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Il crepuscolo di Ignazio Marino. Quali avversari, quali scenari politici per Roma?

15 Nov

A Roma capita che l’auto di servizio (di colore bianco) del sindaco venga vista  parcheggiata a poca distanza da quella sua personale (di colore rosso), una in divieto di sosta e l’altra in un posto riservato ai disabili. Lo riporta Il Tempo, menzionando i nomi dei testimoni: i fratelli  Fabrizio e Augusto Santori, l’ex consigliere municipale Fabrizio Figliomeni ed Emiliano Corsi del Comitato Difendiamo Roma.

Ignazio Marino Panda Divieto di Sosta Posto Disabili

Una figuraccia con l’aggravante del menefreghismo – secondo la tradizione di Pasquino – dato che da settimane si parla dello scandalo degli accessi ZTL e del parcheggio riservato ai senatori in cui è coinvolta la Panda rossa di Ignazio Marino, il sindaco ciclista, a vistosa prova che tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare.

Dignitas delinquentis peccatum auget. L’elevata posizione del reo aumenta la gravità del reato.

Marino Panda Rossa Delinquentis

E siamo al punto che, giorni fa, Lionello Cosentino, senatore del Pd e segretario del Pd romano, intervenendo a Effetto Giorno, su Radio 24, alla domanda se ‘il sindaco Marino reggerà fino a fine legislatura’, rispondeva: “Se fa poche cose utili sì: se paga le multe, se ci mettiamo tutti assieme a lavorare sui problemi veri di Roma, e non sulle polemiche tra partiti e le strumentalizzazioni. … Ci vuole uno scatto, ma non solo del sindaco, forse anche del ceto politico, delle forze politiche, della classe dirigente di questa città”.
Altrimenti si torna alle urne? “Altrimenti siamo colpevoli di fronte ai cittadini di questa città del fatto che non riusciamo a vedere la fine del tunnel di questa lunga crisi”.

Intanto, registriamo che Ignazio Marino è andato a Tor Sapienza ‘per ascoltare i cittadini’ ed è stato accolto tra i fischi, per poi dichiarare: “sono qui perchè i media vi hanno dipinto come criminali e razzisti ma siete persone come noi che cercano la felicità per se stessi e per i propri figli.  … Non chiuderemo il centro accoglienza ma cercheremo un compromesso tra quelle che sono le esigenze di tutti.”

In tutt’altro senso vanno le dichiarazioni  all’Ansa il Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Nils Muizniks “Sono preoccupato per i violenti attacchi contro gli immigrati e la polizia”, ha dichiarato. … Questi attacchi sono il risultato dell’immagine distorta sugli immigrati che predomina in Italia e nelle politiche messe in atto che non rispettano pienamente i loro diritti … molte di queste persone sono richiedenti asilo e minori non accompagnati che fuggono dalla guerra e dalla persecuzione, e che spesso si ritrovano a vivere in condizioni inadeguate con poche possibilità di integrarsi”.

Politiche di competenza dei sindaci, come lo è Ignazio Marino almeno per ora, che – almeno a Roma – non sembrano rispettare i diritti dei rifugiati che si ritrovano a vivere in condizioni inadeguate e con poche possibilità di integrarsi, se il ministro Alfano ha dovuto ricordare che “l’errore di fondo è quello che i sindaci devono stare attenti perché non si possono mandare decine di migranti dove già ci sono i rom. Non si possono appesantire le periferie. Queste persone devono essere distribuite in modo razionale nelle città”.

Adducere inconveniens non est solvere argumentum. Portare eccezioni non è mai risolvere la questione.

Marino Adducere

Intanto, anche David Sassoli, già candidato alle primarie per le ultime comunali, arrivato secondo dietro Marino, e oggi a Bruxelles come videpresidente del parlamento europeo, rilascia su Twitter dichiarazioni aspre: «Ormai solo due romani su dieci approvano . L’arroganza non è un sistema di governo. Basta andare in giro per la città per capire quanti romani non si sentano rispettati dall’attuale amministrazione. Roma sta sprofondando nell’incuria e nel degrado. E’ un sindaco inadeguato».

