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Giunta De Magistris: cosa ne sarà dello stadio San Paolo?

6 Ago

Lo Stadio San Paolo non sarà pronto per la partita di campionato con il Milan. Ci siamo abituati, ma la misura delle promesse non mantenute è colma: i tifosi del Napoli e i partenopei nel mondo non lo meritano.
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Mettiamo da parte la strampalata idea di porre uno stadio nella gestione di un avvocato civilista, l’assessore Maria D’Ambrosio, come se quel che conta fossero i contratti e le concessioni, ma non la manutenzione e l’ampliamento: forse serviva un ingegnere … o un amministratore.
Ma c’è di più nella singolare giunta del sindaco De Magistris, che non sembra aver compreso quanto il San Paolo rappresenti l’immagine non solo della città, ma di tutti i partenopei, per milioni e milioni di appassionati di calcio nel mondo.

A gennaio 2018, i consiglieri comunali di Napoli, Ciro Langella, Carmine Sgambati e Nino Simeone decisero di costituire in Consiglio comunale di Napoli il gruppo Agorà, scelta condivisa con il sindaco De Magistris, per affrontare –  a loro dire – con più incisività e con maggior attenzione l’ attività politica di questa Amministrazione.

Carmine Sgambati, Presidente della commissione Sport, arriva in politica dalla UIL-Trasporti ed a partire dal 2005 ricopre incarichi politici con La Margherita e in Regione. Ciro Langella già nel 1996 era stato eletto Presidente del consorzio di cooperative Consortaxi, fino al 2013 componente della commissione regionale di esame per l’accertamento dei requisiti di idoneità all’esercizio dei servizi di trasporto pubblico non di linea. Nino Simeone, Presidente della commissione Trasporti, arriva anche lui da una Azienda di trasporto pubblico, socialista dal 1989.

La loro proposta per lo Stadio San Paolo? Concedere “gli spazi attigui al campo di calcio, anche a titolo gratuito, a tutte quelle società e associazioni sportive che per anni hanno utilizzato lo stadio Collana e le altre strutture che dalla sera alla mattina sono state sfrattate senza alcun preavviso” … dalla Regione o dal Comune stesso.
Mica sollecitare affinchè lo stadio sia uno stadio in tempo utile per il campionato …

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In parole povere: lo Stadio San Paolo è destinato al calcio professionistico  e deve funzionare a piena ricettività con adeguata manutenzione oppure qualcuno crede che i circa 60mila posti a sedere siano lì per decorare il campo di calcio quasi fossero le rovine del Colosseo?

Se l’assessore D’Ambrosio – da buon civilista e dovendosi occupare del “verde e qualità della vita” – dovrebbe considerare anche i danni d’immagine alla SSC Napoli ed alla città tutta causati dalle condizioni pietose dello stadio, … Agorà, che sembra avere come competenza ‘storica’ solo il settore Trasporti, perchè non si occupa di quel che sa fare meglio?
Ad esempio, quella dei ‘supplementi da aggiungere al tassametro’ che vedono un sovrapprezzo per le corse da e per l’aeroporto … per le quali c’è ‘anche’ una più economica tariffa predeterminata … ma solo se si arriva a leggere i caratteri piccolissimi sulla tabella regolamentare. La competenza è del Comune di Napoli … forse la cosa va risolta.

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A proposito, quelli che dicono di ‘restituire ai cittadini lo stadio’ … prima o poi ci spiegano cosa vanno a fare i cittadini allo stadio se non perchè c’è una buona squadra di serie A e perchè mai i cittadini dovrebbero dotarsi non solo di attrezzature sportive e campi, ma anche di uno stadio, se … poi lo usano i dilettanti.

Visto che la squadra è stabilmente ai vertici del campionato da anni e, dunque De Laurentiis ha fatto il suo, De Magistris vuole davvero rilanciare lo stadio come promette da anni o pensa di venderlo alla SSC Napoli oppure … attende solo che il ‘rudere’ e la patata bollente passino alla prossima giunta?

Demata

 

Napoli: nuovo stadio, ma dove?

