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Letta bis: cambiar tutto per non cambiar niente?

13 Gen

«Governo avanti ma non così, 15 giorni decisivi. Forza Italia non si può escludere. Berlusconi? Se serve, lo incontrerò», così sintetizza il pensiero di Matteo Renzi (a nome del Partito Democratico tutto) il titolo del Corriere della sera on line, ma, secondo La Stampa, sul «Doppio turno, nel Pd fronda contro Renzi».

«De Girolamo in Parlamento. Il Pd chiede chiarimenti. Rimpasto sempre più vicino», questa la testata di La Repubblica on line, mentre Il Messaggero conferma: «Governo, squadra e agenda nuova: pronto il piano per il Letta bis».

L’idea prevalente tra i nostri politici è quella che – dopo lo strappo di Forza Italia e l’affermazione di Matteo Renzi – non si possono sostituire solo alcuni ministri con un’operazione chirurgica, ma vada azzerata e ricomposta l’intera compagine ministeriale.

Per far cosa non si sa, ma quello che conta è l’importanza dei ministeri che vedrebbero un quasi sicuro cambio di inquilino: Sviluppo (Flavio Zanonato) e Lavoro (Enrico Giovannini), Interni (Angelino Alfano), Economia (Fabrizio Saccomanni), Agricoltura (Nunzia De Girolamo), Giustizia (Anna Maria Cancellieri) ed Esteri (Emma Bonino).

Quello che ‘non conta’ è che – a partire dal 7 novembre  2010, quando Futuro e Libertà uscì dalla maggioranza di governo dissentendo dalla politia economica del ministro Tremonti – abbiamo avuto tre governi in 38 mesi, di cui almeno la metà trascorsi nello stallo più totale, attendendo il rinnovo o le elezioni.
Proprio come oggi e, attendendo la riforma del Porcellum, per i prossimi mesi …

“Bisogna cambiare tutto per non cambiare niente”, Giuseppe Tomasi di Lampedusa (1956)

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Decreto Fare, 80 punti su cui prendere le misure

16 Giu

Arrivano le 80 misure del Decreto Fare. Enrico Letta: «Sono misure per rilanciare l’economia», ma di soldi ‘freschi’ non se ne vede l’ombra. Se la cava meglio, il vicepremier e ministro dell’Interno, Angelino Alfano: «Il cittadino deve percepire lo Stato come amico, per questo abbiamo riequilibrato il rapporto tra cittadini e fisco».

Infatti, uno dei provvedimenti annunciati è la revisione dei poteri di Equitalia, che impedisce la messa all’asta della prima casa e, per i contribuenti in difficoltà economica o con momentanea carenza di liquidità, la rateizzazione dei debiti tributari fino a 120 rate e la possibilità di rinviare il pagamento fino a otto rate consecutive.
Un intervento ‘giusto’ che, per come è formulato, rischia di innescare un circolo vizioso di morosi e di ‘meno abbienti’ che accumulano debiti ed interessi sempre più avviluppati in una morsa creditizia.

Saranno destinati 3 miliardi di euro ai cantieri ed ai lavori in infrastrutture e in piccole, medie e grandi opere, recuperando circa 30.000 posti di lavoro.
Non è molto, ma almeno è meglio di niente. Servirà a dare ossigeno al settore edile, a completare opere ed a … garantire equilibri, prebende e accordi vetusti. Niente nuovi investimenti per nuovi interventi.

Si promettono prestiti ad un tasso agevolato per 5 miliardi di euro complessivi per favorire l’acquisto di nuovi macchinari da parte delle imprese, con un massimale fino a 2 milioni di investimenti per ciascuna azienda.
Serviranno a sostenere l’export, che è l’unico settore in attivo che abbiamo, oppure faranno la stessa fine di tanti contributi europei del passato, oggi capannoni vuoti, agriturismi deserti, aziende agricole in passivo, false fatturazioni eccetera?

