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Il default di Obama incombe sugli USA

26 Lug

Stamane, RAINews raccontava agli italiani di un presidente “buono”, Barak Obama, che vuole più tasse per i ricchi e dei Repubblicani “cattivi, che chiedono meno aiuti ai poveri.

Praticamente, la politica economica USA raccontata a gli italiani come se fossimo a Nottingham con lo Sheriffo e Robin Hood in lite: questo è il servizio pubblico che paghiamo.

Andrebbe ricordato, viceversa, ai cittadini telespettatori che Obama era stato eletto per le sue promesse di riforma elettorale, di estensione dei diritti agli ispanici, di intervento statale sulle infrastrutture, di vigilanza sugli “squali” della finanza.

Di tutto questo, come sappiamo e/o dovremmo sapere, non è accaduto nulla. La sanità è stata bloccata dagli stessi democratici del Congresso, degli ispanici neanche se ne parla, del grande piano di manutenzione neanche l’ombra e, soprattutto, gli aiuti alla finanza voluti proprio da Mr President.

A questo aggiungiamo, la incerta politica afgana, con promesse di ritiro mai avvenute, le sommosse nordafricane del tutto inattese, i bombardamenti in Libia con i Patriot mentre l’Europa e gli Arabi protestano, l’inconcludente politica in Medio Oriente, l’incapacità di fronteggiare il predominio cinese.

L’unico goal di Obama è stato il salvataggio di Detroit (il suo bacino elettorale d’origine), ma anche in questo caso il merito non è suo ma di Marchionne.

Adesso, siamo alla minaccia di default se il Congresso, cioè il Parlamento, non approverà l’ennesimo dissanguamento delle esauste finanze USA per sostenere un welfare che riguarderà i ceti medi (che votano) e non i veri poveri (che non votano).

Cosa dovrebbe raccontarci la RAI?

Che Obama appoggia il leader democratico Reid (compagno di partito di Obama) che chiede, addirittura, 2.700 miliardi di tagli alle spese, mentre il leader repubblicano Boehner si oppone as ulteriori aumenti alle tasse e propone tagli per 1.200 miliardi di dollari.

Dov’è la differenza? Obama-Reid vorrebebro aumentare le tasse per portare il tetto del mentre Boehner vuole bloccare il debito complessivo al di sotto dei 15.000 miliardi di dollari, mentre il presidente spinge per incrementarlo oltre i 16.500 miliardi, in modo da “liberarsi del problema fino alle elezioni, senza toccare programmi sociali cari alla sua base.” (La Stampa)

Come andrà a finire?

«Con ogni probabilità un compromesso politico dell’ultimo minuto eviterà il default ma lascerà il rating in una posizione estremamente vulnerabile», ha detto Mohamed el-Erian, amministratore delegato di Pimco, il più grande fondo obbligazionario del mondo con oltre 1.000 miliardi di dollari in gestione. intervistato da Bloomberg.  (Sole24Ore)