Una Camera dei Deputati semivuota ha ultimato questa notte il voto degli emendamenti al disegno di legge di Riforma del Senato e del Titolo V della Costituzione.
La notte di San Valentino sono stati introdotti o modificati ben quaranta articoli che riscrivono la Costituzione dopo una vera e propria zuffa – con ben due parlamentari in infermeria e diversi deputati espulsi – conclusasi con oltre 200 rappresentanti delle opposizioni (Forza Italia, M5S, Fratelli d’italia, Lega e Sel) fuori dall’Aula di Montecitorio, mentre a votare c’erano solo gli eletti del Partito Demoratico ed i micro-partiti collegati.
Il voto finale sarà a metà marzo, ma vediamo replicarsi la deriva autoritaria che ha portato all’elezione del Presidente della Repubblica in modo assolutamente non condiviso con le altre forze politiche che pur rappresentano il popolo italiano e l’interesse nazionale.
‘Deriva’ e ‘autoritaria’ possono sembrare parole grosse, ma è difficile trovare altri termini: deriva perchè non si sa dove stiamo andando, autoritaria perchè – bullismo o meno – c’è qualcuno che dice ‘qui comando io’.
Non è con un blitz notturno del Governo che si crea un Senato composto da 100 membri non eletti direttamente dai cittadini (selezionati tra sindaci e consiglieri regionali), che si eliminano le province e – soprattutto – cambiano le competenze di Stato e Regioni, come cambiano le regole per i referendum e il raggiungimento del quorum, come anche per l’elezione del presidente della Repubblica.
Sono modi che ricordano eventi simili accaduti in Georgia, Serbia, Macedonia ed altri paesi dell’Europa dell’Est, quando si trattò di riconvertire le oligarchie comuniste in ceto dominante di una società mercantile.
Un conto era superare ‘certi mal di pancia della sinistra italiana’, un altro è estromettere tutte le opposizioni.
Antonio Polito, autorevole voce ‘democratica’, scrive sul Corriere della Sera, che “si è prodotto il sonno della ragione … un tempo si sarebbe detto da Parlamento balcanico … la Costituzione andrebbe riscritta alla luce del sole … l’incursione notturna del premier è stata così tenebrosa che ora rischia di produrre effetti devastanti sul processo delle riforme.“
Rosy Bindi, fondatrice del partito e presidente della Commissione Antimafia, con riferimento alla Camera dei deputati, che da sola e con la mera la maggioranza assoluta dei voti potrà riformare qualunque cosa, ricorda che «con una legge elettorale maggioritaria – che darà il 54-55% a chi vince – questo emendamento non è sufficiente a garantire che in futuro vi sia il rispetto della Costituzione».
Quel che ne viene è un gioco al massacro – Bloody Valentine – in cui Matteo Renzi, dopo aver tradito ogni patto ed alleanza, potrebbe cercare di restare in carica fino a fine mandato, con la sola Camera dei Deputati e rinnovando (ndr azzerando) il Senato non appena votata la Riforma … nella convinzione che i risultati politici gli daranno anche il consenso che non ha più.
Un gioco al massacro come tanti altri, ad esempio nel Lazio, dove le ‘liste civiche’ stanno traslocando in massa nel partito, svuotando direttivi accademici ed associativi di rappresentanza ed autorevolezza, nella mera speranza di convogliare nuove filiere di consenso ad un partito che a Roma sembra contare su meno di 7.000 iscritti e centomila votanti alle primarie …
Oppure, in Campania, con Raffaele Cantone – magistrato e presidente dell’Autority nazionale anti-corruzione – che avrebbe rifiutato la candidatura renziana, perchè “non sarebbe serio mollare tutto adesso e cominciare un lavoro da governatore”. Promoveatur ut amoveatur?
Massacro come la stramba idea di isolare Alfano e i neopopolari o cannibalizzare Scelta Civica e le forze libdem.
Un San Valentino di sangue per la democrazia italiana, specialmente se le prossime elezioni – Renzi o altri che siano – dovessero consegnarci un Parlamento blindato con una maggioranza insormontabile, che legifera ‘dai corridoi della politica’ asservendo il voto parlamentare a mera ratifica.
E, comunque, non si può pensare di dare un futuro ad una nazione votando frettolosamente delle ‘toppe’ (tali sono gli emendamenti) per riformare una Costituzione con l’80% degli italiani che non fa riferimento a quel 60% di parlamentari eletti – come tutti gli altri – in base ad una legge elettorale incostituzionale, ma che sono oggi la maggioranza della Camera.
Non ne verrà nulla di buono, il vento genera tempesta.
originale postato su demata
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