In tema di giustizia, viene introdotta la mediazione obbligatoria nei contenziosi civili, con la previsione di smaltire un quarto delle pratiche arretrate, che sono oltre un milione.
Arriva la Common Law, finalmente. Non è proprio la Common Law, bisognerà vedere come funzionerà l’arbitrato e con quali poteri, ma è piuttosto improbabile che possa avere successo se “si farà reclutando 400 giudici onorari, che lavoreranno guadagnando 200 euro a sentenza”, come annuncia il ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri. Si tratterà, a quanto pare, di meritevoli neo laureati in giurisprudenza con stage presso tribunali e Corti d’appello …

Si annunciano sgravi energetici per le famiglie o, meglio, per l’energia elettrica prodotta con impianti alimentati da fonti rinnovabili e “assimilate”, come conferma il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, che annuncia «misure che consentono di ridurre le bollette energetiche degli italiani di 550 milioni, con l’utilizzo del biodiesel e con la modifica del Cip6».
Nei grandi cenri urbani, dove vive gran parte degli italiani, il problema ‘bolletta’ resta.

E’ anche previsto un investimento straordinario di edilizia scolastica finanziato dall’Inail fino a 100 milioni di euro all’anno dal 2014 al 2016.
Una miseria, considerato che gli edifici sono almeno 50.000 e che, fino a pochi anni fa, in Legge Finanziaria, veniva inserito un ‘fondo’ di 500 milioni di euro a cui gli Enti Locali potevano attingere.

Come anche è annunciato lo sblocco del turn over nelle Università, fino al 50%.
Apparentemente una norma contro i ‘baroni’ e a favore dei ‘precari’. In realtà, è un maggior costo per l’INPS e consolida la spesa di personale delle Università, a tutt’oggi un po’ sprecone, come le statistiche dimostrano … se, poi, tra i ‘precari’ si annidassero un tot di ‘nepoti’, il quadro sarebbe completo, visto che noi li assumiamo a vita ed all’estero i professori ed i ricercatori hanno tutti contratti a termine.

Ed arriva il pagamento di un indennizzo da parte degli uffici pubblici inadempienti nei confronti di un cittadino.
Una norma che, si spera, inciderà su tanti andazzi, visto che pagare un indennizzo per ‘negligenza’ comporterà – gioco forza – la rilevanza giuridica per maggiore spesa erariale. Ci sarà, dunque, da intervenire sulla disciplina del pubblico impiego, sui contratti di lavoro della P.A. e delle scuole, sui poteri ed i doveri di quadri e dirigenti. Chissà se Enrico Letta ha messo in conto l’urgenza di intervenire di concerto con i sindacati dei dipendenti pubblici …

Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare.

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Iva e Imu: le bugie con le gambe corte

14 Giu

Il fronte dell’Iva potrebbe essere la caporetto del Governo Letta, se si avvererà l’aumento, a partire dal primo luglio, riguardo il quale il ministro per lo Sviluppo Economico, Flavio Zanonato, è perentorio: “fra 16 giorni, senza che il governo faccia nulla, visto che è stato un provvedimento già deciso dal precedente esecutivo, noi avremo l’Iva aumentata di un punto dal 21 al 22%.”

Una situazione confermata anche dal ministro per l’Economia, Fabrizio Saccomanni: “Siamo consapevoli degli effetti negativi che un aumento può provocare, anche se il reperimento delle coperture alternative potrebbe essere non meno gravoso.”

Una situazione analoga anche sull’Imu. “Si tratta di un’imposta che se dovesse essere eliminata comporterebbe un onere di finanziamento di 4 miliardi l’anno che, se si aggiungono ai 4 miliardi per l’Iva, fanno ipotizzare la necessità di interventi di tipo compensativo di estrema severità che al momento attuale non sono rinvenibili”.

Cosa accadrà alle famiglie ed alle piccole imprese, prese tra Scilla e Cariddi, Iva e Imu, è presto detto: meno consumi, più debiti.
E cosa resterà da fare, se non andare al voto dopo un brevissimo governo tecnico, per modificare il Porcellum seguendo le “prescrizioni” della Corte Costituzionale, che ha espresso ampi dubbi di costituzionalità sulla legge con cui abbiamo votato per otto anni e tre elezioni?
Perchè il Partito Democratico ha demandato ‘a diciotto mesi’ la riforma della legge elettorale, invece di adempiere subito, come chiedeva, viceversa,  il capogruppo del Pdl alla Camera, Renato Brunetta? E perchè il Centrodestra rifugge dal ritorno alle preferenze in scheda elettorale, mentre si rifugia in un obsoleto ‘progetto Forza Italia’?

