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Charlie Hebdo Massacre: qui sont les inspirateurs

10 Gen

Serait Nasser al-Wuhayshi, le fondateur d’Al-Qaïda dans la péninsule arabique (AQPA), l’inspirateur et aussi l’ entraîneur des frères Kouachi, alors que leur «mentor» serait Boubaker al-Hakim, figure proéminente du Groupe salafiste pour la prédication et le combat, et qui avait été au moins un an au service de Daesh / Etat islamique.

Nasser al-WuhayshiAl-Wuhayshi – yéménite, 37 ans et une taille de 10 millions de dollars – est le chef d’Al-Qaïda dans la péninsule arabique (AQPA), la branche la plus redoutée du réseau fondé par Ben Laden, et, dans une vidéo en Avril 2014, il a fait appel à continuer la guerre contre les Western “croisés” “autant que possible”.
Et Kouachi, l’un des deux frères auteurs du massacre dans les bureaux de Charlie Hebdo, avait reçu une formation militaire lors d’un séjour au Yémen en 2011 et avait demandé, à l’homme qui a volé la voiture lors de la fuite, de raconter que ce est al-Qaïda au Yémen “.
Déjà en 2013, le renseignement américain avait intercepté les communications entre al-Wuhayshi et Ayman al-Zawahiri, l’actuel leader d’al-Qaïda où ils ont parlé d’une attaque destinée à “changer la face de l’histoire.”

En 2009, Nasser al-Wuhayshi à tenté de faire exploser un avion de ligne entre Amsterdam et Detroit, mais son affilié avec des explosifs cachés dans ses sous-vêtements a été maîtrisé par d’autres passagers, et a tenté d’assassiner le sous-ministre saoudien de l’Intérieur, mais le kamikaze, qui avait explosifs insérés dans le rectum, espolse à l’avance. En 2010, il avait deux bombes dissimulées dans une imprimante à un cargo va exploser en vol, mais le plan avait été découvert.
Mais, si la piste sera confirmée, al-Wuhayshi a signé son premier massacre hors du Yémen et est une «belle carrière» pour celui qui était «le serviteur qui a apporté de l’eau pour le lavage” de Ben Laden et qui avait organisé son évasion de la prison de Sanaa en 2006, comme a été confirmé par Nasser al-Bahri, un ancien garde du corps du défunt leader d’Al-Qaïda.

En 2014, il a contesté Abu Bakr al-Baghdadi à la tête de Daesh / Etat islamique, mais aujourd’hui les attentats à Paris indiquerait un rapprochement des deux organisations.

En fait, les analystes français semblent convenir que le massacre de Charlie était probablement le départ d’une plus large vague d’attaques en France.
Même Amedy Coulibaly, auteur de deux attaques et mourut au siège de l’épicerie casher Porte de Vincennes, connaissait le plus jeune des deux frères Kouachi, Cherif, impliqué dans le plan de Smain Aït Ali Belkacem d’échappement.

Aussi les deux étaient des voleurs habituels.

Boubaker al-HakimTous les trois appartenaient à la soi-disant de chaînes jihadiste “des Buttes Chaumont”, dont la figure charismatique était Imam Farid Benyettou, et avaient probablement des contacts avec Al-Hakim Boubaker, né à Paris en 1983 et impliqué en 2013 dans les meurtres ‘assassiner de deux personnalités de gauche tunisienne, Chokri Belaid et Mohamed Brahmi.

On pense que Kouachi a probablement suivi al-Hakim Boubaker dans la transition entre Al-Qaïda au Daesh / Etat islamique. En particulier, il faut remarquer que al-Hakim Boubaker était un ami d’enfance des frères Kouachi. Son frère Redhouane El Hakim est mort en Irak en 2004 à Falloujah, dans les rangs d’Al-Qaïda au Maghreb islamique, que l’année suivante commettrerà les attentats de Madrid.

