Tag Archives: incidenti stradali

Roma: gli assurdi percorsi dell’Atac e gli ospedali irraggiungibili

6 Giu

Roma è una città di soli 2,7 milioni di abitanti, che però vivono nello spazio che – di norma – contiene 7-8 milioni di persone in una città europea (es. Londra con 1.500 kmq). Parigi, che ha 2,2 milioni di abitanti, occupa poco più di 100 kmq, Roma ne occupa oltre 1200, mentre a Madrid bastano e avanzano 600 kmq per oltre tre milioni di residenti.

Se la densità abitativa è relativamente bassa, non solo il costo manutentivo procapite schizza alle stelle, ma anche i trasporti ne risentono sia perchè in molte tratte diventano inconvenienti per i gestori sia perchè, con lo sviluppo caotico e palazzinaro di Roma, i percorsi diventano tortuosi, gli incroci improbabili, la segnaletica pubblica carente e quella privata onnipresente.

Il risultato è che tutta una serie di servizi è praticamente irraggiungibile con i mezzi pubblici da quartieri praticamente limitrofi, come dimostra Google Map.
E, nota bene, quelli nelle mappe sono tutti siti ospedalieri  dove convergono migliaia di malati al giorno con i loro accompagnatori per ambulatori e day hospital, oltre ai convegnisti e al personale commerciale e tecnico.

Verano - Borgo Sant'Angelo

EUR Ciampino

Magliana - Ifo San Gallicano

Rocca Cencia Pertini

Ottavia Sant'Andrea

Fidene-SF Neri

Montesacro Togliatti

Inquietante e scandaloso: non è possibile che aeroporti e ospedali siano così scollegati dai propri siti e bacini di riferimento.

Dalle mappe di Google sono evidenti due cose: l’impossibilità a spostarsi con i mezzi pubblici (n.b. le tempistiche non includono i tempi di attesa alla fermata) e l’enorme quantità di chilometri da perorrere facendo giri inutili.

Dunque, la faccenda riguarda anche la Regione Lazio se – guarda caso – alcuni ‘ospedali a rischio o parzialmente inutilizzati sono proprio quelli mal raggiunti dai trasporti pubblici.

Intanto, la Giunta Capitolina dovrebbe prendere atto che continuando a non intervenire nelle periferie, -non appena sarà completato il complesso del Palacongressi dell’Eur e lo stadio della A.S. Roma non molto lontano, con la pedonalizzazione rigida del centro storico – andremo a conseguire quello che già si prospetta: un’area centrale di una sessantina di chilometri quadrati destinata alla casta entro il perimetro della Roma Anni ’50, che garantisce sufficiente densità demografica per servizi pubblici adeguati, e i restanti 1200 kmq ridotti ad una sorta di sobborgo di Los Angeles, senza collegamenti, servizi a casaccio ed impattugliabile.

Un’elegante soluzione alla ‘francese’ direbbe, forse, il sindaco Ignazio Marino, come accade a Parigi, meravigliosa meta turistica e simbolo della Grandeur francese, ma anche sterminata e brutale banlieue di esistenze dimenticate.

Trasformare una caserma in abitazioni in un quartiere centrale dove le scuole o i presidi sanitari o i mercati son pochi non è un’ottima idea per il traffico e le vie, come non lo è mettere tutti in auto nelle periferie anche se c’è da comprare un litro di latte.

Soluzioni ‘migliori’?

Visto quello che racconta Google, si potrebbe iniziare almeno a considerare l’esistenza di un trasporto pubblico circolare (ndr. senza cambi) nei tre anelli esistenti (tram, anello ferroviario, GRA).

Metropolitana tra le corsie autostradali – Mexico City

Ma non solo, visto che abbiamo un sindaco cosmopolita e le ‘informatissime’ 5S al Campidoglio. Sarebbe bello risentir parlare, dopo 20 anni di sacco romano, di:

  1. Decentramento degli apparati centrali e locali (vedi Palazzo della Regione o progetto SDO), revisione dei contratti e delle mansioni per incrementare il telelavoro per i dipendenti pubblici.
  2. Decentramento ai municipi per i rapporti con cittadini, gli interventi  di attuare, la gestione del territorio
  3. Funzionalizzazione produttiva o vendita degli immobili pubblici inutilizzati tenendo conto della finalizzazione dei trasporti e della logistica

 E, a dirla tutta, come ristrutturare l’ATAC e trovare investimenti per rinnovare e ottimizzare senza privatizzarla almeno al 40% del pacchetto azionario?

