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La quasi-bufala dei libri gratis nel Lazio

14 Set

La Regione Lazio annuncia sul proprio sito (link) di aver “presentato presso la sede della Giunta regionale il ‘FONDO RIMBORSO LIBRI SCOLASTICI’ una misura da 20 milioni di euro di sostegno economico alle famiglie del Lazio per contrastare l’aumento del costo dei libri di testo per l’anno accademico 2022/23”.

Iniziamo col dire che si tratta di ‘anno scolastico’, quello ‘accademico’ è dell’Università, giusto per fare un po’ di educazione civica, e che … l’anno scolastico è iniziato da 14 giorni e che – ad oggi – gli studenti dovrebbero aver già acquistato i libri che gli servono.
Intanto, la ‘misura da 20 milioni’ è ancora in Giunta, neanche in Gazzetta Ufficiale.

Ma il ‘FONDO RIMBORSO LIBRI SCOLASTICI’ è farina del sacco della Regione Lazio?
No, norme e soldi sono dello Stato.

Infatti, è lo Stato (ed il Governo) che garantiscono e provvedono alla “gratuità, totale o parziale, dei libri di testo in favore degli alunni che adempiono l’obbligo scolastico”, che attualmente è esteso fino alla seconda classe superiore.

Ed è dal 23 dicembre 1998 – mica ieri – le istituzioni scolastiche possono promuovere servizi di comodato d’uso gratuito per la fornitura di libri di testo e di dispositivi digitali per le studentesse e gli studenti, stipulando specifiche convenzioni in accordo con gli enti locali” e le biblioteche potrebbero provvedere “alla fornitura di libri di testo da dare anche in comodato agli studenti della scuola secondaria superiore”.

Va bene, la Regione Lazio ha dimenticato di ringraziare lo Stato per i soldi che spende, tutto qui?

No, c’è anche che l’accesso ai rimborsi per il diritto all’Istruzione è esteso agli studenti con un “indicatore ISEE in corso di validità del nucleo familiare non superiore a 30.000,00 euro”, cioè ben sopra la “soglia di povertà o “a probabile rischio”.
Viceversa, la Regione Lombardia  “mette a disposizione buoni per un valore da 200 a 500 euro per l’acquisto di libri di testo, dotazioni tecnologiche e strumenti per la didattica … a studenti residenti che non abbiano compiuto 21 anni con un ISEE non superiore a 15.748,78 euro”. Stesso tetto Isee in Toscana, un po’ più basso in Veneto e – addirittura – in Campania.

Ovviamente, non sappiamo perché la Regione Lazio voglia ampliare il tetto dei beneficiati al doppio o triplo delle altre regioni nè perché – facendo questo – vada a dimezzare la somma che toccherà a chi è in povertà o a rischio.

Ovviamente, le altre regioni – a differenza del Lazio – menzionano che i rimborsi hanno origine dal Decreto del Presidente della Repubblica  D.P.R. n. 445/2000, ma il dolce (amaro) viene alla fine.

Dicevamo delle scuole già iniziate e degli studenti che già dovrebbero avere corredo e libri.
Beh, mentre nel Lazio ad oggi la proposta è in Giunta, in Lombardia la delibera regionale per spendere le somme stanziate dallo Stato … risale al 22 maggio e in Campania al 7 luglio.

Insomma, la politica degli ‘annunci spot’ quante bufale si porta dietro, se un ritardo appare come una conquista e se un ampliamento in realtà è una riduzione?
La domanda è: pensate che la delibera laziale ancora in Giunta da approvare sia un esempio di buona amministrazione?

A.G.


Le priorità elettorali dei partiti a confronto in 5 slide

13 Set

Sky ha annunciato per domani una serie di interviste con Calenda, Conte, Letta, Meloni, Salvini e … probabilmente quasi nessuno andrà a verificare se quel che viene detto corrisponde a quel che i programmi promettono e fanno fede.

