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Il Governo Renzi sotto gli scandali

7 Apr

Il Governo Renzi- ad oggi – ha perso per dimissioni ben quattro ministri (Federica Mogherini e Maria Carmela Lanzetta del PD, Maurizio Lupi di NCD e Federica Guidi, indipendente), un viceministro (Lapo Pistelli del PD) e quattro sottosegretari (Antonio Gentile di NCD, Giovanni Legnini, Roberto Reggi e Francesca Barracciu del PD).

Di questi nove, ben cinque hanno preferito dedicarsi ad altro a pochi mesi dalla nomina, mentre gli altri quattro hanno dovuto farlo a causa di scandali:

  • Federica Mogherini, figlia del regista e scenografo Flavio Mogherini e militante comunista fin dal liceo: il 21 febbraio 2014 Matteo Renzi annunciava la sua nomina a ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, ma, già il 2 agosto 2014, lo stesso presidente del consiglio italiano  formalizzava la candidatura per la carica di Alta rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza.
  • Maria Carmela Lanzetta, ex sindaco ‘martire della nDrangheta’ di Monasterace nella Locride: il 21 febbraio 2014 è nominata  ministro per gli affari regionali e le autonomie, ma meno di un anno dopo, il 24 gennao 2015, già rassegna le proprie dimissioni, abbandonando la politica ed assumendo la presidenza dell’Associazione “Umberto Zanotti Bianco” finalizzata ai Beni Culturali.
  • Maurizio Lupi, giornalista ed ex democristiano: rassegna le dimissioni da ministro delle infrastrutture e dei trasporti il giorno 20 marzo 2015 prima che la Camera voti una mozione di sfiducia presentata nei suoi confronti dalle opposizioni.a seguito dello scandalo “Grandi opere” in cui era coinvolto personale del suo Ministero
  • Federica Guidi, vicepresidente di Confindustria: rassegna le dimissioni dall’incarico di ministro dello Sviluppo Economico a causa delle indagini su una fuga di notizie di alcuni emendamenti che avrebbe potuto favorire gli interessi imprenditoriali di persone a lei vicine
  • Lapo Pistelli, figlio di Nicola Pistelli, già deputato della Democrazia Cristiana: il 15 giugno 2015 lascia l’incarico di viceministro degli Esteri, preferendo la carica di vicepresidente senior dell’Eni, dove si occuperà “di promuovere il business internazionale e di tenere i rapporti con gli stakeholders – in Africa e Medio Oriente – e dei progetti sulla sostenibilità”.
  • Antonio Gentile: il 28 febbraio 2014 è nominato sottosegretario Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, ma già il 3 marzo 2014 annunciava le sue dimissioni a seguito delle contestazioni pervenute da parte dei direttori delle principali testate italiane, tra cui Ferruccio de Bortoli, Ezio Mauro, Enrico Mentana, Roberto Napoletano e Mario Calabresi, in relazione a gravi pressioni esercitate su un giornale calabrese pochi giorni prima
  • Giovanni Legnini,  docente e dirigente dei Democratici di Sinistra: nominato il 28 febbraio 2014  sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze, il 30 settembre 2014 si dimette, preferendo la vicepresidenza del Consiglio superiore della magistratura
  • Roberto Reggi, in politica dal 1994: il 28 febbraio 2014 viene nominato sottosegretario al Ministero dell’Istruzione nel Governo Renzi, il 19 settembre 2014 si dimette preferendo l’incaric di Direttore dell’Agenzia del demanio
  • Francesca Barracciu, docente e e militante comunista fin dal liceo: il 28 febbraio 2014 viene nominata sottosegretaria al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, ma  si dimette il 21 ottobre 2015 dopo essere stata rinviata  a giudizio per peculato aggravato per l’uso improprio dei fondi ai gruppi del consiglio regionale della Sardegna.

