Il bello dei Tea Party è lo spirito liberale che vi aleggia.
Un pensiero che non è di sinistra e, diciamolo, non dovrebbe neanche essere di destra, visto che la Libertà non ha segno e non ha colore. Va da se che il Liberalesimo “debba” collocarsi a destra dove hanno attecchito, cento anni fa, i partiti comunisti e la separazione in classi, la divisione e le polarizzazioni di stile, di metodo, di forma se non addirittura di gusto da questi proclamata.
Così accade che in Gran Bretagna i Libdem abbiano raccolto molti consensi di elettori laburisti, mentre in USA è la donna “forte” dei Reps, la Palin, a raccogliere molte simpatie.
Difficile credere che il movimento liberale che si sta affermando in Italia possa, a cuor leggero, tener banco ad una storia di “favoreggiamento della prostituzione”, come ipotizza la Procura di Milano.
Non per bieco moralismo od insano giustizialismo, ma per l’immagine negativa che tutto travolge e che, anche se risultasse infondata o non perseguibile, ripropone il tema berlusconiano delle escort e delle “amicizie pericolose”.
Riordiamo bene che lo spirito delle leggi che ha difficoltà ad aleggiare in tali contesti.
La semplificazione con cui si sta affrontando la vicenda Ruby Rubacuori è imbarazzante. Cosa possono pensarne i 4-5 milioni di italiani che lavorano od hanno lavorato nelle scuole e nei servizi sociali? Quanto ne sono rimasti colpiti gli adolescenti di oggi, che andranno a votare tra uno o due anni? E tutto il mondo parrocchiale od i genitori “all’antica”?
Parlando di Silvo Berlusconi, dov’è quel senso dello Stato e del bene comune, che nei secoli ha spinto re ed imperatori, capitani ed amministratori, profeti e briganti a fare un passo indietro?
Forse, il PdL dovrebbe vagliare le offerte di Casini che poi sono anche le richieste di Fini e chiedere al suo leader quel passo indietro che gli permetterebbe di dedicarsi ai suoi processi ed alla sua salute, oltre che ad eventuali vizi.
Tanto, è Tremonti che governa, mica “lui” …
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.