Arriva l’influenza A (ceppo H3N2 come raccontato in un altro post link) e se altrove, in Italia ed all’estero, ci si prepara ad un paio di settimane di emergenza influenzale, a Roma i cittadini e le infrastrutture sanitarie non possono altro che preoccuparsi, dopo che addirittura si sono bloccate le ambulanze, giorni fa, perchè mancavano lettighe e letti nei pronti soccorsi.
Ovviamente, non ci si pone – in termini generali – il problema di ampliare e rinnovare i pronti soccorsi, magari a carico di qualche reparto poco blasonato o frequentato, come non ci pone l’evidenza che un’epidemia influenzale, se non si vuole l’assalto agli ospedali, va gestita a livello di ASL e di medici di base.
In tutto ciò, Gianni Alemanno annuncia che “il sistema sanitario romano rischia di saltare”, come se non fosse evidente, al confronto con Milano od una città europea, che è ‘già saltato’.
Un equivoco che persiste nelle dichiarazioni del senatore Domenico Gramazio, vicepresidente della Commissione Sanità, secondo il quale “il rischio è che se nelle strutture private non si pagano gli stipendi, si arriva a febbraio con un sistema fortemente compromesso e un sistema pubblico sottomesso ai tagli. Le due cose insieme fanno saltare il sistema”.
Il punto, però, è che i tagli sono di mesi ed anni fa, che le strutture private convenzionate sottraggono utenza a quelle pubbliche, portandole alla chiusura, e che finora nessuno a fatto nulla, se non attendere ulteriori contributi statali, e la riprova è nel fatto che – pochi o solo mal dislocati che siano posti letto e reparti – non esiste neanche quel livello minino di organizzazione necessaria per gestire una seria influenza, ovvero garantire che ambulanze e pronti soccorsi fungano da HUB di accesso alla rete ospedaliera romana e che i medici di base visitino a domicilio i pazienti che ne necessitano.
Due cose, queste, che potrebbero essere garantite subito, visto che sono ‘già pagate’, già rientrano nelle funzioni istituzionali per le quali paghiamo tasse e ticket e, dunque, non richiedono ulteriori finanziamenti.
Due disastri che nulla hanno a che vedere con epidemie e pandemie.
originale postato su demata
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