Une vision – après les joints attentats de Coulibaly, qui partagent plusieurs policiers et l’intelligence: le massacre de Charlie Hebdo était “le signal de départ d’une vague d’opérations terroristes beaucoup plus larges” et pour cette raison l’alarme est énorme en France: les documents saisis lors de l’enquête initiale demontrent l’existence d’un réseau qui a comme but de faire le plus grand nombre de victimes, le long des lignes de «guerriers islamistes Ghazi, qui se infiltraient derrière les lignes chrétiennes pour effectuer des actions sanglante et terrifiante.

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Terrore a Parigi: chi sono i mandanti

9 Gen

Secondo la stampa francese, sarebbe Nasser al-Wuhayshi, il fondatore di al-Qaeda nella Penisola Arabica (AQAP), ad aver ispirato, se non addestrato, i fratelli Kouachi, mentre  il loro ‘mentore’ sarebbe Boubaker al-Hakim, già Gruppo salafita per la predicazione e il combattimento e da almeno un anno al servizio del Daesh /stato islamico.

Nasser al-WuhayshiAl-Wuhayshi – yemenita, 37 anni e una taglia da 10 milioni di dollari sulla testa – è il capo di al-Qaeda nella Penisola Arabica (AQAP), il ramo più temuto della rete fondata da bin Laden, ed, in un video nel mese di aprile 2014, faceva appello a continuare la guerra contro “i crociati” occidentali “per quanto possibile” .
E Said Kouachi , uno dei due fratelli autori della strage presso la sede di Charlie Hebdo, aveva ricevuto addestramento militare durante un soggiorno in Yemen nel 2011 e aveva chiesto all’uomo a cui ha rubato l’autovettura durante la fuga, di “dire ai media che si tratta di al-Qaeda in Yemen”.
Nessuno sa se Said abbia incontrato personalmente al-Wuhayshi, ma, già nel 2013, l’intelligence Usa aveva intercettato una comunicazione tra al-Wuhayshi e Ayman al-Zawahiri, l’attuale leader di al-Qaeda dove si parlava di un attacco destinato a “cambiare il volto della storia.”

Nel 2009, Nasser al-Wuhayshi tentò di far esplodere un aereo di linea da Amsterdam a Detroit, ma il suo uomo con esplosivi nascosti nelle mutande venne sopraffatto dagli altri passeggeri, e cercò di assassinare il Vice Ministro degli Interni saudita, ma il kamikaze, che aveva inserito esplosivi nel retto, espolse prima del tempo. Nel 2010, aveva nascosto due bombe in una stampate per far esploder un cargo in volo, ma il piano era stato scoperto.
Ma, se la pista yemenita sarà confermata, al-Wuhayshi avrà firmato il suo primo eccidio fuori dallo Yemen ed è una ‘bella carriera’ per uno che era “il servo che portava l’acqua per le abluzioni” di Bin Laden ed il cui merito du solo quello di aver organizzato la sua evasione dalla prigione di Sana’a nel 2006, come ha confermato Nasser al-Bahri, ex guardia del corpo del defunto leader di al Quaeda.

Nel 2014, sfidò Abu Bakr al-Baghdadi a capo del Califfato dall’organizzazione proclamato Stato islamico, ma oggi gli attentati di Parigi indicherebbero un avvicinamento delle due organizzazioni.

Infatti, gli analisti francesi sembrano essere d’accordo sul fatto che la strage di Charlie è stato probabilmente il punto di partenza di una più ampia ondata di attentati in Francia.
Anche Amedy Coulibaly, autore di due attacchi e morto nell’assedio della drogheria kosher di Porte de Vincennes, era conivolto con il più giovane dei due fratelli Kouachi, Cherif, nel piano di fuga di Smain Ait Ali Belkacem ed ambedue erano rapinatori abituali.

Tutti e tre i trentenni appartenevano alla cosiddetta filiera jihadista  “des Buttes Chaumont”, la cui figura carismatica era l’Imam Farid Benyettou, ed avevano probabilmente avuto contatti con Boubaker al-Hakim, francotunisino nato a Parigi nel 1983 e coinvolto nel 2013 negli omicidi ‘assassinio di due personalità tunisine di sinistra, Chokri Belaid e Mohamed Brahmi.

