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Ucraina: l’India incontra Cina e Russia, ma non gli USA

3 Apr

Biden gioca col fuoco, ormai lo scrive anche il giornale più anglosassone d’Italia, l’Huffington Post, ma di cosa si tratta? Basta leggere la stampa indiana (neutrale) di questi giorni per saperlo.

Infatti, quattro giorni fa, il consigliere di Stato cinese e ministro degli Esteri Wang Yi è andato in visita in India ed è di ieri l’incontro tra il ministro degli Esteri indiano S. Jaishankar e il suo omologo russo Sergey Lavrov.

Riguardo l’incontro indo-cinese, India Today chiarisce che “i cinesi hanno un paio di obiettivi immediati. In primo luogo, la Cina ha percepito un’opportunità nelle divergenze dell’India con l’Occidente sulla sua posizione sull’aggressione russa in Ucraina.
La posizione neutrale dell’India durante la guerra ha suscitato reazioni estremamente negative da parte dei governi e della stampa occidentali. Com’era prevedibile, questo ha portato a un’esplosione di sentimenti anti-occidentali tra la popolazione indiana.”

Naturalmente, la Cina vuole approfittare di questo passo falso dell’Occidente, in particolare per ridurre il Quad composto da India, Australia, Giappone e Stati Uniti. “La sua propaganda ufficiale parla di come l’India venga fuorviata dagli Stati Uniti e dai suoi partner.”

La Cina sta anche cercando di ricucire le sue relazioni con l’India per assicurarsi che il primo ministro Narendra Modi visiti la Cina di persona per il vertice BRICS alla fine di quest’anno.

Secondo India Today, in futuro “dipende dall’integrazione di beni e servizi indiani all’interno delle catene di approvvigionamento globali: se l’India diventa un hub per la produzione, renderà quasi insostenibile il conflitto con l’India. Non solo per la Cina, ma per il mondo intero.”

Infatti, come riporta Rabi Sankar Bosu (CGTN) “indubbiamente, il conflitto Russia-Ucraina ha offerto un’opportunità unica sia alla Cina che all’India di migliorare le loro difficili relazioni e di parlare con una sola voce contro gli Stati Uniti, incapace di assumersi le dovute responsabilità per il conflitto Russia-Ucraina. In particolare, come la Cina, fin dall’inizio delle tensioni anche l’India ha chiesto colloqui diretti tra Mosca e Kiev per normalizzare la situazione ostile.

Molti analisti della sicurezza e delle relazioni internazionali ritengono che gli Stati Uniti siano responsabili della crisi in corso in Ucraina. In particolare, non ci sono dubbi sul fatto che gli Stati Uniti hanno iniziato ad aumentare il loro espansionismo in Ucraina attraverso la NATO, ignorando le preoccupazioni sulla sicurezza della Russia che sembrano essere la causa principale della crisi in corso.”

Finora, l’India ha dimostrato il suo impegno in una relazione decennale con la Russia. Mantenendo la sua “neutralità strategica”, l’India si è astenuta dal votare su tutte le proposte contro la Russia da parte degli Stati Uniti e dei suoi alleati al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, all’Assemblea generale e al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite. L’India è determinata a distinguersi a tutti i costi dall’asse guidato dagli Stati Uniti sulla questione ucraina”.

L’India non ha preso parte a nessuna protesta diretta anti-russa e la sua posizione è stata criticata dalla Casa Bianca perchè “non c’è un terreno neutrale in questa guerra” (ndr. mondiale, dunque?).

Ma ormai è abbastanza chiaro che l’amministrazione Biden applicherà a Nuova Delhi le sue sanzioni finanziarie sui futuri acquisti di armi dalla Russia, anche se il 70 per cento dell’equipaggiamento militare indiano è di origine russa. In particolare, gli Stati Uniti hanno fatto pressioni sull’India affinché non acquisti i sistemi di difesa aerea S-400.”

Nei suoi colloqui con la sua controparte indiana, Lavrov ha assicurato che gli accordi di difesa in sospeso saranno accelerati. La Russia sta offrendo all’India forti sconti sulla vendita diretta di petrolio con accordi di scambio rublo – rupia.

E che Joe Biden stia giocando con il fuoco ha le sue conferme a Priceton, dove, proprio ieri, John Williams, presidente della Federal Reserve Bank di New York, ha sollecitato pubblicamente tagli di bilancio della banca centrale già dal prossimo mese, in quanto “l’incertezza sulle prospettive economiche rimane straordinariamente alta e i rischi per le prospettive inflazionistiche sono particolarmente acuti”, visto che il debito pubblico USA (ed il bilancio FED) sono garantiti dai fondi pensionistici degli americani, con un pericoloso effetto domino in caso di cedimento.

Demata

iPhone: il gioco vale la candela?

4 Gen

Il Corriere della Sera e l’Huffington Post riportano, quasi fosse manna dal cielo, la storia di una mamma che, regalando un iPhone al figlio tredicenne, gli ha sottoposto un contrattino d’uso, con una serie di regole che dovrebbero essere più che scontate e che invece fanno scalpore.

