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Bayern, brutte notizie per l’Italia: la CSU stravince

16 Set

Dalla Germania non arrivano buone notizie per l’Italia e l’Eurozona: la CSU, costola bavarese e di destra della CDU di Angela Merkel, ha vinto le elezioni nel land del Bayern, raggiungendo la maggioranza assoluta.

Crollano i Liberali (al 3%), Verdi (8,5%) e Socialdemocratici (21%) nell’angolo come da anni.

Franz Josef Strauss – leader storico della CSU

Come vince la Merkel – proprio quello che speravano i nostri ‘fini strateghi di partito’ – e va tutto male per noi? Certamente.

Innanzitutto, perchè più pesa il conglomerato dei partiti cristiani (CDU e CSU) e più va a farsi benedire l’ipotesi di un coinvolgimento del centro sinistra nel governo federale.

Inoltre, perchè un governo federale futuro con un ancora maggiore peso dello ‘Stato libero di Baviera’, il più ricco e industrializzato della Repubblica federale, se non del mondo – aumenterà la deriva degli altri Lander che, ricordiamolo, hanno già rigettato l’introduzione del Fiscal Compact ed erano già restii a sostenere il debito dei paesi mediterranei … ed i crediti della Goldman & Sachs, che in Baviera ha profonde radici.

Infine, perchè solo a condizione di un tot di nazionalismo e protezionismo che può funzionare il capitalismo sociale con cui la Germania ha superato il nazionalsocialismo, costruito il suo successo nel Dopoguerra e superato la corrente crisi finanziaria. Ne sanno qualcosa gli spagnoli ed i greci che contavano sul turismo giovanile tedesco, come se ne sono accorte le imprese italiane, sotto attacco da anni dalla concorrenza teutonica.

Dunque, prepariamoci a saldare qualche conticino, noi italiani, dato che mancano tra i venti ed i trenta miliardi di euro, tra cancellazione IMU (-2 mld), blocco dell’IVA (-3 mld), moratoria sul gioco d’azzardo (- 6 mld), minor gettito dal PIL (-1,5%).

Quanto al caso Berlusconi, il PD di Renzi e Bindi, l’amletico M5S, la velleitaria Lega, iniziamo a prendere atto – nelle redazioni dei cantastorie all’italiana – che non sono certamente loro a poter tenere la barra al centro delle riforme da ‘lacrime e sangue’ che servono.

Piuttosto, sarebbe ora che il PD divenisse un partito maturo ed adulto, rinunciando al codazzo della ‘base di lotta e di governo’, alimentata dai piccini interessi delle lobby di provincia e dei professionisti del welfare.
Come sarebbe il caso che il PdL si rendesse conto che la legislatura potrebbe durare altri 4 anni e che questo dipende principalmente dalle proprie scelte. Considerato che tra 4 anni, SIlvio Berlusconi sarà fin troppo anziano per la polititica, non dovrebbero esserci problemi, per una classe politica che vuole esistere, temporeggiare sul fronte ‘sentenze del premier’ e procedere su quello delle riforme del sistema ordinamentale dello Stato di ottocentesca memoria.

Intanto, attenti alla Germania, ma anche attenti alla Francia di Hollande, che ben saprà ricollocarsi, dinanzi ad una smaccata vittoria dei cristiano-popolari tedeschi e delle prevedibili conseguenze sull’Eurozona.

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Die wunderbaren und nicht ‘politically correct’ Ergebnisse von Angela Merkel

30 Mar

Deutschland hat die Produktivität für etwa 500.000 Arbeitsplätze gestiegen, während die Eurozone war und ist in rot.

Angela Merkel war in der Lage, diese wunderbare Ergebnisse,  zu erreichen dank einiger unangemessene Verhaltensweisen.

Erstens hat Deutschland seinen hohen Verbrauch halten die Verbraucherpreise niedrig, dank auf Nahrung Märkten außerhalb Europas zugreifen, natürlich zum Nachteil der Italiener, Griechen, Spanier, die Portugiesen gehalten.

In ähnlicher Weise wurde die Tolerierung des Megarave mit absolut lächerlich Sicherheitsstandards und schlechte Kontrollen auf Drogen und Getränke, viele junge Touristen aus dem Ausland innerhalb des Landes übertragen, wobei von Rimini, Malaga, Kanarische Inseln, Ibiza, Mykonos  entfernt mindestens eine Million junge Deutsche wer vor gingen dorthin.

Der Ausfall von zwei der größten polnischen Banken, der Ausfall von mehreren Geschäftsjahren in Österreich, der Flop der Investitionen im der mechanischen Industrie in der Ukraine an die UniCredit und Italien heruntergeladen wurde, anstelle an Goldman Sachs und Bayern, die auch tragen eine große Verantwortung in der griechischen politischen Korruption System.

