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Iran-Israele, un altro scienziato ucciso

11 Gen

Oggi, un’autombomba è esplosa a Teheran, nei pressi dell’università ‘Allameh Tabatai’, uccidendo lo scienziato nucleare iraniano Mostafa Ahmadi-Roshan, supervisore nell’impianto nucleare per l’arricchimento dell’uranio a Natanz, provincia di Isfahan, nell’Iran centrale.
Ahmadi-Roshan è il quarto scienziato nucleare iraniano assassinato negli ultimi anni, oltre a quelli scampati ad attentati o rimasti solo feriti, come Daryoush Rezaei e la moglie (ferita), Majid Shahriari, Fereydun Abbasi Davani (ferito) ed il fisico nucleare di fama internazionale, Massoud Ali Mohammadi, ai quali si vanno aggiungere i passanti, come i due rimasti feriti di oggi.
Teheran finora ha sempre accusato Israele per questi omicidi.

Nel mese di ottobre scorso il quotidiano di Ankara “Sabah” raccontava che i servizi segreti turchi erano riusciti ad individuare quasi tutti i militari israeliani coinvolti nell’arrembaggio della nave “Mavi Marmara”, che portava viveri a Gaza assediata, ed autori della strage (9 morti) di attivisti turchi a bordo.
Secondo la relazione del Consiglio per i Diritti Umani dell’Onu (UNHRC), rilasciata il 27 settembre 2010, sei di loro sono state vittime di “esecuzioni sommarie”, di cui due, dopo che erano stati feriti gravemente. Per Israele i rapporto ONU sarebbe “di parte”.

Più o meno mentre la relazione dell’UNHCR veniva conclusa, il 20 settembre 2010, sempre nella capitale turca, l’Ankara, un attentatore suicida si faceva esplodere ferendo 10 poliziotti e  12 civili tra cui studenti, che a poca distanza dall’esplosione manifestavano.
Più o meno mentre il dossier dei servizi segreti turchi veniva completato, il 20 ottobre del 2011, un’autobomba esplodeva in un quartiere centrale di Ankara, causando tre morti e 43 feriti, e le prime ipotesi che attribuivano l’attentato ai curdi non trovavano riscontri.

Ovviamente, l’individuazione dei diretti responsabili dell’assalto alla Mavi Marmara comporta la possibilità che gli stessi vengano inclusi individualmente nella lista delle persone che si sono macchiate di crimini di guerra, processabili da un tribunale internazionale.
Inutile aggiungere che due attacchi alla capitale turca sono considerati particolarmente anomali.

Nel 1973, l’Argo16, un aereo Douglas C-47 Dakota dell’Aeronautica Militare italiana, precipitava, a causa di una esplosione a bordo, su a Marghera, causando la morte dei quattro membri dell’equipaggio e sfiorando un disastro ambientale, mentre rientrava da una missione filoaraba.
Il generale Maletti, ex capo del reparto D (controspionaggio) del SID, riporta che l’aereo stava facendo ritorno dopo aver trasportato in Libano e Libia cinque terroristi palestinesi catturati a Fiumicino, mentre preparavano un attentato alle linee aeree israeliane.
Ha inoltre dichiarato di essere stato contattato dall’allora capo del Mossad a Roma, Asa Leven, che intendeva sequestrare i cinque per estradarli a Tel Aviv,  ma “non se ne fece nulla” e “Argo 16 precipitò”. L’intervista fu raccolta per Repubblica da Daniele Mastrogiacomo, il giornalista, anni dopo, sequestrato dai Talebani in Afganistan.

Sempre negli Anni ’70, Israele avviò l’operazione Collera di Dio, voluta da Golda Meir ed organizzata dal Mossad per assassinare larga parte del personale politico di Settembre Nero e dell’OLP nell’arco di un ventennio.
Nel 1946 la Banda Stern, un’organizzazione sionista, effettuò un devastante attentato contro il King David Hotel di Gerusalemme con 91 morti di varie nazionalità e, il 31 ottobre 1946, un nuovo attentato con esplosivi colpì gravemente l’Ambasciata britannica a Roma.

