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Sant’Antonio da Padova: un promemoria per gli elettori italiani

27 Gen

340px-antoniuspaduaSant’Antonio da Padova è ancora uomo dei nostri tempi, che ha utili insegnamenti da dare ai cristiani ed agli uomini di buona volontà. Fu un uomo che visse rapidamente e morì giovane e famoso a 35 anni, come tanti “eroi” moderni, venendo proclamato santo immediatamente, come tante ‘icone’ moderne.

Infatti, ancora ventenne, era già noto per la sua oratoria e il suo approccio umano (marketing, come diremmo oggi?), come riporta un cronista dell’epoca, il francese Giovanni Rigauldt: «gli uomini di lettere ammiravano in lui l’acutezza dell’ingegno e la bella eloquenza (…) Calibrava il suo dire a seconda delle persone, così che l’errante abbandonava la strada sbagliata, il peccatore si sentiva pentito e mutato, il buono era stimolato a migliorare, nessuno, insomma, si allontanava malcontento
E già a 30 anni, le sua capacità organizzative (project management, come diremmo oggi?) l’avevano reso ministro provinciale  dell’Ordine dei Francescani per l’Italia centro- settentrionale, dove – ieri come oggi – erano diffusi gli scontri tra i clan familiari dei ‘nuovi ricchi’, i potenti e i notabili  per il proprio tornaconto si disinteressavano delle popolazioni  che avrebbero avuto l’incarico di guidare e proteggere. “Cani muti“, come li chiamava il Santo.  

Un uomo dei nostri tempi, che ha ancora molto dai dire ai cristiani, specialmente riguardo i “cittadini”, le “istituzioni” ed le loro interrelazioni, cioè la Politica e l’Economia secondo la Morale cattolica.

«La natura ci genera poveri, nudi si viene al mondo, nudi si muore. È stata la malizia che ha creato la ricchezza e chi brama diventare ricco inciampa nella trappola tesa dal demonio.»

Dunque, un «Lago di miseria e di lurido fango è il mondo.
Il lago è una massa d’acqua che ristagna e non defluisce. Le acque corrotte del mondo sono superbia, lussuria, bramosia di denaro, e mai defluiscono, anzi di giorno in giorno s’accresce il loro livello.»

Infatti, «Quando prosperità mondane e piaceri ti arridono, non lasciarti incantare, non prenderne diletto; entrano in noi blandamente, ma quando li abbiamo dentro ci mordono come serpenti.»

«Razza maledetta, sono cresciuti forti e innumerevoli sulla terra, e hanno denti di leone. L’usuraio non rispetta né il Signore, né gli uomini; ha i denti sempre in moto, intento a rapinare, maciullare e inghiottire i beni dei poveri, degli orfani e delle vedove…

E guarda che mani osano fare elemosina, mani grondanti del sangue dei poveri.
Vi sono usurai che esercitano la loro professione di nascosto; altri apertamente, ma non in grande stile, onde sembrare misericordiosi; altri, infine, perfidi, disperati, lo sono apertissimamente e fanno il loro mestiere alla luce del sole.»

E voi, amministratori di uomini e risorse, «Abbiate in orrore il denaro, rovina principale della nostra professione e perfezione; sapendo di dover dare il buon esempio agli altri, non si permetta alcun abuso in fatto di denaro.

Siate uomini capaci di consolare gli afflitti, perché è l’ultimo rifugio dei tribolati, onde evitare che, venendo a mancare i rimedi per guarire, gli infermi non cadano nella disperazione.
Per piegare i protervi alla mansuetudine non si vergogni di umiliare e abbassare sé stesso rinunciando in parte al suo diritto.»

In Politica, come in ogni caso della vita, «La predica è efficace, ha una sua eloquenza, quando parlano le opere.
Purtroppo siamo ricchi di parole e vuoti di opere, e così siamo maledetti dal Signore, perché Egli maledisse il fico in cui non trovò frutti, ma solo foglie.»

Infatti, «Il grande pericolo del cristiano è predicare e non praticare, credere ma non vivere in accordo con ciò che si crede.