Die Notwendigkeit, ein gewisses Maß an Inflation in Deutschland zu halten ist führend bei der Preisexplosion der Technik (noch eine gewöhnliche Spiegelreflexkamera), das sind aber “unmöglich” für Länder wie Italien in Rezession oder in Krise wie Spanien. Selbstverständlich ist diese “Inflationsrate” stürzt Eurozone mehr als Krise, aber es scheint, das ist kein Problem für die Deutsche Bank.

Wir brauchen jemanden, bekannt geben nach Deutschland, dass von nun an, die Deutschen die Eurozone Defizit haben zu zahlen  … und dafür Sorge zu Deutschen haben wird vorsichtig sein, um alles richtig zu machen, dass sie bereits zunutze gemacht auch. Wir haben bereits gegeben.

Unter anderem, dass “weinen und genießen” ist ein bekanntes Teutonic Taktik: die Geschichte, es zu beweisen, von Weimar nach der Vereinigung …

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L’Europa sospesa tra Ventotene e l’Impero

1 Nov

Un editoriale di Galli della Loggia ci racconta, oggi, dei “vasi di coccio dell’Unione”, secondo quello che è stato il (disilluso) dogma dell’unificazione europea.

“L’Europa di oggi non è certo quella del 1958, di cui fummo tra i fondatori, pensata e nata su un piede di assoluta parità tra i suoi membri. Gli sviluppi successivi, infatti, i vari allargamenti succedutisi (in modo particolare quello sciaguratissimo da 15 a 27 Paesi), nonché la crisi economica recente, hanno fatto emergere, di fatto, al suo interno un direttorio franco-tedesco.” (Corsera)

Una dottrina, tutta italiana e solo italiana, che dice ispirarsi al Manifesto di Ventotene del 1944 e che rivendica unaa paternità di un’Europa franco-tedesca-italiana, su base paritetica e federale. In realtà, lo stesso Manifesto, redatto da Altiero Spinelli (comunista indipendente) e Ernesto Rossi (liberale radicale), affermava che: “la linea di divisione fra i partiti progressisti e partiti reazionari cade perciò ormai, … lungo la sostanziale nuovissima linea che separa coloro che concepiscono, come campo centrale della lotta quello antico, cioè la conquista e le forme del potere politico nazionale, e che faranno, sia pure involontariamente il gioco delle forze reazionarie, lasciando che la lava incandescente delle passioni popolari torni a solidificarsi nel vecchio stampo e che risorgano le vecchie assurdità, e quelli che vedranno come compito centrale la creazione di un solido stato internazionale, che indirizzeranno verso questo scopo le forze popolari e, anche conquistato il potere nazionale, lo adopereranno in primissima linea come strumento per realizzare l’unità internazionale.”

E’, oggi, evidente che l’Unione Europea sia tutt’altro che quello cui aspiravano i Padri Fondatori, ma avrebbe già dovuto esserlo evidente nel  1954, quando la proposta di un mandato costituente per l’Assemblea comune della Comunità Europea di Difesa fu bloccato per l’opposizione della Francia. Oppure, nel 1957, quando nacque la Comunità Economica Europea, anzichè il Congresso del popolo europeo, proposto dallo stesso Spinelli.

L’Europa di oggi somiglia molto di più all’Impero di Carlo Magno e Federico di Svevia: un network di feudi (lobbies finanziarie) e di interconnessioni (mobilità e reti informative), uniformati da direttive (standard).

Non è un caso che le lobbies finanziarie interessate dalla crisi corrente siano tutte localizzabili nell’area europea storicamente “guelfa”:  Hypo Real Estate Holding (Baviera), Deutsche Bank (Lorena, Brabante, Assia) , Dexia (Francia), Unicredit (Brunswick, Lazio, Toscana, Lombardia).

Come non è un caso che questa sia la mappa dell’Impero dei tedeschi.

Come non sarà un caso che, dal Baltico al Mediterraneo, siano proprio i territori “sassoni” (inclusa la Repubblica Ceca, il Lionnese e l’Italia centrosettentrionale) ad essere quelli dove la produzione tiene e dove gli standard sono rispettati, ad i quali vanno assommati quelli inglesi e polacchi, fin dove arrivò l’onda conquistatrice partita dallo Jutland.

Ovviamente, questa Europa non è per tutti. Mancano gallesi, scozzesi ed irlandesi (ad esempio), che fieramente si opposero ai sassoni, prima, ed all’industrialesimo inglese, dopo. E mancano i francesi, che massacrarono gli Ugonotti pur di non credere nella “meritocrazia”, e gli europei del Mediterraneo, separati dall’Oriente e dall’Oltremare oltre che dall’Europa, per l’antico vezzo di Roma di lucrare frapponendosi a due mondi.

Nel 2013, l’Unione Europea si accingerà ad eleggere un parlamento, sostanzialmente privo di poteri, di oltre 2.000 delegati, mentre la Banca Centrale ed altri organismi tecnici, tutti collocati tra Francoforte e Bruxelles, hanno poteri sovrannazionali.