Utile aggiungere, vista l’idea che potremmo farci su queste storie, che ebreo, semita, israeliano e sionista non sono nè dei sinonimi nè delle parole  necessariamente coincidenti: non stiamo parlando né degli ebrei né dei semiti, come del resto anche gli arabi sono, ma dei sionisti, degli integralisti religiosi e delle politiche della Destra al governo in Israele.

P.S.
La questione “destra-sinistra” in Israele è alquanto diversa dalle altre democrazie di stampo liberale, a causa della presenza, nel parlamento e nel paese, di una certa componente integralista e di una potente lobby militare.
Il riferimento è necessario perchè l’unico vero governo “non di destra” che Israele abbia mai avuto è stato, non a caso, quello di Yitzhak Rabin, l’uomo che firmò gli Accordi di Oslo con Arafat, ponendo fine ad una carneficina (tra cui gli attentati con esplosivi) ed arginando il perenne rischio di una escalation bellica nel Medio Oriente.

Yitzhak Rabin fu ucciso il 4 novembre 1995 da un “terrorista sionista”, Yigal Amir, un radicale di destra, nato in Israele da una famiglia di ebrei ortodossi, espulsi dallo Yemen dopo il Kippur. La morte di una figura così carismatica mise il paese nelle mani del generale Sharon, già distintosi per le sue sanguinose campagne in Libano e, così andando le cose, la “pace” riprese il volo.

Nessuno mette in discussione l’esistenza dello stato di Israele, come anche la preoccupazione per la folle teocrazia iraniana è alta ed il rispetto per la cultura ebraica, come per quella araba od iranica, è sentito.
Ma uno stato, specie se piccolo e relativamente debole, non può ricorrere “per sistema” ad operazioni sporche, specialmente mentre, ai tempi della crisi di Suez come oggi, è in campo un potenziale nucleare.
O mentre esiste il concreto rischio che Gaza si sia trasformata in qualcosa di molto simile a Varsavia di alcuni decenni fa …

Non dovrebbe esisterne neanche il dubbio.

originale postato su demata

Kim Jong-il, epitaffio per un tiranno

20 Dic

La Repubblica Democratica Popolare di Corea è uno Stato a sistema economico pianificato, retto da una dittatura monocratica e totalitaria di ispirazione stalinista-maoista con un pervasivo culto della personalità elaborato intorno agli esponenti della famiglia Kim, al potere dal 15 agosto 1945.

Fu allora che Kim Il-Sung, comandante comunista dell’Esercito rivoluzionario popolare coreano (ERPC) nella resistenza all’occupazione giapponese, venne acclamato segretario generale del Partito dei lavoratori di Corea.

Nel 1970,  mentre in Russia ed in Cina il Comunismo iniziava a prender atto del proprio fallimento complessivo cercando di innovarsi,  Kim Il-sung attuò in Corea del Nord un sistema di classificazione che strutturava la società in tre classi: il nucleo, i “tiepidi” e gli ostili, divisi a loro volta in cinquantuno categorie.

Da allora, lo status (e il destino) di ogni coreano del nord viene determinato dalla lealtà politica e dai precedenti familiari, incluso l’accesso a viveri e altri beni materiali. L’appartenenza di classe determina anche l’accesso all’istruzione, alle carriere e ai posti di responsabilità, ma anche ai privilegi che vi sono annessi: automobili, negozi speciali, appartamenti riscaldati, cure sanitarie.