«In un’acqua torbida e mossa il viso di chi vi s’affaccia non viene rispecchiato.
Esci dal tumulto delle cose esteriori, sia tranquilla la tua anima. 
Se guarderai bene, potrai renderti conto di quanto grandi siano la tua dignità umana e il tuo valore…
In nessun altro luogo l’uomo può meglio rendersi conto di quanto egli valga, che guardandosi nello specchio della Croce.»

E sii attento ad affidare il tuo consenso, perchè «La verità genera odio; per questo alcuni, per non incorrere nell’odio degli ascoltatori, velano la bocca con il manto del silenzio.
Se predicassero la verità, come verità stessa esige e la divina Scrittura apertamente impone, essi incorrerebbero nell’odio delle persone mondane, che finirebbero per estrometterli dai loro ambienti.
Ma siccome camminano secondo la mentalità dei mondani, temono di scandalizzarli, mentre non si deve mai venir meno alla verità, neppure a costo di scandalo.»

«Adesso ho da dire una parola a te … L’esempio della vita dev’essere l’arma di persuasione; getta la rete con successo solo chi vive secondo ciò che insegna.»

«La fede vera è accompagnata dalla carità.»

Parola di Antonio di Padova, detto “il Santo” (noto anche come “Antonio da Forlì” o António de Lisboa), al secolo Fernando Martins de Bulhões (Lisbona, 15 agosto 1195 – Padova, 13 giugno 1231).

Le elezioni politiche e/o amministrative non sono alle porte, ogni cristiano ha tempo per riflettere e chiedersi se sia possibile – “guardandosi nello specchio della Croce” – scegliersi dei rappresentanti “ricchi di parole e vuoti di opere” e che “non vivono in accordo con ciò che dicono di credere“, vietando addirittura la carità verso gli indigenti, non vivendo secondo ciò che insegnano, lasciando dietro di se un mare di debiti.

Demata

Populisti, chi? L’Europa, liberista?

25 Nov

Siamo tutti in attesa dell’ “al lupo al lupo” che i ‘populisti’ metteranno in atto in vista delle elezioni UE, ma ‘populisti’ chi?

La Lega, quella vera, vota in Parlamento come nelle sue regioni come fosse il Centro-destra. Una larga parte è l’elettorato ‘conservatore’ ben attento all’Europa con cui commercia alacremente: il Settentrione, insomma.
C’è – però – anche la componente più tradizionalista e  ‘populista’ del mondo cattolico, ma espressione di potentati locali, più che della posizione ufficiale della Chiesa.

Matteo Salvini? Fa da ariete mediatico, come è un riferimento per i tradizionalisti cattolici e per la Destra. Risolto lo scandalo degli stranieri “espulsi, ma non espulsi”, quello del “business dell’accoglienza” e quello della “legittima difesa”, dovrà cimentarsi nella lotta alla mafia e la sicurezza delle periferie, mentre Di Maio dovrà affrontare tonnellate di conti su conti, dopo aver scoperto con il Decreto Dignità che gli effetti collaterali (e i conti) di certe norme non sono affatto scontati.

Ad ogni modo, i populisti ‘dichiarati’ sono ai Cinque Stelle della ‘sovranità popolare’, definizione cara anche a Potere al Popolo e, se “popolo” è inteso come “nazione”, ci sono anche i Fratelli d’Italia e la Destra, sia estrema sia ‘storica’, cioè la Lega di Salvini.

Dicevamo del senso religioso ‘ufficiale’ della Chiesa – cristiano-sociale o ‘buonista’ – e dal lato di Centro-sinistra è davvero difficile non includere tra i ‘populisti’ tutti coloro che da decenni parlano di sociale e di crescita, senza anche far quadrare i denari. Il bello è che poi si ripresentano, continuando come prima, senza aver imparato almeno a nostre spese che “senza denari non si cantano messe”.
Intanto, Zingaretti e Martina – ma anche i Radicali e Più Europa o i Popolari e Cristianodem – non ci hanno ancora detto quale visione dell’Italia, del Partito e dei ‘tempi moderni’, cioè delle politiche e delle riforme di cui si faranno portatori come Segretari del PD. Mica bastano i “progetti europei”, anch’essi una forma di populismo, nella lectio italiota.