Infatti, dalle interviste su media e social, si potrebbe pensare che i Cinque Stelle siano il partito del “Reddito” (minimo o di cittadinanza che sia), ma il loro programma a stento lo menziona come non menziona affatto l’assistenza/previdenza, mentre – sorprendentemente – è Azione-IV a nominarlo più volte.
A dircelo è la conta dei termini usati in proporzione alla diversa lunghezza dei programmi elettorali.

Oppure potremmo credere che la Sanità e la Salute siano una priorità, ma poi a ben vedere solo Cinque Stelle e Fratelli d’Italia guardano anche al ‘contraltare’ cioè invalidi e disabilità.

Come anche per ‘lavoro e occupazione’ a cui sembra dar gran conto il PD, ma purchè sia Terziario, a vedere l’importanza data ad Industria e Commercio.

Fino agli anziani, che non interessano a nessuno eccetto un po’ ad Azione/IV e le donne di gran lunga scavalcate dai ‘giovani’ e talvolta anche dagli “stranieri”.

O constatare che alla parola “sicurezza” non corrisponde con la “lotta alla mafia”, eccetto che per il PD. Eccetera eccetera.

A.G.

Conte distruggerà il PD, non Draghi

15 Lug

Oggi, alla Camera il Centro conta circa 206 onorevoli, seguito dalla Destra con 168, poi la Sinistra con 123 ed infine i Cinque Stelle con forse 128 seggi più 14 deputati non allineati.
Uno più o uno meno, ma questa è la realtà.

E’ accaduto che l’ascesa di Giuseppe Conte ha comportato l’esodo di quasi la metà dei deputati a Cinque Stelle verso posizioni più moderate e costruttive.
Ma la stessa ascesa di Conte ha messo in luce la profonda sudditanza populista del PD, sempre supino verso le spinte dal basso, CGIL inclusa.

Intanto, i Media hanno continuato a ridicolizzare Berlusconi, Di Maio e Renzi, come se fosse un bene alimentare gli ‘opposti estremismi’, dimenticando la loro affermazione.

Come se Mario Draghi non avesse la maggioranza alla Camera anche senza PD e Cinque Stelle.

Ma, dopo l’outing di Giuseppe Conte – ormai chiaramente un uomo di rottura e non di governo – il Partito Democratico che ormai appare sempre più come una riedizione del vecchio Compromesso Storico DC-PCI – bianco fuori e rosso dentro – con i notabili per le poltrone e i tribuni per le piazze, modernista di facciata, ma conservatore per natura.

Dunque, la domanda è: dopo aver avallato Giuseppe Conte e i Cinque Stelle, esitando o borbottando addirittura se c’è da ‘cambiare’ almeno per attingere al PNRR … il Partito Democratico è ancora considerato affidabile da chi nel mondo crede e spera nell’Italia?
Il PD è una forza politica moderata e riformista, in grado di opporsi alle derive populiste o estremiste?

Demata

C’è una maggioranza senza PD, M5S e FdI

15 Lug

I numeri dalla crisi parlamentare mostrano non la debolezza di Mario Draghi, quanto il fallimento della strategia del Partito Democratico prima con la rottamazione di Bersani e poi con il defenestramento di Renzi pur di compiacere i Cinque Stelle e la base sindacalizzata.

Una strategia anche mediatica che – a furia di indebolire alleati e delegittimare oppositori – ha preparato l’ascesa di Giorgia Meloni, dopo quella di Salvini e Conte.

Non si tratta di retorica, ma di numeri: alla Camera la prima coalizione (>200) è di Centro, con Forza Italia, Insieme per il Futuro e Italia Viva, oltre al Centro Democratico, Coraggio e Vinciamo Italia, le minoranze linguistiche eccetera.
E l’ultima coalizione è la Sinistra, con PD, +Europa, LEU e Potere al Popolo (126?) . Quasi alla pari sono quel che resta dei Cinque Stelle (120-130), più di loro la Destra (169), ammesso che Lega e FdI siano l’un l’altra compatibili.

