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Roma, ancora violenza

5 Gen

Ancora morti per strada a Roma: padre e figlia di nove mesi uccisi durante un tentativo di rapina fallito.

Intorno alle 21. Zhou Zheng, un cinese, gestore di un bar con money transfer, ritornava a casa con la famiglia e con il, forse, magro incasso della giornata. Un tentativo di reazione, tre colpi andati a segno, due morti ed un ferito.

Altri due omicidi che vanno a sommarsi ai 33 avvenuti nel 2011 e che confermano che a Roma qualcosa è cambiato.

Di chi le responsabilità?

Inequivocabile il commento di Walter Veltroni, su Twitter, secondo il quale le responsabilità sarebbero della Giunta Alemanno, come se il degrado delle periferie e l’impunità diffusa fossero un problema di questi ultimi tre anni.
“Hanno tolto l’anima alla città, il senso di comunità e di solidarietà, e la violenza la fa da padrone.”
Più realisticamente, Alessandro Onorato, capogruppo Udc in Campidoglio, si rivolge al Governo Monti, chiedendo mezzi, uomini e risorse: “la Capitale non può rimanere da sola ad affrontare questa impressionante scia di sangue. Roma ha bisogno di più uomini, più mezzi e più fondi per combattere questa deriva violenta che pervade ormai quotidianamente le nostre strade e i nostri quartieri”.

Come non considerare, innanzitutto, che “questa Roma” è il frutto di ben 17 anni di politiche di sinistra, che poco hanno inciso sulla formazione e sulle tecnologie, se parliamo di lavoro, e che tanto hanno speso in sussidi ed interventi “sociali” nelle periferie, senza pretendere in cambio operosità e legalità.

Giunte che non hanno realizzato un piano di mobilità funzionale, pur incrementando vertiginosamente il numero di abitazioni e residenti, rendendo la città, strozzata dal traffico e frammentata in mille rioni, impattugliabile.
Entità politiche che pensavano, ricordiamolo, di contrastare il disagio giovanile, tollerando le occupazioni abusive e le “zone grigie”, in vece di finanziare centri giovanili e sportivi oppure, meglio ancora, investendo i finanziamenti per il diritto allo studio in qualcosa che non fosse esclusivamente l’intercultura.

Roma violenta?

E perchè non dovrebbe esserlo, specie in tempo di crisi, se in certi quartieri, malgrado l’obbligo scolastico, il 15% dei maschi non ha conseguito la terza media e solo un altrettanto 15% è arrivato alla maturità? Oppure se circa 800.000 dei suoi cittadini sono talmente indigenti e deprofessionalizzati da aver bisogno di una casa popolare da, ormai, due o tre generazioni.

A proposito, andrà meglio, secondo voi, con il decreto “svuota carceri”?

Leggi anche Roma, città violenta?

originale postato su demata

Fedeli alla patria

25 Apr

L’anno scorso scrivevo che il 25 Aprile è una Festa di tutti gli Italiani.

Quali?

  • i mafiosissimi “picciotti” di Lucky Luciano che facilitarono lo sbarco,
  • i martiri baresi del bombardamento al porto
  • le centinaia di morti “qualunque” delle 4 Giornate dei napoletani, insorti “per campare”,
  • quel centinaio di soldati fattisi inutilmente massacrare dai Tedeschi a Porta San Paolo di Roma, per difendere la Capitale,
  • i tanti soldati massacrati perchè fedeli al Re,
  • le famiglie dei nostri militari massacrati a Torino, mentre lasciavano la città con tanto di salvacondotto,
  • i morti di inedia delle foibe comuniste e quelli linciati nelle vendette emiliane,
  • le puttane della “Pelle” di Curzio Malaparte ed i monaci di Montecassino,
  • i soldati prigionieri, che ritornarono dall’Etiopia solo nel 1948 e dalla Russia mai.

La “Liberazione” non è solo la Festa della Resistenza Partigiana, non è una Festa dell’antifascismo e basta.

E’ una Festa Italiana, senza colori, che ci piaccia o no.

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . .  .. .  . .. . . . . . . . ..   .

Viceversa, non mi sembra assolutamente una festa nè una liberazione l’assoluzione di persone che hanno pronunciato, in occasione del G8 di Genova, queste frasi:

  • «Le manifestazioni del 19 e 21 saranno tranquille, il 20 succederà il
  • panico, il 20 succede un casino della madonna… scontri… mazzate»
  • «la città è grande, ci sono mille vie e ognuno è libero di manifestare come crede»
  • «noi dobbiamo fare la guerra civile!»

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Arrigo Boldrini, comunista

25 Gen

Ieri sera è caduto il Governo proprio mentre i media annunciavano che “il leader del Pd ha annullato a ora di pranzo la partecipazione alle esequie del capo partigiano Boldrini, «costretto dall’evoluzione della crisi».

