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La Lega e gli errori

22 Ago

salviniChi accusa Salvini di voler sfruttare i consensi elettorali si sbaglia: abbiamo votato solo un anno fa (2018) e la Lega si è attestata al (solito) 17%, con buone percentuali al Settentrione e poco o nulla da Roma in giù.
Consensi elettorali di che?

La verità è che hanno sbagliato gli spin doctors della Lega, confondendo i social con gli elettori e i sondaggi con i voti reali.

Riguardo i Social,  a parte la lotta contro le Fake News a livello mondiale, visto che servono a manipolare le elezioni, abbiamo tutti potuto notare che i moderatori di Facebook Italia hanno iniziato a dare corso alle segnalazioni per messaggi di odio, infamanti, violenti, non appena la Germania ha iniziato ad indignarsi per le urla degli Haters italiani contro Carola Rackete.
Ma non solo, da allora Facebook ha responsabilizzato gli Amministratori dei gruppi e delle pagine e adesso ci sono tasti appositi per segnalargli se cancellare messaggi e bandire persone.
Fine della storia, se persino il gruppo FB seimioffical del ministro degli Interni si becca una reprimenda.

C’è, poi, l’illusione dei sondaggi che diventano consensi i quali a loro volta diventano voti e seggi in Parlamento: è il tipico errore che commettono coloro che arrivano alla Politica dal Marketing.
Illusione, miraggio, se parliamo delle Elezioni Europee 2019 alle quali in Italia hanno votato 26.783.732 persone, mentre erano 32.840.055 gli elettori che hanno votato per la Camera dei deputati 2019 e sarebbero 46.604.925 di aventi diritto (estero escluso, dati 2018).

In altre parole, pochi mesi fa è solo accaduto che l’elettorato di Forza Italia sia migrato (per assenza di personaggi e proposte) alla Lega, la quale ha captato forse un milione di elettori dei Cinque Stelle, ma nulla di più: tanti erano i voti  per il Centrodestra nel 2018 e più o meno tanti sono rimasti nel 2019 (12 milioni circa).

Il ‘dato’ delle ultime elezioni (e dei sondaggi che le hanno seguite) racconta solo due ‘certezze’: il Partito Democratico appare stabilmente sotto la soglia del 20% e tale sembra essere il consenso ‘reale’ per i Cinque Stelle, dopo l’esaltazione della crescita fulminea.

Ma da questo ce ne vuole a prospettare di prendere … i pieni poteri con il solito 17% circa della Lega, grazie all’aver ridotto il numero dei parlamentari e solo approfittando delle divisioni interne altrui con l’elettorato che si astiene.

Ovviamente, in molti ci stiamo chiedendo perchè la Lega non ha pensato a governare approvando la Flat Tax, riformando le Pensioni, andando in UE a farsi valere e negoziando l’Autonomia differenziata … invece che accanirsi con le Ong e i migranti e correndo dietro a tutti i tweet manco fosse un’agenzia stampa.

L’unica certezza è che quelle della Lega erano tutte promesse al vento.
Chi l’ha visto “superare la Fornero”, “buon senso in Europa”, “meno tasse più investimenti”, “più autonomia alle Regioni” eccetera?

Demata

Tiziana, i video hard personali e le riflessioni di un internauta

18 Set
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Era stata condannata a 20.000 euro di spese giudiziarie, per aver chiesto di bloccare un suo video compromettente che continuava ad essere pubblicato su internet, esponendola alla gogna mediatica e al dileggio per strada.

Dicembre 2014 – gennaio 2015 Tiziana invia filmati hard a alcuni uomini tramite Whatsapp.

Maggio 2015: Tiziana consegna una querela circostanziata indicando in almeno uno dei cinque uomini ai quali aveva inviato quei video hot – senza averli mai incontrati – il responsabile della divulgazione su Internet.
Tiziana aveva presentato denuncia anche per violazione della privacy, ma gli inquirenti avrebbero individuato nel mancato esplicito divieto da parte di Tiziana alla diffusione dei video che lei stessa aveva inviato ad alcuni amici, un limite alla configurabilità del reato.