15 Lug

Tuttonapoli.net riporta “l’annuncio di De Laurentiis per l’area dove sorgerà il nuovo stadio e un centro sportivo con 12 campi sul modello dell’Etihad Campus”, ‘casa’ del Manchester City allenato da Pep Guardiola.
“Sarà fuori dal comune di Napoli e vicino ad una zona ferroviaria” – avvisa il presidente della SSC Napoli – “senza rivelare la zona che però in base all’identikit fornito dovrebbe essere quella di Afragola”.

Dove sarà ancora non lo sappiamo, ma nella foto è ricollocato  il complesso sportivo del Man City (in scala), proprio nell’area compresa tra la Stazione di Casoria-Afragola ed i Centri commerciali Ikea, Leroy Merlin, eccetera.

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In effetti, ci starebbe perfettamente.

Demata

CR7 alla Juventus si farà: grazie al Chelsea di Sarri?

5 Lug

L’affare CR7 alla Juventus ha sicuri margini finanziari: 100 mln arriveranno dalle cessioni di Higuain, Rugani e Khedira, poco utilizzati e con ingaggi che rasentano i 30 milioni lordi annui complessivi.

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Da parametro Transfermarkt, Cristiano Ronaldo vale 100,00 mln tondi tondi, a metà campionato prossimo compirà 34 anni, ha un ingaggio ‘monstre’ che costa in un anno 30 milioni, cioè quanto serve per comprare tutta la rosa dell’A.C. Chievo Verona.

Intanto, Higuain vale 60,00 mln  mentre Rugani 22 mln e  sono di stretto interesse del Chelsea formula Sarri. Il centravanti argentino costa 15 milioni annui di ingaggio, il difensore italiano 2 milioni: tenuto conto che, senza Sarri al Chelsea, il primo era difficilmente cedibile ed il secondo era poco utilizzato e verrà venduto a ben più del suo valore, la Juventus si ritrova con una sorta di regalo piovuto dal cielo. Poi, c’è in lista di sbarco da mesi il buon Khedira (31 anni – valore 26 mln – 9 mln lordi di ingaggio).
In totale, le cessioni di Higuain, Rugani e Khedira rappresentano ben più dei 100 mln che servono ed oltre 26 milioni annui di economie sul tetto ingaggi, senza intaccare la struttura attuale della squadra.

Praticamente ci siamo e, grazie a Sarri ed il Chelsea, quel che manca per CR7 alla Juventus sono inezie, se pensiamo che Cristiano Ronaldo genera 936 milioni di sterline da sponsorship e ritorno dei followers.

L’affare c’è, ma – a parte cosa farà CR7 contro le agguerrite difese italiane – ogni medaglia ha il suo rovescio, dato che la storia di CR7 alla Juventus svela anche qualche retroscena della vicenda Chelsea e Sarri.

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Quest’inverno il Real Madrid giunge alla conclusione di non rinnovare un costosissimo contratto per CR7: ormai è ben oltre i 30 anni, il valore è crollato e non giustifica un tale ingaggio, si allena oltre ogni limite per restare al passo ma questo è pericoloso.
Salvo cederlo in Cina per pochi soldi, resta da vedere quale società calcistica europea abbia nella sua “politica” l’acquisto di costosi top player anziani: due su tutte il Manchester United e la Juventus.

Intanto, la Juventus prende atto che Higuain vale quasi il 40% in meno di quanto pagato due anni fa, sta per compiere 31 anni, non segna tanto quanto a Napoli, dove era motivato dal sogno di una futura cessione,  anzi ha segnato solo 55 reti in 105 partite, meno di Dybala (68 reti – 140 presenze) e soprattutto di Icardi (107 goal in 182 incontri) e … gli costa la metà dell’ingaggio di Cristiano Ronaldo.

Dunque, l’affare era fattibile già mesi fa a condizione che qualcuno volesse acquistare Gonzalo Higuain almeno a 60 milioni e stipendiarlo per 15 milioni lordi l’anno. Mica facile …

Per fortuna, c’era l’interesse per Maurizio Sarri da parte del Chelsea e dello Zenit che vanno a privarsi dei loro allenatori italiani e tutti sanno della smania di Sarri nell’avere certi giocatori e solo quelli,  ad esempio Higuain.
L’argentino non rientrava nei parametri età/costi del Chelsea, ma poteva essere un buon affare con le clausole rescissorie che avrebbero permesso a molti calciatori di tradire la tifoseria del Napoli per seguire il Comandante Maurizio, alfiere del Sarrismo.