D’Alema, invece, è andato ed ha tenuto a sottolineare che lui sarebbe andato a dare «questo saluto in qualsiasi momento» e c’era anche Fassino, e non solo, ai funerali di Arrigo Boldrini, detto il Comandante Bulow.

Chi era Boldrini, un uomo i cui funerali “fanno la differenza” a Sinistra? E siamo sicuri che cittadini di chiari sentimenti democratici possano andare orgogliosi di questo Comandante di milizie partigiane?

Una lettura superficiale ci presenta un eroe di guerra, anche se Bulow è un’esagerazione, dato che Boldrini partecipò ad un solo combattimento ‘vero e proprio’, cioè in cui vennero impiegati carri ed artiglieria, come del resto tutte le milizie partigiane. Solo gli insorti di Napoli ingaggiarono combattimenti con gravi perdite, ottenendo una vittoria schiacciante.
Andando a fondo, però, emergono fatti particolarmente inquietanti sull’operato dei partigiani comunisti: giunti a Codevigo a fine aprile del ’45 al seguito degli angloamericani, i partigiani della XXVIII Brigata Garibaldi (comandata da Arrigo “Bulow” Boldrini) rastrellarono centinaia di fascisti, che vennero poi seviziati e massacrati a gruppi lungo le rive del Brenta e del Bacchiglione.

La stragrande maggioranza degli uccisi erano operai e braccianti agricoli ravennati colpevoli unicamente di aver aderito alla RSI , che si trovavano  agli arresti domiciliari, con l’unico obbligo di recarsi quotidianamente alla caserma dei carabinieri e al comando del CLN per apporre la loro firma di presenza.

Il parroco del paese, don Umberto Zavattiero racconta: «Il 30 aprile, previo giudizio sommario fu uccisa la maestra Corinna Doardo. Poi furono uccisi con la stessa procedura dai partigiani inquadrati nella divisione “Cremona” altri quattro di Codevigo, tre della brigata nera e uno della milizia: Gino Minorello, Primo Manfrin, Fiore Broccadello, Gerardo Manoli.

Vi furono circa 130 morti. Venivano seppelliti dagli stessi partigiani di qua e di là per i campi, come le zucche. Altri cadaveri provenienti da altri paesi furono  visti passare per il fiume e andare al mare. Furono uccisi diversi anche a Castelcaro e vennero seppelliti a Brenta d’Abbà. Meritano un elogio gli uomini che con tanto sacrificio si prestarono per dissotterrare i morti e portarli al cimitero per ivi tumularli».

Nella seconda metà degli Anni ’50, Arrigo Boldrini fu denunciato dai parenti delle vittime di Codevigo e prosciolto per intervenuta amnistia. In seguito, Arrigo Boldrini venne eletto parlamentare del PCI, presidente dell’Associazione nazionale partigiani e gli venne conferita dagli inglesi la medaglia d’oro al valor militare.

Molti anni dopo gli assassini commessi dalla Brigata, Gianfranco Stella – che aveva mosso le principali accuse contro la brigata partigiana – dovette sostenere un processo intentatogli dallo stesso Boldrini per vilipendio alle forze armate e diffamazione dei suoi subalterni.

In due gradi di giudizio Stella fu stato assolto dall’accusa di vilipendio e la sentenza definisce il libro “un’opera storica supportata da prove”.

Qui di seguito diamo i nomi di alcuni dei Caduti nello spaventoso eccidio. I corpi di 114 fucilati giacciono dal maggio 1962 nell’Ossario eretto all’interno del cimitero di Codevigo per interessamento dei reduci repubblicani e con il concorso del “Commissario generale Onoranze ai Caduti in guerra” e del Comune di Codevigo:

