La prospettiva verso cui sta navigando l’Italia è tutta in alcune norme contenute nella bozza di Legge di Stabilità, pubblicata da La Stampa: tagli accatastati alla meno peggio, sempre a carico delle componenti sociali più deboli, zero o quasi zero investimenti e crescita, flebili prospettive di riforma del Titolo V e dell’IRPERF, ma l’IVa aumenta.
Per non parlare di alcune norme per le quali si poteva davvero fare di meglio.
Parliamo, ad esempio, delle “controversie relative ai provvedimenti concernenti le procedure di affidamento di pubblici lavori, servizi e forniture” dove per una causa dell’ordine di 1 milione di euro il contributo fissato è di soli 4.000 Euro, mentre per una controversia amministrativa da 10.000 Euro tocca un contributo solo dimezzato (2.000 euro).
Oppure dei ‘risparmi’ imposti agli enti nazionali di previdenza e assistenza sociale pubblici, “non inferiori a 300 milioni di euro annui, da versare entro il 31 ottobre di ciascun anno ad apposito capitolo dell’entrata del bilancio dello Stato.” Enti nazionali di previdenza e assistenza sociale pubblici alimentati dai soldi accantonati mensilmente dei lavoratori. Risparmi a carico di diritti essenziali ed interessi legittimi che vengono spalmati su tutti gli aventi diritto, che abbiano, ad esempio, una pensione minima o ne godano una d’annata o privilegiata.
La spesa sanitaria già ridotta di 1.800 milioni di euro per l’anno 2013, viene ulteriormente decurtata di 1.500 milioni. Un duro contenimento della spesa sanitaria (passando dal -12% a -23% circa), non dotato di criteri, visto che, come sanno i malati, ogni Regione fa a modo suo. Malati che, a seconda della Regione, hanno accessi e cure o non li hanno. Il ministro Balduzzi ha annunciato che non è d’accordo e che si batterà, ma, intanto, prendiamo atto che le amministrazioni pubbliche – inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione – e le autorità indipendenti possano acquistare arredi per l’80% della spesa sostenuta nell’anno 2011, mentre non ci sono vincoli di risparmio per gli enti e organismi vigilati dalle regioni, dalle province autonome di Trento e di Bolzano e dagli enti locali.
Allo stesso modo, le medesime amministrazioni “possono conferire incarichi di consulenza in materia informatica solo in casi eccezionali, adeguatamente motivati, in cui occorra provvedere alla soluzione di problemi specifici connessi al funzionamento dei sistemi informatici.”
Amministrazioni che ricorrono a consulenze informatiche ‘solo in casi eccezionali’ tra cui: Agenzia del Demanio, Agenzia del Territorio, Agenzia delle Dogane, Agenzia delle Entrate, Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, Amministrazione degli archivi notarili, Anas S.p.A., Ente nazionale per l’aviazione civile – ENAC, Agenzia spaziale italiana – ASI, Consiglio nazionale delle ricerche – CNR, Istituto nazionale di fisica nucleare – INFN, Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia – INGV, Istituto nazionale di statistica – ISTAT, Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione – INVALSI, Istituto superiore di sanità – ISS, Agenzie ed enti regionali del lavoro, Autorità portuali, Aziende ospedaliere, aziende ospedaliero-universitarie, policlinici e istituti di ricovero e cura a carattere scientifico pubblici, Università e istituti di istruzione universitaria pubblici, Enti nazionali di previdenza e assistenza e, forse, le le istituzioni scolastiche, che sarebbero considerate, ma solo ai fini statistici, ‘unità locali’ del MIUR.
I termini di decorrenza degli interessi di mora, dalla data di ricevimento della fattura da parte del debitore, sono prorogati a sessanta giorni per le imprese pubbliche produttive e gli enti pubblici che forniscono assistenza sanitaria. Non è il fallimento di una miriade di artigiani, fornitori e commercianti sia la soluzione alla recessione, come non è vietare la negoziazione al ribasso dei debiti contratti, in una logica davvero ragioneristica – che si migliora la governance pubblica e la responsabilizzazione dei suoi alti dirigenti.
Per non parlare dell’illuminazione in ambienti pubblici, per la quale saranno “individuati standard di spegnimento dell’illuminazione ovvero suo affievolimento, anche automatico, attraverso appositi dispositivi, durante tutte o parte delle ore notturne e per l’individuazione della rete viaria ovvero delle aree, urbane o extraurbane, o anche solo di loro porzioni, nelle quali sono adottate le misure dello spegnimento o dell’affievolimento dell’illuminazione, anche combinate fra loro”. Degrado metropolitano, infortunistica stradale e malavita ringraziano.