Il resto è storia: De Laurentiis irrompe, ponendo Maurizio Sarri ed il Chelsea nella amletica situazione in cui si trovano con l’ingaggio di Carlo Ancellotti e dimostrando di non esser lui quello che frenava il mercato del Napoli con l’avvio di rinnovi od acquisti eccellenti.

Da qui, il tentennamento del Chelsea verso i sovracosti dell’operazione Sarri, ‘grazie’ alla quale si ritrova ad essere il principale finanziatore del passaggio di CR7 alla Juventus, comprando a caro prezzo due calciatori decisamente non ‘top’ come Higuain e  Rugani, ma senza poter portar via i pezzi buoni del Napoli a pochi soldi.

Era un complotto? No, solo interessi che convergono o divergono, occasioni che si creano e si concludono.
Intanto, l’affare CR7 Real-Juve è decollato e Cristiano Ronaldo arriva nel campionato italiano: sarà più divertente per tutti.

Tenuto conto che CR7 è sempre più un’azienda e sempre meno un calciatore, è pur sempre un atleta in età avanzata che finora si è mantenuto esagerando negli allenamenti, come da cronache madrilene, e sapendo bene che adesso dovrà confrontarsi con i nostri arcigni difensori, possiamo solo augurargli la stessa fortuna di Ronaldinho a tanti altri venuti a fine carriera nel Bel Paese.

Va detto, però, che una volta la Juventus i giocatori avanti negli anni li cedeva, mica li acquistava. Oggi l’acquisto di CR7 dal Real ricorda – all’incontrario – l’esultanza dei partenopei all’acquisto di Omar Sivori, ormai over30, venuto a svernare a Napoli dopo otto stagioni in bianconero, 3 scudetti, 3 Coppe Italia, 167 gol in 253 partite, una volta capocanniere ed un Pallone d’oro.

E, quanto al Sarrismo, cosa diversa dal bel calcio fatto vedere dalla squadra, c’è da ricordare un insegnamento di un altro grande allenatore, Vujadin Boskov (16 maggio 1931 – 27 aprile 2014): “Gli allenatori sono come le gonne: un anno vanno di moda le mini, l’anno dopo le metti nell’armadio”.
Ma questa è un’altra storia.

Demata

 

Higuain, Higuain ed il miracolo di De Laurentiis

24 Lug

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Si parla tanto di fair play (o di calcio business) e prendiamo atto che De Laurentis è riuscito a vendere alla diretta concorrente per 94 milioni un calciatore che in effetti ne vale al massimo settanta … che ha ormai trent’anni e che ha già dato il massimo … oltre ad aver dimostrato di avere un bel caratterino e di pretendere un ingaggio da record, almeno per la Serie A italiana.

Considerato che s’era partiti con l’acquisto di Edninson Cavani per 15,5 milioni, poi ceduto per 63 al Paris Saint Germain, di cui quaranta reinvestiti nell’acquisto di Gonzalo Higuain, oggi prendiamo atto che Aurelio De Laurentis è riuscito – negli ultimi cinque anni – a garantire sia due dei migliori attaccanti mondiali in rosa sia un ricavo secco per la società di oltre 65 milioni di euro con due sole operazioni d mercato.

Dieci anni fa, Aurelio De Laurentiis rilevava la proprietà della SSC Napoli con un esborso di 14,8 milioni nei primi tre esercizi, mentre al termine della stagione 2013-2014 l’utile societario ha superato i 20 milioni di euro, il valore della ocietà sfiorava i 200 milioni con guadagno contabile complessivo di 57,5 milioni ed i compensi per il CdA erano pari a 16,6 milioni.

In questi dieci anni, la SSC Napoli – ripartita dalla serie C1 come Napoli Soccer – ha conquistato due secondi posti e due terzi posti nel Campionato di Serie A, vincendo due Coppe Italia e una Supercoppa Italiana.