Boubaker al-HakimIn particolare, l’esperto sul radicalismo islamico Jean-Pierre Filiu, che ha indagato su questo piccolo gruppo, ritiene che Cherif Kouachi  ha probabilmente seguito al-Hakim Boubaker nella transizione da al Quaeda verso Daesh / stato islamico. In particolare, ricordiamo che al-Hakim Boubaker era un amico d’infanzia dei fratelli Kouachi  e che suo fratello Redhouane El Hakim è morto in Irak nel 2004 a Falloujah, combattendo per quel Gruppo salafita per la predicazione e il combattimento, che l’anno successivo confluirà in al Queda e che ispirarà gli attentati di Madrid.

Una visione che – dopo gli attacchi congiunti di Coulibaly, condividono varie forze di polizia e di intelligence: la strage di Charlie Hebdo è stato “il segnale di partenza per una ondata di operazioni terroristiche molto più ampia” e da questo l’enorme allarme che c’è in Francia: i documenti sequestrati nel corso delle prime indagini dimostrebbero l’esistenza di una  rete per fare il maggior numero di vittime, sulla falsariga dei ‘guerrieri ghazi’ islamici, che venivano infiltrati dietro le linee cristiane per eseguire azioni sanguinarie e terrorizzanti.

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11 settembre a Parigi: dove va l’Occidente?

8 Gen

Dopo New York, Londra e Madrid è toccata a Parigi ed anche stavolta la Jihad contro i ‘crociati’ ha attaccato i simboli della laicità. Ieri dei vignettisti satirici, in USA furono la Borsa e le aereolinee, a Londra e Madrid le metropolitane.

Intanto, tutti hanno a ricordare – ma allora perchè non l’hanno fatto prima – che l’Occidente è troppo permeabile, infiltrabile, esposto … anche se non si è ancora ben capito chi è in guerra con chi.
Da un lato ‘noi’ siamo ancora fedelmente amici delle dinastie saudite, madri di tutti gli integralismi islamici, mentre che l’istigazione all’odio sia un reato ce lo ricordiamo solo contro gli ultrà e qualche neonazista. Dall’altro gli Jihadisti si guardano bene dall’attaccare luoghi cristiani fuori dai ‘loro’ territori, mentre quello che puntualmente viene attaccato è il Villaggio Globale, persino in quel Nord Europa che fu pagano fino tot secoli fa e che – poco dopo la cristianizzazione forzata – si staccò da Roma per ‘protestando’ … e trasferendosi in parte nel Nuovo Mondo alla ricera della Friede.

Non è il presepe di Gesù ad essere sotto attacco, ad essere nel mirino è l’Albero di Natale dedicato a Yule ed al Consumismo. E, ci attaccano ‘per il nostro bene’, finchè non avremo abbandonato la via del peccato e saremo ritornati al dio unico: che il profeta da seguire sia Gesù o Maometto è una questione di second’ordine.

Cosa dovrebbe fare l’Occidente?

Innanzitutto, sarebbero da vietare tutti i culti che non accettino la coesistenza e la pari dignità degli altri come  andrebbe vietato agli enti religiosi sia di ricevere donazioni occulte sia di poter utilizzare i propri fondi in investimenti o speculazioni, cosa che è di per se un ginepraio, dato che sono i cattolici e non gli islamici a dare puntualmente questo problema ab origine, ne sanno qualcosa gli imperatori succedutisi a Roma per tre secoli.
In secondo luogo, sempre riguardo l’affermazione di ‘valori’, dovremmo rivedere i nostri sistemi fiscali e di giustizia: siamo un poco difendibile esempio morale, se le nostre democrazie sono così afflitte dalla corruzione e dal degrado.

Infine potremmo davvero passare per grulli a voler continuare i nostri rapporti con i sauditi così come sono oggi, come anche potremmo dar ‘ragione’ a coloro che dicono che ‘Charlie non doveva provocare gli islamici’ ed … interrompere le nostre benevolenti politiche verso Israele …

Dunque, è possibile che l’Occidente non farà un bel resto di nulla di tutto questo, ma è altrettanto possibile che tra cinque o dieci anni tali questioni saranno ineludibilmente sul tavolo della Storia.