Inoltre, Mario Draghi ha la maggioranza alla Camera anche senza PD, M5S e FdI.

Demata

Superbonus facile: i responsabili politici

15 Feb

Erano i tempi del governo Conte quando venne stanziato il superbonus per ben 18 miliardi fino alla fine del 2022, favorendo una truffa «tra le più grandi che la Repubblica abbia mai visto», perchè « si è voluto costruire un sistema che prevede pochi controlli». 

A dirlo non è un uomo qualunque, ma quel Mario Draghi che per decenni ha firmato i bilanci della Banca d’Italia e della Banca Centrale Europea: non un’opinione personale o un parere tecnico, ma un verdetto: “chi tuona sul Superbonus è chi ha scritto la legge e ha permesso di fare lavori senza controlli. Oggi il bonus rallenta per i sequestri e le frodi”.

Del resto, quel che è avvenuto è particolarmente grave: truffe per 4,4 miliardi, sequestro preventivo di 2,3 miliardi di crediti ceduti (e per 1,5 miliardi già incassati), Poste italiane e Cdp, che hanno sospeso le piattaforme di acquisto dei crediti.

Ma chi è stato il responsabile politico?


Il Superbonus fa capo al Decreto Bilancio (D.L. 19/05/2020, nr. 34) firmato “SU PROPOSTA del Presidente del Consiglio dei Ministri e del Ministro dell’economia e delle finanze”, cioè il leader dei Cinque Stelle, Giuseppe Conte, e il sindaco PD di Roma Capitale, Roberto Gualtieri, ed il Guardasigilli era il Ministro della Giustizia, il grillino Alfonso Bonafede.

Il motivo per cui quel Consiglio dei Ministri incluse quel Superbonus nel Decreto Bilancio fu “la straordinaria necessità ed urgenza di stabilire misure in materia sanitaria, di sostegno alle imprese, al lavoro ed all’economia, in materia di politiche sociali nonché misure finanziarie, fiscali e di sostegno a diversi settori in connessione all’emergenza epidemiologica da Covid-19”.

Un anno dopo, il Governatore della Regione Lazio e leader del PD, Nicola Zingaretti, scriveva (link) che “sul superbonus si sta andando avanti e bene. Può essere una svolta vera” e che “è molto importante che il governo proroghi fino al 2023 uno strumento rivoluzionario”.
Ed era maggio 2021 quando al convegno del Consiglio Nazionale Ingegneri:

  • Enrico Letta si spendeva per l’estensione del Superbonus (link)  “E’ un impegno che ci prendiamo in modo significativo, è un bene per la ripartenza, è una misura fra le piu’ importanti. “E’ una questione di buon senso e di amore per il Paese”
  • Giuseppe Conte, non più premiere e non accora leader del M5S, assicurava che “la misura del Superbonus 110% ora viene studiata anche da altri paesi europei. Il M5S si farà garante della sua estensione fino al 2023. No a battute di arresto” 
  • Alberto Bagnai (Lega) si lagnava che “la complicazione delle procedure del Superbonus 110% è uno strumento inconsapevole di austerità”.

Ma non mancava qualche voce critica, come l’intervento alla Camera del 20 gennaio 2021 di Luca Squeri (deputato Forza Italia e dirigente Confcommercio), che sottolineava come “abbiamo un piano che manca di coerenza, disperde risorse importanti nella giungla degli incentivi e dei superbonus, fa finta di accontentare tutti ma non è altro che l’ennesima occasione mancata”.