Ottobre 2015, Tiziana ritira le accuse verso gli uomini (Christian, Antonio, Enrico, Antonio) da “accusati” a “persone informate dei fatti”, come lo era Luca il suo ex fidanzato, su chi continui ad alimentare la gogna mediatica..
Tiziana aveva chiesto alla magistratura di sequestrare un sito web che aveva pubblicato i video con le immagini dei rapporti intimi.

Di recente, il pm Alessandro Milita la condannava a circa 20.000 Euro di spese di giudizio, perchè il sequestro del sito web appariva inutile in quanto quelle immagini erano ormai già state scaricate da numerosi utenti che le avevano pubblicate in altri siti e che il blocco non sarebbe servito a impedirne la circolazione su internet.

Ma avrebbe fatto da deterrente, aggiungeremmo noi comuni mortali, che ben comprendiamo – a differenza delle norme vigenti  e delle imposizioni dei gestori dei siti Social – come Tiziana NON avesse alcuna intenzione di rendere ‘pubblici’ i suoi filmati.

SOLUZIONI

Sarebbe un ottimo deterrente – oltre che giusta – una norma che renda i siti social corresponsabili dei reati che dovessero derivare dalla diffusione di materiali audiovisuali privi dell’esplicito consenso del diretto interessato, allorchè debitamente informati od ammoniti da questo. Perchè vengono rimossi profili Facebook (o di altri social) se pubblicano foto di suore vestite in spiaggia o di bambini vietnamiti nudi in fuga, ma restano intoccabili quelli che finora hanno provocato suicidi in mezzo mondo?

Sarebbe urgente – non in Italia ma nel mondo – una moratoria tra i giganti del WEB, che porti alla chiusura dei profili di coloro che inviano con persistenza messaggi offensivi ad personam. Fino a quando la gente si incontrava in piazza, anzichè on line, chi lanciava sassi o sputi veniva arrestato all’istante … per turbativa della quiete pubblica. L’arresto immediato era necessario per evitare che qualcuno lo imitasse o qualcun altro si facesse giustizia da se. Se i Social sono ‘area pubblica’ chi è che provvede “sul posto” a garantirne la “quiete”?

Sarebbe stato ovvio – ma non lo è stato – che per l’acceso dei minorenni ai Social fosse prescritta l’autorizzazione formale dei genitori e che dei crimini telematici se ne occupasse una magistratura apposita – in Italia come altrove – vista la rapida evoluzione dei mezzii tecnici e dei fenomeni sociali.

Sarebbe Giustizia che il magistrato potesse non condannare il soccombente alle spese di giudizio “secondo giusto intendimento”, specie se parliamo di bullismo / stalking o di strapotere delle big companies.

Demata

Vogliono imbavagliare Wikipedia. E non solo

25 Giu

Gentile lettrice, gentile lettore,

il comma 29 del disegno di legge in materia di intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali (rif.) – se approvato dal Parlamento Italiano – imporrebbe ad ogni sito web, a pena di pesanti sanzioni, di rettificare i propri contenuti dietro semplice richiesta di chi li ritenesse lesivi della propria immagine.

Attenzione, non basterebbe una smentita del blogger o la pubblicazione di un commento oppositivo. No, secondo il decreto l’autore dovrebbe modificare il testo, pena l’oscuramento, prima ancora che il presunto danneggiato possa aver vinto una eventuale quanto improbabile causa giudiziaria e comunque a prescindere che abbia dimostrato l’infondatezza delle fonti.
E, sia chiaro, non parliamo di testi contenenti offese o falsità: basta pubblicare una biografia non gradita o commentare causticamente un evento per ‘attentare alla reputazione’ della Casta.

Una norma che permetterà, con una banale Email, a qualunque politico o pubblico funzionario di cancellare dalla Rete qualunque notizia che a suo ‘soggettivo’ avviso possa ledere alla sua reputazione.

Praticamente come nel mondo virtuale di Facebook, dove è possibile cliccare ‘mi piace’ ma non c’è il tasto ‘non mi piace’.

Una legge che, se approvata, allarma addirittura Wikipedia, che ritiene che,  con l’approvazione di questa norma, “sarebbe obbligata ad alterare i contenuti delle proprie voci indipendentemente dalla loro veridicità, anche a dispetto delle fonti presenti e senza possibilità di ulteriori modifiche. Un simile obbligo costituirebbe una limitazione inaccettabile all’autonomia di Wikipedia, snaturandone i principi fondamentali.”