Avanti così, cosa c’è da lamentarsi?
Era dagli Anni ’80 di Ferlaino e Maradona che non si vedeva un Napoli puntualmente nelle prime posizioni del campionato di calcio.

Demata

Deferimento federale per Tavecchio?

3 Nov

In Italia se i partenopei sono da incenerire NON è reato ma scoppia un inferno mediatico se i neri sonomangiabanane, se le donne sono handicappate, se i gay vanno allontanati e c’è da tenere a bada gli ebrei, ma non . Bel Paese.

Detto questo prendiamo atto che Tavecchio avrebbe dovuto riformare il sistema professionistico, non solo perchè dividenti televisivi e coppe europee non permettono un campionato a 18 squadre, ma soprattutto visto che è davvero allarmante – 50 arresti a maggio scorso – cosa accade con l’avvento delle Lega Pro e Dilettanti al sistema di scommesse mondiale …

Secondo le cronache i responsabili della collocazione del dott. Tavecchio a capo dell’idolatrato Gioco Calcio italiano furono buona parte dei presidenti della Serie A – inclusi Lotito, Ferrero, De Laurentiis, Thoir, Berlusconi, Preziosi – più (guarda caso) la Lega Pro e i Dilettanti. Gli unici ‘contro’ (ma guarda caso) … gli arbitri.

Il Codice Disciplinare della FIGC prevede all’Art. 5 (Dichiarazioni lesive) che (c 1.) “ai soggetti dell’ordinamento federale  è fatto divieto di esprimere pubblicamente giudizi o rilievi lesivi della reputazione di persone, di società o di organismi operanti nell’ambito del CONI, della FIGC, dell’UEFA o della FIFA” e che (c 4.) “la dichiarazione è considerata pubblica quando è resa  in pubblico ovvero quando per i destinatari, il mezzo o le modalità della comunicazione è destinata ad essere conosciuta o può essere conosciuta da più persone.

E’ possibile che i vari Andrea Agnelli (Juventus), James Pallotta (Roma), Aurelio De Laurentiis (Napoli), Diego Della Valle (Fiorentina), Claudio Lotito (Lazio), Enrico Preziosi (Genoa), Massimo Ferrero (Sampdoria), Maurizio Zamparini (Palermo), Urbano Cairo (Torino), Erick Thohir (Inter), Silvio Berlusconi (Milan), Carlo Rossi (Sassuolo), Franco Soldati (Udinese) & co. arrivino a chiedere l’intervento del Tribunale Federale nazionale?

Demata

I sogni di Benitez, i soldi di DeLa, lo stadio di De Magistris e … gli acquisti di Bigon

22 Set

Era maggio, poco prima del Mondiale brasiliano, che Benitez, Bigon e De Laurentiis precisavano che bastavano pochi ritocchi per portare al ‘next level’ la Società Sportiva Calcio Napoli: un difensore di esperienza internazionale, un leader per il centrocampo, un paio di ricambi per l’attacco.

In realtà, la situazione era ben altra.

Innanzitutto, la questione dello stadio, degli impianti sportivi e dell’inerzia del Comune di Napoli, per altro provvido di idee esose quanto irrealizzabili, visto che esclude qualsiasi forma di concessione ultraventennale. Chi mai spenderebbe 100 milioni ‘a perdere’?

Poi, la questione dello spogliatoio, con ben tre ‘ribelli’ (Behrami, Dzemaili e Pandev), un potenziale quarto (Insigne) e un ‘desaparecido’ (Zuniga). Pochi ritocchi, con un centrocampo da rifare a nuovo?

Infine, l’urgenza di dismettere la ventina di esuberi (e di milioni di euro in ingaggi) che il ‘buon’ Bigon aveva accumulato in due o tre anni. Con una campagna acquisti a ‘costo zero’, perchè straparlare di scudetto?

I risultati (sul campo) si sono visti.

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Un’esclusione di coppa contro un avversario che aveva come unica dote il coltello tra i denti. Due sconfitte in campionato, dopo aver dominato la partita. I nuovi acquisti che (eccetto Koulibaly) non sembrano essere dei top player.

