Ieri, ha fatto il giro del mondo la notizia che la bellissima Angelina Jolie si era fatta asportare ambedue i seni per evitare l’insorgere di un tumore alla mammella, causato da una predisposizione genetica.
Oggi arriva il dotto parere medico del professor Veronesi, che, a Repubblica News, precisa: ”Tumore, vince la diagnosi precoce”.
”I fattori di rischio del tumore al seno oggi sono molto più chiari. Davanti a un caso come quello della Jolie c’erano due strade: la prima è quella seguita dall’attrice, eliminare il rischio eliminando il seno. L’altra alternativa è il controllo periodico. Che ha, nel caso della diagnosi precoce, una percentuale di guarigione del 98 per cento”.
Per rigore scientifico e correttezza dell’informazione, va detto che la diagnosi ‘precoce’ non vince affatto rispetto all’asportazione preventiva: nel primo caso due donne su cento non guariscono (98%), nel secondo caso proprio non insorge il tumore (N.B. probabilità bassissima). Una bella differenza.
Inoltre, il termine ‘guarigione’ usato dal prof. Veronesi significa, più precisamente, ‘non si riammala di tumore al seno nell’arco di cinque anni’, cosa molto diversa dal guarire comunemente inteso.
Infine, mentre Angelina Jolie nel giro di un mesetto ha asportato ghiandole e ricostruito mammelle, chi volesse affidarsi alla ‘diagnosi precoce’ potrebbe anche dover trovarsi a combattere con un tumore per mesi ed anni, sempre con il rischio di essere una delle due donne su cento che non guariscono.
Una bella differenza, non c’è che dire, sia per l’aspettativa in vita del paziente, sia per la qualità della sua vita e quella dei familiari.
Una differenza poco spiegabile, se la genetica – la vera dignosi precoce – annunciava ad Angelina Jolie un 87% di possibilità di sviluppare un tumore al seno e se la chirurgia permette di risolvere tutto con un intervento chirurgico, privo di controindicazioni particolari.
Perchè sconsigliare un intervento di mastectomia e protesi al seno, che può rientrare in un costo inferiore ai 10.000 euro, mentre le cure oncologiche costano molto di più, richiedono più strutture e più occupati, costringono il malato a lunghe trafile e ad assumere farmaci con pesantissime ricadute?
L’ha detto Veronesi? E pensate che Angelina Jolie, star di Hollywood e stramilionaria, si sia rivolta ad un oncologo con minori capacità del nostro anziano guru dell’oncologia?
Quando date il consenso informato, vi viene detto che avete “una percentuale di guarigione del 98 per cento” o che potete essere uno dei due su cento che non guariscono?
E, nell’ipotesi che potreste essere ‘dal lato sbagliato della percentuale’, preferireste una risolutiva mastectomia (con la plastica a carico del SSN) oppure rischiare lunghe e devastanti cure e poi scoprire di essere comunque condannati?
Vince la genetica, che è la vera diagnosi precoce. Perchè aspettare che il tumore insorga, professor Veronesi? Perchè sottoporre le persone a lunghe e dolorose cure, se è possibile evitarlo?
originale postato su demata
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