“Però così lasciamo languire altri settori, più strategici per l’Italia”, mentre “dobbiamo sostenere le nostre filiere industriali”, come precisa oggi il vice-leader della Lega e Ministro delle Infrastrutture, Giancarlo Giorgetti. (link) “Stiamo drogando l’edilizia, un settore in cui l’offerta di imprese e manodopera è limitata”, mentre “ci sono da affrontare la rivoluzione digitale ed energetica, e lo choc dell’automotive che deve affrontare il passaggio all’elettrico. E invece diamo soldi ai miliardari per ristrutturare le loro quinte case delle vacanze. Ride tutto il mondo”.
E aggiunge che il Parlamento (cioè anche la Lega) ha “allargato troppo le maglie” dopo che “il governo aveva cercato di limitarlo in legge di Bilancio”.

In effetti – nonostante le inchieste stavano facendo emergere un sistema di truffe per miliardi – il 22 dicembre 2022, la Camera dei Deputati approvava una serie di emendamenti al Bilancio:

  • estensione del superbonus per mini-condomini e villini presentato (link) dai deputati dei Cinque Stelle e PD on. Sut , Benamati, Moretto, Bersani, Nardi, Deiana, Pezzopane, Fregolent, Muroni, Rotta, Pastorino, Alemanno, Berardini, Carabetta, Chiazzese, Giarrizzo, Masi, Papiro, Paxia, Perconti, Scanu, Vallascas, Mor, Serracchiani , Fassino, Sensi, Pagano, Fragomeli, Piccoli, Quartapelle, Viscomi, Incerti, Carnevali, Borghi, Gribaudo, Bonomo, Manca, Soverini, Zardini, Braga, Berlinghieri, Bruno, Buratti, Cantini, Cantone, Cenni, Ciampi, Critelli, De Giorgi, De Menech, Frailis, Losacco, Madia, Miceli, Navarra, Pellicani, Prestipino, Romano, Rossi, Sani, Topo, Zan, Del Barba, De Maria , Spadoni, Gagnarli, Gallinella, Adelizzi, Buompane, Donno, Flati, Gallo, Gubitosa, Lorenzoni, Lovecchio, Manzo, Misiti Carmelo, Raduzzi, Sodano, Torto, Trizzino, Berti, Sarti, De Carlo, Romaniello, Olgiati, Cancelleri, Caso Andrea, Giuliodori, Scerra, Grimaldi, Maniero, Martinciglio, Migliorino, Ruocco, Troiano, Maglione, Zanichelli, Ascari, Saitta, Grippa, Dori, Terzoni, Serritella, Alaimo, Galizia, Barbuto, Villani
  • cessione del credito e sconto in fattura per tutti fino al 2025 – presentato (link) dai deputati della Lega on. Comaroli, Garavaglia, Bellachioma, Borghi, Cattoi , Cestari , Frassini, Gava, Paternoster e (link) di Forza Italia on. Mandelli, Squeri , Occhiuto, Prestigiacomo, Cannizzaro, D’Attis, Pella, Russo, Giacomoni
  • estensione dei benefici fiscali fino al 2024 – presentato (link) dai deputati della Lega on. Frassini, Garavaglia , Bellachioma, Borghi, Cattoi, Cestari, Comaroli, Gava, Paternoster, Guidesi, Piastra, Ribolla, Di Muro, Fogliani, Covolo, Patelli, Fiorini, Maggioni, Andreuzza, Murelli, Cecchetti, Cavandoli, Tombolato, Lucentini , Gusmeroli
  • agevolazioni per asseverazioni e visto di conformità (link) – presentato dai deputati di Forza Italia on. Mazzetti, Gelmini, Occhiuto , Prestigiacomo, Pella, Cortelazzo, Rosso, Ruffino, Fontana, Tartaglione, Cappellacci, Ripani.

Emendamenti che si sono aggiunti al testo già emendato in Commissione, proposti e votati dai partiti di governo eccetto Italia Viva e Fratelli d’Italia (che non è nel Governo).

Ma … da dove si prenderanno i soldi secondo gli emendamenti di PD, Cinque Stelle, Lega e Forza Italia?
Una bella fetta dovrebbe arrivare (secondo loro) dalle imposte derivanti da servizi digitali, da innanlzare al 15%. Eh già …

Se questo è quel che passa nella testa di chi fa politica … è ben chiaro a tutti perchè Mario Draghi deve restare a capo del Governo, rinunciando (per ora) al settennato?