Intanto, le bugie hanno le gambe corte e, dopo i fatti turchi, mancano solo l’Italia e la Spagna alla conta dei paesi del Mediterraneo precipitati nel caos.

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IMU, non IMU ed il paese senza meraviglie

2 Mag

Giorni fa, italiani e mercati tiravano un respiro di sollievo: è fatto, l’Italia ha un governo, che, forse, durerà pià di una stagione o di un anno, chissà. Tra l’altro, l’ultima cosa che si poteva pensare di Enrico Letta è che fosse un uomo da passi avventati, come quello del ‘salasso’ per le esauste finanze italiane, che zero IMU e tanta cassa integrazione apporteranno, insieme alle risorse che comunque servono per intervenire in aiuto di tanti esodati e disoccupati, che le politiche del Lavoro dell’ultimo anno hanno dimenticato.

Fermo restante che è ingiusto ed iniquo far pagare l’IMU sulla prima casa a chi rientra nelle fasce ISEE, che i redditi bassi devono pagare tasse locali proporzionate e che se si tratta di attività con ricavi sgravi ed esenzioni vanno ben valutati in funzione della crescita locale, va detto anche che a ‘voler mobilizzare 20 miliardi’ per alleviare la pressione fiscale ed alimentare l’occupazione si potrebbe fare ben altro.

Ad esempio, con previsionalità di minori entrate equiparabili a quella dell’IMU, si potrebbe ridurre l’IVA, almeno in alcuni settori, di un punto – non solo lasciarla così com’è – e rilanciare consumi e produzione . Come anche si potrebbero ‘aggirare’ alcune norme antiprotezionistiche dell’Unione, introducendo norme che consentano ai Comuni di modulare imposte e tributi in modo che abbiano effetti positivi sulle economie locali.

Allo stesso modo, se si vuol far ripartire le grandi aziende, oltre agli sgravi ed aiuti, servono contratti di lavoro molto diversi da quelli di cui si sente parlare dai nostri sindacati, che vogliono mantenere l’organizzazione verticistica che li ha resi parte della Casta ed arbitri dei destini italiani.
Contratti che diano spazio alle scelte ed ai benefit locali, in un quadro nazionale di regole, ma anche di intese che permettano – secondo un modello molto affermato nei paesi ‘veramente’ industriali e sperimentato con successo in Italia dall’Olivetti che fu – a fondazioni ed enti benefici alimentati dalle aziende di sostenere il benessere del territorio dove operano.

Una piccola rivoluzione, che riporterebbe la politica al ruolo ed al livello (alto) che le compete: in nessun paese al mondo, salvo quelli comunisti, esistono dei raprresentanti sindacali che sforino così tanto dal loro ruolo di lobby rappresentativa di interessi di una parte, ormai neanche maggioritaria, dei cittadini che producono.

Un mondo produttivo che è relativamente in crisi nei settori coperti dalle casse integrazione che tanto CGIL-CISL-UIL difendono a spada tratta. I disoccupati di oggi sono manovali, camerieri, banconisti, piccoli artigiani, precari con famiglia a carico, casalinghe con la laurea, giovani con la terza media che stazionano in sala giochi. Ditte individuali.
Dunque, non c’è da prendere atto che oggi come 30 anni fa i nostri sindacati continuano a distinguere tra un’illicenziabile pubblica amministrazione, gli occupati/disoccupati da cassa integrare, gli altri lavoratori.

Anche in questo caso ci si aspettava qualcosa di diverso. Ad esempio, formazione e riconversione professionale, non solo aiuto sociale. Anzi, visto che il reddito minimo è tutto ancora da discutere (abbatterebbe lo sfruttamento del lavoro nero, mettendo nei guai una parte del made in Italy), perchè non condizionare aiuti e sussidi all’inserimento in programmi sociali di riprofessionalizzazione e riqualificazione? Dicono che il turismo è il futuro dell’Italia e lo dicono proprio i vari Monti e Prodi …

E qui arriviamo al dunque: dove trovare i soldi per ripartire.
Certo, ci sono i tagli, ci sono gli sprechi, ci sono le caste, c’è l’evasione fiscale come c’è la mafia. Tutti obiettivi a lungo termine, che solo un governo forte e di longevo può sperare di affrontare con successo. Il buco Sanità? Indiscutibile con quasi 100 parlamentari che arrivano dal settore …