E’ evidente che non si possa andare avanti così, con un Manifesto “tradito” e con un “impero” di cui non si vuole ammettere l’esistenza, con i singoli parlamenti che possono menare il can per l’aria e con interi popoli, che possono subire o rifiutare scelte che non hanno votato.

Se gli “intellettuali” volessero prendere atto, qualche via d’uscita si troverà e non sarà un Direttorio, ma sarà un disastro ed una tirannide, se dovessimo continuare a dimenticare che di Europa, al giorno d’oggi come in passato, ce ne è una sola e si chiama asse franco-tedesco.

La soluzione? Un Euro ed un’Europa a due velocità e cos’altro mai?

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Eurobonds? No grazie.

12 Set

L’uscita di Jurgen Stark dalla Banca centrale europea, cui seguirà la probabile nomina del socialdemocratico Joerg Asmussen, vice di Wolfgang Schaeuble alle Finanze tedesche, preluderà, molto probabilmente, ad una ennesima debacle dell’Euro e dell’Europa.
Si persisterà sulla strada del salvataggio della Grecia, della violazione del Patto di stabilità, degli Eurobond ad avallo dei debiti nazionali, dell’Europa ad una velocità.

Ricordiamo che l’Euro è un percorso intrapreso solo dalla metà dei paesi europei e che la defezione greca non sarebbe un gran danno, anche perchè finalmente potrebbe aprirsi un confronto sui dogmi con cui Prodi, a capo della Commissione Europea, indicò la via dell’unione finanziaria, senza unire fiscalità o parlamenti.
Come anche non va dimenticato che gli Eurobond potrebbero rivelarsi, già alla seconda emissione tra dieci anni, un enorme boomerang ed un problematico cavallo di troia da parte di potentati finanziari internazionali.

Un’Europa che avrà un parlamento di 1500 e passa deputati, senza però poteri nè una lingua comune, spesso espressione di interessi locali o lobbistici.
Sarebbe una follia consegnare a questa Europa un assegno in bianco come lo sono gli Eurobond ed il superamento del patto di Stabilità, come chiede la Sinistra.

Allora sì che faremmo tutti la fine della Grecia.

Grecia salva, Europa in corto circuito?

22 Lug

La Grecia è salva, arriva una manciata di miliardi, “soli” cento e nove sembrerebbe, e tutto va bene. Va bene davvero?

Il popolo greco esulta ed esultano anche i politici corrotti ed i sindacati che hanno trasformato Atene in una trincea e che resteranno al loro posto.

La Borsa corre, l’Euro si risolleva, i mercati respirano, gli speculatori-creditori si riquotano e ricalcolano gli interessi.

I cittadini europei, che mai rivedranno i loro soldi indietro,  esultano anche loro e non si sa perchè.

Altre considerazioni? Una sola, espressa da Edward Prescott, Nobel per l’Economia e docente alla Arizona State University, nell’intervista raccolta da Maurizio Molinari di La Stampa (leggi qui).

«L’Europa ha deciso di far fronte al default della Grecia riversandone i costi, in molteplici maniere e con evidenti espedienti, su chi aveva dato il danaro ad Atene ovvero innanzitutto le banche francesi e tedesche.

L’accordo raggiunto fra il presidente Nicholas Sarkozy e la cancelliera Angela Merkel è stato di accettare tale sacrifici, riversandoli in ultima istanza sui propri contribuenti, per evitare conseguenze ben peggiori per i rispettivi cittadini e provare dunque a vincere le prossime elezioni».

«Si tratta di errori strategici perché se chi prende dei soldi in prestito si indebita a tal punto da causare una grave crisi finanziaria i costi che ne conseguono devono essere riversati su di lui, non certo su coloro che gli hanno dato i soldi».

Si può verificare un “corto circuito” causato «dalla facilità con cui i governi chiedono ai cittadini di affrontare sacrifici paventando il rischio del peggio, dalla ritrosia a varare le riforme finanziarie per scongiurare gli eccessi e dall’assenza di produttività che distingue due aree economiche del Pianeta, gli Usa e l’Europa del Sud».

Un po’ come dire che non sia un caso che, in USA la gente sia scesa in piazza contro gli speculatori ed abbia impedito che “restassero in sella”, in Cina Popolare di tanto in tanto li condannino duramente a furor di popolo, in Russia ed altrove è il sistema “mafioso” che provvede a riguardo. Del resto, come pensare altrimenti: la Merkel arriva dai Popolari tedeschi di guelfa e populista memoria e molto simile è l’entourage che sostiene Sarkozy.

In Europa, evidentemente, siamo abbastanza ricchi per pagare sufficienti tasse e mantenere sia la Casta sia il Degrado sia il Disinvestimento, come il meridione d’Italia sa bene.