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E se fosse Casini il futuro presidente?

7 Gen

Arrivano le prime proposte dei partiti per la corsa al Quirinale e troviamo personaggi papabili, come Casini (o Gentiloni), e tanti altri nomi per tutti i gusti.

Iniziamo con le femministe ‘storiche’ (Dacia Maraini, Edith Bruck, Liliana Cavani, Luciana Littizzetto, Sabina Guzzanti, Serena Dandini, Fiorella Mannoia, eccetera) che hanno firmato un appello  “È arrivato il tempo di eleggere una donna al Quirinale”.

La proposta di un presidente donna, però, ha mandato nel caos i Cinque Stelle, dove l’assemblea dei senatori ha chiesto di votare Sergio Mattarella, mentre Giuseppe Conte “vedrebbe bene una donna al Colle”, ma ha rischiato il commissariamento interno dopo aver chiosato “di nomi ne verranno fuori tanti nei prossimi giorni”. Ad esempio, Emma Bonino, Anna Finocchiaro e Rosy Bindi o meglio le più papabili, anche se meno gradite al centrosinistra, come Marta Cartabia, Maria Elisabetta CasellatiLetizia Moratti

Ma il ‘vero’ candidato del PD sembra essere Paolo Gentiloni (o forse Giuliano Amato, che compirà 84 anni a maggio), dato che non solo Mario Draghi, ma neanche Francesco Rutelli e Walter Veltroni sono ‘graditi’ al popolo della sinistra post-comunista.

Il Centrodestra in prima battuta sostiene Marcello Pera – e non Mario Draghi, a quanto pare – o anche Gianni Letta, ma sempre con l’incognita della destra populista che potrebbe rifiutare un moderato.

Fatto sta che, per l’elezione del presidente della repubblica, servono 505 voti su 1009 tra senatori (321), deputati (630) e delegati regionali (58) e il PD con i Cinque Stelle e Leu contano solo 386 parlamentari, mentre Forza Italia-Udc, Lega e Coraggio Italia insieme ne hanno 347, a questi si aggiungono 58 parlamentari di Fratelli d’Italia e 44 di Italia Viva.

Insomma, i nomi che i media riportano sono quasi sempre di centro-sinistra, come i due presidenti precedenti, Napolitano e Mattarella, e il centro-destra avrebbe la maggioranza a quanto pare.
Inoltre, alcuni nomi sono abbastanza divisivi, cioè ‘troppo pro partes’, mentre le estreme fazioni dei due ‘blocchi’ respingono candidati bipartizan ritenendoli ‘troppo moderati’.

Un vero caos informativo di cui non avremmo bisogno e che va ad aggiungersi al preesistente, mentre gli italiani meriterebbero un presidente della repubblica eletto al primo voto da almeno due terzi degli aventi diritto.

In altre parole, c’è bisogno di ‘Centro’, quello del dialogo e delle riforme.

Proprio quello che i liberali (Italia Viva e Democrazia Liberale) stanno sostenendo con la candidatura di Pier Ferdinando Casini.
Una candidatura forte, dando per scontato il sostegno ‘centrista’ di Forza Italia e di almeno una parte del PD e della Lega: l’ex Presidente della Camera dei deputati può vantare un’indipendenza dai partiti ed un ‘metterci’ la faccia patriottico senza pari nel contesto italiano, come quando nel 2008 lasciò il governo Berlusconi con cui era alleato dal 1996, per poi appoggiare il risanamento Mario Monti ed i successivi governi Renzi e Gentiloni.

Demata

Chi sarà la Presidente donna?

28 Dic

Si avvicina la data delle elezioni del prossimo Presidente della Repubblica italiana ed appare evidente che l’esigenza primaria di tutti gli italiani sia quella che Mario Draghi resti a presidiare i conti e la legislatura, evitando che il PNRR finisca sprecato in mille rivoli di chissà che cosa.