Quello che, viceversa, sarebbe fattibile nel corso di quest’anno è l’opzione militare /umanitaria: ricollocare gli inglesi in Palestina e Yemen, i francesi in Libano, i russi in Siria, gli statunitensi in Iraq, gli italiani in Libia ed Eritrea, eccetera.
Un conto è l’autodeterminazione dei popoli, un altro è proteggerli da ‘predatori internazionali’.

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Charlie Hebdo, un attacco alla libertà: quali conseguenze politiche

7 Gen

veil-charlie-hebdo1-217x300Sono quasi duemila anni che le religioni del ‘dio unico’ perseguitano i popoli indoeuropei (Celti, Sassoni, Norreni eccetera) a causa della schiettezza, della temerarietà e dell’irriverenza, della ‘laicità’ e dello spirito di libertà che erano intrinseci alle culture pagane dei ‘barbari’.

Non parliamo di quattro gatti, ma della cristianizzazione dei Franchi e dei Sassoni ad opera di Carlo Magno o di quella degli Scandinavi ad opera di Harald Bella Chioma oppure di quell’altra dei Vandali e dei Burgundi ad opera del Califfo Abdalrahman, che comportarono la cancellazione di intere etnie.
Per non parlare di quello che accadde a Scoti e Gaelici, Ugonotti ed Albigesi, Catari e gnostici eccetera eccetera fino agli Sciti iraniani o ai Gupta indiani … a causa della loro schiettezza, irriducibilità, libertà, eccetera eccetera.

Nessuna superiorità ‘ariana’, ma il problema – diciamocelo – è tutto lì, da sempre. Le prime tracce le troviamo in Leonida o Cicerone …

Così non può meravigliare che la Jihad, in nome di uno dei tanti ‘dei unici’, decida di far strage a Parigi di uomini schietti, irriducibili e liberi.

Oggi, alcuni fanatici hanno fatto irruzione nella sede del settimanale satirico Charlie Hebdo, a Parigi, facendo 12 vittime e 8 feriti, di cui 5 gravissimi. Si tratta sia di persone uccise a casaccio a raffiche di kalashnikov sia vere e proprie esecuzioni con i redattori chiamati per cognome. Poi, la fuga con gli agenti accorsi travolti dai proiettili e poi freddati mentre erano a terra. Tra le vittime,  il direttore del settimanale, Stephan Charbonnier, detto Charb, l’economista Bernard Maris e tre noti vignettisti: Cabu, Tignous e Georges Wolinski, molto famoso anche in Italia.
Dopo di che il commando si è dileguato, abbandonando l’autovettura nel XIX Arrondissement, alla periferia nord-est della città.

charlie-hebdo-coverPoco prima di Natale, in due distinte azioni, due furgoni erano stati lanciati a velocità folle sulla folla dei mercatini natalizi: a Nantes un morto e dieci feriti di cui 5 gravi, a Digione 13 feriti. Senza contare l’irruzione di uno sconosciuto nel commissariato di Joué-les-Tours, con tre agenti accoltellati. In tutti i casi l’assalitore gridava «Allah Akbar» (Dio è grande).

«Non si può parlare di un atto terroristico», aveva frettolosamente dichiarato il Procuratore di Nantes, Brigitte Lamy, seguita a ruota dal presidente francese Francois Hollande, che invitava il Consiglio dei Ministri «a non farsi prendere dal panico» e dal premier francese Manuel Valls che minimizzava «Siamo preoccupati per queste tragedie in serie».

Il presidente Hollande – ad attacco concluso – è andato sul posto per annunciare che «è terrorismo, un attacco contro la libertà» e ammette che «molti attentati erano stati evitati, sapevamo di essere minacciati perché siamo un paese di libertà».

