Tag Archives: Bloomberg

G8: il libero scambio e l’Italietta di Pinocchio

19 Giu

Mentre a Firenze scoppia un sordido scandalo di prostituzione, politica e strapaese, l’Italia scopre che il mondo non è rimasto ai tempi di Bertoldo, visto che anche da noi uno studente di 24 anni – Giuliano  Delnevo – si era convertito all’Islam con il nome di Ibrahim per, poi, andare a morire in Siria come combattente islamico.

Intanto, solo una settimana fa, Bloomberg annunciava un enorme piano per proteggere New York dagli effetti del cambiamento climatico, con una iniziativa da 20 miliardi di dollari, finalizzata a innalzare gli argini, ricollocare le reti profonde e creare una barriera di alti edifici sull’East River.

E, mentre la Turchia è allo scontro frontale tra un paternalismo infarcito d’islamismo ed un nazionalismo necessariamente laico, accade anche che, in Iran, Hassan Rouhani diventi il nuovo presidente della Repubblica islamica, mentre i due candidati dell’opposizione alle elezioni passate – Mehdi Karroubi e Mir Hossein Mousavi – si trovano agli arresti domiciliari da anni.

Dal G8 nell’Ulster, Obama e Londra annunciano la New Age, ovvero una zona di libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti d’America, che a loro volta hanno accordi commerciali simili con Messico e Canada.  La Francia borbotta, la Germania si adegua, da circa un mese il settore manifatturiero cinese va a rotoli e le borse orientali sobbalzano.

Cosa fa l’Italia?
Attende che il prossimo congresso del Partito Democratico dirima questioni inconfessabili e pruriginose  e che Silvio Berlusconi prenda atto dei troppi scandali che, ormai, lo contraddistiguono.
Come ci sarà anche da attendere, poi, che l’Italia bertoldina di questo trascorso Ventennio ritorni al proprio ruolo di ‘caporale’ dopo essere assurta, molto immeritatamente, a gradi di gran lunga superiori.

Un’attesa che sarà puntualmente dis-attesa, se il mondo andrà avanti e noi non troveremo il coraggio di lavare – con moderazione, ma presto – i troppi panni sporchi che abbiamo accumulato.

Già non è stato il massimo essersi presentati al G8 irlandese con il cappello in mano del cattivo pagatore, con una rinomata corruzione, qualche mafia da esportazione ed uno stuolo di evasori traffichini o sfaccendati.
Mancherebbe solo di arrivare all’appuntamento del libero scambio USA-UE con un’Italia puntualmente ingovernabile, troppo somigliante al Messico dei narcos ed all’Est Europa dei mille traffici, mentre, as usual, c’è qualche interesse di campanile o di parrocchia da tutelare.

originale postato su demata

Il default di Obama incombe sugli USA

26 Lug

Stamane, RAINews raccontava agli italiani di un presidente “buono”, Barak Obama, che vuole più tasse per i ricchi e dei Repubblicani “cattivi, che chiedono meno aiuti ai poveri.

Praticamente, la politica economica USA raccontata a gli italiani come se fossimo a Nottingham con lo Sheriffo e Robin Hood in lite: questo è il servizio pubblico che paghiamo.

Andrebbe ricordato, viceversa, ai cittadini telespettatori che Obama era stato eletto per le sue promesse di riforma elettorale, di estensione dei diritti agli ispanici, di intervento statale sulle infrastrutture, di vigilanza sugli “squali” della finanza.

Di tutto questo, come sappiamo e/o dovremmo sapere, non è accaduto nulla. La sanità è stata bloccata dagli stessi democratici del Congresso, degli ispanici neanche se ne parla, del grande piano di manutenzione neanche l’ombra e, soprattutto, gli aiuti alla finanza voluti proprio da Mr President.

A questo aggiungiamo, la incerta politica afgana, con promesse di ritiro mai avvenute, le sommosse nordafricane del tutto inattese, i bombardamenti in Libia con i Patriot mentre l’Europa e gli Arabi protestano, l’inconcludente politica in Medio Oriente, l’incapacità di fronteggiare il predominio cinese.