Poi, ci sono quelli che sono stati ‘solo’ sfiorati da scandali, come:

  • Pier Carlo Padoan, ministro dell’Economia e Finanze: assolto dalla denuncia di Adusbef e Federconsumatori per aver pagato in favore di Morgan Stanley & Co. International ben 3,1 miliardi di euro per la risoluzione anticipata dei contratti di swap. Dalle intercettazioni dello “Scandalo Gemelli” emerge che “Padoan ha messo lì la cricca del petrolio
  • Maria Elena Boschi, ministro per le Riforme Costituzionali e i Rapporti con il Parlamento con delega all’attuazione del Programma di Governo: accusata dalle opposizioni di conflitto di interessi nel ‘salvataggio’ di Banca Etruria, di cui era vicepresidente  il padre, che è stato indagato
  • Graziano Delrio, ministro delle infrastrutture e dei trasporti ed ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri: coinvolto nell’inchiesta «Aemilia» sul radicamento della ’ndrangheta in Emilia Romagna, nell’ambito della quale è stato sentito come persona informata dei fatti a proposito della criminalità organizzata che proviene da Cutro  nella Locride
  • Giuliano Poletti, ex Presidente della LegaCoop e ministro del Lavoro e del Welfare:  sulle cronache per le sue frequentazioni con personaggi indagati,  tra cui Buzzi di Mafia Capitale e Levorato della Manutencoop, si è finora giustificato affermando che “come presidente di Legacoop ho partecipato sempre alle iniziative e alle assemblee delle cooperative aderenti a cui venivo invitato”, anche se – da statuto – la “Legacoop promuove ogni iniziativa affinché le cooperative associate e i loro rappresentanti rifiutino ogni rapporto con organizzazioni criminali o mafiose e con soggetti che fanno ricorso a comportamenti contrari alla legge” e “si impegna a mantenere con le forze politiche, le istituzioni (…) un comportamento ispirato ad autonomia e indipendenza”
  • Claudio De Vincenti, docente universitario, dal 10 aprile 2015 sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri: indicato nelle intercettazioni dello “Scandalo Gemelli” come parte di un “gruppo” di soggetti stabilmente dediti e decisi a “manovrare” decisioni e procedure che il ministro Guidi definisce “combriccola”, “clan” ,”quartierino”.

 

… si, si … c’è da aspettare le elezioni comunali di Roma e Napoli, c’è da scoprire se gli USA saranno Dem o Rep, c’è l’incognita che i tedeschi ripudino la cattolica e “troppo caritatevole” Ang(h)ela Merkel … c’è il PD che avrà da fare i suoi congressi tra estate ed autunno, all’orizzonte c’è il problema delle pensioni,  c’è l’esito del referendum sulle trivelle, c’è l’incognita del referendum sulla riforma del Senato, c’è il Fiscal Compact che non permette manovre a breve termine … ci sarà, insomma, da arrancare fino a primavera 2017 … ma … è finita.
Game over, tanto … il rating è sempre BBB-, in temini di interventi strutturali sull’economia (a parte le note banche) nulla s’è fatto per le pensioni (cioè l’occupazione e l’innovazione) ed, anche senza l’esito del referendum sulle trivelle, il calo del prezzo del petrolio e delle risorse per la Sanità derivanti dalle accise sarà il tormentone finanziario prossimo venturo.

L’idea di un ‘uomo solo al comando’ circondato (e protetto) dal suo Cerchio Magico porta sempre a questo genere di finali. Reggerà ancora un po’ … dato che che sappiamo bene che fine fanno stabilità e pace sociale, se al governo di metropoli e nazioni vanno dei tribuni privi di ogni esperienza pregressa, come rischiamo che accada in mezza Europa.

La ‘lezione’ che arriva da questa vicenda è semplice: se si vuole un governo con elevate competenze tecniche ed allo stesso tempo esente da conflitti di interessi, il personale deve provenire dai ruoli dell’amministrazione e non dal ‘privato’ o dai circoli di partito.

Comprensibile il fatto che così si riducano notevolmente i ‘posti a tavola’, ma Matteo Renzi avrà una navigazione molto difficoltosa se vuole superare il 2017, a meno di non cambiare entourage e metodo politico … magari.

Demata

Senatori, deputati, multinazionali, lobbisti

20 Mag

Senatori e deputati a libro paga di multinazionali e lobbisti per cifre che andrebbero dai 1.000 ai 2.500 euro al mese, più qualche ‘fortunato’ che arriva fino a 5.000 mensili di mazzetta. Questa la denuncia di Le Iene, dopo le rivelazioni di un assistente parlamentare, protetto dal segreto.