Fino a ieri, contro l’Udinese, con Don Rafele che per sessanta minuti ha accontentato tutti, schierando un 4-4-2 con Insigne e Zuniga esterni, Miguel  e Gargano interni di centrocampo ed Higuain e Michu punte centrali.
Una provocazione? Forse.
Fatto sta che Insigne è scomparso dalle telecronache dopo una decina di minuti, Zuniga si è disperso in leziosismi senza dare penetrazione sulla ‘sua’ fascia, Michu dovrebbe seguire un corso intensivo di kung fu o rugby, Gargano lo conoscevamo già ed ha i noti limiti, Miguel e De Guzman inguardabili per ora.
Ci credo che Higuain fosse arrabbiatissimo, avendo rifiutato il Barcellona, o che Callejon sia allibito, dopo che l’hanno bloccato con l’Atletico Madrid che lo cercava …

Così andando le cose, in qualunque città già sarebbe un problema, figuriamoci poi cosa possa essere 0′ Napule, in una capitale millenaria che non ha avuto il suo riscatto, il cui popolo oggi non comprende le cause di una tale crisi societaria.

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Per capire i ‘parametri’ dell’operazione finanziaria alla quale De Laurentiis sta lavorando, bisogna partire da un articolo del Corriere del Mezzogiorno che spiegava, in aprile scorso, che la SSC Napoli ha pagato – ad aprile scorso – ben 6,2 milioni per otto anni di fitti arretrati per l’uso del San Paolo,  che viceversa è il Comune ad essere debitore per 4 milioni di euro verso la società, che il valore della ristrutturazione è di circa 80 milioni,  che – per ora – si è arrivati già a 4,24 milioni di euro spesi dalla società calcistica per i progetti cui dovrà seguire una procedura urbanistica. “I lavori di ristrutturazione potranno essere finanziati anche da un soggetto privato diverso da De Laurentiis. La settimana prossima un delegato di un fondo di investimento internazionale sarà in città. Secondo voci, potrebbe essere interessato anche a finanziare l’operazione-San Paolo.”
Aggiugiamo che Benitez richiede (giustamente) un centro sportivo e residenziale per lo staff e la squadra, che diventa un altro problema se il Comune di Napoli non intende (con)cedere almeno una parte dell’ex base Nato, già dotata di campi sportivi ed aree residenziali o funzionali.
Ecco perchè serve liquidità, ecco perchè gli esuberi sono stati ricollocati alla meno peggio, ecco la campagna acquisti a costo zero. Ecco perchè -forse – arriveranno dei soci.

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Se questa è la situazione finanziaria della SSC Napoli (altro che De Laurentiis ‘tirchio’), qualcuno potrebbe opporre che l’Inter o la Roma o il Milan non sono in una situazione particolarmente diversa, fatta eccezione per le strutture sportive e societarie di cui si sono dotate da anni ed anni.
Ed, infatti, la statistica dimostra che qualche ‘limite’ c’è e ormai è impossibile non vedere.

Domizzi, De Sanctis, Lavezzi, Hamsik, Gargano, Paolo Cannavaro, Maggio, Zuniga arrivarono grazie a Marino. Cavani fu un accordo diretto tra De Laurentiis e Zamparini. Higuain, Callejon, Maertens, Goulham, Henrique, Koulibaly, Reina e Luis Miguel fanno capo a Benitez.
La gestione diretta dei transfer da parte di Bigon annovera, viceversa, alcuni noti flop come Fernandez, Donadel, Britos, Edu Vargas, Armero, Fidelef e gli strapagati Behrami, Dzemaili, Pandev, per non parlare del folle rinnovo di Zuniga o della possibilità di acquistare Verratti comunque, fino alla incapacità di mercato di quest’anno.
E sempre al direttore sportivo, non all’allenatore, tocca di far da tramite con il presidente per esporre opportunità e indirizzare al meglio le spese.

