otto mesi fa proprio no.
La tensione neell’area ha costretto i paesi Nato dell’area mediterranea a sottrarre interi squadroni e trasferirli sul Baltico.

L’identità nazionale siriana è sempre stata il principale problema di chi volesse ‘ristrutturare’ il Medio Oriente, dato che questa include non solo la Siria, ma anche il Libano, l’Irak, la Palestina e la Giordania. Anzi, è proprio un Husseini di Giordania ad essere il ‘legittimo’ regnante di Damasco e Baghdad.

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L’azione di Obama, ispirato dai salotti Dem di Nancy Pelosi, è stata quella di sostenere il solito compound di “generali – mercanti – democratici” per creare degli ‘insorti antiAssad’, il Free Syrian Army, con il solo risultato di regalare metà della Siria e gran parte del Kurdistan allo Stato Islamico e ad al Quaeda.
E’ nei fatti che, finchè Usa e Nato hanno ‘gestito’ a distanza la resistenza agli Jihadisti non se ne è cavato un ragno da buco, mentre, non appena la Giordania ha attaccato massivamente, le retrovie di IS sono andate in tilt e, come Anonymous ha vendicato Charlie Hebdo, sono andati giù milioni di ip e account filointegralisti.

L’identità nazionale libica non è mai esistita: prima della invasione italiana c’era la Cirenaica costiera con ‘capitale’ a Bengasi, la striscia non desertica sulla Sirte denominata Tripolitania italiana, l’enorme area interna semidesertica chiamata Fezzan dalla notte dei tempi e Al Kufrah verso l’Egitto..

L’azione di Obama, seppur incalzato da Hillary Clinton, ha trascurato del tutto la ‘primavera araba’ contro Gheddafi, fortemente integralista, ed oggi sembra che ci ritroviamo con un esercito islamico ‘a tiro’, almeno per quanto riguarda i missili Scud, con una retrovia ‘infinita’, visto che parliamo del Sahara e di piste che arrivano fino a Boko Haram in Nigeria o –  ad Al Qaeda tramite il Sudan e il Maghreb.

LYBIAN JIHAD 2015  FEB

In realtà, parliamo di gas e del petrolio di cui deve approvvigionarsi l’Europa, di un presidente USA che cambierà a breve dopo otto anni davvero mediocri, del suo vice Biden che lavora ormai per il successore, rep o dem che sarà, Francia e Germania che ‘ricominciano da due’, visto che il terzo (l’Italia di Matteo Renzi) segue a ruota Obama ed infatti gli Eurofighter li abbiamo schierati contro i Russi e non verso la Libia … da cui IS promette di lanciare la nuova offensiva.

A proposito, persino a leggere USA Today si capisce che Putin, Merkel e Hollande ‘lavorano per il summit della prossima settimana‘ e che  l’accordo l’avrebbero felicemente trovato, se non fosse per la Casa Bianca che irresoluta è e tale rimane. Chissà perchè i giornali italiani raccontano di pessimismo e scetticismo … ma la ‘colpa’ è del cattivo Putin, del fesso Hollande e della diabolica Merkel.

Al massimo, la ‘colpa’ è del buon Obama che è riuscito a compattare – senza davvero volerlo – i presupposti di una difesa comune europea … russi inclusi, visto che i loro piloti si stanno ‘esercitando’ con i nostri.

originale postato su demata

Obama e l’ultima Guerra Mondiale

11 Set

Molti credono, in Italia, che Barak Obama sia stato l’artefice del ritiro USA dall’Irak, che abbia lavorato per la pace e che sia amato dai suoi elettori. In realtà,  il ritiro e i tempi furono fissati da George W. Bush, l’islamismo integrale si è notevolmente rafforzato militarmente e territorialmente, gli statunitensi hanno ormai voltato le spalle a Mr. President e le prossime mid-term al Senato si preannunciano una debacle, come quelle della Camera dove i Repubblicani sono in maggioranza già da quattro anni.

Un vero e proprio disastro che adesso prende forma tra Irak e Siria, dove l’Islamic State ha radunato una vera e propria armata d’altri tempi – dai venti ai trenta battaglioni almeno con oltre 50.000 effettivi, armamento Nato e difesa antiaerea – che è già pervenuta al controllo dei campi minerari e petroliferi di Mosul, Kirkuk e Samarra e che da due mesi sta tentando di occupare stabilmente la diga di Haditha e di lì controllare l’oleodotto che va dal Golfo Persico al Mediterraneo.

Qualcosa che si sarebbe potuto evitare se, ad esempio, Obama non avesse messo in libertà centinaia di terroristi detenuti a Gauntanamo che hanno operato da reclutatori e strateghi per la nuova Jihad. Oppure il ritiro  inopportuno della ‘forza di transizione’ USA nel 2011 (40.000 effettivi) mentre corruzione e nepotismi estromettevano dall’esercito irakeno i migliori ufficiali, oggi operativi con Islamic State.

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Sempre ad Obama fanno ascritti i black out, i tentennamenti e la manifesta incapacità che portarono all’odissea egiziana (dove i movimenti laici sono stati facilmente sopraffatti da quelli islamisti) o quella libica, dove ancora oggi si combatte asparamente e dove non è affatto chiaro quale sia la presenza integralista, certamente forte. O Boko Haram in Nigeria che può permettersi di rapire migliaia di ragazze senza che accada praticamente nulla.

Per non parlare del maldestro tentativo di sostituire in Siria il presidente Assad – filorusso – con un ‘moderato’, filoamericano e vicino alla potente famiglia Hazzim, che ha creato il vuoto necessario ai Jihadisti irakeni e arabi di creare una prima retrovia.
O dell’agghiacciante silenzio USA quando Israele ha scatenando l’inferno a Gaza, paralizzando e rinviando di almeno due mesi qualsiasi ipotesi di intervento internazionale in Irak, di cui si è approfittato Islamic State con l’offensiva di Mossul.

Oppure la buffa idea di Mr. President di una crociata internazionale in Siria – lo scorso anno – per aiutare i ‘ribelli’ contro il ‘criminale di guerra’ Assad – con tanto di prove false – che diede avvio alle tensioni con Putin (i russi hanno una base navale in Siria) e da cui fu dissuaso solo dopo un appello del Papa.
Le disastrose ingerenze in Ucraina che hanno fatto da pretesto per un utilitaristico embargo antirusso e da scintilla per l’apertura di un fronte bellico in Europa, oltre a causare la frattura di un fronte occidentale contro l’espansione jihadista sulle rive del Mar Caspio e del Mediterraneo.

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Tanti anni fa, era la Gran Bretagna – con il suo esercito e il suo Commonwealth – a dominare il mondo e fu un indeciso e incapace Lord Chamberlain a consentire l’ascesa di Hitler e di Stalin, che cosparsero l’Europa di odio, tombe e macerie.  All’epoca gli USA erano isolazionisti come oggi la Cina Popolare e, accumulate sufficienti risorse, intervennero quando i vari contendenti erano sfiniti, riarmarono i russi trasformandoli in una potenza militare per evitare troppi morti americani, cancellarono intere città tedesche con bombardamenti a tappeto e assunsero il controllo del mondo.

Oggi, ingenuamente, Mr. President vuole annientare una vera e propria armata di terra con bombardamenti intensivi persino in Siria, senza considerare che domani o dopodomani, inevitabilmente, le bombe colpiranno donne e bambini, portando acqua al mulino della Jihad ed aggravando la frattura con Putin, mentre gli unici avalli arrivano dai burned Cameron e Hollande.

E, come tutti sanno, la Storia spesso si ripete.

Originally posted on Demata