Oppure dell’iniquo provedimento riguardo “i permessi fruiti ai sensi dell’art. 33 della Legge 5 febbraio 1992, n. 104” che sono decurtati del 50%, se non riguardano patologie del dipendente stesso o per l’assistenza ai figli o al coniuge. Ed i genitori anziani e malati? Li abbandoniamo a se stessi?
Tra l’altro, questa misura permetterà di raschiare 2-300 milioni di euro, più o meno quelli che serviranno “per far fronte agli oneri derivanti da transazioni relative alla realizzazione di opere pubbliche di interesse nazionale” (leggasi infrastrutture avviate e mai completate con onerosi costi pubblici in penali), cosa di cui il Ministro Passera dovrebbe avere una chiara nozione provenendo proprio dalla banca che garantì i prestiti per avviare le opere per il Ponte sullo Stretto.
Per la flotta aerea antincendio dal Dipartimento della protezione civile al Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile è istituito un apposito fondo presso il Ministero dell’interno con una dotazione di … 40 milioni di euro annui, mentre un Canadair costa circa 19-24 milioni di euro e farlo volare costa 6/7mila euro l’ora (fonte Regione Calabria).
Se parliamo di servizi di trasporto pubblico locale e di servizi ferroviari regionali si annuncia “il progressivo incremento del rapporto tra ricavi da traffico e costi operativi, la progressiva riduzione dei servizi offerti in eccesso in relazione alla domanda e il corrispondente incremento qualitativo e quantitativo dei servizi a domanda elevata, la definizione di livelli occupazionali appropriati”.
In nome del risparmio, viene istituita “l’Agenzia per la Coesione interviene nella promozione dello sviluppo economico e della coesione economica, sociale e territoriale e nella rimozione degli squilibri economici, sociali, istituzionali e amministrativi del Paese al fine di favorire l’effettivo esercizio dei diritti della persona”, con un massimo di 250 unità ed un Nucleo tecnico di valutazione di massimo 50 unità, con risparmi previsti in 932.446,86 di euro, quantificati con estrema esattezza fino all’ultimo centesimo. Ovviamente, prevedere una cosa del genere al ‘centesimo spaccato’ è del tutto risibile, dato che nessuno ha la sfera di cristallo. Allo stesso modo per il “Nucleo per la valutazione dei fabbisogni e dei piani e programmi di investimenti pubblici e delle operazioni di partenariato pubblico e privato”, che può raggiungere un massimo di 25 unità e che comporterà risparmi per ben 2.200.000,00 euro, anche questi previsti con esattezza centesimale.
Così andando le cose, il risultato è già scritto: non può essere un governicchio di tecnici senza programma a ‘salvare l’Italia’ e neanche a ‘salvare il salvabile’.
Altro sarebbe un Monti bis con incarichi di governo attribuiti a politici ‘di mestiere’ – attenti al bilancio, ma anche al consenso – ed a personalità del mondo delle imprese e del lavoro. Finora questo governo si è dimostrato espressione del potere bancario e della generazione del baby boom (i nati prima del 1955), garantendo la sopravvivenza di una banca ‘italiana’, pesantemente involved nel crack polacco, ed il mantenimento di interessi soggettivi del tempo che fu ache oggi appaiono a tanti come dei privilegi insostenibili.
Un governo che ha salvato il passato, finora, a discapito del futuro.
Affrontare il ‘disastro 2013’ senza un economista al timone e senza una solida maggioranza parlamentare è pura follia, lo si scriveva l’altroieri. E, d’altra parte, nè il PD mette in prima fila un Fassina nè il Centrodestra lo fa con Baldassarri, nè si propongono candidati-premier come Cicchitto, Montezemolo o Lanzillotta.
Se questo non accade l’unica alternativa a Monti è Mario Monti, che però non governa, ma somiglia sempre più ad un commissario ad acta. Ed i commissari non hanno un piano e non hanno un’agenda, gestiscono il contingente.
Esattamente quello di cui non ha bisogno una barca che affonda.
originale postato su demata
Tag:banche, Cicchitto. Baldassarri, Fassina, governo, iniquo, Lanzillotta, Legge di stabilità, Mario Monti, montezemolo, piove governo ladro, Renato Brunetta, speculatori, Supermario
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