“Merah ha venduto cara la pelle, alla fine ha vinto lui”, con queste parole l’inviato Paolo Berizzi da Tolosa per il Corsera, ha tratteggiato l’epilogo tragico dell’assedio a Mohammed Merah, il jihadista di Tolosa.
”L’assalto delle teste di cuoio è durato tre interminabili minuti. Il terrorista ha reagito con violenza, aveva detto di voler colpire più persone possibili: così ha fatto. E’ morto combattendo, da jihadista come si era presentato”.
Un atteggiamento che, in Francia e nel Maghreb, avrà un grosso impatto emotivo, dato che il giovane francoalgerino ha agito, nel condurre il suo piano, più o meno come operavano i suoi padri contro i francesi durante la Guerra d’Algeria.
Lo volevano prendere “vivo” per processarlo, l’avevano chiamato “serial killer”, “psicopatico”, “disadattato”. Era solo un semplice “jihadista” e l’ha dimostrato.
Jihad, una realtà “di lotta” ma anche una condizione dello spirito, che faremmo bene a comprendere meglio, invece di confinarla nel Talebanistan … visto anche che ce l’abbiamo (e ce l’avremo) nel cortile di casa.
La Jihad è una “guerra per la purezza dell’uomo”, almeno stando alla tradizione sunnita, e non è mica detto che sia necessariamente contro l’Occidente od i Cristiani.
Non a caso, Mohammed Merah non ha colpito “caucasici” o cristiani, pur essendo islamico ed etnicamente maghrebino …
originale postato su demata
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.