P.S. Dimenticavo … quelli che vedete sono più o meno i tempi di intervento/ percorrenza delle ambulanze verso i pronti soccorsi.

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Viabilità Roma: troppi incidenti, troppe buche, troppo traffico. Dati e proposte

5 Giu

L’Istat, per il 2012, segnalava 15.782 incidenti con vittime Roma, di cui 145 mortali, con 154 decessi e 20.670 feriti. Negli scontri sono state coinvolte 246 bici. E, se  Roma erano ‘solo’ cinquantasei, nel Lazio si arrivava a ben 89 pedoni morti (15,8% su 564 in Italia) di cui un terzo stava attraversando sulle strisce pedonali.
Secondo i dati della Polizia Capitolina – solo tra gennaio e giugno 2013 – il numero totale degli incidenti con e senza vittime a Roma si attestava a 35.504 con 4.191 motocicli, 94 biciclette e 1.071 pedoni coinvolti.
Praticamente 200 incidenti al giorno registrati, otto all’ora, più quelli per i quali non viene richiesto l’intervento dei vigili.

Perchè?

Partiamo dalle famose ‘buche di Roma’, quelle derivanti da cattiva o mancata manutenzione stradale, e scopriamo che le Buche e voragini a Roma: i numeri di Codici
segnalazioni del sito http://www.voragini.it raccontano che , solo nel 2012, si sono aperte 72 nuove voragini. Nel 2008 il sindaco di Roma e i rappresentanti della fondazione Ania fornivano dati che contavano 215 buche sulle strade romane per un totale di 448 punti potenzialmente pericolosi per automobilisti e motociclisti romani.

Lo stesso Ufficio per la Conciliazione del Comune di Roma precisa che “i casi più frequenti possono riguardare incidenti causati da buche e dissesti del manto stradale di proprietà comunale, da caduta di alberi o da allagamenti determinati da tombini otturati.”
Difficile enumerare i costi che si ripercuotono sulle casse comunali, per decine di migliaia di contenziosi avviati da automobilisti e pedoni, se le sole raccomandate postali di risposta costano oltre 100mila euro all’anno. (Agenzia Dire)

D’altra parte, come fare a sostenere la spesa manutentiva di ben 5.400 km di strade  in una città di soli 2,7 milioni di abitanti, che però vivono nello spazio che – di norma – contiene 7-8 milioni di persone in una città europea (es. Londra con 1.500 kmq). Parigi, che ha 2,2 milioni di abitanti, occupa poco più di 100 kmq, Roma ne occupa oltre 1200, mentre a Madrid bastano e avanzano 600 kmq per oltre tre milioni di residenti.

Se la densità abitativa è relativamente bassa, non solo il costo manutentivo procapite schizza alle stelle, ma anche i trasporti ne risentono sia perchè in molte tratte diventano inconvenienti per i gestori sia perchè, con lo sviluppo caotico e palazzinaro di Roma, i percorsi diventano tortuosi, gli incroci improbabili, la segnaletica pubblica carente e quella privata onnipresente.

Il risultato è che tutta una serie di servizi è praticamente irraggiungibile con i mezzi pubblici da quartieri praticamente limitrofi, come dimostra Google Map.
E, nota bene, quelli nelle mappe sono tutti siti ospedalieri  dove convergono migliaia di malati al giorno con i loro accompagnatori per ambulatori e day hospital, oltre ai convegnisti e al personale commerciale e tecnico.

 

Verano - Borgo Sant'Angelo

EUR Ciampino

Magliana - Ifo San Gallicano

Rocca Cencia Pertini

Ottavia Sant'Andrea

Fidene-SF Neri

Montesacro Togliatti

EUR Ciampino

Magliana - Ifo San Gallicano

Rocca Cencia Pertini

Ottavia Sant'Andrea

Fidene-SF Neri

Inqquietante e scandaloso: non è possibile che aeroporti e ospedali siano così scollegati dai propri siti e bacini di riferimento.

Dalle mappe di Google sono evidenti due cose: l’impossibilità a spostarsi con i mezzi pubblici (n.b. le tempistiche non includono i tempi di attesa alla fermata) e l’enorme quantità di chilometri da perorrere facendo giri inutili.

