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Australia: Djokovic fa notizia, ma agli arresti c’è l’ex primo ministro

14 Gen

Novak Djokovic anche oggi si era allenato, dopo che il Ministro dell’Immigrazione Alex Hawke gli ha di nuovo revocato il visto di ingresso in Australia per “motivi di salute e ordine pubblico”, dopo l’annullamento del precedente provvedimento da parte della magistratura.
Dunque, i suoi avvocati hanno chiesto alla giustizia australiana di bloccare la sua espulsione dal Paese ed è prevista per oggi un’udienza d’urgenza.

Ma, se parliamo di immigrazione irregolare in Australia, è uno scandalo ‘minore’ quello che sta avvenendo nel caso Djokovic con il governo e la magistratura australiani che finora sono stati di diverso avviso: il fatto eclatante è l’arresto – avvenuto il 17 novembre 2021 – di Craig Thomson ex primo ministro laburista e leader sindacale, che avrebbe “facilitato più di 130 domande di visto fraudolente in quattro anni, con conseguenti guadagni finanziari per oltre 2 milioni di dollari”, oltre a “cinque violazioni del divieto di chiedere o ricevere una tangente”, due per “aver ottenuto un vantaggio finanziario con l’inganno” e una “per aver gestito proventi di reato”.

Una storia non nuova quella di Craig Thomson, aveva iniziato la sua carriera come funzionario nell’Health and Research Employee Association (HREA), il sindacato dei lavoratori ospedalieri nel New South Wales, e – pur non essendo un sanitario – nel 2002 arrivò ad essere eletto segretario nazionale dell’Health Services Union (HSU).
Infatti, come accaduto tante altre volte nel mondo, la successiva segretaria generale della HSU, nel gennaio 2008, si ritrovò con importanti irregolarità finanziarie nei conti del sindacato e – a differenza di tanti – avviò immediatamente un’indagine interna.

.Craig Thomson non è nuovo a questo genere di scandali.
Tra il 2007 e il 2011, per quattro anni, Thomson fu indagato da Fair Work Australia con serie “preoccupazioni per le prove dell’uso improprio dei fondi sindacali da parte del signor Thomson” e, infatti, la sua successiva condanna per furto e fronde riguarda solo l’aver utilizzato la sua carta di credito sindacale dell’Health Services Union per pagare prestazioni sessuali e spese personali.

Il recupero delle ingenti somme provenienti dai contributi assicurativi dei lavoratori iscritti al sindacato -più di 458.000 dollari australiani, secondo sentenza – si è dimostrato particolarmente difficile, anche per le competenze legali di Thompson, al quale, nell’ottobre 2016, la Law Society del New South Wales ha revocato l’abilitazione come avvocato, ritenendo che “non sia una persona di buona fama e carattere”.

Riguardo il processo in corso, Chelsea Brain, procuratrice del pubblico ministero del Commonwealth, ha sottolineato che che Thomson era “un facilitatore” del regime dei visti e, sebbene non avesse presentato lui stesso le domande fraudolente, era il “filo comune” tra le oltre 130 domande oggetto del caso.

Una vicenda come tante, quella di frodare il sistema sanitario per appropriarsi dei contributi dei lavoratori, … mica fa notizia come Djokovic.

Demata