Poche ore fa, Crespi Ricerche ha pubblicato un proprio report relativo alle intenzioni di voto, confermando l’alto consenso (57%), che Mario Monti e la sua maggioranza godono tra i sempre meno italiani (58,8%) che, sembra, esprimerà il proprio voto.

Anche questo studio conferma la minoritarietà del Governo Monti, attestato tra il 27 ed il 33% delle preferenze dell’intero corpo elettorale. Due italiani adulti su tre, in un modo o nell’altro, non voterebbero l’attuale maggioranza ed, evidentemente, è gente che non è soddisfatta o non si sente rassicurata.
Come si conferma, nel rapporto pubblicato da Crespi Ricerche, una crescita della “fuga dalle urne”, dato che la “sommatoria” astenuti-bianche-indecisi è salita, in 20 giorni, dal 38 al 41,2%.
Un andamento generale del consenso che coincide, parallelamente, agli esiti dei diversi sondaggi, effettuati in questi giorni da Ipsos, SWG, EMG per Telecom, La7, Repubblica, Corriere della Sera.
Non è chiaro a quale realtà dei fatti, e soprattutto dei numeri, attingano coloro che continuano a “reclamare” – nel senso di reclame e non di reclamo – che c’è una “sorprendente tenuta del Governo Monti” …
La matematica non è un opinione e la rappresentazione dei dati non può puntualmente ignorare il forte distacco esistente tra cittadini ed establishment.
La statistica serve, anche e soprattutto, alla Politica per individuare direzioni, strategie, finalità. Come, ad esempio, per quanto relativo quei politici che stanno lavorando alla legge elettorale, che ben andrebbero informati della situazione che tutti i numeri raccolti in questa settimana, successiva alle “liberalizzazioni”, hanno confermato.
Una legge elettorale – ne riparleremo – non può essere utilmente strutturata, specie se con finalità oligarchiche o partitocratiche, se chi la formula e chi la vota è influenzato da informazioni “trionfalistiche” che non raccontano come, da qualche parte, l’astensionismo potrebbe rivelarsi eclatante, causa le solite “punte statistiche”, o, peggio, che la gran parte dei voti vadano a nuove e raccogliticcie entità politiche, vanificando ogni cordata ed ogni premio di maggioranza.
Speriamo che, se non gli statistici, almeno i “direttori” od i “professori” si chiedano quanto fatale, per la nostra povera Italia, possa rivelarsi il proseguire su questa china.
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