Non portare il telefonino a scuola, stare alla larga dal porno, non fotofilmare tutto maniacalmente, riporlo dopo una certa ora della sera.

Qualche dubbio sulla bontà dell’idea nel suo complesso sorge subito, considerato che un iPhone, come vedremo, costa quello che costa e che il ragazzino potrà usarlo, durante la settimana, solo dal ritorno da scuola (ore 14.00) e fino alle 19.00: a quell’ora ci sarebbero piscine, palestre e compiti. Altro che chattare con gli amichetti.

A cosa serve ad un tredicenne un iPhone, da 500-900 euro, che potrà usare si e no per un’oretta al giorno? Misteri del consumismo.

Infatti, un iPhone 5, secondo i dati di sostariffe.it, costa tra i 600 ed i 900 euro a seconda del contratto abbinato. Praticamente quanto un ultrabook Acer core i5 di ultima generazione oppure la metà di un motorino 50 cc. della Kymco o dell’Honda o quanto tre nebook Acer o quattro smartphone Blackberry o Nokia, tutte ditte note per la qualità delle proprie tecnologie, come lo è la Apple.

Ma non solo. Un iPhone costa quanto percepiscono di pensione mensile circa 20 milioni di italiani e di salario base tanti operai e precari o quanto si paga d’affitto in due mesi per un appartamentino in periferia od, in un anno, per il riscaldamento autonomo. Costa quasi quattro volte La Treccani ‘light’ (due volumi, 1.400 pagine ciascuno, 190 euro totali) e due volte l’abbonamento di un anno a La Repubblica. O quanto un soggiorno di 10 giorni in Irlanda con tanto di corsi d’inglese madrelingua e certificazione internazionale.

I benefit dell’iPhone non sono nella sua durevolezza, tra l’altro, visto che la casa di Cupertino solo dal novembre scorso ha accettato di estendere gratuitamente la garanzia per due anni, come di norma, dopo le proteste dei consumatori. E, sempre riguardo la durevolezza del bene, va anche rilavato che il melafonino sta diventando uno degli oggetti più rubati negli USA, mentre in Europa si arriva ad assaltare a mano armata i TIR, se carichi di i-qualcosa, quasi fossero barili di whisky durante il Proibizionismo.

I punti di forza degli iPhone sono principalmente nella fotocamera di buona definizione, nel controllo vocale – che si basa su Wolfram Alpha, un motore di intelligenza artificiale assai evoluto, che funziona, però, solo se si è connessi con il datacenter Apple via internet – nella possibilità di impostare allarmi e avvisi geolocalizzati – ma a condizione però che i servizi di localizzazione siamo sempre attivi – e nella enorme messe di giochini ed utilità.
Rievocando un giochino giapponese di qualche anno fa, qualcuno potrebbe parlare di una vita da Tamagochi, quasi l’i-phone fosse un cucciolo di cui prendersi cura e da cui essere gratificato.

Non è un caso che negli USA, dove il fenomeno iPhone è nato prima, si stiano ponendo già da anni degli interrogativi.

The New York Times pubblicava, il 30 settembre 2011 (link), uno studio del prof. Martin Lindstrom, che ha provato a rispondere all’interrogativo “se possiamo veramente caratterizzare l’intensa devozione del consumatore per l’iPhone come una dipendenza?

Utilizzando la tecnologia di neuroimaging il prof. Lindstrom ha esaminato l’attività cerebrale dei soggetti nel visualizzare immagini di marchi come Apple e Harley-Davidson ed immagini religiose come la corona del rosario e una foto del Papa: l’attività cerebrale era stranamente simile durante la visualizzazione di entrambi i tipi di immagini.

Alcuni psicologi suggeriscono che utilizzando i nostri iPhone e BlackBerry attingiamo allo stesso apprendimento associative del cervello che rende così coinvolgenti altri comportamenti compulsivi, come il gioco d’azzardo.

Il prof. Lindstrom menziona nell’articolo anche un esperimento fMRI finalizzato a scoprire quanto gli iPhone sono  coinvolgenti, condotto con la collaborazione della società di MindSign Neuromarketing di San Diego, arruolando otto uomini e otto donne tra i 18 ei 25 ann ed esponendoli separatamente all’audio di una suoneria e al video di un iPhone che vibra.

I risultati hanno mostrato l’attivazione in entrambe le cortecce audio e video di cervelli dei soggetti. In altre parole, quando sono stati esposti al video, il cervello dei soggetti non solo ha visto l’iPhone vibrante, ma ha anche “sentito” la suoneria, e, quando sono stati esposti al solo audio, ha anche “visto” il melafonino. Questo potente fenomeno cross-sensoriale è noto come sinestesia.

Ma la cosa più sorprendente di tutte è stata la raffica di attivazioni nella corteccia insulare del cervello, che è associata a sentimenti di amore e compassione: i cervelli dei soggetti hanno risposto al suono dei loro telefoni come avrebbero potuto rispondere alla presenza o la vicinanza di un membro della famiglia od un fidanzata/o.

In una parola, è “amore“.

originale postato su demata