Ben venga il Reddito di Cittadinanza inteso come sostegno per chi si ritrova a vivere con quattro soldi, ma – arrivato al traguardo – il Decreto voluto dai Cinque Stelle mostra i medesimi limiti per cui era stato criticato fin dall’inizio.
Per notarlo, basta leggere questa semplice storiella.
Luigi e Gino sono due lavoratori e dipendono dalla stessa ditta, sono ambedue sposati con un bambino, altro coniuge disoccupato, lavorano 36 ore alla settimana, hanno un reddito di circa 20.000 euro lordi all’anno (al netto quasi 1.200 euro al mese), pagano un affitto di 450 e niente risparmi in banca.
Da gennaio 2018, Gino ha optato spontaneamente per il part time con un reddito di circa 10.000 euro, cioè un Isee inferiore a 9.360 euro annui, cosa che permette a tutto il suo nucleo familiare già di avere l’esenzione da eventuali costi contribuiti e la precedenza nell’accesso a servizi pubblici.
Luigi no, resta full time e sopra la quota Isee e come lui anche i suoi familiari.
Arriva il Reddito di Cittadinanza e da marzo 2019 Gino a part time inizia a ricevere 780 euro al mese, che in un anno sono 9.360 euro, e dopo un anno (ma lavorando solo 20 ore alla settimana) avrà ricevuto un reddito più o meno identico Luigi che lavora full time: circa 20.000 euro annui, ma con esenzione da tutti i ticket per tutto il nucleo familiare.
Anzi, a proposito di nucleo familiare, il coniuge disoccupato di Luigi non avrà diritto al Reddito di Cittadinanza, per via dell’Isee troppo alta, ma quello del lavoratore part timer probabilmente avrà diritto ad altri 500-780 euro al mese?
A proposito, Gino in part time sotto quota Isee va a “manifestare la propria disponibilità al lavoro“ per ottenere il Reddito, ma cosa accade se dovesse rinunciare perchè interferente con il lavoro ‘primario’?
Riepilogando, avremo due situazioni familiari e lavorative identiche, che diventano antitetiche, se il reddito complessivo del nucleo ‘part time’ diventa largamente superiore a quello del nucleo ‘full time’.
Figuriamoci, poi, se l’affitto di Gino fosse spese incluse e quello di Luigi al netto del condominio e se nel tempo restante al part time Gino svolgesse lavoretti a nero … magari proprio nella ditta che ‘spontaneamente’ gli ha suggerito il part time.
Nel 2018, prima del Reddito di Cittadinanza, Luigi e Gino erano amici per la pelle, nel 2020 probabilmente no.
Sarà l’Inps con le sue circolari a fare ordine e, si spera, equità? E come farlo, se non dipenderanno dall’Istituto tutti gli accertamenti che la norma prevede?
Sarà il redivivo Sindacato a vigilare nelle fabbriche, come una volta era per cottimisti e crumiri?
Demata
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