Giorni fa si concludevano le votazioni on line per individuare i candidati del Movimento 5 Stelle alle elezioni Europee. Al secondo turno avevano votato in 33.300, esprimendo 91.245 preferenze.
Trentamila o poco più, questa la base dei ‘grillini attivi’. Nulla di più, tutto qui.
Molto meno dei fedelissimi dei partiti ‘tradizionali’: ecco svelato uno dei bluff di questa campagna elettorale urlata e strillata senza argomenti sensati che attraggano per davvero gli elettori al di là dell’essere fedeli o infedeli al richiamo della Politica.
Poche noci nel sacco fan tanto rumore, sarà il numero degli astenuti e dei voti dispersi a dirci quanto poche fossero.
Le informazioni fornite dai candidati sul portale di Beppe Grillo (Dati Candidati Cinque Stelle) ci raccontano un’età media di 37,2 anni, pochissimi candidati che arrivano dalle grandi aree urbanizzate del Paese e tanti dalla provincia, un numero rilevante di candidati che sono cresciuti professionalmente nei settori del marketing e della finanza, come della progettazione europea, un tot di italiani che il suolo patrio l’hanno lasciato già da anni, tante partite iva, più il solito codicillo di insegnanti e sanitari.
Candidati scelti da circa 33.000 persone, ampiamente filtrate ‘per proteggersi dai troll’, e, a leggere quel che raccontano di se stessi, c’è da rimanere davvero stupiti, se si tiene conto di cosa Beppe Grillo urla contro la ‘politica tradizionale’.
Beppe Grillo, all’entrata della sede di una nota banca giorni fa: “Questa è la mafia del Capitalismo”.
Eppure in lista ci sono Bianca Maria Zama e Mara Ziantoni – ambedue di Albano Laziale, ma questi sono i rischi del televoto – che lavorano proprio per il ‘nemico grillino ante litteram’, le banche e le agenzie di rating, con mansioni di auditor finanziario e di responsabile territoriale. Anche Matteo Della Negra da Grosseto è in banca specializzato in mercati finanziari internazionali e prodotti derivati, mentre Tiziana Beghin da Castelnuovo Bormida si occupa di Mind Business e consulenza alle aziende per lo sviluppo del business attraverso il miglioramento delle persone ed il miglioramento dei loro soft skills.
O anche Roberta Cecchin da Parma, Responsabile Customer Satisfaction di un Gruppo Bancario Internazionale o Cristiano Zanella da Trento, esperto in Administration & Finance Direction. Oppure di Fabio Bottiglieri da Civitanova Marche, già nel consiglio d’amministrazione ICM Forex Spa di Milano e Amministratore Unico IFS spa di Civitanova Marche, più volte vincitore del premio Assoconsulenza “Le tre frecce d’argento della finanza”. E Marco Savari, un giovane toscano che vive a Madrid, responsable dei mercati del Nordafrica e del Medio Oriente per una multinazionale.
Fino a Marco Zanni da Lovere, che arriva dal dipartimento di Investment Banking di Banca IMI, dove si è occupato di credito, della ristrutturazione del debito, di fusioni e acquisizioni e infine di strutturazione di emissioni obbligazionarie (bond) per aziende italiane …
Amici del giaguaro direbbe Beppe Grillo?
“Oggi voterò per le candidature #eu. Mi aspetto di non trovare assistenti parlamentari. Candidare assistenti sarebbe come candidare #parenti” (deputato Cinque Stelle Walter Rizzetto)
Eppure, in lista c’è Pasquale Casmirro da Campobasso, c
he ha operato in una società del settore creditizio ed è impiegato presso il Caf Cisl Lazio, ente di un sindacato confederale. Ci sono dei ‘professionisti della politica’ come Simona Suriano da San Giovanni la Punta, che indica il Gruppo Parlamentare M5S Assemblea Regionale Siciliana (ARS) per datore di lavoro, come Ignazio Corrao da Alcamo, che lavora nell’ufficio legislativo dei M5S siciliani, e come, Stefano Girard da Bussoleno, che partecipa attivamente nel Movimento No TAV fin dal 2005, che vuole spazzare via questa classe politica, ma lavora come Collaboratore Parlamentare (portaborse?) del M5S presso il Senato della Repubblica. Lo stesso per Giorgio Burlini da Padova, che però si definisce un libero professionista, come anche Fabio Massimo Castaldo di Roma, che si dichiara libero professionista con esperienze lavorative dall’aprile 2013 come Collaboratore legislativo della Portavoce al Senato Paola Taverna.
C’è Francesca Nicchia che è economista presso l’Area/ex-Segreteria al Bilancio della Giunta Regionale del Veneto nella certificazione della legittimità della spesa per progetti cofinanziati dalla Commissione Europea tramite il Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale. Per arrivare a Bruno Giulio Andrea Misculin, uno degli organizzatori del VDAY1 e del V2-DAY a Milano, assistant-organizer del Movimento e “in preparazione di un “corso” sugli handicap (situazione, diritti, per che cosa lottare…) per i consiglieri M5S” …
Ma la cooptazione e la politica come ‘professione’ non erano i massimi difetti della Casta che proprio gli elettori dei Cinque Stelle vorrebbero abbattere?
