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San Valentino di sangue per Matteo Renzi

14 Feb

san valentinoUna Camera dei Deputati semivuota ha ultimato questa notte il voto degli emendamenti al disegno di legge di Riforma del Senato e del Titolo V della Costituzione.
La notte di San Valentino sono stati introdotti o modificati ben quaranta articoli che riscrivono la Costituzione dopo una vera e propria zuffa – con ben due parlamentari in infermeria e diversi deputati espulsi – conclusasi con oltre 200 rappresentanti delle opposizioni (Forza Italia, M5S, Fratelli d’italia, Lega e Sel) fuori dall’Aula di Montecitorio, mentre a votare c’erano solo gli eletti del Partito Demoratico ed i micro-partiti collegati.
Il voto finale sarà a metà marzo, ma vediamo replicarsi la deriva autoritaria che ha portato all’elezione del Presidente della Repubblica in modo assolutamente non condiviso con le altre forze politiche che pur rappresentano il popolo italiano e l’interesse nazionale.

‘Deriva’ e ‘autoritaria’ possono sembrare parole grosse, ma è difficile trovare altri termini: deriva perchè non si sa dove stiamo andando, autoritaria perchè – bullismo o meno – c’è qualcuno che dice ‘qui comando io’.

Non è con un blitz notturno del Governo che si crea un Senato composto da 100 membri non eletti direttamente dai cittadini (selezionati tra sindaci e consiglieri regionali), che si eliminano le province e – soprattutto – cambiano le competenze di Stato e Regioni, come cambiano le regole per i referendum e il raggiungimento del quorum, come anche per l’elezione del presidente della Repubblica.
Sono modi che ricordano eventi simili accaduti in Georgia, Serbia, Macedonia ed altri paesi dell’Europa dell’Est, quando si trattò di riconvertire le oligarchie comuniste in ceto dominante di una società mercantile.
Un conto era superare ‘certi mal di pancia della sinistra italiana’, un altro è estromettere tutte le opposizioni.

Antonio Polito, autorevole voce ‘democratica’, scrive sul Corriere della Sera, che “si è prodotto il sonno della ragione … un tempo si sarebbe detto da Parlamento balcanico … la Costituzione andrebbe riscritta alla luce del sole … l’incursione notturna del premier è stata così tenebrosa che ora rischia di produrre effetti devastanti sul processo delle riforme.

Rosy Bindi, fondatrice del partito e presidente della Commissione Antimafia, con riferimento alla Camera dei deputati, che da sola e con la mera la maggioranza assoluta dei voti potrà riformare qualunque cosa, ricorda che «con una legge elettorale maggioritaria – che darà il 54-55% a chi vince – questo emendamento non è sufficiente a garantire che in futuro vi sia il rispetto della Costituzione».

Quel che ne viene è un gioco al massacro – Bloody Valentine – in cui Matteo Renzi, dopo aver tradito ogni patto ed alleanza, potrebbe cercare di restare in carica fino a fine mandato, con la sola Camera dei Deputati e rinnovando (ndr azzerando) il Senato non appena votata la Riforma … nella convinzione che i risultati politici gli daranno anche il consenso che non ha più.
Un gioco al massacro come tanti altri, ad esempio nel Lazio, dove le ‘liste civiche’ stanno traslocando in massa nel partito, svuotando direttivi accademici ed associativi di rappresentanza ed autorevolezza, nella mera speranza di convogliare nuove filiere di consenso ad un partito che a Roma sembra contare su meno di 7.000 iscritti e centomila votanti alle primarie …
Oppure, in Campania, con Raffaele Cantone –  magistrato e presidente dell’Autority nazionale anti-corruzione – che avrebbe rifiutato la candidatura renziana, perchè “non sarebbe serio mollare tutto adesso e cominciare un lavoro da governatore”. Promoveatur ut amoveatur?

Massacro come la stramba idea di isolare Alfano e i neopopolari o cannibalizzare Scelta Civica e le forze libdem.

Un San Valentino di sangue per la democrazia italiana, specialmente se le prossime elezioni – Renzi o altri che siano – dovessero consegnarci un Parlamento blindato con una maggioranza insormontabile, che legifera ‘dai corridoi della politica’ asservendo il voto parlamentare a mera ratifica.

E, comunque, non si può pensare di dare un futuro ad una nazione votando frettolosamente delle ‘toppe’ (tali sono gli emendamenti) per riformare una Costituzione con l’80% degli italiani che non fa riferimento a quel 60% di parlamentari eletti – come tutti gli altri – in base ad una legge elettorale incostituzionale, ma che sono oggi la maggioranza della Camera.

Non ne verrà nulla di buono, il vento genera tempesta.

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Roma, addio raccomandazioni

19 Ott

In una monarchia assoluta, come quella che regna a Roma, non esistono sindacati, non esiste meritocrazia, ma solo cooptazione e fidelizzazione. E’ l’enorme limite dei sistemi assoluti e totalitari, non solo della Città Eterna. Un limite che nei secoli ha alimentato corruzione, privilegi e prebende, al quale, da oggi, il Vaticano inizia a porre rimedio.

Una rivoluzione copernicana, che si spera farà sentire i sui effetti anche nella Roma repubblicana, la Capitale italiana, da 150 anni afflitta dal doppio corso degli onori e degli incarichi che esiste in città.

Roma, una città dove esistono onorevoli che durano cinque anni e ‘gentiluomini di corte, che lo sono a vita. Una metropoli dove per far carriera non basta il merito e/o le ‘solite’ viuzze italiche, ma serve (in un modo o nell’altro) il gradimento o l’acquiescenza di qualche ‘santo in paradiso’.

Ratzinger – papa non beato ma santo – ha posto fine a questa scandalosa prassi che da 2000 anni affligge Roma e l’Umanità intera: “dal mese prossimo una commissione istituita nella Segreteria di Stato – che farà quindi capo direttamente al cardinale Tarcisio Bertone – valuterà tutti i nomi proposti sia per le assunzioni sia per gli incarichi da assegnare, «laici» o prelati che siano. Presieduta dall’Assessore agli Affari generali Peter Brian Wells – il «numero tre» della Segreteria di Stato — sarà composta da almeno cinque membri indicati dai principali dicasteri vaticani.” (Corsera)

“Un classico è il nipote del monsignore, l’amico di famiglia, il bravo ragazzo consigliato dal parroco. L’esperienza insegna che i mediocri — quando va bene — possono combinare disastri, oltre a fiaccare i bilanci.”

Tutto finito? Si spera di si, soprattutto perchè il nipote dle monsignore, l’amico di famiglia, il raccomandato del parroco, spesso e volentieri, finivano per far carriera nelle nomenclature repubblicane e comunali, non in Oltretevere.

Un cambiamento epocale della Chiesa Cattolica, che, non a caso, viene avviato da un papa, Benedetto XVI, che arriva più o meno dalla stessa città da cui partì Martin Lutero nella sua crociata contro i raccomandati e le indulgenze.
Un cambiamento che impiegherà almeno una o due  generazioni per realizzarsi, visti i tempi ‘biblici’ del Vaticano. Un’evoluzione che, se riuscirà ad essere realizzata, cambierà profondamente i paesi latini, da sempre afflitti dalla madre di tutte le mafie, di tutte le inerzie, di tutte le mediocrità: la cooptazione.

Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto?
Mezzo vuoto … non sembra che Gesù Cristo avesse progettato la nascita di una monarchia assoluta millenaria, alla perenne ricerca di risorse finanziarie per sostentare la propria corte sprecona.

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