Juventus - NapoliDunque, i destini della SSC Napoli sono legati a due variabili: il costoso progetto per il San Paolo, di cui arriverà il benestare solo in primavera prossima –  in attesa dei finanziamenti Coni-Fgic di cui si vocifera – e un  direttore sportivo che non sembra essere stato capace di ‘concludere’, specialmente se tiene conto che a vendere a prezzi stracciati (vedi i casi estivi di Armero, Behrami, Dzemaili, Pandev) son bravi tutti.

Intanto, se non si risolverà la questione del centro sportivo-residenziale, è ovvio che Benitez e i top player voleranno altrove e, almeno in questo, il Comune di Napoli  potrebbe darsi una mossa concedendo e autorizzando (mica gratis) quanto serve per riportare gli impianti nella zona flegrea, come era da sempre.

Dunque, non prendiamocela con De Laurentiis e Benitez, che alla fin fine inseguono il nostro stesso sogno mettendoci il proprio: c’è anche la giunta De Magistris che ha portato alle lunghe la questione stadio just in time per le elezioni comunali – ed è Bigon che non porta a casa gli acquisti che dovrebbe e che non tiene ‘a bada’ media, staff e spogliatoio.

Il calcio moderno non è fatto solo dai presidenti e dagli allenatori: dipende anche dalla caratura internazionale dello staff e da quanto la città intenda investire (o liberalizzare) per infrastrutture e turismo …

Originally posted on Demata

Campionato di calcio in sciopero: i motivi

25 Ago

E’ ormai agli sgoccioli la trattativa riguardante il contratto dei calciatori.

Uno sterile e controproducente sciopero sembra essere l’unico e già previsto esito del braccio di ferro, ingaggiato con le imprese del calcio italiano riunite nella Lega Calcio,  dall’ex-romanista, Damiano Tommasi, avanzando pretese indecenti, specie in tempo di crisi e di eurotasse, a favore dell’ennesima casta d’Italia.

Un piccolo esercito di fortunati e fortunatissimi ventenni, dai pochi ultra milionari, scendendo ai “mono”milionari fino a quelli, fuori rosa nelle serie minori, che dovrebbero rendersi conto che lo sport non fa per loro …

Queste le proposte della Lega Calcio e le richieste dell’AIC, in verde o rosso le ipotesi condivisibile e quelle no.

Le soluzioni della FGCI, Federazione Italiana Giuoco Calcio?  Per ora nessuna.

Eppure, sarebbe bastato che Abete si fosse espresso su qualcuno dei (sacrosanti) punti proposti dalla Lega Calcio, visto che i calciatori, sia per la fortuna a loro riservata dal destino sia perchè atleti e sportivi, dovrebbero dare l’esempio ed accettare regole e sanzioni.

Punto

Lega Calcio

Associazione italiana Calciatori

FLESSIBILITÁ DEL CONTRATTO Flessibilità contrattuale in base ai risultati. Emolumenti garantiti almeno al 50%
LAVORO IN ESCLUSIVA Divieto di ulteriore attività lavorativa senza l’autorizzazione della società, inclusi i contratti pubblcitari Il calciatore (n.b. lavoratore dipendente) è libero di fare altre attività lavorative nel tempo libero
COMPORTAMENTO Codici di condotta ed etica in campo, in ambito societario e fuori, nella vita privata Massima libertà di comportamento
CURE MEDICHE Gli atleti (ndr. lavoratori dipendenti) siano curati solo da medici di fiducia delle società. I giocatori siano liberi di scegliere da chi farsi curare con spese a carico della società.
SANZIONI Sanzioni automatiche per le irregolarità degli atleti Ogni singolo caso sia analizzato dal Collegio Arbitrale
COLLEGIO ARBITRALE Presieduto da un personaggio esterno al mondo del calcio, ad esempio un magistrato in pensione Designazione di un tesserato
PREPARAZIONE E ALLENAMENTO Diritto per l’allenatore di dividere la rosa in più gruppi per l’allenamento Tutti i calciatori si allenano in un solo gruppo, inclusi i fuori rosa, a prescindere dalle scelte dell’allenatore
RIFIUTO DI TRASFERIMENTO Penale (ultimo anno di ingaggio decurtato del 50%), se un giocatore si oppone al trasferimento ad altro club, a parità di stipendio e visibilità Diritto a rifiutare il transfer