Ma, se parliamo di soldi, c’è il Demanio, con coste e luoghi ameni che attendono solo di essere valorizzati, c’è l’INPS, tirchio con i deboli e benefattore con i potenti, ci sono sedi ministeriali e degli enti locali del tutto inutili, mal dislocate e onerose. C’è Equitalia, che se vale quel che dice di valere – potrebeb essere effettivamente privatizzata privando il MEF di un ignobile ruolo di gabelliere e privando gli esattori del ruolo ‘istituzionale’ e degli accessi ai nostri dati personali di dubbia costituzionalità.
C’è la questione degli interessi maturati sui mutui, specie quelli ultradecennali, e l’evidenza che da un lato sono enormi, con la conseguenza che è crollato il settore, e che anche un’aliquota minima dell’1% sgli utili porterebbe nelle casse dello Stato enormi quantità di liquidità. Una questione che potrebbe essere affrontata nel corso della soluzione del caso Cassa Depositi e Prestiti o nel riparto – che prima o poi avverrà – di Finmeccanica e RAI.

In questo momento, il Governo Letta ha un’ampia maggioranza parlamentare, ma – mettendo insieme il 20% che non ha votato, il 18% che è andato a M5S, il 3% della Lega e di SEL con il 2% di Ingroia – viene fuori che quasi la metà di italiani è molto lontana dal sentirsi rappresentata.
Diciotto milioni di elettori – uno più uno meno – ai quali si aggiungono i tanti che hanno votato PD-Monti-PdL, ma stanno lì, diffidenti, a guardare … come, a guardare, c’è l’Europa, aspettando qualche passo falso del buon Enrico Letta che, forse, è già avvenuto.

Dunque, basta giochi di palazzo, si inizi a parlare di politica economica e del lavoro e, se si vuole placare il malcontento e smetterla con la politica ‘urlata’, si dia al Movimento Cinque Stelle un ruolo importante nella Convenzione per le Riforme, visto che con il 25% alla Camera è fuori da tutte le cariche istituzionali e da tutte le commissioni che contano. A furia di occupare sedie e poltrone, s’è lasciato il trono fuori le mura …
Aggiungere nanismo politico ed altra arroganza all’iniquità e all’incapacità ed all’avidità già dimostrate sarebbe un errore ferale per la politica e la governabilità italiane.

Mario Monti spiegava – giorni fa in televisione – che ‘loro’ prefriscono non confrontarsi con un certo mondo, come se fosse tutto composto da ignoranti od urlatori, ma che, comunque, ‘accettano i suggerimenti’.
Il Professore, a dire il vero, di suggerimenti che arrivavano ‘da noi comuni mortali’ ne ha accettati davvero pochi. Speriamo che Enrico Letta, almeno un’oretta in Rete al giorno, magari anche su siti non italiani, la trascorra e che, ancora quarantenne, non si sia già tagliato fuori dal (caotico, ma spietato) dibattito globale … smettiamola di dimenticare che dietro 100 tweet su una pagina di un politico, ci sono migliaia di ‘popolani’ che borbottano, centinaia di notizie unofficial, studi e statistiche ben accreditati.

Se le folle urlanti sono preludio di fatti infausti, e siam d’accordo, questa Politica preferisce forse vivere in un ‘mondo a parte’ e che si continui a ridergli dietro, visto che Crozza è più seguito dei telegiornali, ormai, e che l’immagine dell’Itala è putualmente deturpata?
Vogliamo continuare a vivere degli spiccioli che forse Angela Merkel concederà ‘per il bene dell’Europa’? E per quanto ancora?

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Padova, il nuovo muro della vergona

10 Ott

A Padova, dopo il muro di via Anelli, anche nel quartiere Arcella arrivano i reticolati.
Il filo spinato, comprato da alcuni residenti per la modica cifra di 400 Euro, servirà a “difendere” la parrocchia dagli spacciatori, che abitualmente si “piazzavano” nelle immediate vicinanze.
I residenti esultano, gli spacciatori si sposteranno di qualche metro, al degrado si aggiunge il recinto, ma il Comune non interviene.
Eppure, sarebbe bastata una pattuglia e qualche assistente sociale in più: per gli spacciatori e per chi ha messo il filo spinato.

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