Intanto, la Giunta Capitolina dovrebbe prendere atto che continuando a non intervenire nelle periferie, non appena sarà completato il complesso del Palacongressi dell’Eur e lo stadio della A.S. Roma non molto lontano, con la pedonalizzazione rigida del centro storico, andremo a conseguire quello che già si prospetta: un’area centrale di una sessantina di chilometri quadrati destinata alla casta entro il perimetro della Roma Anni ’50, che garantisce sufficiente densità demografica per servizi pubblici adeguati, e i restanti 1200 kmq ridotti ad una sorta di sobborgo di Los Angeles, senza collegamenti ed impattugliabile.

Un’elegante soluzione alla ‘francese’ direbbe, forse, il sindaco Ignazio Marino, come accade a Parigi, meravigliosa meta turistica e simbolo della Grandeur francese, ma anche sterminata e brutale banlieue di esistenze dimenticate.

Trasformare una caserma in abitazioni in un quartiere centrale dove le scuole o i presidi sanitari o i mercati son pochi non è un’ottima idea per il traffico e le vie, come non lo è mettere tutti in auto nelle periferie anche se c’è da comprare un litro di latte.

Soluzioni ‘migliori’?

Visto quello che racconta Google, si potrebbe iniziare almeno a considerare l’esistenza di un trasporto pubblico circolare (ndr. senza cambi) nei tre anelli esistenti (tram, anello ferroviario, GRA).

Metropolitana tra le corsie autostradali - Mexico City

Metropolitana tra le corsie autostradali – Mexico City

Ma non solo, visto che abbiamo un sindaco cosmopolita e le ‘informatissime’ 5S al Campidoglio. Sarebbe bello risentir parlare, dopo 20 anni di sacco romano, di:

  1. Decentramento degli apparati centrali e locali (vedi Palazzo della Regione o progetto SDO), revisione dei contratti e delle mansioni per incrementare il telelavoro per i dipendenti pubblici.
  2. Decentramento ai municipi per i rapporti con cittadini, gli interventi  di attuare, la gestione del territorio
  3. Funzionalizzazione produttiva o vendita degli immobili pubblici inutilizzati tenendo conto della finalizzazione dei trasporti e della logistica

 

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L’età della ragione? Dopo i 24 anni

27 Apr

In accordo con il British Medical Journal, recenti ricerche sugli adolescenti pubblicate da The Lancet determinano che il cervello non è maturo o, comunque, completamente sviluppato prima dei 25 anni di età.

Infatti, anche avvalendosi di una massiva documentazione, raccogliendo dati su un totale di 1,2 miliardi di adolescenti, gli scienziati hanno messo in evidenza diverse conclusioni allarmanti.

Innanzitutto, il 40 per cento dei decessi in 10-a 24 anni di età in tutto il mondo sono causati da incidenti d’auto e danno intenzionale causato da suicidio e violenza.
La morbilità e la mortalità, inoltre, suggeriscono che gli adolescenti sono significativamente interessati da lesioni e disturbi neuropsichiatrici.

Ogni anno 1,4 milioni di adolescenti muoiono a causa di incidenti stradali, le complicazioni del parto, suicidi, AIDS, la violenza e altre cause. Nonostante i progressi medici e tecnici in una società che tutela gli adolescenti nello studio e nel lavoro, le morti di adolescenti sono diminuite solo marginalmente, se si fa il confronto con la mortalità infantile.

Mediamente, nel mondo, 17 teenagers (15-19 anni) maschi su 100.000 è ucciso in conseguenza di atti di violenza. Molte ragazze tra i 13-15 anni, specialmente in USA, Austria e Irlanda – sono delle “binge drinker”, cioè bevono cinque o più bevande alcoliche in un giorno. I morti per coma alcolico tra i teenagers è in allarmante aumento.

E? arrivato il tempo, come sottolinea il British Medical Journal, di “porre il “giovane come persona” al centro  della questione, dato che la salute degli adolescenti è ancora oggi una “specialità marginalizzata” che deve essere elevata a “mainstream” nelle agende globali relative alla salute.

Gli esperti hanno anche evidenziato che il numero assoluto degli adolescenti è previsto in aumento fino al 2050.

Dunque, l’idea di abbassare l’età di accesso al voto sembra essere scientificamente infondata ed, addirittura, dovremmo riportare l’asticella del diritto al voto all’età di 21 anni, come da tradizione.

D’altra parte, il primo accesso alla politica in età maggiore dell’attuale – e più adeguata al reale accrescimento psicofisico – garantirebbe un primo voto più consapevole e responsabile, non frutto di una qualche infatuazione adolescenziale.