Nel 1994, alla morte di Kim Il-Sung successe il figlio Kim Jong-il, ritenuto sostanzialmente un imbelle, che immediatamente proclamò tre anni di lutto nazionale e pretese di essere chiamato “Beloved Leader Kim Jong-il” …
Che i nordcoreani fossero caduti dalla padella alla brace fu subito chiaro: del tutto succube della casta militare, il tiranno attese, ad esempio, oltre un anno prima di chiedere gli aiuti umanitari internazionali, a fronte di una grave carestia iniziata nel 1994 con almeno 220.000 vittime (secondo i dati ufficiali) e, probabilmente, oltra tre milioni di morti secondo le organizzazioni non governative.
Come anche venne accentuata, se possibile, la prassi dell’internamento che venne estesa ai parenti di terzo grado di chiunque fosse scomodo agli appartenenti al regime.

L’infamia di cui si è macchiato il regime di Kim Il-Sung se di suo figlio Kim Jong-il è inenarrabile, anche a causa dei pochissimi testimoni riusciti a fuggire all’estero: poche decine in oltre sessant’anni.

Uno di questi, l’ex carceriere Ahn Myong Chol, ascoltato da una commissione internazionale, racconta che nei campi i prigionieri vengono costretti in 12 ore di lavoro al giorno in campi, fabbriche o miniere, oltre ad ore ed ore di “rieducazione”.
Anche per un semplice ritardo comporta brutali pestaggi, non di rado letali. L’uccisione di evasi permette, inoltre, ai carcerieri di essere trasferiti nella polizia locale, come premio, e non è raro che si incitino i prigionieri alla fuga per poi ucciderli freddamente. E’ anche vietato ai parenti di piangere di fronte alle quotidiane brutalità (stupri, violenze, esecuzioni sommarie) subite dai prigionieri, i cui cadaveri vengono semplicemente accatastati od, al massimo, parzialmente seppelliti.
Il cibo è talmente scarso che i prigioneri si nutrono di rane, topi, lombrichi.

Ad aggiungersi a questi sventurati, ci sono coloro che quotidianamente scompaiono dalle campagne e dalle città, senza che nessuno si ricordi più di loro, dato che chi li cercasse farebbe la stessa fine.

Nel 2011, per la prima volta, sono state registrate le prime proteste “organizzate” della storia della Corea del Nord, avvenute nelle città della provincia confinante con la Cina Popolare. Evidentemente, è difficile attribuire ad i “corrotti colonialisti USA”, il dilagante “benessere” del potente vicino cinese.  Sempre nel corso del 2011, l’ONU ha ricevuto una richiesta formale per aprire un’inchiesta ufficiale sulla Corea del Nord per crimini contro l’umanità

Adesso che Kim Jong-il è morto, il successore designato è suo figlio Kim Jong-un, un ventottenne che ha studiato fino alle superiori in Svizzera, è amante del lusso e, naturalmente, è inviso alle gerarchie militari, che mantengono il paese nel terrore.

Riuscirà l’avidità della famiglia Kim ad abbattere il comunismo in Corea e farsi dinastia?
Probabile: è quello che sta avvenendo anche in Cina Popolare.

Detto questo, prendiamo atto che i Comunisti – Sinistra Popolare hanno emesso il seguente comunicato di cordoglio: “Il Segretario del Partito Marco Rizzo e il Responsabile esteri Alfonso Galdi hanno espresso dolore e presentato le proprie condoglianze al popolo nordcoreano per la morte di Kim Jong-il, guida della causa rivoluzionaria dell’ideologia Juche e del Partito, dell’esercito e del popolo della Repubblica Democratica Popolare di Corea.”

Marco Rizzo rappresenta l’Italia al Parlamento Europeo (Lista dei Comunisti Italiani nella circoscrizione nord-ovest) ed è stato vicepresidente della Commissione per gli affari esteri, della Sottocommissione per la sicurezza e la difesa, della Delegazione per le relazioni con i paesi dell’America Centrale, tra cui il regime cubano, e della Delegazione per le relazioni con gli Stati del Golfo, tra cui lo Yemen.

Considerato che in Corea del Nord si commettono crimini contro l’umanità da decenni … senza parole.

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