Pietro Grasso, presidente del Senato e magistrato, esorta: «Chi sa qualcosa sui parlamentari pagati farebbe bene a denunciare questi comportamenti gravissimi». E, in effetti, la denuncia a ‘mezzo stampa’ c’è e qualche magistrato dovrebbe necessariamente aprire un inchiesta d’ufficio.

I ‘cattivi’ sarebbero, sta volta, le lobbies del tabacco e del gioco d’azzardo, che premerebbero per leggi ed emendamenti a loro favorevoli. Nulla di sorprendente, va così in tutto il mondo e spesso sono finanziamenti legali per le campagne elettorali, facilitati da leggi diverse dalla nostra sul finanziamento dei partiti.
Immediate le voci per la rapida approvazione delle norme anticorruzione, ma è la riforma dei finanziamenti ai partiti quel che serve per contrastare la concussione e l’occultamento dei finanziamenti, come è necessaria una nuova visione delle concessioni governative se si vuole risolvere a monte la questione ‘tabacchi, azzardo, accise, demanio marittimo, Equitalia, Caaf’.

Dunque, il punto non sono le eventuali lobbies del tabacco o quelle dell’azzardo – in gran parte estere, si noti bene – dato che il ‘problema’ vero è che se certi nostri parlamentari si dimostrassero ‘permeabili’ per soli 2.000 euro al mese, figuriamoci quali altre ‘lobbies’ possano esserci in grado di promettere ‘premi’ migliori, in soldoni od in carriere per figli e nepoti.

Se si accettano ‘quattro spiccioli’ per sigarette e gioco d’azzardo, quanti altri (denari, favori o ‘immunità’) potrebbero essere ‘graditi’ per tutelare gli interessi della Mafia o della Casta?

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Governo Letta: il PD guarda già alle elezioni

16 Mag

Il debito pubblico italiano a marzo ha raggiunto la quota record di 2.034,725 miliardi di euro, dopo i 2.022,7 miliardi raggiunti a gennaio 2013 e, nel 2012, si è avuta una riduzione del 27,5% rispetto al 2011 per i volumi di compravendite delle case (scese a 448.364 transazioni) per un totale di circa 46,4 milioni di metri quadri (-25,4% sul 2011), con una superficie media di circa 104 mq.

Il mercato dell’auto è è al 37 esimo crollo mensile (secondo il Centro Studi Promotor), a fronte di 116.209 immatricolazioni di aprile contro una media mesnsile di 185.086 auto vendute nell’aprile 2009. Intanto, serve oltre un miliardo di ore di cassa integrazione, con mezzo milione di lavoratori a zero ore equivalenti, principalmente nel centro Italia, in Veneto ed in Lombardia.

Intanto di Meridione non se ne parla, anche se lì i disoccupati non cassaintegrati sono a bizeffe, alle scuole si promette ‘stop a tagli’, come se si possa far funzionare un istituto superiore con 15.000 euro annui e basta, nessun allarme per i crediti delle aziende che eccedono ampiamente le disponibilità di Cassa Depositi e Prestiti, niente in programma per i nati dal 1950 al 1960 finiti nel limbo delle pensioni di Elsa Fornero, che la CGIL ritiene intoccabili.

Il PIL ha perso un altro percentuale e si fa spallucce, qui da noi, ‘che tanto già lo si sapeva’, dimenticando che è bastato solo un click, quello dell’annuncio ufficiale, per avviare tutta una serie di ricomputi, di cui ci annunceranno – solo tra qualche giorno, con calma – le ricadute sul peso degli interessi, sui conti UE, sulla perdita di qualche mercato.

In attesa del test elettorale di Roma Capitale, che servirà per ‘pesare’ i giochi interni del Partito Democratico, il governo Letta se la prende comoda, aspettando speranzoso la ripresa economica – che altrove c’è – e potersi attribuire ipotetici risultati e disastrosi benefici.
Peccato che a crescere siano gli USA e il Giappone. La Francia è in recessione, la Germania raccoglie un +0,1%, cioè nulla, mentre è ferma al palo, che c’è da attendere che sia rieletta, in autunno, Angela Merkel, accusata (all’estero ma non in patria) di eccessivo rigore finanziario e di vistoso germano-centrismo.