Demata

Gigafactory: Roma arranca, Torino spinge e Termoli perde?

28 Gen

L’8 luglio 2021 era arrivato l’annuncio di Stellantis (Fiat-Chrysler-Peugeot) di investimenti per “oltre 30 miliardi di euro entro il 2025” nella Gigafactory di batterie per le auto elettriche che si farà a Termoli, in Molise. [link]

Infatti, Termoli è una cittadina che ha ormai una solida tradizione industriale, da quando – 50 anni fa – venne inaugurato uno stabilimento della Fiat. Una fabbrica ‘gloriosa’ dove si producevano gli innovativi motori ‘Fire’ e dal 2005 quelli della Alfa Romeo Giulia. Da quel 1972, a Termoli sono stati prodotti oltre venti milioni di motori e oltre tredici milioni di ricambi, con un’occupazione che oggi sostiene circa 2.400 dipendenti e un indotto di circa 20mila abitanti.

All’epoca dell’annuncio, però, la FCA di Termoli faceva un abbondante ricorso alla Cassa integrazione e c’erano rallentamenti per l’avvio della produzione di motori ibridi, e non a caso il ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti esprimeva soddisfazione ma anche cautela: “come ministero dello Sviluppo economico abbiamo lavorato affinché questo accadesse. Ora deve proseguire il confronto sul piano industriale con le parti interessate”.

Infatti, oggi, la Stellantis corregge il tiro: “Stiamo negoziando con il governo, ma non abbiamo ancora concluso” e si dice pronta a restituire in anticipo il prestito con garanzia Sace, che prevedeva impegni su stabilimenti e personale in Italia.

Quale sia il problema è ben chiaro e non è nel Governo e – forse – neanche in Fiat..

Ieri, l’AD di Stellantis Tavares ricordava a tutti che “se l’elettrificazione non verrà sostenuta ci sarà un impatto sulla crescita del mercato dell’auto elettrica e questo genererebbe altre conseguenze”, dato che la “brutalità del cambiamento crea rischi sociali“, a proposito del passaggio a motori solo elettrici nel 2035

In altre parole, Roma è motivata e competente per innovare l’Italia, se ha avuto enormi difficoltà per eliminare le auto Euro 0, non sa ancora come gestire i propri rifiuti e solo da poco si stanno diffondendo i pagamenti elettronici per servizi pubblici?

Ed, a suo tempo, il presidente della Regione Alberto Cirio e la sindaca di Torino Chiara Appendino non gradirono (a nome della cittadinanza tutta) la scelta di Termoli: “questa decisione tradisce Torino. Tradisce il Piemonte, la sua storia, i suoi lavoratori, le sue Università e in generale una terra che ha inventato l’auto, ha investito, ha rischiato e che ha un credito enorme verso questa azienda e verso questo Stato”.

Come anche sul fronte sindacale è ben chiara la posizione del segretario generale della Fiom torinese Edi Lazzi: “continuo a pensare che l’allocazione ideale era proprio Mirafiori per le ragioni ricordate durante la nostra manifestazione di lunedì. Adesso bisogna immediatamente iniziare a ragionare su quale missione produttiva per gli stabilimenti italiani complessivamente e in particolar modo per quelli torinesi”.

Una fabbrica con una solida tradizione nella produzione di motori vale quanto una che verniciava le carrozzerie?

Termoli e il Meridione dovranno sacrificarsi (ancora una volta) per tutelare gli interessi piemontesi come avvenne nella vicenda della fabbrica degli F-35?

Anche se, senza sviluppo industriale, ma con una ricca capacità idroelettrica, il futuro di Termoli e dintorni sarà quello di farsi succursale di Foggia e della Puglia, inevitabilmente?