E, se il Parlamento finora non è riuscito ad esprimere un presidente del consiglio condivisibile, figuriamoci se si troverà la quadra per il Quirinale, dove – tra l’altro – i candidati scarseggiano.

Non Berlusconi, perchè non sarebbe certamente di ‘tutti gli italiani’ e, comunque, non darebbe ai partiti la certezza di un passo indietro per manifesti limiti di età tra due anni, facendo subentrare al Quirinale Draghi o chi per lui.
Difficilmente i Veltroni o i Rutelli del passato e comunque non uno dei mille leader pro tempore del PD o dei Cinque Stelle, tutti cannibalizzati dalle polemiche interne e particolarmente invisi al resto degli italiani che al momento sembrano essere pure in maggioranza.
Difficilmente un uomo del centrodestra, a meno che la Destra di Salvini e Meloni voglia cedere consenso e/o visibilità a Casini o Tajani, esponenti di un centro moderato ed europeista.

Ma non scarseggiano le donne candidabili alla Presidenza della Repubblica ed eccone alcune tra le più famose.

Maria Elisabetta Alberti Casellati (74)

laurea in legge spec. Diritto Canonico – professione: avvocato ;

attuale Presidente del Senato della Repubblica ;

coniugata con due figli ;segno zodiacale: leone

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Letizia Maria Brichetto Arnaboldi Moratti (71)

laurea in scienze politiche spec. in Diritto comunitario – professione: imprenditrice ;

attuale Vicepresidente della Regione Lombardia ;

coniugata con due figli ; segno zodiacale: sagittario

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Marta Maria Carla Cartabia (58)

laurea in legge spec. in Dritto Costituzionale – professione: giurista ;

attuale Ministra della giustizia ;

coniugata con tre figli ; segno zodiacale: toro

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Dietlinde “Lilli” Gruber (64)

laurea in lingue e letterature straniere – professione: giornalista

ex Eurodeputata ;

coniugata senza figli ; segno zodiacale: ariete

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Demata

Ex-Margherita, un altro scandalo nel PD

31 Gen

L’ex tesoriere della Margherita ed ex Direttore Generale degli Scout (AGESCI), Luigi Lusi, è indagato dalla Procura di Roma per una presunta appropriazione di somme relative a rimborsi elettorali.
Il senatore del Partito Democratico avrebbe ammesso di aver sottratto al bilancio 13 milioni di euro: si sarebbe impossessato del denaro attraverso decine di bonifici destinati a se stesso e ad una società a lui riconducibile, investendoli in Canada ed acquistando una casa a Roma ed una villa a Genzano (Roma).

Una Margherita, oggi parte di quel Partito Democratico che aveva contribuito a fondare. Un’altra Margherita, oggi Alleanza per l’Italia, che si vede sottrarre almeno 13 milioni di Euro proprio mentre le distanze dagli ex-PCI e gli ex-DC andavano ad acuirsi.

Non stupisce che un inferocito Francesco Rutelli, costituitosi come parte offesa anche a nome del partito, abbia dichiarato: «Il potere amministrativo era interamente nelle mani di Luigi Lusi. La Margherita intende recuperare tutto il maltolto».

Come nessuno si meraviglia di un poco incisivo, meno del già scarso solito, Pierluigi Bersani: «Noi non sappiamo nulla di questa vicenda e aspettiamo di avere chiarezza, se verranno accertate responsabilità individuali».

E come non potrebbe, se un galantuomo come Arturo Parisi va a precisare che «Quando a maggio 2011 si riunì l’assemblea della Margherita per approvare il bilancio mi accorsi di alcuni voci opache. Somme consistenti in uscita. Chiesi una sospensione ma venne rifiutata. Si decise allora di istituire una commissione di verifica. Si riunì una sola volta, ma andò deserta».

Maggio 2011, voci opache, somme consistenti in uscita, una sospensione rifiutata, una commissione di verifica deserta … non c’era solo Luzi a chiudere i conti della Margherita.

E c’è ancora chi riesce ancora a fermarsi alle “responsabilità individuali” …

originale postato su demata