  • Alessandroni Goffredo, anni 30, residente a Ravenna, impiegato
  • Allegri Alessandro, anni 20, Bagnocavallo, agricoltore
  • Allegri Teodoro, di Giuseppe, anni 51, Bagnocavallo, impiegato
  • Allegri Teodoro, di Innocente, anni 48, camionista
  • Badessi Jader, anni 38, Ravenna, tipografo
  • Bagnoli Armando, anni 41, Ravenna
  • Baraldi Osvaldo, anni 40, Concordia sulla Secchia (Modena)
  • Baruzzi Carlo, anni 42, Cottignola, muratore
  • Baruzzi Giambattista, …?…
  • Baruzzi Giuseppe, anni 30, Faenza  inbile al lavoro
  • Bertuzzi Cesare, …?…
  • Bezzi Giuseppe, anni 41, Ravenna
  • Biancoli Gioacchino, anni 47, Ravenna
  • Boresi Raffaele, anni 50, Ravenna, bracciante agricolo
  • Broccadello Edoardo, detto “Fiore”, anni 32, Codevigo, guardiano idraulico
  • Bubola Ludovico, anni 31, Codevigo, agricoltore
  • Cacchi Icilio, anni 46, Ravenna
  • Cacchi Sergio, anni 25, Ravenna, impiegato
  • Calderoni Luigi, anni 50, Ravenna
  • Canuti Ugo, anni 40, Faenza, capomastro
  • Cappellato Antonietta, anni 41, Codevigo, impiegata
  • Cappellato Giovanni, anni 35, Codevigo, esercente
  • Casadio in Solaroli Maria, …?…
  • Casadio Walter, anni 32, Ravenna
  • Cavassi Pietro, anni 35, Bagnocavallo, bracciante
  • Cavina Domenica ch. Pierina, anni 31, S. Stefano di Ravenna
  • Cavini Otello, …?…
  • Cavini Salvatore, …?…
  • Civenni Ugo, anni 39, Ravenna, bracciante
  • Conti Sante, anni 20, Terni
  • Contri Silvio, anni 32, Codevigo
  • Cottignoli Luigi Carlo, anni 36, Ravenna
  • Crivellaro Ernesto, anni 32, Correzzola (Padova)
  • D’Anzi Giorgio, anni 19, Ravenna
  • D’Anzi Odone, anni 22, Ravenna
  • Deletti Giuseppe, S. Leo (Pesaro)
  • Del Greco Umberto, anni 43, Firenze
  • Doardo Corinna, anni 39, di Tognana (Padova), insegnante elementare
  • Fabbri Terzo, anni 40, Ravenna, bracciante
  • Farnè Enrico, anni 32, Bologna, operaio
  • Fenati Domenico, anni 44, Ravenna
  • Ferranti Mario, anni 32, Bussolengo (Verona)
  • Fiumana Ernesta, anni 19, Ravenna, operaia
  • Focaccia Vincenzo, anni 42, Ravenna
  • Focaccia Leonida, Ravenna
  • Fontana Farinacci, anni 18, Codevigo, studente
  • Forti Massimo, anni 47, Carpi
  • Gavelli Vincenzo, anni 35, Faenza, lattoniere
  • Giunchi Elviro, anni 53, Ravenna
  • Golfarelli Guerrino, anni 27, Villa d’Albero
  • Greco Giuseppe, anni 54, Ravenna
  • Greco Rinaldo, anni 50, Ravenna
  • Guidetti Eugenio, anni 57, Porto Corsini (Ravenna)
  • Lami Giuseppe, …?…
  • Lanzoni Federico, anni 53, Ravenna
  • Lombardi Samuele, anni 22, Cireggio d’Omegna (Novara)
  • Lorenzoni Giulio, …?…
  • Lunardi Giacomo, anni 32, Piove di Sacco (Padova), contadino
  • Maneo Angelo, anni 27, Piove di Sacco (Padova)
  • Manfrin Primo, anni 30, Codevigo, sarto
  • Manoli Gerardo, anni 55, Codevigo, agricoltore
  • Marescotti Agostino, anni 42, Alfonsine (Ravenna)
  • Maroncelli Marino, anni 46, Ravenna, operaio
  • Masetti Loris Pasqualino, anni 29, Mesola (Ferrara)
  • Mazzetti Agostino, anni 42, Ravenna
  • Merendi Francesco, anni 45, Ravenna
  • Merendi Giovanni, anni 40, Ravenna
  • Milandri Sergio, anni 28, Ravenna
  • Minorelli Gino, anni 23, Codevigo, organista
  • Orsini Nello, anni 43, Ravenna
  • Pasi Francesco, anni 45, Ravenna
  • Picello Giuseppe, …?…
  • Polato Tarcisio, anni 31, Piove di Sacco (Padova), agricoltore
  • Pozzi Amleto, anni 35, Ravenna, impiegato
  • Pretolani Antonio, anni 38, Ravenna
  • Ranzato Giuseppe, Pontelongo (Padova)
  • Righi Crescentino, anni 36, Urbania (Pesaro)
  • Rossi Angelo, anni 45, Ravenna, facchino
  • Ricci Antonio, anni 35, Ravenna, tipografo
  • Saviotti Amedeo, anni 31, Ravenna, muratore
  • Scarabello Anacleto, …?…
  • Scarabello Ernesto, …?…
  • Spazzoli Ferdinando, anni 43, Ravenna
  • Tampellini Alfredo, anni 52, Ravenna, bracciante
  • Tedioli Saturno, anni 42, Brisighella (Ravenna)
  • Tedaldi Primo, …?…, di Giacomo, anni 32, Piove di Sacco (Padova), contadino
  • Toni Attilio, anni 42, Ravenna, bracciante
  • Toni Emilio, anni 53, Ravenna, bracciante
  • Valenti Aldo, anni 23, Ravenna, operaio
  • Valenti Sesto, Ravenna
  • Vestri Valeriano, anni 31, Ravenna, bracciante
  • Virgili Carlo Emilio, anni 36, Ravenna, insegnante
  • Villa Alfredo, anni 30, Ravenna
  • Villa Nazario, anni 20, Ravenna
  • Villa Vincenzo, anni 22, Ravenna
  • Zampighi Luigi, anni 46, Ravenna
  • Zara Claudio, anni 27, Ravenna