E per quale ragione tutto queso, se il decentramento strategico delle strutture Fiat piemontesi va avanti e, a luglio scorso, è arrivato l’annuncio che verrà venduto l’edificio torinese di via Nizza 250 (Lingotto), completato nel 1926 e dove avevano sede gli uffici di Gianni Agnelli, Vittorio Valletta e Sergio Marchionne?

Piuttosto, Roma riuscirà a riformare il mercato ‘pubblico’ dell’energia e le competenze esclusive delle Regioni e dei Comuni che tanto ostano con l’elettrificazione ‘su strada’ che serve per ricaricare le auto elettriche?

A.G.

Obbligo di vaccino, la Lega e la situazione in Lombardia

5 Gen

Stando ai dati diffusi dalla Regione Lombardia, tra i 9,5 milioni circa di persone vaccinabili, i vaccinati con una sola dose sembrerebbero essere a prima vista il 91% e quelli con il ciclo completo (seconda dose o dose unica) addirittura il 100%, mentre i lombardi che avrebbero ricevuto il booster sono il 55%.

In realtà, andando ai dati nei dettagli provinciali, le prime dosi sono al 75%, circa 7,5 milioni che si assommano agli almeno 1,4 milioni di lombardi che hanno già contratto il Covid (1.330.000 secondo JHU CSSE COVID-19 Data).

Ma più o meno lo stesso (80% circa) è il numero di coloro che in Lombardia hanno completato il ciclo vaccinale (2° dose/unica), mentre la media regionale dei lombardi vaccinati con il booster forse arriva al 35%.

In termini concreti, il 20% di non vaccinati nella Lombardia equivale a quattro persone ogni 20 (su un bus, in un’aula, al bar) e questo fa una bella differenza con il resto d’Italia, che arriva al 90% di persone con almeno una dose o guarite da al massimo 6 mesi, cioè una ogni dieci soltanto.

Sarà una caso, ma – a differenza di tante altre regioni – in Lombardia non è facile trovare in bell’evidenza un chiaro invito alla vaccinazione. Anzi, c’è un ‘gravame’ che pesa su tanti medici e strutture: “l’evidente manovra di dismissione (svendita?) della sanità pubblica in generale e del territorio in particolare”, come scriveva due mesi fa (link) il Presidente dell’Ordine dei Medici di Milano. In effetti, il modello misto assicurativo (‘pro soluto’) della Lombardia non prevede(va) una infrastruttura sanitaria pubblica tale da reggere l’urto di una pandemia, in termini di prevenzione territoriale, di dotazione delle strutture e di sovraffollamento degli accessi/slot.

Sarebbe una scommessa enorme per la Lega, quella di opporsi all’obbligo vaccinale, mentre nella ‘propria’ regione c’è un non vaccinato ogni cinque persone.
Come sarebbe una responsabilità politica non banale, quella di essersi nuovamente associata con i Cinque Stelle uno stallo populista che dura ormai da anni, grazie a loro. Una vicenda che inizia a somigliare ad una commedia dell’arte in salsa ‘social-televisiva’, con Salvini vs Renzi come Conte vs Draghi o Meloni contro Letta e così via

Demata

Società di massa e disturbi della personalità

10 Dic

(tempo di lettura 3-5 minuti)

Il Disturbo Anancastico di personalità è una patologia classificata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità con il codice ICD-10 F60.5.

Ne soffre in modo più o meno grave chi ha una personalità caratterizzata da

  1. eccessive coscienziosità e preoccupazione per i dettagli,
  2. ostinazione, rigidità e intransigenza,
  3. perfezionismo, tendenza al controllo.

Il Disturbo Anancastico può essere sottovalutato, perchè spesso il sintomi non raggiungono l’intensità propria del disturbo ossessivo-compulsivo (codice ICD-10 F42) e/o si sovrappongono a quelli ansioso-depressivi lievi (ICD-10 F40-48).