Si – caro Hollande, ma anche cari Renzi e Obama – ‘noi’ siamo minacciati perché amiamo la libertà e perchè le nostre società  rappresentano – per oscurantisti, integralisti e conformisti – un ‘pessimo’ esempio per le loro donne e i loro figli.
copertina-charlie-hebdo-3Oscurantisti, integralisti e conformisti come gli Jihadisti di oggi e come ben ricodano i francesi, erano i cattolici del 23 ed il 24 agosto 1572, la notte di San Bartolomeo in cui vennero massacrati gli Ugonotti di Francia, o come durante crociata cattolia contro gli albigesi ebbe luogo tra il 1209 e il 1229, per non parlare delle Guerre Sassoni (772-804) iniziatesi con l’invasione del territorio sassone da parte dei Franchi e con la distruzione del simbolo sacro di Irminsul presso Eresburg da parte di Carlo Magno, che avvio vere e proprie persecuzioni contro i pagani.

Dunque, in attesa che la Sinistra prenda esempio da Angela Merkel e ci offra ‘as soon as possible’ qualcosa di più ‘europeo’ dei vari Obama, Renzi e Hollande, si spera solo che Marine Le Pen e sodali si astengano dallo sbraitare contro ‘tutti gli stranieri a partire dagli arabi o dai maghrebini’, ricordando che quel che oggi fanno i fanatici del Califfato ieri lo fecero i seguaci del Papato.

Intanto, dopo quello che è successo oggi al Charlie Hebdo, speriamo che i nostri governanti si rendano conto che – atti isolati di terrore od azioni militari di terrorismo che siano – non è (solo)  l’Europa della ‘fede’ ma soprattutto quella dei Lumi e dei Diritti è ad essere sotto attacco: non lo Stato sociale, che paternalisticamente isprira tutti i regimi, ma lo Stato Liberale, che tenta almeno di lasciare quel minimo spazio privato, personale, che chiamiamo Libertà.

92866720_oLa libertà di pensiero e di espressione, come ha appena precisato Ban Ki-Moon, segretario dell’ONU, porgendo il suo cordoglio al popolo francese sulle Breaking News USA. Dunque, si spera solo che la Sinistra postcomunista e sodali si astengano dall’appropriarsi di un lutto continentale, in nome della fede politica di alcune vittime, ricordando che quel che oggi fanno i fanatici del Califfato ieri lo fecero gli ‘eroi’ di qualche cruenta rivoluzione.

La chiave di questa escalation sta tutta nel relativo ‘gradimento’ degli islamici verso le proposte politiche isolazionistiche: cosa meglio dei mondi separati che sia il Muro di Berlino sovietico sia la Fortezza Europa lepeniana rivendicano parimenti?
Dunque, il target di questo vero e proprio attacco militare ad una sede giornalistica nel cuore di Parigi è la prossima sequel elettorale: in Francia si voterà per le elezioni dipartimentali il 22 marzo (primo turno) e il 29 marzo (secondo turno tra le coppie di candidati, un uomo e una donna, che avranno superato il 12,5% degli elettori, non dei votanti, al primo turno) con gli occhi puntati sul Front National di Marine Le Pen, che resta in testa ai sondaggi.

Ma non solo.
In Olanda, il 18 marzo si voterà in tutte le dodici province del paese per il rinnovo delle rispettive amministrazioni, che provvederanno, al loro interno, a eleggere il 26 maggio successivo i 75 componenti del Senato. Nel Regno Unito, le elezioni governative si svolgeranno giovedì 7 maggio, con l’Ukip di Nigel Farage, vincitore delle ultime elezioni europee, che continuerà ad erodere voti, come si prevede farà, in Scozia, il partito nazionalista. Sempre a maggio, in Italia, si andrà al voto in sette regioni (Liguria, Veneto, Toscana, Marche, Umbria, Campania e Puglia) e in numerosi comuni, ma soprattutto ci sarà da votare per il Presidente della Repubblica, che – ricordiamolo – ha il comando delle forze armate in caso di guerra … per non parlare degli USA che quest’anno scegliaranno il nuovo imperatore della Casa Bianca.

In USA molte cose cambiarono con l’attacco alle Torri Gemelle, probabilmente ne cambieranno molte in Francia e in Europa dopo la strage del Charlie Hebdo.

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