Brutte notizie per quei partiti e quelle “think tank” che da tempo tentano di abbassare a 16 anni l’età di voto, come “bad news” arrivano per chi, da oltre un secolo, cavalca il naturale ribellismo giovanile per capitalizzare voti ed adesioni.

Come anche per quanto riguarda la necessità di una moratoria sui programmi televisivi ed i videogiochi per i teenager, solitamente violenti o macabri, ed il dilagante fenomeno degli alcolici e delle droghe da (s)ballo tra i minorenni.

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Salute: un report per cambiare rotta

14 Dic

L’Italia è un paese dove un quinto della popolazione ha più di 65 anni.
Questo è il dato più evidente ed inquietante del Bel Paese: oltre 15 milioni di persone, che godono di pensioni mai accantonate e di servizi e diritti sanitari “a vita” che gravano su coloro che, più giovani, sono ancora al lavoro.
Un’enorme massa di persone che rappresenta un terzo dell’elettorato, che non usa internet per informarsi, che spesso vive in Italia settentrionale o centrale, che rischia di peggiorare le proprie condizioni di salute con cattivi stili di vita, in particolare la pigrizia e il fumo.

Questo è quanto riporta rapporto sullo stato di salute presentato dal ministro Renato Balduzzi.

Un report affidabile, se si tratta di dati confrontabili con l’ISTAT, ma tutto da verificare se parliamo i dati provengono dal Ministero, piuttosto discutibili e, spesso, generici e riferiti al contesto mondiale.

Sono, infatti, poco credibili i numeri che indicano, riguardo le droghe, che “il numero totale dei consumatori (sia quelli occasionali sia quelli che le usano quotidianamente) è stimato in circa 2.924.500”. Solo? Sarà allora un caso che, per i giovani, la prima causa di morte è rappresentata dalle cause violente: 5.073 su 14.169 complessive.

E devono far riflettere i dati che attribuiscono al “fumo di tabacco dalle 70.000 alle 83.000 morti l’anno, con oltre il 25% di questi decessi compreso tra i 35 e i 65 anni di età”, con buona pace sui maggiori accertamenti riguardo le morti per cause cardiovascolari.
Malattie che, comunque, hanno un’incidenza elevatissima, dato che “tra gli uomini, le malattie del sistema circolatorio, per la prima volta nel 2008, divengono la prima causa di morte (97.953 decessi), superando i tumori (97.441). Tra le donne invece, le malattie cardiovascolari si confermano principale causa di morte con 126.531 decessi su 296.366 (43%), mentre i tumori, responsabili di 74.767 decessi (25%), rappresentano la seconda grande causa di decesso.

Se parliamo delle cosiddette “malattie rare” (quasi ottomila patologie), circa il 30% dei malati ha un’attesa di vita non superiore i 5 anni, la restante parte ha decorso cronico con esiti gravi, in termini di disabilità e di qualità di vita, dato che la maggior parte riguarda il sistema nervoso e degli organi di senso.

Cosa possiamo ricavare dal Report sullo stato di salute del paese?

Innanzitutto, dobbiamo annotare che non c’è menzione dell’emergenza sanitaria nel Napoletano, che perdura da anni e che è sotto gli occhi del mondo.
In secondo luogo, è palese che il Sistema Sanitario Nazionale non sia monitorato a sufficienza ed i dati che fornisce non sono comparabili nè a livello nazionale, a causa della scarsa uniformità, nè per aggregati, a causa dell’assenza di una politica nazionale.
Inoltre, è evidente che la medicina di base non fa il proprio dovere, vista la quantità di morti per fumo e problemi cardiocircolatori.
Infine, poco o nulla si sa riguardo gli oltre 4 milioni di malati rari esistenti in Italia, per i quali “ufficialmente” esistono ambulatori e finanziamenti dedicati. Utile aggiungere che, grazie ai codici di esenzione, queste situazioni sarebbero ampiamente tracciabili.

Un Report non inutile, ad ogni modo, dato che fornisce delle chiare indicazioni per la governance.

Resta da chiedersi cosa farà il ministro Balduzzi con dei numeri così …
Continuare a chiudere ospedali generali e presidi territoriali, che servono ai cardiopatici ed ai malati rari, oppure incidere sulla medicina di base e le alte dirigenze sanitarie, che rappresentano lo zoccolo duro della Casta?

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