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Nessun politico nella Parentopoli romana?

13 Mag

Arrivano altri cinque indagati “eccellenti” nell’inchiesta della Procura di Roma, cosiddetta ‘Parentopoli’, relativa a una serie di assunzioni a chiamata diretta fatte negli ultimi due anni  tramite le aziende municipalizzate del Comune di Roma.

Secondo ADN-Kronos, il procuratore aggiunto Alberto Caperna ha iscritto nel registro degli indagati:

  • l’ex amministratore delegato dell’Atac, Adalberto Bertucci,
  • l’ex ad di Trambus, Antonio Marsia,
  • l’ex capo del personale di Trambus, Luca Masciola,
  • l’attuale capo del personale di Trambus, Riccardo Di Luzio,
  • l’ex direttore delle Metropolitane di Roma, Vincenzo Tosques,
  • che vanno ad aggiungersi a quelli di Luciano Cedrone, capo del personale di Ama,
  • Franco Panzironi, amministratore delegato dell’azienda,
  • Gianfrancesco Regard, ex responsabile legale di Ama,
  • Sergio Bruno, presidente del Consorzio Elis,
  • Ivano Spadoni, ex dirigente Ama,
  • Lorenzo Allegrucci, ex dirigente direzione Acquisti Ama,
  • Giovanni D’Onofrio, capo dell’ufficio legale della municipalizzata,
  • oltre a Bruno Frigerio, Alessandra De Luca e Davide Ambrogi, componenti di una commissione Ama nominata per le assunzioni di circa 800 dipendenti in diverse specialità professionali.

E’ possibile che il top dei massimi dirigenti pubblici romani sia coinvolto in una squallida vicenda di lavoro clientelare?

Si, è possibile, a Roma e non solo. Ma quello che ancora non si spiega è perchè quei dirigenti hanno messo a rischio le proprie carriere e chi abbia segnalato le persone poi assunte, spesso nell’entourage di politici neoleletti.

Eppure, non ci sono politici tra gli indagati e la Giunta Alemanno non sembra neanche sfiorata dallo scandalo.

Roma, la città delle nebbie.

Malattie rare, meglio abortire?

16 Feb


Continua la polemica riguardo l’aborto terapeutico con Giuliano Ferrara in prima linea e drappelli di femministe in corteo.

Eppure dovremmo tutti sapere e pretendere che, se applicassimo la 194, la struttura sanitaria dovrebbe aiutare la donna “a rimuovere le cause che la porterebbero alla interruzione della gravidanza.”
Oppure che il medico “deve adottare ogni misura idonea a salvaguardare la vita del feto” quando ha possibilità di “vita autonoma”, ovvero più di 22-24 mesi, come hanno sancito altri medici giorni fa.

E per cosa hanno manifestato le 300 donne (tale era la folta rappresentanza) l’altro ieri?

Per avere il diritto di abortire se scoprono che il nascituro sarà come Mimmo o’chiattone, un simpatico ragazzo del mio vicinato dal peso forma di 120 kg per 1,80 mt, tettuto e con peli zero, diplomatosi senza infamia e senza lode, oggi impiegato in qualche ufficio.

Di Klinefelter probabilmente ce n’era pure uno in classe mia, tal Costantino, che rimaneva incastrato col fondo schiena cicciotto nelle sedie, all’epoca abbonato ai distinti del Napoli ed oggi esimio direttore di istituto bancario felicemente sposato con prole sua (gli somigliano).

Vi ricordate quel ragazzo grasso e grosso, poco peloso ed un po’ timido che frequentava la vostra scuola?
Oggi non ne nascono più.

 

Aborto ed eugenetica

15 Feb

In Italia è consentito l’aborto terapeutico, non l’aborto eugenetico e non l’aborto libero.

La Legge 194 prevede che : “L’interruzione volontaria della gravidanza, dopo i primi novanta giorni, può essere praticata:
a) quando la gravidanza o il parto comportino un grave pericolo per la vita della donna
b) quando siano accertati processi patologici, tra cui quelli relativi a rilevanti anomalie o malformazioni del nascituro, che determinino un grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna.

Secondo quanto scritto dai giornali, un feto, per il quale è intervenuta la Magistratura di Napoli, sarebbe (N.B. probabilmente) diventato dopo la nascita un individuo affetto  dalla Sindrome di Klinefelter.

La domanda “legale” è questa: esistevano dei processi patologici relativi a rilevanti anomalie o malformazioni del nascituro tali da determinare un grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna?

No.

Il sito dell’ Unione Italiana Sindrome di Klinefelter riporta:
“Il paziente Klinefelter è un maschio che presenta testicoli piccoli e di consistenza aumentata, ginecomastia (mammella maschile più grande del normale), ipogonadismo (funzionalità testicolare ridotta) ed elevate concentrazioni di ormone follicolo stimolante (FSH). Alta statura e ridotta peluria sono altre caratteristiche frequenti. L’incidenza della Sindrome alla nascita è di circa 1 su 500 maschi.”

Nei casi più acuti parliamo del cosiddetto “ermafodita”, non di un “mostro”, dunque già mi sembra strano che la Comunità lgbt resti indifferente.

Il nascituro sarebbe stato probabilmente (80%) un maschio poco virile di salute cagionevole, tutto qui.

Aborto terapeutico o piuttosto eugenetico?