Poi, secondo l’inchiesta di Repubblica-l’Espresso, a volere la testa del sindaco di Roma Capitale, ci sarebbero:

  1. la famiglia Tredicine, imprenditori e politici, signori delle preferenze in Forza Italia, che guidano la rivolta di bancarellari e ristoratori
  2. il Centro cattolico (Ncd) che non vuole i matrimoni gay, né che il sindaco trascriva quelli fatti all’estero nei registri del comune, con un’operazione mediatica messa in atto proprio mentre si svolgeva il Sinodo sulla Famiglia
  3. la corrente “romanamente” renziana, del asse tra il deputato PD Umberto Marroni, giù dalemiano, con Enrico Gasbarra e i popolari, molto attenta alle esigenze dei costruttori e al nuovo stadio della Roma, arrivato in extremis per un emendamento allo Sblocca Italia
  4. il Gruppo Caltagirone per come il sindaco è intervenuto su Acea, ridimensionando di molto il ruolo finora giocato dal “socio”
  5. l’ex sponsor Goffredo Bettini e Luciano Nobili, vicesegretario del Pd a Roma
  6. Dario Franceschini che potrebbe spostarsi presto sulla stessa poltrona di Marino e sua moglie, consigliera comunale e presidente della commissione cultura, Michela Di Biase che si sta battendo, non senza ragioni, sulla partita del cinema Metropolitan, nella centralissima via del Corso
  7. Francesco D’Ausilio, assessore dimissionario dopo che nella sua gestione era trapelato il sondaggio riservato, commissionato dal Pd, che confermava un  livello di gradimento bassissimo dei romani verso Ignazio Marino.

Sapiens fingit fortunam sibi. L’uomo saggio forgia da solo la propria fortuna.

Marino fortuna

A questo punto della storia è bene sapere che l’articolo 53 del Testo Unico degli enti locali sancisce che le dimissioni presentate dal sindaco diventano efficaci ed irrevocabili trascorso il termine di 20 giorni dalla loro presentazione al Consiglio comunale. Da quel momento, il Sindaco stesso, la Giunta e il Consiglio hanno solo poteri di ordinaria amministrazione.

Trascorso questo periodo, inizia la procedura di scioglimento del Consiglio comunale e cessano tutte le cariche politiche, con il Prefetto che nomina un Commissario, detto prefettizio, fino alla conclusione del procedimento di scioglimento che termina con decreto del presidente della Repubblica, su proposta del Ministro dell’Interno, entro 90 giorni.

Anche nel caso dell’approvazione di una mozione di sfiducia – come quella presentata dai consiglieri Ncd Roberto Cantiani e Lavinia Mennuni –  la norma (decreto legislativo 267/2000) prevede lo scioglimento del Consiglio comunale.

Tutti a casa? Vedremo …

In praetoriis leones, in castris lepores. Nel palazzo leoni, nell’accampamento lepri.

 

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I

Roma: salviamo Farmacap!

14 Mar

La vicenda Farmacap – l’azienda del Comune di Roma che gestisce 44 farmacie e i servizi di Teleassistenza e Telesoccorso – è ben descritta dai commenti del capogruppo pd Francesco D’Ausilio riportati da La Repubblica.

“Siamo contrari a qualunque ipotesi di privatizzazione, l’azienda ha bisogno di un immediato rilancio con un nuovo management”. Che nell’immediato significa commissariamento. “Troppe le anomalie che odorano di truffa”

Intanto, il buco sembra sia di almeno quindici milioni di buco, si parla di ‘crediti accertati ma “inspiegabilmente” svalutati e cancellati dalla contabilità aziendale’, per non parlare delle  consulenze, affidate ad amici e parenti.