A differenza del disturbo ossessivo-compulsivo e di quelli ansioso-depressivi lievi, il Disturbo Anancastico di personalità non ha una terapia farmacologica d’elezione.

L’obiettivo terapeutico dell’approccio psicodinamico ed interpersonale è quello di identificare e modificare gli schemi mal-adattivi infantili, ossia ricordi, emozioni e pensieri che regolano comportamenti ed emozioni, come la convinzione di dover evitare/respingere le ‘critiche’ degli altri, perché chi sbaglia deve essere severamente punito.

La guarigione arriva nel momento in cui la persona riesce ad:

  • a) accettare che il desiderio di ignorare i ‘cattivi sentimenti’ è destinato a fallire e che è necessario integrare la rabbia, l’avidità e la dipendenza piuttosto che ripudiarli,
  • b) individuare la connessione tra prime esperienze infantili e i problemi attuali, con l’obiettivo di sviluppare compassione ed empatia per se stessi da bambini,
  • c) raggiungere un certo grado di equilibrio per avere la capacità di tollerare dei compromessi e di essere in grado di sbagliare senza disapprovarsi.

Un fenomeno sociopsicologico è il manifestarsi degli stessi sintomi in più di una persona e non è affatto qualcosa di raro. Ad esempio, si è verificato su vasta scala in tanti casi di ‘isteria di massa’ , di perdita del senso di ‘responsabilità individuale’, dello “spostamento verso il rischio”.

Ad oggi, il Disturbo Anancastico di personalità non è riconosciuto dalla Medicina anche come un fenomeno sociopsicologico e resta un male per la salute individuale.
Ma anche l’isteria (es. streghe di Salem), l’inerzia (es. sotto il Nazismo) e la polarizzazione (es. durante la Guerra Fredda) non furono inizialmente riconosciuti come dei fenomeni sociopsicologici patologici ed ancora oggi non sempre sono riconosciuti come tali, pur avendo dirette ricadute sul consenso politico e sull’insicurezza sociale.

Dopo gli ‘odiatori’ (haters), certi negazionismi sono un nuovo fenomeno sociopsicologico?

Demata

Roma Capitale e i Servizi domiciliari durante il Covid-19

17 Mar

Il Governo d’intesa con le Regioni potrebbe prevedere con urgenza degli obblighi per i Comuni riguardo l’assistenza domiciliare, onde intervenire con la Protezione Civile ed in modo omogeneo.

unnamed (1)Facendo una ricerca su Google (“servizi domiciliari” + “comune”) si trovano diversi interventi dei Governatori regionali che invitano i Comuni a fare la loro parte, ma sono pochi gli avvisi di servizi attivi per anziani e disabili poco autosufficienti o ‘fragili’.

– Bolzano ha fermato i servizi diurni e le mense per anziani, ma ha avviato il servizio di pasti a domicilio
– Milano si attiva per potenziare l’assistenza domiciliare urgente per anziani e persone fragili
– a Firenze parte il nuovo servizio di consegna domiciliare gratuita di farmaci e spesa per over 65 e immunodepressi
– Rivoli alle porte di Torino ha attivato il servizio di assistenza domiciliare della Protezione civile, rivolto principalmente ad anziani, persone immunodepresse o con difficoltà di deambulazione che non abbiano la possibilità di ricevere l’assistenza da parte di parenti o conoscenti e che non siano seguiti da altri servizi pubblici
– a Rescaldina in piena zona rossa sono garantiti alle persone anziane over 65 e disabili servizi di assistenza domiciliare (SAD), consegna a domicilio di pasto caldo e di generi di prima necessità;
– Trieste ha organizzato almeno per chi è più anziano di 70 anni e persone con difficoltà di spostamenti un servizio per commissioni di prima necessità, trasporto farmaci e servizi alla persona.
– a Palermo è pronto un piano per assistenza domiciliare ad anziani e il censimento dei casi da assistere è già avviato
– in Puglia Anffas e Forum-famiglie chiedono di rafforzare e incentivare i percorsi di assistenza domiciliare per disabili
– in Veneto gli Ordini delle Professioni Infermieristiche della Regione hanno proposto di potenziare il servizio di assistenza domiciliare infermieristico e dell’infermiere di famiglia, anche attivando i liberi professionisti
– in Campania De Luca interviene duramente verso i Comuni e si attendono iniziative
– in Abruzzo Atri e altri comuni hanno attivato un servizio di assistenza domiciliare tra cui la consegna medicinali
– in Molise la Protezione civile attiva l’assistenza a domicilio, alimenti e farmaci per gli anziani. 