Wikipedia è la più grande opera collettiva della storia del genere umano, in continua crescita da undici anni grazie al contributo quotidiano di oltre 15 milioni di volontari sparsi in tutto il mondo. Le oltre 930 000 voci dell’edizione in lingua italiana ricevono 16 milioni di visite ogni giorno, ma questa norma potrebbe oscurarle per sempre.

L’Enciclopedia è patrimonio di tutti. La Rete è un patrimonio di tutti.

Non permettere che scompaia.

originale postato su demata


Vendola “gay con turbe psichiche”

8 Gen

Che la Giunta di Nichi Vendola navighi in cattive acque è cosa, forse, poco nota, come ha avuto poca risonanza, finora, la pesante nota spese della Regione per viaggi e rappresentanza (quasi un milione di Euro). Però, che il Governatore della Regione Puglia venga apostrofato su Facebook, dandogli del “gay” o delle “turbe psicologiche” è una vera vergogna.

A farlo è l’assessore ai trasporti del Comune di Lecce, Giuseppe Ripa (Pdl), il cui sindaco, Paolo Perrone, che si è dissociato pubblicamente “dalle affermazioni inopportune” anche a nome del governo cittadino., nonostante sia fortemente critico verso Vendola, allorchè scrive che «la sanità pugliese è al tracollo perchè la politica regionale è fatta di interventi col contagocce».

Ma cosa di tanto grave ha scritto Giuseppe Ripa, politico locale del PdL in quel dì di Lecce?

“Sono ormai 7 anni che governate e le liste di attesa, tanto attaccate dal Sig. o Sig.ina Vendola non solo non sono diminuite, ma sono ormai divenute annuali”.

Signore o Signorina? Mica siamo nel Medioevo e, comunque, la cosa è davvero di cattivo gusto e non resta che interrogarsi sulla rozzezza del personaggio.

In natura esistono solo due tipi di generi umani: l’uomo e la donna. Il resto viene classificato scientificamente come ‘turbe della psiche, patologia che rientra nelle competenze della scienza sanitaria in generale e della psicanalisi in particolare”.

Omofobia, sembrerebbe a prima vista, ma Wikipedia, in sintesi, può esserci d’aiuto.

“Le teorie sulla differenziazione dell’orientamento sessuale vengono classificate in quattro categorie, a seconda del tipo di fattore che si ritiene determini (o predisponga) l’orientamento sessuale:

  1. il comportamento e l’orientamento sessuale è determinato da fattori biologici (in particolare ormonali e/o genetici)
  2. il comportamento e l’orientamento sessuale è ricollegato allo sviluppo psichico infantile ed alle esperienze vissute
  3. il comportamento e l’orientamento sessuale viene strutturato nei modelli estraibili dal contesto antropologico
  4. l’omosessualità è un istinto patologico, una “malattia” non una “tendenza sessuale” di cui ricercarne le sue “cause”
  5. l’omosessualità è un comportamento patologico, un “vizio”, un “atto nocivo” secondo le religioni”

In poche parole, fatta eccezione per l’approccio genetico e quella antropologico, l’accezione psicologica o religiosa dell’omosessualità è quella di una “normalità deformata”.

In alcuni casi si tratta di pregiudizi fondati su testi sacri ed in altri di tradizioni mediche millenarie, ma, almeno se parliamo di transessualità e di alcuni precisi comportamenti omosessuali, è corretto affermare che l’Organizzazione Mondiale della Sanità  li includa tra le patologie psichiatriche (vedi link). E’ anche vero che, per l’OMS, l’orientamento sessuale “non è di per se individuabile come un disordine psichico” (vedi link).

Ai posteri l’ardua sentenza, con buona pace degli omosessuali, che persino il Vaticano vuole che vengano accolti “con rispetto, compassione, delicatezza”, anche se nella “castità e  perfezione cristiana” (Catechismo della Chiesa cattolica, n. 2358-9).

Restano, dunque, il cattivo gusto e l’inopportunità dell’assessore leccese, Giuseppe Ripa, che il vicepresidente della Regione Puglia, Loredana Capone, ha doverosamente definito «inaccettabile», «indegno» e «meschino».

originale postato su demata

Australia: passo indietro sulle adozioni per gli omosessuali?