I nostri media non ‘strillano’ disgrazie a quattro venti, i mercati non scalpitano, il denaro ha raggiunto un tasso di sconto ridicolo, l’euro non vacilla.

E così andando le cose, il nostro Parlamento non trova meglio che occuparsi del decreto intercettazioni e si legge di IMU e CGI approvati, mentre è evidente che non c’è copertura finanziaria, se INPS, INPDAP e Cassa Depositi e Prestiti stanno come stanno e la Corte dei Conti suona l’allarme da mesi e mesi.

Intanto, in televisione si dibatte di sondaggi elettorali, di leggi per l’appunto elettorali, di candidati premier del centrosinistra per le elezioni …

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Sottosegretari: Letta getta la maschera

3 Mag

Se si voleva dare un segnale preciso al Paese ed ai mercati, il governo Letta/Alfano c’è riuscito: 30 sottosegretari e 10 viceministri declinati secondo lo standard Cencelli della Prima Repubblica, che spesso  hanno se non poche o pochissime competenze negli ambiti di governance cui saranno preposti.
E che, dunque, non si spiega perchè siano lì.

Ad esempio, i sottosegretari all’Istruzione Gabriele Toccafondi, laureato in scienze politiche e dirigente di cooperativa, Marco Rossi Doria, autore di successo, e Gianluca Galletti, politico ‘di professione’ e capogruppo dell’Unione di Centro alla Camera dei deputati.

Ai Beni Culturali ed il Turismo – non all’Ambiente od alle Politiche Agricole – vediamo Simonetta Giordani, biologa, e Ilaria Borletti Buitoni, imprenditrice impegnata nella tutela ambientale. Non a caso alle Politiche Forestali, Agricole e Alimentari troviamo Maurizio Martina e Giuseppe Castiglione, ambedue politici di ‘profesisone’, mentre il sottosegretario all’Ambiente è Marco Flavio Cirillo, che arriva ai vertici dello Stato con  la sola esperienza di sindaco di Basiglio, comune del milanese lambito dal fiume Olona, notoriamente inquinato, di cui pochi giorni fa il Corsera scriveva “cascate di schiuma e melma putrescente. Depuratori ko e scarichi abusivi.”

Il Sottosegretario alla Salute c’è il poco noto Paolo Fadda, di cui la Rete riporta solo che è un “ex-Pidiessino” e, sembra, autore di due testi dal titolo significativo “Alla ricerca di capitali coraggiosi” e “Alberto Castoldi: un’esemplare figura di imprenditore minerario.”

Alle Infrastrutture vediamo Vincenzo De Luca, ex sindaco di Salerno e politico di ‘professione’, Rocco Girlanda, amministratore delegato di alcune società editoriali del Centro Italia e coinvolto (non indagato) nella maxi inchiesta sugli appalti per il G8, ma soprattutto fa scalpore la nomina a sottosegetario di Erasmo De Angelis, presidente di Publiacqua Toscana, per la quale l’ADUC denuncia che “la tariffa idrica piu’ cara d’Italia diventa ancora piu’ cara”, di “so scandalo del conflitto di interessi”, perchè “l’Aato3, che decide gli aumenti proposti da Publiacqua, e’ gestito da persone nominate dai Comuni, che sono gli stessi che detengono al 34,63% le azioni di Publiacqua”, degli “utili che vengono dalle bollette degli utenti devono andare ai Comuni e questi ne fanno l’uso che credono, mentre per l’ammodernamento del sistema idrico si chiedono piu’ soldi agli utenti”.

Alla Difesa, i sottosegretari sono il politico di “professione” Gioacchino Alfano, relatore del famigerato Decreto Milleproroghe, e Roberta Pinotti, ex docente di lettere nei licei.

Agli Esteri, Marco Giro, già Direttore delle Relazioni Internazionali della Comunità Sant’Egidio … alla Funzione Pubblica, quel Gianfranco Miccichè che, nel 1988, interrogato nell’ambito di un’inchiesta sul traffico di droga, rispose: “Non sono uno spacciatore ma solo un assuntore di cocaina”, mentre, nel 2001, precisò che “se per fare gli appalti dovessimo aspettare che finisca la criminalità mafiosa allora non partiremmo mai”.

L’acqua è poca e la papera non può galleggiare.

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