“Gianni Letta fa il nipote di professione”. (Beppe Grillo)
Nelle liste a Cinque Stelle, aprendo la questione politica e professioni, scopriamo che c’è Isabella Adinolfi da Salerno che si candida come “Grillina itinerante per motivi lavorativi e personali: dopo un’esperienza a Lisbona ho deciso di partire per Bruxelles per intraprendere un’avventura imprenditoriale” . E’ già sul posto, insomma.
E c’è anche Nives Gargagliano da Mestre, una signora ex Consulente presso la società Arthur Andersen MBA S.r.L area business consulting, che per spiegare la sua lunga inattività lavorativa, ci rivela che “dopo il 2004 ho avuto due gravidanze ravvicinate che mi hanno portato a congelare temporaneamente le attività lavorative”. Oggi siamo nel 2014, cara signora da allora son passati dieci anni.
O Alice Tranchellini da Milano che dal 1999 lavora su progetti di web banking di importanti gruppi finanziari, fino a dirigere la divisione marketing di importanti gruppi finanziari (ndr. altri ‘nemici del popolo’ per i grillini), ma tiene a precisare che ha “organizzato il 1 world café sui temi delle pari opportunità” e ha “partecipato attivamente alle diverse iniziative degli attivisti della mia zona tra cui la denuncia di una discarica abusiva”. Che fortuna …
E sempre parlando di politica intesa come professione, troviamo Maria Saija libera professionista da Messina che, dopo aver operato per anni nel settore turistico, decide di “non voler continuare a seguire la seconda parte della borsa di studio transatlantica Atlantis di cui ero vincitrice. La richiesta di candidatura a Sindaco di Messina da parte del mio gruppo storico grillino è stata determinante in questa decisione.”
La politica come una libera professione? E’ questo che si intende come movimento politico?
“L’euro è il dito, ma la Ue è la luna, la sua parte nascosta, di cui si sa poco o nulla”. (Beppe Grillo)
Eppure tra i pochi personaggi con un solido curriculum internazionale troviamo Cristiano Ripoli da Firenze, esperto in riciclaggio di denaro in Europa e di Cooperazione Giudiziaria Euro
pea. O come Melania Pomante, che vive dal 2005 a Stockholm, esperta in materia doganale e logistica e Fabio Desilvestri da Castel Rocchero, Scientific / Technical Support Officer – Project Leader presso l’Unione Europea. C’è anche Francesco Accademo da Foggia che lavora come consulente informatico presso la Commissione Europea (DG SANCO) o Marika Cassimatis da Genova, che fino a ieri operava sul Progetto transfrontaliero franco-italiano Europeo EUROP, 2012-2013 ed era referente di un progetto del Programma Operativo obiettivo “Competitività regionale e occupazione” Fondo Sociale Europeo 2007/2013.<
Qualificati certamente, ma ben inseriti proprio in quell’Europa che il Movimento Cinque Stelle combatte.
Era partita male, lo scriveva l’Huffington Post: “Davide Bono, uomo di punta di Beppe Grillo in Piemonte, dà letteralmente i numeri: Non ho mai avuto il piacere di vedere attivi sul territorio 237 delle 262 persone che si sono candidate”. “Circa 4000 “attivisti certificati” ambiscono a un posto in lista con il Movimento 5 stelle in vista delle prossime europee. “Sono più i candidati che gli attivisti che vediamo sul territorio”, ironizza un parlamentare.”
Altri numeri che dimostrano che poche noci fan tanto rumore.
Riepilogando: solo 33.300 internauti per un evento come le ‘primarie’, secondo Beppe Grillo, e meno di 4.000 attivisti, secondo Davide Bono. Il resto è tutta bolla mediatica.
Lo dimostra il fatto che troviamo in lista tanti, forse troppi, candidati che arrivano dal marketing, un tot di leader emersi da un qualche comitato e più di qualcuno che – esclusi studi più o meno brillanti – di curriculum proprio non ne ha oppure che – superati i 45 anni – avrebbe dovuto aver già conseguito qualcosa di importante per meritarsi di andare a rappresentare gli italiani in Europa.
Se la base fosse stata effettivamente estesa oltre la protesta, avremmo trovato ben altri personaggi in lizza, quantomeno più strutturati politicamente e con un minimo di pedigree.
E, se ieri s’era acclarato che il programma per l’Europa dei Cinque Stelle (link I sette punti per l’Europa dei Cinque Stelle: oltre il nulla, solo protesta) poteva essere di gran lunga migliore, riscontrando la carenza di effettive proposte politiche per l’Europa (due riguardano addirittura la nostra situazione interna), oggi prendiamo atto che questi sono i nomi che Beppe Grillo sostiene a nome di 33.300 cliccanti.
La risonanza che i media danno ai Cinque Stelle, intanto, appare spropositata rispetto a quella data al centrodestra e alle minoranze della sinistra. Forse, in proporzione, superiore anche a quella data allo stesso Renzi.
Resta solo un quesito, visto che la Rete è inondata dai messaggi grillini.
Chi diffonde 20-30 articoli al giorno, riesce anche a leggerli tutti e a verificarli almeno su un’altra fonte? Oppure si clicca e basta il titolo o il candidato che piace, leggendo frettolosamente due righe?
La politica non è una chat e neanche Facebook o Twitter. E non lo è neanche la pubblica opinione, almeno per ora.
originale postato su demata
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