E Roma? E la Regione Lazio? Non sembra ci siano avvisi on line come nelle altre regioni. L’unica iniziativa pubblicizzata sembra essere quella della convenzione con il Columbus Gemelli per il  il Covid2 Hospital.

Del resto, Roma Capitale era riuscita, nel 2017, ad assicurare solo a 5.866 persone diversamente abili l’assistenza domiciliare SAISH (Servizio per l’autonomia e l’integrazione della persona disabile: +18,7% rispetto al 2016).

Eppure, la città di Roma oggi ha oltre 600.000 residenti over65 che per mesi dovranno avere contatti limitati, con esigenze di caregiving diffuse, dato che non sono stati introdotti per tempo i servizi telematici e tanti non sanno usare neanche uno smartphone.
Quanto ai disabili, in Italia sono il 7% della popolazione e, dunque, a Roma dovrebbero essere almeno 200.000 e spesso vivono da soli.

Intanto, solo stamane Nicola Zingaretti ha annunciato  che “nel Lazio stiamo costruendo la rete per garantire il massimo dell’assistenza” e speriamo che sia almeno pari al “minimo dell’assistenza” esistente altrove … quando l’avranno finito di costruire, sia chiaro.
Quanto al Comune, che dire … solo ieri sono partiti i blocchi stradali.

Intervenga il Governo con la Protezione Civile.

Demata

Da oggi i Cinque Stelle sono l’Establishment

5 Set

La scelta di un Governo Conte bis associandosi con il PD è stato un errore – forse definitivo – dei Cinque Stelle: da oggi sono il Potere e l’Establishment.

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La originaria scelta di Giuseppe Conte nell’associarsi con la Lega (ndr. Salvini è un fenomeno a se stante) era ‘coerente’ per gli elettori grillini: due formazioni politiche all’opposizione che si associano in una alleanza Destra/Sinistra, ma anche Nord/Sud, contro il “nemico esterno”, che Europa o Africa cambia poco, e contro il Partito Democratico, figlio mutante dei partiti clientelari del Dopoguerra.

L’attuale scelta di Giuseppe Conte nell’associarsi con il Partito Democratico (ndr. di cui Renzi è solo una delle trasfigurazioni) è un radicale cambio di rotta: il partito al potere pur di mantenere poltrone e consensi si associa con quello che ha sempre dipinto come il peggiore nemico del Popolo, per formare un’alleanza solo ‘a Sinistra’.

E’ facile ipotizzare che gli elettori ed i contribuenti possano sentirsi stretti in una morsa, non appena inizieranno a piovere tasse, ticket, tagli, disservizi, pagamenti dilazionati e … nomine, a cui il PD è affezionato. 

E da quell’istante in poi, cioè proprio nel periodo utile per andare alle urne fra l’estate del 2020 e i primi mesi del 2021, prima del ‘semestre bianco’ presidenziale, i Cinque Stelle NON saranno più il partito del popolo nè quello dei cittadini.

Anzi, già da oggi non hanno più alibi per tutti i disservizi e i deficit nelle Regioni e nei Comuni a guida PD.
Nè il PD di Renzi, Del Rio e Zingaretti potranno raccontarci di esser stati travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto, quando ci saranno da spiegare le solite proprie liti interne e le eventuali ‘stranezze’ dei Cinque Stelle o dei post-comunisti.

Demata