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Gli immigrati vanno verso lidi migliori?

14 Gen

Sono oltre 800.000 i posti di lavoro creati in Italia dalle circa 430.000  imprese con titolare straniero esistenti in Italia. Praticamente, gli immigrati lo stipendio se lo pagano da soli e lasciano, tra tasse e previdenza, preziosi euro nelle casse italiane.

L’elaborazione, pubblicata dalla Camera di Commercio di Milano, riporta i dati rilevabili dal Registro delle imprese esistenti nel secondo trimestre 2012 e comprova che quelle gestite da stranieri forniscono lavoro al 3,7% degli occupati nel settore privato italiano, una percentuale che raggiunge il 10,5% se parliamo delle ditte individuali (microimprese).

Roma è la provincia italiana con più imprese con titolare straniero (quasi 40.000), seguita da Milano (33 mila) e Torino (quasi 21 mila), ma è Milano la prima per numero di addetti con oltre 91 mila posti di lavoro, seguita da Roma (quasi 70 mila) e Torino (33 mila).

Spiccano, per numero di addetti, le province di Firenze (oltre 25 mila), Brescia (24 mila) e Prato (quasi 20 mila). Un fenomeno di ‘sostituzione/sovrapposizione’ alla nostra imprenditoria che inizia ad essere vistoso, in particolare, a Prato dove su 100 posti lavoro, 20 sono creati da imprese con titolare straniero. Una situazione, increscita, che vede situazioni incrementali anche a Teramo (incidenza: 7,7%), Imperia (6,7%), Firenze (6,7%), Lodi (6,5%) e Gorizia (6,4%).

imprese immigrati 2009

Secondo il Rapporto Annuale sull’Economia dell’Immigrazione realizzato dalla Fondazione Leone Moressa e patrocinato dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim) e dal Ministero degli Affari Esteri, sono poco meno di 100.000 le imprese condotte da stranieri, esistenti nel nel NordEst.
Esse producono il 6,4% del Pil del territorio, assorbono 581.000 gli occupati (11,6% del totale) e una retribuzione mensile inferiore di 255 euro rispetto agli italiani.  Sono circa 70.000 gli immigrati disoccupati (il 28,1% del totale) e oltre il 40% delle famiglie straniere vive al di sotto della soglia di povertà.

Una situazione promettente ma non lusinghiera che, se l’Italia non decide di imboccare la via dell’efficienza e dell’efficacia, rischia di compromettere ulteriormente il sempre più magro bilancio produttivo italiano.
Infatti, secondo il Financial Times è in corso un vero e proprio esodo dall’Italia da parte degli immigrati – come confermerebbe l’OCSE (- 3,3% di stranieri occupati del biennio 2010-2011) – e, secondo Banca d’Italia, gli invii di denaro all’estero sono calati di oltre 7 miliardi di euro nel 2012.

Immigrati che non vanno via a cuor leggero, se investono nella loro scelta italiana, specie se portano seco le famiglie, rinverdendo il bilancio demografico del nostro paese, e che rischierebbero volentieri il proprio futuro se noi ‘indigeni’ si decidesse di risistemare il nostro paese e se a loro ‘invasori’ fosse concesso il voto alle amministrative, visto che pagano tasse, tributi e IMU, oltre che a produrre reddito e bambini.

Bisognerà pensarci più prima che poi.

originale postato su demata