L’unico goal di Obama è stato il salvataggio di Detroit (il suo bacino elettorale d’origine), ma anche in questo caso il merito non è suo ma di Marchionne.

Adesso, siamo alla minaccia di default se il Congresso, cioè il Parlamento, non approverà l’ennesimo dissanguamento delle esauste finanze USA per sostenere un welfare che riguarderà i ceti medi (che votano) e non i veri poveri (che non votano).

Cosa dovrebbe raccontarci la RAI?

Che Obama appoggia il leader democratico Reid (compagno di partito di Obama) che chiede, addirittura, 2.700 miliardi di tagli alle spese, mentre il leader repubblicano Boehner si oppone as ulteriori aumenti alle tasse e propone tagli per 1.200 miliardi di dollari.

Dov’è la differenza? Obama-Reid vorrebebro aumentare le tasse per portare il tetto del mentre Boehner vuole bloccare il debito complessivo al di sotto dei 15.000 miliardi di dollari, mentre il presidente spinge per incrementarlo oltre i 16.500 miliardi, in modo da “liberarsi del problema fino alle elezioni, senza toccare programmi sociali cari alla sua base.” (La Stampa)

Come andrà a finire?

«Con ogni probabilità un compromesso politico dell’ultimo minuto eviterà il default ma lascerà il rating in una posizione estremamente vulnerabile», ha detto Mohamed el-Erian, amministratore delegato di Pimco, il più grande fondo obbligazionario del mondo con oltre 1.000 miliardi di dollari in gestione. intervistato da Bloomberg.  (Sole24Ore)

Chi è Thomas R. Di Benedetto

2 Feb

Thomas R. Di Benedetto è attualmente il Direttore della Alexander’s Inc., un’azienda del New Jersey, che opera nel settore finanziario-immobiliare.
L’italoamericano a capo della cordata che cerca di acquistare la AS Roma, è stato anche presidente di diverse finanziarie, come la Boston International Group (1983), la Junction Investors Ltd. (1992), e la Jefferson Watermann International, nonchè direttore della Olympic Partners (settore immobiliare), della Detwiler, Mitchell & Co. (sicurezza) e della NWH, Inc. (software).
La Alexader’s Inc. ha dichiarato un net income di 132 milioni di dollari (meno di 100 milioni di Euro) per il 2009, derivanti dalla rendita degli affitti della sua principale proprietà, a Manhattan, dove hanno sede, tra l’altro, gli uffici di Bloomberg, il sindaco di New York.
Il presidente della Alexander’s è Michael D. Fascitelli anche CEO della maggiore Vornado Realty Trust e consigliere della Toys “R” Us; sua moglie Elisabeth è una partner di Goldman & Sachs. Nel 2007 fece scalpore il suo acquisto di un “appartamento” a New York con tanto di campo di basket a due, per 16 milioni di dollari.

Non è dato sapere cosa abbia a che fare mr. Di Benedetto con la NESV, che sta partecipando all’asta della AS Roma.

La New England Sports Ventures è una società nata nel 2001 con la partecipazione al 16% del New York  Times, i cui principali soci sono John W. Henry e Tom Werner, rispettivamente il patron dei Boston Red Sox e del Liverpool FC.

La New England Sports Ventures è anche comproprietaria del Roush Fenway Racing che corre nella Nascar, la “Formula Uno” statunitense, oltre, ovviamente a possedere una TV via cavo, la New England Sports Network, che copre buona parte dello stato.
Nello scorso ottobre, la NESV è assurta alle cronache giudiziarie perchè un tribunale texano ha sentenziato che l’acquisto del  Liverpool Football Club per 477 milioni di dollari era di almeno 200 milioni in meno (fonte Forbes) delle stime di mercato. Il contenzioso è ancora pendente.

Cosa ci fa un professionista proveniente dal settore delle speculazioni immobiliari a capo di una cordata che lo porterà a presiedere un blasonato club calcistico europeo?

Come reagiranno la UEFA, le authorithy sulla concorrenza e  l’opinione pubblica, allorchè in Europa ci saranno due squadre di calcio con due diversi presidenti, ma con lo stesso azionista di maggioranza?

E cosa ne sarà dell’atavica rivalità tra Liverpool FC e AS Roma?