Populismo … giallo, verde, bianco, rosso, nero.

Guardando le statistiche demografiche, viene il sospetto (conoscendo questi dati) che l’Italia non gliela faccia innanzitutto perchè è dagli Anni 70 che siamo poco più di 50 milioni (immigrati esclusi), ma le infrasfrutture erano pensate per una nazione che si sviluppava industrialmente e commercialmente.

Sviluppo che significava:
– investire in innovazione e qualità per rimoltiplicare impresa e innovazione,
– chiudere i rami produttivi morti, anzichè cassa integrarli,
– assolutamente non accorpare l’Inps con le Casse-Mutue,
– semplificare la pubblica amministrazione e la giustizia
– individuare distretti industriali dove – entro certi limiti – ‘si può inquinare’,
– industrializzare il turismo invece degli affittacamere e dei tour operator fai da te,
– finanziare cultura e istituti tecnici, come pretendere decoro e sicurezza sul lavoro,
– agevolare le imprese e l’occupazione anzichè le tasse e i sussidi, eccetera
– ridurre l’enorme debito pubblico esploso con il cedimento della lira e l’aumento del costo del petrolio.

L’Italia? A vederla con gli occhi degli altri:
dieci anni fa aveva promesso di sistemare debito, deficit e sprechi, ma oggi sono aumentati;
– è dalla crisi petrolifera e dal crollo della lira del 1974 che promette mari e monti, ma va solo per sentieri e paludi,
– ad eccezione dell’autarchia fascista e del Piano Marshall, Roma in 2000 anni (e Savoia in 2-300) non hanno mai avuto se non debiti su debiti per sprechi su sprechi,
– è la nazione che ha inventato la Mafia – una multilevel dedita a tutti i prodotti e servizi illegali – che controlla una bella fetta del Paese e costituisce il modello di anti-stato che si è diffuso in tutto il mondo,
– è la patria del Cattolicesimo, religione controversa per eretici, scismatici, riformati, evangelici, puritani, sunniti, sciti, sefarditi, wahabiti, ebrei, laici, attivisti, agenzie di controllo, scienziati, come per donne  … e bambini,
– è la nazione che ha concepito la Res publica come governance, ma la storia racconta anche che gli eletti dal popolo (Tribuni) contassero come il due di briscola e che ogni anno le leggi si riscrivessero d’accapo, finanziandole con qualche nuova usurpazione/invasione, ma soprattutto dimostra che quel sistema confluì in una serie di guerre civili quasi ininterrotta per secoli.

L’erba del vicino è sempre più verde … il silenzio è d’oro … fatta la legge trovato l’inganno … mal comune mezzo gaudio … si fa ma non si dice …

Aggiungiamo che l’Italia – se funzionasse – avrebbe una eccezionale capacità agroalimentare, manifatturiera, industriale e turistica, a parte il fatto che se c’è da costruire armi e naviglio non è seconda a nessuno.
Brutto concorrente, insomma, l’Italia, se noi italiani ci rimboccassimo le maniche, si studiasse tanta matematica e tecnica nelle scuole e si ricominciasse da un INPS solamente ‘sociale’, da un’IRI che subentra e ristruttura il made in Italy invece di ridislocarlo all’estero, dal Genio Civile preposto a ponti, dighe ed edifici pubblici, dai Politecnici che in ogni nazione sono il nerbo dell’industria e dell’innovazione.

Dunque, se l’Europa fosse l’avido mostro liberista che cercano di raccontarci, prendiamo atto che sarebbe favorevole ad “aiutare” l’Italia e lasciarle mantenere la sua mentalità e il suo stile di vita, perdendo capacità produttiva anno per anno.

“Purtroppo”, l’Europa è anche quella del welfare, della sicurezza sul lavoro, delle tasse eque, delle infrastrutture e dei servizi che funzionano, della Common Law e dei processi brevi, dei diritti applicati per davvero, della Spesa Sociale separata da quella previdenziale, sanitaria e/o assicurative, dei conti a posto e delle promesse mantenute … e sarà difficile che ci aiuterà ad impiccarci da soli.

Demata