16 Set

L’Australia ha una legislazione molto avanzata in materia di diritti degli omosessuali.
Possono sposarsi, adottare bambini e riceverli in affido, possono cambiare sesso a carico del servizio sanitario.

Nel 2006, nel New South Wales, un tribunale aveva tolto alla legittima madre i suoi sei figli a causa di violenze domestiche.
Una bambina (oggi di 12 anni) ed un bimbo (oggi di sei anni), furono dati in affidamento dai servizi sociali minorili ad una coppia di donne omossessuali.

Una collocazione di sicuro non rassicurante, visto che la bambina quasi subito aveva chiesto ed ottenuto di andare con un’altra famiglia e che la coppia affidataria era essa stessa bisognosa di supporto, visto che una tentava di diventare fisicamente un maschio e l’altra faceva cure per la fertilità.

La madre naturale, rimessasi in sesto, aveva più volte tentato, in questi anni, di riottenere la custodia di suo figlio più piccolo, ma le istanze erano sempre state respinte dai servizi solciali, che volevano concedere l’adozione del bambino alla coppia.

Dopo quasi cinque anni, le due donne, che nel frattempo avevano continuato a tentare di diventare l’una maschio e l’altra fertile, pubblicavano su Facebook una foto del loro “figlio” affidatario vestito ed acconciato come una bambina.
La cosa non poteva passare inosservata al sistema di sorveglianza di internet australiano, uno dei più intrusivi al mondo, e le due donne sono state denunciate e condannate per aver umiliato il bambino.

Le immagini sono ste rimosse da Facebook e il Ministro della famiglia, Pru Goward, ha avviato un’indagine sui servizi sociali minorili, l’agenzia Barnados, che aveva dato i bambini in affidamento alle due donne omosessuali e che aveva rifiutato la richiesta della madre naturale.

Oltre alle solite polemiche sulla stabilità delle relazioni omosessuali, che sono un forte deterrente per la concessione di adozioni, adesso l’Australia e tutto il mondo anglosassone, vista la risonanza avuta del fattaccio, si interrogano su quanto le coppie omosessuali possano educare in modo non sessista i bambini a loro affidati.

Sarebbe interessante aprire un dibattito (ed un dialogo) partendo da questo aspetto incognito, visto che le adozioni da parte di coppie omosessuali sono un soggetto giuridico di nuova introduzione.
Sarà la solita occasione perduta dal mondo lgbt (lesbo, gay, bisex, trans) per sfatare il radicato dubbio che non siano in grado di concedere la stessa libertà sessuale e di opinione che esigono che gli eterosessuali concedano loro.

Lavoratori pubblici (di sinistra) online

16 Giu

L’onorevole del Pdl Stracquadanio attacca: “Bisogna punire gli statali che vanno sul web”.

Era ora, bisogna dirlo, anche se lo scopo dello spin doctor berlusconiano è decisamente di parte.
“Il blocco sociale dei quattro milioni di dipendenti pubblici è più forte di noi: certo che la sinistra vince sul web, non fanno un cazzo. Se proprio lavorano, alle due del pomeriggio sono fuori”. (La Repubblica)

D’altra parte è sotto gli occhi di tutti come è andata la campagna referendaria: oscurata sui media ma massiva su internet.
Chiunque avesse un account Facebook, durante il mese scorso è stato inondato di propaganda per il SI e guai a commentare non entusiasticamente l’abrogazione di tutto su tutto.

Chi erano questi epigoni della partecipazione democratica? Dipendenti pubblici e docenti.
E se i primi sono sospetti di aver usato il tempo pagato con le nostre tasse per dedicarsi a faccende personali (ci sono IP e orari …), per i docenti la faccenda è decisamente più complessa.

Infatti, negli altri paesi, se un docente ha rapporti amicali con gli allievi, viene licenziato.
Dalle nostre parti,  si tollera … con il risultato che non pochi usano il Social Network per fare propaganda politica tra i propri studenti.
La riprova, caso mai ce ne fosse bisogno, è nel dato che la maggior parte degli scioperi studenteschi “spontanei” sono in coincidenza  di quelli dichiarati dal personale della scuola “contro il governo”.

Ma è davvero consentito? E, soprattutto, che razza di deontologia hanno i nostri prof e i nostri dirigenti scolastici?