Non a caso, Gemma Azuni (SEL) si fa sentire: “Com’è stato possibile far lievitare in pochi mesi un milione di passivo, certificato dal commissario straordinario, a 10 milioni. Mi viene il sospetto che la strategia del centrodestra fosse quella di depauperare l’azienda per poi venderla a prezzi di saldo. Una cosa che con questa maggioranza non accadrà mai”.

Ma non solo, la stessa Azuni denuncia in un comunicato che “i costi di Roma Capitale per l’ospitalità nelle case di riposo sono ben più onerosi del servizio di Teleassistenza e Telesoccorso che consente di risparmiare risorse per mantenere a casa gli anziani ed è fondamentale per la prevenzione di patologie che possono intervenire e per le quali è necessario il ricovero in strutture di accoglienza.”

Il quadro – per l’ennesima volta disastroso – che ne viene è, nella sostanza, il seguente.

  1. Farmacap nasce alla fine del 1997 a seguito della trasformazione delle 29 Farmacie Comunali da servizio in economia ad Azienda Speciale. In questi anni l’Azienda ha  aperto 14 nuove sedi, per un totale, oggi, di 44 farmacie ed è prevista l’apertura di altre 4 sedi nelle zone di “Ennio Flaiano”, “Achille Vertunni”, “Camocelli” e “Castel Porziano”. Farmacap gestisce anche il Banco Farmaceutico per la raccolta dei farmaci inutilizzati o scaduti.
  2. Inoltre, l’Azienda promuove, nell’ambito delle finalità stabilite dal Consiglio Comunale, ogni possibile forma di partecipazione consultiva dei cittadini e degli utenti in ordine al funzionamento e alla erogazione dei servizi e alla loro distribuzione sul territorio, come ( fin dal 2002, con il Sindaco Veltroni) i servizi di Teleassistenza, Telecompagnia e Telemonitoraggio/Telesoccorso.
  3. Dal 2006, Farmacap ha gestito inizialmente, in via sperimentale, cinque asili nido del Comune di Roma, in regime di accreditamento e convenzionamento, e l’Azienda gestisce l’asilo aziendale “M.E. Bossi”, attivo dal 1 Settembre 2008, ubicato nel XIII Municipio, nato per soddisfare le richieste del proprio personale.

Davvero un pout pourrì …

Nel primo caso, la distribuzione dei farmaci, è piuttosto ‘arcaico’ che si debba provvedere con ben 50 farmacie ‘pubbliche’, alla stregua del ‘medico condotto’ di una volta, in una sistema che vede la concorrenza delle parafarmacie e, tra un po’, quella delle farmacie online tramite Apps sul telefonino …
E’ vero che Roma per altri 15 anni sarà una città sempre più anziana, ma proprio per questo bisogna cercare di guardare anche alle nuove generazioni e alle loro esigenze.
Se Farmacap riuscisse ad integrarsi col sistema di prescrizioni dei medici di base (cosiddette impegnative) potrebbe funzionare da hub per i recapiti a domicilio … venendo incontro a giovani (via Apps) e anziani (telefono o fax) … e trovando investimenti.

E’ così che si abbatterebbero i costi, esaltando i ricavi e i servizi offerti, mettendo Roma all’avanguardia.

Nel secondo caso, i teleservizi, è evidente che sono indispensabili e che possono essere la ‘testa di ponte’ per sviluppare il sistema di distribuzione/accesso ai farmaci.

C’è, poi, la questione degli asili nido e proprio non si comprende perchè non siano affidati ad un ente /azienda apposito, vista l’elevata specificità dei servizi offerti.

D’Ausilio chiede un ‘immediato rilancio con un nuovo management”, Azuni si oppone adepauperare l’azienda per poi venderla a prezzi di saldo”.

E la via ‘tecnica’ – un possibile piano aziendale – forse ci sarebbe …

Salviamo Farmacap!

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